venerdì 18 marzo 2016

Pensierini – XXI

VALORE DELLA VITA
Ma il valore di una vita umana qual è ?
Un matematico non avrebbe difficoltà a rispondere: è un numero frazionario, in cui al numeratore c’è 1 e al denominatore il totale della popolazione mondiale.
Quindi, oggi, sarebbe circa 1 / 7.400.000.000, un numero spaventosamente piccolo e destinato a diventare sempre più piccolo.
Può sembrare un ragionamento cinico ed inaccettabile, ma ha una sua logica, appunto, matematica.
D’altra parte già il grande Isaac Asimov diceva: 
<< La democrazia non può sopravvivere alla sovrappopolazione. La dignità umana non può sopravviverle. La convenienza e la decenza non possono sopravviverle. Man mano che si mette sempre più gente nel mondo, il valore della vita non solo declina, scompare. >>
LUMEN 


TERZO ESTRANEO
La scienza dell’antropologia è la più affascinate ma anche più paradossale di tutte, perché l’oggetto della ricerca coincide con il ricercatore stesso.
Il quale dovrebbe tentare di porsi “al di fuori” del suo campo d’indagine, ma ovviamente non ci può riuscire.
Mi viene in mente quell’umorista americano che si divertiva a mettere in imbarazzo gli amici chiedendo loro: “Ma tu, come terzo estraneo, cosa ne pensi del genere umano ?”
Non so cosa replicassero i suoi amici a quella domanda: forse lo mandavano semplicemente a qual paese.
Se però ci fosse stato un antropologo, avrebbe potuto rispondergli, con un leggero sorriso: “Magari !”.
LUMEN


ALTRUISMO E RELIGIONE
Pare che, secondo una ricerca effettuata da un gruppo internazionale di psicologi, i bambini che crescono in famiglie molto religiose tendano ad essere meno altruisti di quelli che provengono da famiglie non religiose o atee.
Il risultato contraddice la diffusa convinzione che la religiosità sia correlata a una maggiore inclinazione verso i comportamenti morali, ma non mi stupisce per nulla.
Perché mai, il fatto di rispettare le norme morali solo per paura della punizione divina dovrebbe rendere le persone migliori ?
LUMEN
 

DIECI PER CENTO
L’intero mondo vivente (la biomassa) è una immensa piramide alimentare, fondata, in ultima analisi, sulla nostra stella, il Sole, la cui energia arriva sulla Terra in percentuale minima, ma sufficiente allo scopo.
Fortunatamente minima, (si calcola una parte su un miliardo), altrimenti risulterebbe eccessiva e la vita non potrebbe esistere.
Dopodiché vale la regola del 10 per cento: i vegetali immagazzinano il 10 per cento dell'energia solare, gli erbivori il 10 per cento dell'energia solare dei vegetali, i carnivori il 10 per cento dell'energia solare degli erbivori.
Quindi un immenso spreco, che aumenta quanto più si sale nella piramide. Ma uno spreco non privo di scopo per noi umani.
Pare infatti che il grande sviluppo del cervello di Homo Sapiens sia stato possibile proprio grazie al maggior apporto di proteine e calorie dovute al passaggio da una dieta vegetariana a una carnivora.
LUMEN
 
 
SACRIFICI UMANI
Molti fatalisti dicono che la popolazione mondiale, prima o poi, scenderà da sola sui livelli compatibili e quindi non c'è da preoccuparsi. Sì, ma a che prezzo ?
Dice Jacopo Simonetta : << Oggi si tace sul fatto che l’aver voluto perpetuare il culto dell’Uomo e del progresso, nel giro dei prossimi 50 anni costerà la vita ad alcuni miliardi di persone che non avrebbero dovuto mai nascere. Un apparente paradosso che, invece, è molto coerente. Nel nome della civiltà e del progresso dell’Uomo si sta preparando il più grande sacrificio umano mai concepito. >> 
Ma nessuno sembra preoccuparsi di questa prospettiva.
LUMEN
 

26 commenti:

  1. Comincio dal basso, dai "sacrifici umani" di Simonetta. Mi sembra l'affermazione più criticabile. Vorrebbe suscitare una reazione, essere un invito a riflettere, a cambiare strada. Ma che nei prossimi cento anni, o anche cinquanta, qualche miliardo di persone andrà all'altro mondo è pacifico, ma anche un evento naturale, dunque normale. Ogni giorno muoiono ca. 200'000 esseri umani, moltiplicati per 365 giorni fanno già un bel numero in un solo anno (esattamente 73'000'000), per dieci siamo già a 7300 milioni, non molto lontani dal miliardo. Dunque non c'è da preoccuparsi molto...

