(Dal
libro “Perché non possiamo non dirci darwinisti” di Edoardo
Boncinelli” – Nona parte. Lumen)
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La teoria dell'evoluzione è una teoria scientifica e come tale non
spiega tutto. Anche nella sua forma più moderna, il neo-darwinismo,
non può rendere conto di ogni fenomeno. Ha un suo campo di validità,
entro il quale spiega molto bene quasi tutto, ma ha anche regioni
dove non è di molto aiuto e altre nelle quali quasi non serve.
Ci
sono persone convinte che la teoria evoluzionistica non spieghi nulla
— e tutto il presente libro ha l'obiettivo di mostrare come questi
abbiano torto —, ma c'è anche chi pensa che possa andare bene per
tutto. Pure costoro sbagliano, poiché una teoria che spieghi ogni
cosa non è una teoria scientifica, ma un articolo di fede. Vediamo
allora in dettaglio che cosa spiega e che cosa non spiega la proposta
neodarwiniana, fissando innanzitutto tre date.
La
prima risale a tre miliardi e ottocento milioni di anni fa e riguarda
la comparsa dei primi esseri viventi sulla Terra. La seconda si
aggira invece intorno ai seicento milioni di anni fa e prende il nome
di esplosione del Cambriano. Si è trattato, come abbiamo già detto,
di un periodo durante il quale, in poco tempo — in verità circa
venti milioni di anni —, sulle terre emerse si sono formate quasi
tutte le divisioni tassonomiche importanti del regno animale: per la
precisione trenta su trentuno-trentadue.
Non
sappiamo esattamente che cosa sia successo, ma in tempi relativamente
rapidi si sono costituiti tutti i grandi tipi animali. La terza data
di cui si deve tenere conto risale a sei o sette milioni di anni fa,
quando i primi antenati diretti dell'uomo si sono differenziati più
o meno chiaramente dalle scimmie antropomorfe superiori.
Tenendo
presente questi tre momenti, possiamo affermare che la teoria
dell'evoluzione non spiega quello che è successo prima di tre
miliardi e ottocento milioni di anni fa. Spiega abbastanza bene,
anche se non del tutto, quello che è accaduto da quel momento fino a
circa seicento milioni di anni fa, mentre spiega perfettamente tutto
quello che è avvenuto dopo.
La
teoria dell'evoluzione non può infatti funzionare in assenza di
esseri viventi. Anche ciò che è avvenuto nel periodo che precede la
data di tre miliardi e ottocento milioni di anni fa prende spesso il
nome di evoluzione, per la precisione evoluzione chimica o
prebiotica, ma sarebbe meglio utilizzare un altro termine per
evitare ambiguità: non si tratta certo di evoluzione biologica,
proprio per la mancanza di esseri viventi.
La
spiegazione darwiniana, ma anche quella neodarwiniana, è quindi
totalmente impotente nello spiegare quello che è successo prima
della formazione del primo genoma, presente in un organismo capace di
vita autonoma.
Non
è in grado di far luce neanche su quello che è avvenuto nel lungo
periodo che ha preceduto l'esplosione del Cambriano. In questo caso
non per la mancanza di materia prima — poiché esistono in questo
lasso di tempo tanti organismi dotati di genomi che possono portare
mutazioni ed essere esposti all'azione della selezione —, ma sono
le condizioni ambientali in cui tutto ciò avvenne a sfuggirci quasi
completamente.
La
spiegazione neodarwiniana nel suo nucleo concettuale vale anche in
questo caso, ma non sappiamo bene come applicarla, poiché non
conosciamo tutto quello che effettivamente è accaduto nell'ambiente
circostante.
La
teoria darwiniana spiega invece molto bene quello che è successo
negli ultimi seicento milioni di anni, e non è poco, poiché in
realtà tutto ciò di cui si parla di norma riguarda proprio questo
periodo. Seicento milioni di anni fa non c'erano i Vertebrati, né
gli Insetti. A maggior ragione non esistevano i Mammiferi o i
Ditteri. Tutti questi si sono formati successivamente, durante il
periodo in questione.
Si
tratta quindi di un intervallo di tempo molto ampio per il quale
abbiamo una conoscenza assai più profonda di tutto quello che è
avvenuto dal punto di vista esterno alla vita.
Non
bisogna dimenticare però il fatto che, per esempio, ancora oggi
siamo all'oscuro di che cosa materialmente abbia portato alla
scomparsa dei dinosauri: possiamo fare solo delle ipotesi. Anche in
questo caso non è però la teoria dell'evoluzione a essere
insufficiente, ma è l'ignoranza delle condizioni di contorno che non
ci permette di articolare i dettagli della vicenda.
Al
contrario, più ci si avvicina al presente e maggiori sono le
informazioni — sulle glaciazioni e inter-glaciazioni, sulla
comparsa e scomparsa di montagne e fiumi, sulla saldatura o frattura
di continenti —, così che l'apparato teorico della teoria
dell'evoluzione è in grado di trovare un'applicazione concreta.
Sbagliano
quindi coloro che affermano che la teoria dell'evoluzione rappresenta
una spiegazione completa degli eventi biologici, anche se non di
molto: tutto quello che è avvenuto di importante sulla Terra viene
infatti chiarito dalla proposta neodarwiniana. Esistono poi in questa
storia due eventi critici, anche se per motivi assai diversi:
l'inizio della vita e la comparsa dell'uomo. >>
EDOARDO
BONCINELLI
(continua)
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