sabato 2 marzo 2013

Papè Satan

SATANA – Uomo, cosa fai qui, nel deserto ?
LUMEN – Una semplice gita turistica. Niente di importante.
 
SATANA – Mi dicono che hai digiunato per quaranta giorni e quaranta notti.
LUMEN – Ma no, figuratevi. Saranno al massimo quattro ore che non mangio.

SATANA – Però hai fame.
LUMEN – Beh sì, un pochino.

SATANA – Allora, se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane.
LUMEN – Anzitutto non sono figlio di Dio, ma, molto più modestamente, dei miei genitori. O, se proprio vogliamo andare indietro nel tempo, del DNA.

SATANA – Sì, questa storia l’ho già sentita.
LUMEN - Inoltre, anche volendo, non ho il potere che voi mi attribuite.

SATANA – Oh, finalmente una risposta sensata. Non come quel tale Gesù Cristo, che si faceva passare per figlio di Dio.
LUMEN – Perché, cosa vi aveva risposto ?

SATANA – "Sta scritto: non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".
LUMEN – Non mi risulta che Dio parli direttamente con gli uomini.

SATANA – Appunto. Ma non divaghiamo. Vieni con me, ti porto nella città santa, sul pinnacolo del tempio.
LUMEN – Beh, “santa” si fa per dire.

SATANA – Sì, in effetti, con tutte le atrocità che sono state commesse nei secoli da queste parti…
LUMEN – Appunto.

SATANA – Comunque, se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: ai suoi angeli, Dio darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede.
LUMEN - Vi ripeto che non sono figlio di Dio.

SATANA – Ah già, è vero.
LUMEN – E poi soffro un po’ di vertigini, per cui a buttarmi nel vuoto, fosse anche con un ottimo paracadute, non ci penso proprio.

SATANA – Peccato, perché sarebbe stato spettacolare. Comunque anche quell’altro, alla fine si rifiutò.
LUMEN – E cosa vi disse ?

SATANA – Mi disse: "Sta scritto anche: non tentare il Signore Dio tuo".
LUMEN – Magari soffriva anche lui di vertigini e non voleva ammetterlo.

SATANA – E’ possibile. Ma adesso vieni con me. Ti porto sopra un monte altissimo.
LUMEN – Mi fate vedere il panorama ?

SATANA – No, voglio mostrarti tutti i regni del mondo, con la loro gloria.
LUMEN – Beh, proprio tutti tutti è impossibile, visto che la terra è rotonda.

SATANA – Era un modo di dire. Comunque, tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai.
LUMEN – Veramente io non sono disposto ad adorare nessuno, per principio.

SATANA – Sei proprio un tipo strano.
LUMEN – E poi, francamente, non so che farmene di tutto questo potere. Il potere serve, principalmente, per avere accesso a molte donne, fare molti figli ed avere moltissimi discendenti. Ed è una cosa che non mi interessa proprio per niente.

SATANA – Questo mi stupisce. Sei proprio molto diverso da quel tale Gesù di cui parlavo prima.
LUMEN – Perché, cosa vi aveva risposto, questa volta ?

SATANA – Mi rispose "Vattene, Satana ! Sta scritto: adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto".
LUMEN – La solita citazione.

SATANA – Dal che si deduce che il potere non gli dispiaceva poi troppo, visto che aveva paura della tentazione.
LUMEN – Questa è cattiva.

SATANA – Ma io sono cattivo. Ed inoltre si deduce che lui era disposto ad adorare qualcuno, anche se non me. Non mi sembra il massimo, per un uomo che vorrebbe essere d’esempio all’umanità.
LUMEN – Ma non è che quel tale vi stava un po’ sulle scatole ?

SATANA – No, perché ? Anzi, ad essere sincero, ho un certo debito di riconoscenza nei suoi confronti.
LUMEN – Riconoscenza ?