    P.S. Chi si spaventasse per l'alto numero di morti "giornaliero" non deve preoccuparsi troppo: sono subito sostituiti da ca. 250'000 nuovi abitanti del pianeta. Si noti la differenza tra morti e nati: i nati sono di più!!! Il saldo è positivo!!! Allegria!

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    1. << Si noti la differenza tra morti e nati: i nati sono di più!!! Il saldo è positivo!!! >>

      Appunto. Ma oggi purtroppo il problema è proprio quello.
      Per gli stomaci forti, esiste un sito che tiene la contabilità della popolazione mondiale in tempo reale, minuto per minuto.
      Il link è questo: http://www.worldometers.info/it/

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    2. Il problema n.1, dal vostro punto di vista, e' il crollo della mortalita'.
      Il numero di figli per donna e' gia' attualmente di 2.35, praticamente pari al tasso di sostituzione: il problema e' che il crollo del tasso di fecondita' non e' stato abbastanza rapido nel seguire quello del tasso di mortalita' (sia nei giovani che nei vecchi, e' sia crollata la mortalita' perinatale, che quella degli anziani), per cui ora stanno felicemente invecchiando quelli che non sarebbero per nulla stati in sovrappiu' senza tale miglioramento della sopravvivenza.

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    3. Facciamoci un favore, guardiamo ai fatti di adesso e non a quelli di quando eravamo piccoli o a quelli che nella nostra fantasia vorremmo che fossero per non dover mollare le nostre ipotesi preferite, il tasso di fertilita' dal 1950 al 2015 e' dimezzato, con buona pace anche del gene egoista:

      https://en.wikipedia.org/wiki/Total_fertility_rate

      World historical TFR (1950–2015)
      UN, medium variant, 2010 rev.[2]
      Years TFR
      1950–1955 4.95
      1955–1960 4.89
      1960–1965 4.91
      1965–1970 4.85
      1970–1975 4.45
      1975–1980 3.84
      1980–1985 3.59
      1985–1990 3.39
      1990–1995 3.04
      1995–2000 2.79
      2000–2005 2.62
      2005–2010 2.52
      2010–2015 2.36

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    4. Il problema semmai e' questo, di cui si preoccupa la stampa che cita agobit:

      https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_sovereign_states_and_dependent_territories_by_fertility_rate

      c'e' pure il disegnino:

      https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_sovereign_states_and_dependent_territories_by_fertility_rate#/media/File:Countriesbyfertilityrate.svg

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    5. << il tasso di fertilita' dal 1950 al 2015 e' dimezzato, con buona pace anche del gene egoista >>

      Bene, bene, allora direi che siamo sulla buona strada.
      Ed anche se dovessimo mai scendere (chissà) sotto il tasso di sostituzione, avremmo comunque un bel po' di 'scorte' da smaltire.
      Ne consegue, quindi, che possiamo continuare tranquillamente a preoccuparci del fatto che siamo in troppi. :-)

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    6. Se il tasso di natalità mondiale si avvicina davvero al tasso di sostituzione allora siamo a posto (ovvero saranno a posto quelli che verranno) e non dobbiamo più preoccuparci troppo. Sarebbe interessante vedere a che quota si stabilizzerà la popolazione mondiale. Arrivati diciamo a 12 o 15 miliardi potrebbe esserci magari una contrazione. Già sento il papa e i suoi scagnozzi (Bagnasco XIII) deplorare il calo della natalità e l'inverno demografico essendo passati da 15 a 14 miliardi.

      Una popolazione stabile e pacifica non sarà una società similsocialista? La competizione cederà alla cooperazione, l'accaparramento delle risorse non sarà più imperativa perché si distribuiranno i beni della terra secondo giustizia. Tutti gli uomini si ameranno e avranno inverato il vangelo. Però che barba quest'amore appiccicoso. Forse si organizzeranno guerricciole per sfogare quegli istinti guerrieri non ancora del tutto sopiti. Ma guerre vere, con tante legnate, mica i simulacri di guerra come le partite di calcio.

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    7. << Ma guerre vere, con tante legnate, mica i simulacri di guerra come le partite di calcio. >>

      Tranquillo, Sergio.
      Continueranno a non mancare nè le une nè le altre.
      Ci vuol altro che un po' di stabilità demografica per farci diventare tutti buoni e pacifici.

