Alcune considerazioni di Marco Pagani su recessione, risparmio e recupero dei materiali – da Eco Alfabeta
<< L’Italia è in
recessione, ormai nessuno lo nega: le previsioni del 2012 danno un
-1,8% per il PIL e un
-8% per l’occupazione.
Di fronte a questi dati tristi è forte l’esigenza di giustizia:
paghi chi è privilegiato e non ha mai pagato! (…). Se fare giustizia è
sacrosanto, è ugualmente importante capire che la crisi non è solo colpa
dei “cattivi di Wall Street”.
La migliore
giustizia sociale auspicabile e immaginabile (anche se al momento lontanissima dall’agenda della politica) non potrà fare tornare il
petrolio a 10 $ al barile, perché il “peak oil” è una realtà che non dipende dalla redistribuzione della ricchezza.
Se, come è giusto, redistribuissimo la ricchezza, non cambieremmo di una virgola la nostra
dipendenza dall’estero per l’energia e il cibo.
E allora la via d’uscita è abbastanza semplice: torniamo a
produrre (e risparmiare) energia e cibo, qui, in Italia, localmente, dove viviamo. Investiamo (anche in termini lavorativi nell’agricoltura non industriale, nelle energie rinnovabili e nel
risparmio energetico: si tratta di attività abbastanza al riparo della
crisi, proprio perchè orientate
verso la sostenibilità.
Torniamo a
consumare (e a sprecare) meno
energia elettrica, riscaldamento, cibo,
tempo (…)
Diamo più importanza alle persone e alle esperienze che alle cose, o come diceva ai bei tempi Erich Fromm,
passiamo dalla modalità dell’avere a quella dell’essere.
E’ una strada di
decrescita: non è un generico appello all’ascetismo, ma l’invito a far tornare le nostre
vite obese al loro
peso forma. Non dico che sarà facile, felice o indolore, ma non c’è altra via. >>
<<
Smettiamola di svendere alla Cina e al resto dell’Asia materie prime da
riciclare. Teniamocele in Europa e avviamo un ciclo
virtuoso di recupero come perno della Green Economy: l’industria del
riciclo può davvero risollevare l’economia europea. (…)
I ricavi dal riciclo sono elevati e veloci e reggono la botta della crisi che stiamo vivendo:
Dal 2004 al 2008 il fatturato delle sette
principali categorie di rifiuti riciclabili è quasi raddoppiata
arrivando a oltre 60 miliardi di euro nell’Unione
europea.
A causa di un calo della domanda e di
prezzo delle materie prime durante la recessione economica il fatturato
del riciclo è diminuito stabilizzandosi
alla fine del 2008 e nella prima metà del 2009. Il recupero è però
iniziato.
Il
riciclo è una procedura particolarmente preziosa per assicurare la
fornitura di risorse critiche come i metalli rari, essenziali
per l’UE, pioniere di nuove tecnologie. Le importazioni di rifiuti di
metallo prezioso in Europa sono aumentate del 50% tra il 2000 e il 2009 –
l’unico gruppo di materiali riciclabili, che e cresciuto notevolmente
durante questo periodo.
Tuttavia ne sprechiamo ancora troppi e dunque accanto al riciclo diviene necessario un uso più razionale e ragionato di queste
risorse. >>
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