SATANA – Ma certo ! In fondo mi ha reso famoso, importante, temuto e conosciuto da tutti. Prima che arrivasse lui mi conoscevano in pochi, non ero quasi nessuno.
LUMEN – Eravate uno dei tanti.

SATANA – Appunto. Adesso, invece, grazie ai suoi seguaci, sono diventato il grande, il potente, il terribile Principe delle Tenebre. Ti pare poco ?
LUMEN - Beh, in effetti….

13 commenti:

  1. I Vangeli sono pieni di cose strane, compresa questa storia di Gesù quaranta giorni nel deserto e i suoi incontri-scontri con Satana. Ma siccome all'epoca Gesù non aveva ancora raccolto i dodici intorno a sé da chi ha saputo l'evangelista di questo fatto? Ovviamente non c'erano stati testimoni, l'unico a sapere era Gesù stesso. E adesso bisogna immaginarsi Gesù che racconta più tardi questo fatto a uno dei suoi amici e seguaci. E questi babbioni prendono le sue parole per oro colato, se le ricordano e poi le annotano e le tramandano. E ancora oggi altri babbioni - di grandissima cultura come il papabile Ravasi - sono capaci di scriverci dei libri di commento sopra. Chissà cosa avrà scritto Ratzinger nei suoi libri su Gesù in merito all'episodio nel deserto. Immagino che per lui quell'evento - storico e indubitabile perché l'ha raccontato Gesù stesso - sia molto significativo e quindi importante anche per noi ...

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  2. Caro Sergio,
    ti confesso che sarei molto curioso di dare un'occhiata ai libri di Ratzinger su Gesù (mi sembra che siano 2), anche solo per misurare il livello di credulità (o di faccia tosta, a scelta) di un eminente teologo come lui.
    Ma per leggerli dovrei acquistarli e questo sarebbe un po' troppo.

    Molto meglio leggersi "La favola di Cristo" di Luigi Cascioli, con la sua intrigante teoria storica (anche se la sua prosa non è proprio scorrevolissima).

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    1. Caro Lumen,

      i libri di Ratzinger sono un successo editoriale, ma sappiamo perché (fra parentesi ne ha scritti ben tre, l'ultimo è dedicato all'infanzia!). Nemmeno io vorrei buttar soldi e soprattutto tempo per informarmi. Certo un'occhiatina gliela getterei anch'io, e nemmeno malevola. Ma non credo proprio che Ratzinger abbia aperto nuovi orizzonti alla ricerca. Se penso a tutti i discorsi strampalati del suo pontificato ne deduco che anche come studioso del cristianesimo non sia una cima.
      Il "Gesù di Nazaret" di Ida Magli invece mi è piaciuto. Non frequento più i vangeli, ma il suo Gesù mi ha persino commosso. Ma è appunto il Gesù di un'agnostica che può scrivere liberamente ciò che pensa. Uno studioso o teologo cattolico invece non può negare la tradizione, per quanto brillante sia.

      Quanto a Cascioli non so cosa pensarne. Ho avuto anche con lui un breve scambio che mi ha un po' deluso. Non ho nemmeno troppa voglia di affrontare seriamente le sue tesi. Ciò richiederebbe parecchio impegno e letture e temo che alla fine rimarrei coi miei dubbi. La mia impressione - ripeto: impressione - è che le tesi di Cascioli sono opinabili, non veramente convincenti.
      Mi ha fatto imvece una buona impressione "La croce di spine" di Giancarlo Tranfo (Chinanski Edizioni), € 19,50, con una prefazione di L. Cascioli. Il libro di Tranfo l'ho solo sfogliato, ma mi sembra ben fatto, con la raccolta di tutte le fonti disponibili su questo benedetto Gesù (non ci sono solo Tacito, Svetonio, Plinio e Giuseppe Flavio). Comunque tutte queste fonti non aggiungono gran che a quello che già sappiamo, sono in fondo poca, pochissima cosa. Che su questo nulla o quasi nulla si sia potuto costruire la religione che sappiamo e che ancora molti ritengono la sola vera, è abbastanza straordinario. All'inizio di un movimento non c'è mai molto senso critico, ma soprattutto passione, trasporto, fede (nei capi carismatici soprattutto). Nella "fase calda" si pensa poco e ci si agita molto (e non c'è nemmeno la voglia di raccogliere souvenirs - nella fattispecie croci, chiodi, spine, sindoni, veli della Veronica, prepuzi (!) eccetera). Il culto delle reliquie è tardissimo, comincia nel III secolo. Quando la rivoluzione è fallita (Gesù e S. Paolo credevano nella fine imminente del mondo) e non sai più cosa riservi l'avvenire ti attacchi alle reliquie che sono sempre una piccola consolazione (hai finalmente qualcosa di concreto in mano e sotto gli occhi) Il cristianesimo è o sarebbe la religione dello spirito, ma in effetti il materialismo più grottesco e persino ripugnante attrae i cristiani (basta vedere come li attirino i cadaveri dei santi ovunque esposti nelle teche delle chiese).