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    8. Infatti, anche perche' il tasso di fecondita' e' estremamente diseguale (guardate i link per nazione, si va dal 7.6 del niger, allo 0.0 del vaticano :).

      Eppoi c'e' lo spettro dell'esaurimento delle risorse, se e' vero che stiamo consumando oltre la capacita' di carico, e questo lo sapranno con certezza solo i posteri, anche una popolazione costante che consuma in modo costante al livello di consumo di oggi, e' insostenibile. D'altra parte in occidente c'e' molto da limare, una sola automobile che percorra 10.000 km/anno e che faccia 20 km/litro, consuma 500 litri di carburante, cioe' circa 5000 KWh, quanto basta a circa 5 uomini per campare per lo stesso periodo (un uomo campa bene con 3 KWh al giorno, l'energia ricavabile da un terzo di kg di olio o grasso commestibile, che piu' o meno ha la stessa densita' energetica dell'"oil" o della "gasoline"). Salvo errori.

      Resta il fatto che la popolazione si adattera' automaticamente, in un modo o nell'altro, alle nuove condizioni di sostenibilita': per definizione.

      Si nasce, e si muore.

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    9. "Resta il fatto che la popolazione si adattera' automaticamente, in un modo o nell'altro, alle nuove condizioni di sostenibilita': per definizione."

      Bisogna però vedere come si arriverà all'adattamento: in modo dolce e pacifico (grazie al nostro cervellone capace di proiezioni per il futuro) o invece con una grande mattanza o dittatura (sempre grazie al cervellone). Io propendo per la dittatura. Impianteranno a tutti un chip alla nascita che permetterà d'individuare subito i "devianti". Non sarà più possibile odiare qualcuno, se dimostri insofferenza per il prossimo, zac, eliminato. Già oggi l'hate speech è reato.

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    10. ".. il tasso di fecondita' e' estremamente diseguale, guardate i link per nazione, si va dal 7.6 del niger, allo 0.0 del vaticano."

      Spiritoso: 0,0 in vaticano?! Saluti da Esposito.

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    11. "Io propendo per la dittatura."

      C'e' gia', ed e' quasi assoluta, basta guardare alla scuola, alla burocrazia, alle tasse: per almeno un terzo della propria vita la gente e' sottoposta ad una disciplina che e' molto peggio di quella militare perche' pretende pure di giudicare, e poi dopo essere stata adeguatamente indottrinata e diventata produttiva ha gradi di liberta' dalle leggi, regole e tasse, esplicite ed implicite, praticamente nulli. E la faccenda peggiora a vista d'occhio, dato che chi cresce in questo ambiente e non ha mai visto ne' immaginato altro, tende a perpetuarlo rilanciando sempre di piu' (vedi le nuove generazioni di guardie rosse/giovani balilla, rottamatrici). Ma questo con la popolazione c'entra poco o nulla, e' il prezzo di una societa' complessa con pretese di dirigismo dall'alto, la russia e' sterminata e quasi disabitata ma non per questo e' mai stata un paese dove la gente e' libera, anzi di solito lo e' meno che altrove, ancora meno, molto meno.

      L'unica liberta' che abbiamo per ora e' quella di pensiero ed espressione (rispetto a molti altri posti del mondo, dove a scrivere un blog qualsiasi, tipo i nostri occidentali, si finirebbe dritti in gattabuia come minimo), salvo appunto la tendenza al perbenismo che citi e che comincia a dettare regole soffocanti anche li'.

      Unica consolazione, le societa' rigide e complesse hanno vita breve, prima o poi collassano. Come qualsiasi organismo.

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    12. "il calo del tasso di fecondita' non e' stato abbastanza rapido nel seguire quello del tasso di mortalita'"

      Nel nostro paese cosa anche peggiore si deve dire dell'eta' pensionabile: che non ha tenuto minimamente conto se non quando e' stato troppo tardi del crollo del tasso di mortalita', da cui la situazione economica ormai platealmente irrecuperabile. Quelli che ora si preoccupano del calo delle nascite sono gli stessi delinquenti che hanno a suo tempo nascosto, e continuano a farlo, cosa sarebbe successo se non si fosse tenuto conto per tempo del crollo della mortalita': ma allora preferirono mostrare solo il lato positivo della faccenda, per prendere voti, tanto la rogna che ne sarebbe conseguita se la sarebbe dovuta curare qualcun altro, ad esempio i pochi giovani di oggi che dovranno sobbarcarsi in futuro il peso non solo dei molti anziani del futuro, ma pure del debito prodotto da quelli di oggi e di ieri.

