sabato 2 febbraio 2013

L'uomo della Provvidenza

Anche le società moderne (salvo marginali eccezioni) sono  dominate dalla figura del CAPO, più o meno supremo, che sa vedere, pensare e decidere per tutti nel modo migliore, grazie al proprio superiore “intuito”.
Dal Lider Maximo (Fidel Castro) al Generale De Gaulle, dall’Uomo della Provvidenza (Mussolini) all’argentino Peron, tutti i leader, anche i meno tirannici, emanano in fondo questa “aura” che i milanesi chiamerebbero del  “ghe pensi mi”.
Ma una società complessa e, soprattutto, estremamente tecnologica come la nostra, può ancora permettersi un certo tipo di personaggio ?
Antonio Turiel è fermamente convinto di no, e ce lo spiega qui sotto, con la consueta chiarezza (da Effetto Cassandra).
LUMEN



<< La persona intuitiva, quella che si fa guidare dal proprio istinto, viene solitamente presentata nei film ed alla televisione come una persona completa, che non si lascia schiacciare dal raziocinio spassionato degli scienziati senza sentimenti (o direttamente malvagi) e dai potenti ma freddi computer.
E' curioso che in una società tanto tecnologica come la nostra si fomenti un atteggiamento parascientifico, quasi magico, per affrontare eventi anche gravi e che richiedono una buona comprensione di quanto sta succedendo (…).

Il prototipo di questo mito [dell'uomo intuitivo] è rappresentato dalla scena (…) di  Guerre Stellari (…) in cui Luke Skywalker disattiva il sistema computerizzato per le armi confidando nelle proprie capacità personali, nella sua intuizione, magnificata qui nella rappresentazione della Forza. E, ovviamente, trionfa.

Non è casuale che la propaganda associata al modo di fare del nostro sistema economico, del BAU (Business as Usual) che lo domina, favorisca questa visione intuitiva, visto che l'uomo intuitivo è, essenzialmente e per definizione, un uomo non riflessivo (perché perdere tempo … se lui “sente” la risposta ?) ed individualista (egli è sufficiente a sé stesso per riparare ai torti).
Un tale personaggio è facile preda di tutta la propaganda del consumismo senza freni e pertanto porta un buon servizio ad un sistema economico in cui il motore è lo spreco.

Quindi non c'è da meravigliarsi se la nostra società decadente vilipende la riflessione e disprezza la razionalità, a cominciare da coloro che mostrano una tale inclinazione dalla più tenera infanzia (quelli che vengono denominati in modo dispregiativo “secchioni”). Ma si deve capire che tale atteggiamento non solo è infondato, erroneo ed assurdo. È soprattutto totalmente suicida. 

La nostra relazione con la tecnologia in questa società complessa ci rende, in realtà, più vulnerabili, non di meno.
Agitare ad oltranza la bandiera dell'individualismo e dell'intuizione quando i sistemi coinvolti sono complessissimi e con innumerevoli interazioni, è realmente avventato: una sola persona non può prendere decisioni tanto importanti con informazioni tanto parziali, informazioni che hanno tanta confusione e pregiudizio, quando non occultamento.

Ma i nostri leader sono di fatto così e pensiamo che il tipo di persona che dobbiamo eleggere sia qualcuno con una “visione d'insieme”, che abbia “senso dello Stato” ed altre cavolate intuizioniste, anziché votare un consesso che ha fondamento in una grande squadra di specialisti e sul prendere le decisioni in modo calmo e riflessivo, con un'applicazione cauta delle misure. 

Niente di tutto ciò. Gli attuali leader ed i futuri salvatori della patria rispondono e risponderanno all'archetipo eroico dell'intuizionista.
Ma che una persona si assuma questa responsabilità per tutta la società seguendo la sua sola intuizione e la sua audacia al momento di prendere misure difficili ci porta ad un rischio estremo e, se passa abbastanza tempo, al disastro.  >>

ANTONIO TURIEL

6 commenti:

  1. Caro Lumen,
    non sono molto d'accordo con Turiel. Non perché creda all'uomo della provvidenza, tutt'altro. Però non credo neanche alla tecnocrazia. Già Platone introdusse il concetto del governo dei "migliori". Come ben spiega Karl Popper nel suo "La società aperta e i suoi nemici" l'aspirazione ad una società tecnocratica perfetta ci ha portato alle dittature burocratiche e ai campi di concentramento.Io che apprezzo, pur con tutti i suoi difetti, la società americana, ritengo che oggi la politica richieda la responsabilità personale e che sia fatta da uomini con la loro faccia. Chi vota per il presidente in america vota per un uomo, un volto, una personalità e una proposta legata a quella determinata persona. Ricordo quando in Italia la politica si faceva nel comitato centrale del partito e la noia di certi programmi fatti dai tecnici dei partiti. Non se li leggeva nessuno e si votava in base alla "chiesa" di appartenenza. Purtroppo da noi ancor oggi è in gran parte così. Trovo invece più adatto oggi votare per un volto e una persona, in base alle idee che esprime e alla sua storia personale. Pur con tutti i difetti. Solo così la responsabilità può essere assunta da chi ne deve rispondere, e non essere demandata ad un fantomatico e indistinto "comitato centrale".