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    2. Caro Sergio, quelle delle reliquie è proprio uno degli aspetti più bassi e vergognosi della storia di una religione, che la rende praticamente indistinguibile da un qualsiasi culto magico.
      Il loro commercio e la loro venerazione dimostrano da un lato la stupidità dei fedeli, che credono in cose assurde, e dall'altra la venalità e l'opportunismo dei vertici, che sanno benissimo come stanno le cose, ma le sfruttano cinicamente per il proprio vantaggio (di seguito e di portafoglio).

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  3. "Adoratori di morti e di reliquie" li definiva l'imperatore Giuliano. La necrofilia e la falsa spiritualità di facciata che maschera una carnalità perversa sono tratti caratteristici del cattolicesimo curiale. L'amore dissimulato per i corpi e la pletora della carne e' ben evidente nell' insistenza con cui predicano la natalita' senza limiti.

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  4. Caro Agobit, in effetti, nelle manifestazioni esteriori del Cristianesimo, di spiritualità se ne vede ben poca.
    Ed anche di monoteismo trascendente, vista la pletora di santi e di madonne che la Chiesa mette a disposizione dei fedeli.
    Personaggi che poi ciascuno adora secondo la propria simpatia e che assomigliano in modo imbarazzante ai vecchi Dei del politeismo pagano.

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    1. "Personaggi che poi ciascuno adora secondo la propria simpatia ..."

      I santi non si "adorano", ma si "venerano" (niente a che fare con Venere...) Solo Dio si adora, mentre i santi sono appunto solo venerati (culto di latria). La Madonna gode di un particolare tipo di culto: l'iperlatria. Una venerazione al quadrato, per così dire.
      Una volta un religioso mi disse che i cristiani sanno ben fare la differenza tra latria, iperlatria e adorazione. Ho qualche dubbio. Forse è come mettere la prima marcia, la seconda e la terza ? Certo si parla di adorazione del Santissimo (e non di venerazione). Ma mi sembrano questioni di lana caprina. Noto intanto che al padreterno non si rivolge praticamente nessuno, a Gesù pochi. Lo Spirito Santo è poi il parente povero della Trinità (chi se lo fila?). Insomma, sono la Madonna e i santi che riscuotono l'affetto, l'interesse e la latria (lat. ecclesiastico, dal gr. latreía 'venerazione', propriamente 'servitù, servizio').
      Il panteon cristiano è ben fornito, non c'è che dire. I protestanti hanno fatto piazza pulita di latrie e iperlatrie. Uno scrittore svizzero del XIX secolo, un pastore protestante, alludendo ai santi cattolici dice: "quei cosiddetti santi". Cosiddetti! Che impertinente!

      Scusa la noterella. Ma sai, sono stato dai salesiani e ho appreso tutte queste cose e adesso posso far sfoggio della mia cultura ...