      La rendita finanziaria di gran lunga piu' costosa e ingiusta che funesta oggi l'italia e' quella dei pensionati a sistema retributivo. Le pensioni sono a tutti gli effetti rendite finanziarie.

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  2. Il valore e la sacralità della vita

    Il discorso sul valore infinitesimale di ogni vita umana può sembrare cinico, nichilista, ma è davvero così, nonostante tutta la retorica sulla sacralità della vita, sull'unicità di ogni vita. Non è un caso che si dica: morto un papa se ne fa un altro. Persino il vicario di Cristo, una specie di semidio, non è insostituibile, dunque. Ognuno di noi ha bisogno di vicinanza e distanza da altri esemplari di sapiens che non sono sempre simpatici, bene intenzionati, collaborativi. Anzi non pochi si allargano troppo, addirittura ci rendono la vita impossibile. Arrivano persino ad ammazzare. Io sono unico (e quindi insostituibile, preziosissimo, carissimo) solo per chi mi conosce, mi apprezza, mi vuol bene. Per tutti gli altri sono un emerito sconosciuto letteralmente senza volto per il quale non si prova assolutamente niente. E per fortuna che è così: mica posso portare il lutto per i 200'000 morti giornalieri. E se comincio a meditare su tutte le guerre e le sofferenze degli altri esseri umani come posso mettermi a tavola e mangiare tranquillamente? Ma se meditassi su tali sofferenze non potrei più mangiare o mi viene un'ulcera gastrica. Per fortuna non li vedo, non li sento, posso fare astrazione di loro.
    Il semplice buon senso dice: più siamo meno contiamo, anzi diamo piuttosto fastidio al nostro prossimo.
    Più siamo più siamo "fungibili" cioè interescambiabili. Quando affidiamo un lingotto d'oro alla nostra banca la banca ovviamente s'impegna a restituirci un lingotto di pari valore, ma non il lingotto che le abbiamo affidato. Quel lingotto affidato alla banca è dunque un bene fungibile, scambiabile con un altro di pari peso e valore.
    Non c'è niente di peggio per una persona di sentirsi fungibile, quanto dire inutile. È chiaro che in una massa anonima di uno o più miliardi di persone sono fungibilissimo, e ciò mi crea dei problemi (per es. non mi sento a mio agio, rischio di essere sopraffatto, stritolato ...). Un po' di distanza non nuoce, anzi è necessaria (alla pura sopravvivenza). Perciò mettiamo ovunque paletti, ogni casa ha una serratura, il nostro giardino è recintato. Invece certi coglioni oggi, compreso il nostro beneamato presidente della repubblica, c'invitano a non erigere muri, sarebbe poco cristiano. Ormai l'accoglienza è un dovere. Eppure persino la Merkel ha detto che no, lei un rifugiato in casa propria proprio non può immaginarselo. Te credo ...

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    1. << Più siamo più siamo "fungibili" cioè interescambiabili. >>

      Da cui uno dei paradossi più singolari della psiche umana: desideriamo l'uguaglianza, cioè essere come gli altri, ma nello stesso tempo vogliamo essere speciali.

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    2. Vogliamo l'uguaglianza ma "preferibilmente" verso l'alto.

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    3. In realta' nessuno vuole essere altri che se stesso (principio di identificazione), e semmai vorrebbe che gli altri fossero e pensassero come lui.
      E l'uguaglianza la intendiamo solo nel senso di non essere inferiori, non di non essere superiori, da cui l'apparente paradosso, apparente dato che l'uguaglianza "tout court" non la vuole nessuno.

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    4. << E l'uguaglianza la intendiamo solo nel senso di non essere inferiori, non di non essere superiori >>

      Appunto. E quando sento qualcuno pretendere a gran voce uguaglianza, o si tratta di un invidioso o un demagogo che sfrutta la credulità altrui.

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    5. D'altra parte dall'equilibrio dinamico dell'arrampicata verso l'alto (o presunto tale) di tutte le diseguglianze, si ricava l'eguaglianza. Se consideriamo l'evoluzione di una specie, i suoi componenti piu' o meno si equivalgono tutti, rispetto alle altre specie, anche se fra di loro ognuno si sente unico e irripetibile. Infatti non ha molto senso parlare di gene egoista legato al fenotipo se si tiene conto che il pool genico di una specie e' distribuito nell'intera popolazione, allo scopo di conservarlo meglio. La riproduzione sessuale, quando "rimescola le carte", tirando fuori un individuo che spesso assomiglia ben poco ai genitori, serve a questo.

