Tra poche settimane andremo a votare, e tutti sanno che uno dei punti deboli della Democrazia (che resta comunque il sistema peggiore, ad eccezione di tutti gli altri) è che richiede dei cittadini, e quindi degli elettori, adeguatamente informati.
Ma questo può essere difficile, sia per motivi oggetti, sia, soprattutto, per l’espressa volontà di manipolare l’informazione.
Ai complessi intrecci tra economia, democrazia e informazione sono dedicate alcune interessanti considerazioni dell’ambientalista americana Donella Meadows, tratte da un lungo articolo sulle “leve di controllo” dei sistemi complessi. Buona lettura.
LUMEN
<< Prendete i mercati, per esempio: (…) i prezzi variano per regolare offerta e domanda e mantenerli in equilibrio.
Più il prezzo (…) è mantenuto chiaro, non ambiguo, puntuale e attendibile, più i mercati funzioneranno agevolmente. I prezzi che rispecchiano a tutti gli effetti i costi diranno ai consumatori quanto possono attualmente permettersi e premieranno i produttori efficienti.
Le industrie e i governi sono fatalmente attratti dal valore del [prezzo come] “punto di leva”, (…) [ma] determinatamente lo spingono nella direzione sbagliata con sussidi, rimedi, esternalità, tasse o altre forme di confusione.
Questa gente sta cercando di indebolire il potere di feedback dei segnali del mercato volgendo l'informazione a loro favore. (…)
Quindi la necessità di leggi anti-trust, di leggi sulla veridicità della pubblicità, tentare di assorbire i costi esterni (come le tasse sull'inquinamento), l'eliminazione di sussidi irrazionali e altri mezzi del mercato per giocare alla pari.
Di questi tempi [però], nessuno di questi [tentativi] va lontano, a causa dell'indebolimento di un'altra serie di circuiti negativi: quelli della democrazia. Questo grande sistema è stato inventato per generare feedback auto-correttivi tra la gente ed i suoi governi.
La gente, informata su ciò che i suoi rappresentanti eletti fanno, risponde eleggendo o destituendo i rappresentanti a quell'incarico.
Il processo dipende da un libero, pieno ed equo flusso di informazioni avanti ed indietro tra l'elettorato ed i leaders. I leaders spendono miliardi di dollari per limitare ed influenzare questo flusso.
Date a quelli che vogliono distorcere i segnali del prezzo di mercato il potere di comprare quei leaders, rendete i canali stessi di comunicazione dei ‘partner aziendali’ interessati e nessuno dei feedback negativi funzionerà. Il mercato e la democrazia si aiutano l'un l'altro a distruggersi. (…)
La democrazia funzionava meglio prima dell'avvento del potere di lavaggio del cervello della comunicazione di massa centralizzata. (…)
C'è una storia che racconta di un numero di case tutte identiche, salvo che, per qualche ragione, il contatore di elettricità in alcune era stato installato nel seminterrato, mentre nelle altre era stato installato nel soggiorno, dove i residenti potevano vedere costantemente che andava più veloce o più lento a seconda che usassero più o meno elettricità.
Con nessun altro cambiamento, con prezzi identici, il consumo di elettricità è stato del 30% in meno nelle case dove il contatore era installato in una posizione visibile. (…)
Dare informazioni in un posto dove non prima non erano date [vuol dire] causare un differente comportamento nelle persone.
Un esempio più recente: il “Toxic Realese Inventory” del governo degli Stati Uniti, istituito nel 1986, che obbliga ogni fabbrica che rilascia pericolosi fumi inquinanti a riferire queste emissioni pubblicamente ogni anno.
Immediatamente ogni comunità poteva scoprire precisamente cosa veniva fuori dalle ciminiere in città. Non c'era nessuna legge contro queste emissioni, nessuna ammenda, nessuna determinazione di livelli di sicurezza, solo informazione.
Ma dal 1990 le emissioni si sono abbassate del 40%. Hanno continuato ad andare giù non tanto per l'indignazione dei cittadini ma per la vergogna delle aziende. Una compagnia chimica che si collocava nella Top Ten della lista degli inquinanti ridusse le sue emissioni del 90%, solo per uscire dalla lista. (…)
La tragedia (…) che sta abbattendosi sulle industrie commerciali del pesce, capita perché non c'è un feedback dallo stato della popolazione del pesce, alla decisione di investire in navi da pesca.
Contrariamente all'opinione degli economisti, il prezzo del pesce non fornisce questo feedback. Quando il pesce diventa più scarso e dunque più costoso, diventa ancora più redditizio andare e prenderlo. Questo è un feedback perverso, un ciclo positivo che porta al collasso. (…)
Un feedback [dovrebbe essere] convincente.
Supponete che i contribuenti possano specificare nella loro dichiarazione dei redditi in quali servizi governativi il pagamento delle loro tasse deve essere speso. (Democrazia radicale !)
Supponete che una qualunque città o ditta che mette una tubatura per raccogliere acqua da un fiume debba metterla immediatamente a valle dalla tubatura da dove scarica acqua.
Supponete che un qualunque funzionario pubblico o ufficiale che prenda la decisione di investire in una centrale nucleare conservi nel suo prato gli scarti della sua centrale.
Supponete (questa è una vecchia storia) che i politici che dichiarano guerra siano chiamati a combatterla in prima linea. (…)
Questa è la ragione per cui così tanti circuiti di feedback vanno perduti, e perché questo tipo di punto di leva è spesso popolare tra le masse, malvisto da chi sale al potere ed efficace, se si riesce a farlo realizzare dai potenti. >>
DONELLA MEADOWS