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  2. Caro Agobit,
    quando si parla di Stati e di Governo è quasi impossibile indicare la soluzione ideale.
    Sono passati millenni da che l'uomo si è dato società ampie e stabili, e siamo ancora qui a chiederci quale sia il sistema migliore (se l'avessimo trovato, tutti l'avrebbero già adottato).

    Il leader che "ci mette la faccia" è un sistema che ha i suoi pregi, ma anche gli inevitabili difetti (Berlusconi, e non solo).
    Lo stessoPpresidente degli Stati Uniti, secondo me, ha molto meno potere di quello che sembra agli elelttori, in quanto fortemente condizionato dai vari "poteri forti", che sono più o meno nascosti e NON eletti democraticamente.

    Forse la soluzione ottimale resta quella delle democrazia diretta ed informata (quella di Atene per intenderci), che però può funzionare solo per i piccoli territori in cui tutti si conoscono.
    Magari la rivoluzione energetica ed ecologica che ci aspetta potrebbe portarci, oltre a tanti limiti e tante ristrettezze, anche qualcosa di simile a livello politico.
    Chissà ?

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  3. Caro Lumen,

    non occorre risalire ad Atene per avere un esempio di democrazia diretta - qualcosa di simile ce l'abbiamo anche nell'Europa moderna, cioè qui in Svizzera (referendum per confermare o abrogare una legge del parlamento, iniziativa popolare (ciò che Grillo chiama "referendum propositivo") per modificare la costituzione. Il referendum propositivo sarebbe in Italia (ma anche nell'UE) una mezza rivoluzione.

    Quanto all'argomento in questione credo che uomini della Provvidenza attualmente non ce ne siano (gli ultimi con un certo carisma sono stati Mitterand e Kohl). Berlusconi è un fenomeno sui generis. E probabilmente non ce ne saranno più. Per fortuna. Tuttavia si continua a votare, la gente vota certe facce. Quelle che le ispirano fiducia, che sembrano oneste o comunque le meno peggio. Ormai è tutto così complicato e incomprensibile che per forza devi votare più con l'intuizione e la speranza che en connaissance de cause.

    Io ho votato Grillo (all'estero votiamo prima). Forse è un voto qualunquista o poco ragionevole, ma pazienza. Io mi considero una persona "moderatamente informata dei fatti", ma forse non sono nemmeno questo, sarei anzi per alcuni completamente disinformata e appunto qualunquista. Di nuovo pazienza, il mio v(u)oto a perdere sarà più che compensato dai milioni e milioni d'italiani bene informati e che voteranno con perfetta cognizione di causa avendo ben presente il bene comune, come del resto ci esorta a fare Bagnasco....

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    1. << Io ho votato Grillo (all'estero votiamo prima). >>

      Complimenti per l'ottima scelta. Io ti seguirò nella data ufficiale. E così molte altre persone che conosco.
      Sarà la prima volta (dopo i Radicali del periodo d'oro) che il Parlamento italiano avra dei veri, autentici, incorruttibili (almeno spero) rimpiscatole.
      E ce ne sarà un gran bisogno.

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  4. E se la democrazia non fosse il migliore dei sistemi politici possibili o, come si suol dire, per quanto imperfetto il meno peggio? Oggi la democrazia è universalmente esaltata come il sistema ideale, c'è una specie di sacralizzazione della democrazia - che dev'essere imposta a anche a suon di bombe.
    Il fatto è che in democrazia possono votare anche i non informati e i deficienti - con quanta utilità per la collettività non saprei. Da una parte si esalta la democrazia, dall'altra la si svuota non fornendo le informazioni decisive (la maggioranza degli Italiani era contraria alla guerra contro la Libia, compreso Berlusconi, ma è stata "imposta" dal neo atlantista Napolitano in combutta con Sarkozy, Cameron e Obama).

    Comunque bisogna tener sempre presente che la democrazia è un metodo per governare, certamente un buon metodo. E che la maggioranza ha diritto di governare a tempo, ma non ha per forza ragione (come ripete giustamente il papa - sia detto senza ironia: la maggioranza ha i numeri, non sempre la ragione dalla sua parte).

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    1. << c'è una specie di sacralizzazione della democrazia - che dev'essere imposta a anche a suon di bombe >>

      Caro Sergio, questa è, ovviamente, una emerita sciocchezza.
      Ma tendo a credere che sia solo un paravento per l'opinione pubblica, per occultare i vari motivi di intervento da parte degli USA (e degli alleati), ovvero il controllo dell'energia e la supremazia mondiale.

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