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    6. << non ha molto senso parlare di gene egoista legato al fenotipo se si tiene conto che il pool genico di una specie e' distribuito nell'intera popolazione >>

      Certamente.
      In effetti il termine al singolare è un po' una semplificazione, ma ha un buon impatto mediatico e funziona benissimo a livello concettuale (è indubbiamente un meme di successo).

      Però, in fondo, anche ogni piccolo singolo gene viene selezionato per la sua capacità di salvaguardare se stesso.
      E quindi....

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    7. Credo abbia senso parlare di "se stesso" solo per esseri dotati di capacita' ricorsive, cioe' (auto)coscienza. I quali esseri, in virtu' proprio di tale caratteristica, tendono a suddividere il resto del mondo dell'esperienza, oltre a se stessi e loro simili, in tanti "se'" che "in se'" non esistono. L'animismo, ad esempio, tende ad assegnare un "se'" a tutto.

      Il motivo per cui i "filosofessi" come li chiama Sergio, scivolano cosi' facilmente dall'atomismo piu' spinto all'Uno che contiene il Tutto, con tutte le suddivisioni intermedie, forse sta nel fatto che il confine del "se'" che applichiamo alle cose e' del tutto arbitrario, va a "gusti".

      Definire "egoista" una molecola quindi, probabimente e' poco diverso dall'adorare un palo di legno dipinto e conficcato al suolo, o una nazione o una classe.

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    8. << Definire "egoista" una molecola quindi, probabimente e' poco diverso dall'adorare un palo di legno dipinto e conficcato al suolo. >>

      Mah, mah, mah...
      Il palo di legno conficcato al suolo non fa nulla di ciò che gli adoratori si aspettano da lui: le mie aspettative su di lui sono totalmente infondate.

      Il piccolo gene, invece, anche se palesemente non cosciente di nulla (e Dawkins insiste spesso su questo possibile equivoco), di una cosa è sicuramente capace: di propagarsi da una generazione all'altra.
      Quindi le mie aspettative su di lui (per quanto limitate) sono fondate ed attendibili.

      (e poi, qui, il piccolo gene gioca in casa; è sempre avvantaggiato :-))

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    9. Il fine del palo di legno e' riprodursi, di cio' che gli altri si aspettano da lui non gliene puo' fregar di meno. ("palo di legno" <=> "gene egoista").
      Assegnare una teleologia a chicchessia e' corollario dell'attribuzione del "se'".
      Sintassi ricorsiva.

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  3. Altruismo e religione

    "Perché mai, il fatto di rispettare le norme morali solo per paura della punizione divina dovrebbe rendere le persone migliori ?"

    Be' un buon cristiano si comporta umanamente non per paura dell'inferno. Certo la paura dell'inferno ha fatto tremare per secoli i poveri esseri umani: persino un attimo prima di morire potevi peccare ("una bestemmia") e finire all'inferno ... Ma in genere l'educazione religiosa ha anche degli effetti positivi: come ogni educazione "programma" l'individuo che poi reagirà "meccanicamente" alle circostanze. C'è poi spesso anche una certa e naturale simpatia umana per i nostri simili che c'induce per es. a soccorrerli (comunque per i refrattari alla simpatia c'è poi il codice penale: l'omissione di soccorso è reato).
    Tuttavia anche le persone che hanno ricevuto un'educazione religiosa che li ha ben plasmati (i gesuiti: dateci un ragazzo prima dei dieci anni e ne facciamo quel che vogliamo) conservano certi istinti naturali, per es. la tendenza all'autoconservazione, che può persino indurre all'omicidio (per legittima difesa, ma attenzione attualmente in Italia: si può essere condannati per "eccesso di legittima difesa", non si può sparare a un ladro in fuga ...).
    Insomma, gratta solo un po' la vernice della buona educazione, e viene fuori l'energumeno, il troglodita che è ancora in noi, cristiani e non cristiani.

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    1. http://www.lescienze.it/news/2015/11/05/news/religiosita_famiglie_bambini_meno_altruismo_empatia-2832655/

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  4. << Insomma, gratta solo un po' la vernice della buona educazione, e viene fuori l'energumeno, il troglodita che è ancora in noi, cristiani e non cristiani. >>

    Beh, mi pare inevitabile, e tu sai bene come la penso al riguardo.
    La cultura può molto, ma deve fermarsi di fronte a sua maestà, il Gene Egoista.
    Per il quale prima viene la prole, poi la sopravvivenza del fenotipo, e poi - se avanza - tutto il resto, compresa (ma proprio come ultima cosa) la nostra eventuale felicità.

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