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    2. Caro Sergio,
      ti ringrazio per la sottilissima distinzione, alla quale, da solo, non sarei mai arrivato. Ma queste sono lacune mie.
      Se fossi un devoto credente, certamente non avrei nessuna difficoltà a distinguere tra “latria, iperlatria e adorazione “, tutti concetti di uso corrente in parrocchia.

      Questo mi conferma che l’unica attività in cui i teologi sono davvero imbattibili è la famosa TETRA-TRICOLOGIA, ovvero l’arte di spaccare il capello in quattro.

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  5. Probabilmente l'Imperatore Giuliano, utilizzando il termine "adoratori", si riferiva innanzitutto alla adorazione verso Cristo, un morto crocifisso. A questo riguardo ricordo di aver letto di come fu fatto il primo tentativo, da parte dei gesuiti, di portare il vangelo e il cristianesimo in Giappone. Alle prime predicazioni, sembrava andare tutto bene, e i funzionari giapponesi ascoltavano con pazienza e interesse le prediche dei gesuiti. Quando però si arrivò al mistero della croce le cose cambiarono. Non credevano ai propri orecchi e si fecero ripetere più volte la storia che Dio incarnato s'era fatto appendere ella croce e mettere a morte. Che i nuovi venuti adorassero un dio morto sul patibolo risultava loro molto ostico, indigeribile. Infine arrestarono tutti i gesuiti, li processarono e misero a morte. Fu così che la prima pattuglia di gesuiti in Giappone finì trucidata.

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    1. Caro Agobit,
      non conoscevo questo episodio e ti ringrazio.
      Io sono un sincero non-violento e non posso certo compiacermi per la messa a morte di un gruppo di pacifici esseri umani.
      Però, c’è una sorta di macabro umorismo in questa intraprendente pattuglia di Gesuiti rompiscatole, partita per suonare e finita suonata.

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  6. A proposito dei gesuiti. Sono stati cacciati anche dalla Cina - per fortuna! Ed è un teologo cattolico a dire "per fortuna" perché altrimenti il cristianesimo si sarebbe ancora più diffuso in Cina con conseguenze catastrofiche in merito alla demografia. Il teologo cattolico in questione è Hans Küng, uno dei pochi cattolici a preoccuparsi dell'esplosione demografica. Küng è in odore d'eresia, ma era con Ratzinger uno degli esponenti di spicco e "aperturisti" al Concilio vaticano II. Küng si è evoluto, Ratzinger ha ingranato la retromarcia spaventato dal '68.

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  7. Conosco Hans Kung come personaggio, e so che è molto mal sopportato dalla Chiesa Cattolica, in quanto è abituato a pensare con la sua testa ed a mettere in discussione, se capita, anche i dogmi più assoluti.
    Di lui, però, non ho mai letto nulla, perchè, in fondo, pur essendo uno spirito critico, è pur sempre un credente (o no ?).

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    1. "Di lui, però, non ho mai letto nulla, perchè, in fondo, pur essendo uno spirito critico, è pur sempre un credente (o no ?)."

      Caro Lumen,
      effettivamente la lettura dei libri di Küng puoi risparmiartela. Küng mi sta molto simpatico anche perché è sempre comprensibile, non si esprime in teologhese. Simpatico, ma ... piatto, un po' banale. Ed è sempre credente (ma ultimamente ha detto una cosa sorprendente: che se davvero con la morte fosse tutto finito, pazienza, ma la fede cristiana l'ha aiutato a vivere una buona vita ...).
      In occasione di una conferenza obiettai a Küng che il teologo Urs von Balthasar non lo riteneva più non solo cattolico, ma nemmeno cristiano. La risposta non fu chiara. Insomma, Küng è oggettivamente un eretico, ma lui si considera sempre cristiano. Simpatico, ma banalotto. Invece il suo collega Eugen Drewermann è di tutt'altra statura, persino geniale (e non per niente è anche uscito dalla Chiesa cattolica, come anche Uta-Ranke Heinemann, la prima teologa cattolica ufficiale, ex collega di Ratzinger ...).

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