L'ultima rivoluzione tecnologica a cui stiamo assistendo è quella della 'Intelligenza Artificiale', in genere indicata con la sigla inglese 'A.I.'. Può piacere o non piacere, ma non c'è modo di ignorarla, né di evitarla.
Alla A.I. è dedicato il post di oggi, che riporta quattro diverse considerazioni su alcuni aspetti di questa innovazione.
LUMEN
Alla A.I. è dedicato il post di oggi, che riporta quattro diverse considerazioni su alcuni aspetti di questa innovazione.
LUMEN
CONSUMO ENERGETICO
Sul Web è possibile reperire una discreta mole di informazioni preoccupate riguardo ai notevoli consumi energetici dell’intelligenza artificiale (AI).
L’addestramento di Chat GPT-3 richiede poco meno di 1.300 MWh di elettricità, equivalente più o meno al consumo annuo di 130 case americane o a 1.625.000 ore di visione di film di Netflix. Per quanto riguarda la generazione di un’immagine da AI, la quantità di energia uguaglia quella della ricarica della batteria di un cellulare. (...)
A consumi tanto imponenti corrisponde ovviamente un’impronta ecologica altrettanto importante.
L’addestramento di Chat GPT-3 nei data-center richiede direttamente 700.000 litri d’acqua (escludendo quella consumata per generare elettricità e produrre i chip) e una interazione di 20-50 domane con l’AI ne comporta almeno mezzo litro; e si tratta di ‘acqua blu’, dolce e potabile, mentre per produrre carne bovina (per riportare un caso di consumo idrico frequentemente denunciato) se ne utilizza principalmente di ‘verde’, cioé piovana.
Ovviamente l’impatto di Chat GPT-4, essendo più potente, è ancora maggiore; Marco Pedran sostiene addirittura la necessità della fusione nucleare per una diffusione capillare della AI.
IGOR GIUSSANI
LAVORO INTELLETTUALE
Sono secoli che la tecnologia fa cose che prima facevano le persone o gli animali, dalla tessitura ai lavori nei campi alle banche alla guerra, e ci si preoccupa soltanto adesso perché si va a toccare il lavoro degli intellettuali e degli artisti, tra i pochi privilegiati rimasti nella nostra società.
Sul Web è possibile reperire una discreta mole di informazioni preoccupate riguardo ai notevoli consumi energetici dell’intelligenza artificiale (AI).
L’addestramento di Chat GPT-3 richiede poco meno di 1.300 MWh di elettricità, equivalente più o meno al consumo annuo di 130 case americane o a 1.625.000 ore di visione di film di Netflix. Per quanto riguarda la generazione di un’immagine da AI, la quantità di energia uguaglia quella della ricarica della batteria di un cellulare. (...)
A consumi tanto imponenti corrisponde ovviamente un’impronta ecologica altrettanto importante.
L’addestramento di Chat GPT-3 nei data-center richiede direttamente 700.000 litri d’acqua (escludendo quella consumata per generare elettricità e produrre i chip) e una interazione di 20-50 domane con l’AI ne comporta almeno mezzo litro; e si tratta di ‘acqua blu’, dolce e potabile, mentre per produrre carne bovina (per riportare un caso di consumo idrico frequentemente denunciato) se ne utilizza principalmente di ‘verde’, cioé piovana.
Ovviamente l’impatto di Chat GPT-4, essendo più potente, è ancora maggiore; Marco Pedran sostiene addirittura la necessità della fusione nucleare per una diffusione capillare della AI.
IGOR GIUSSANI
LAVORO INTELLETTUALE
Sono secoli che la tecnologia fa cose che prima facevano le persone o gli animali, dalla tessitura ai lavori nei campi alle banche alla guerra, e ci si preoccupa soltanto adesso perché si va a toccare il lavoro degli intellettuali e degli artisti, tra i pochi privilegiati rimasti nella nostra società.
Che si arrangino: hanno sacrificato contadini e operai e poi impiegati, adesso tocca a loro. O tutti o nessuno, giusto?
È tutta una questione economica: siamo ancora in grado di fare le cose a mano o in modo “biologico”, solo che non conviene a causa principalmente di incentivi economici che rendono poco costosa l’energia, con cui si fanno tutte queste cose, e costoso il lavoro.
È tutta una questione economica: siamo ancora in grado di fare le cose a mano o in modo “biologico”, solo che non conviene a causa principalmente di incentivi economici che rendono poco costosa l’energia, con cui si fanno tutte queste cose, e costoso il lavoro.
Con l’intelligenza artificiale è lo stesso: tutti questi computer non vanno ad aria. Questo è l’unico tema che veramente mi interessa e che non appare nel dibattito: produttività, progresso, tecnologia, sono in buona parte solo dei modi per dire: energia a basso costo sovvenzionata con soldi pubblici.
La domanda veramente interessante è finché durerà, a che prezzo, e che potere abbiamo sul suo utilizzo. Senza questa energia, torneremo/mmo ad andare a piedi e a frequentare il teatro anziché guardare Netflix.
L’intelligenza artificiale sarà la fine dell’umanità? Nessuno può dirlo. Stiamo creando talmente tanti presupposti per la nostra estinzione che questo si può al massimo aggiungere alla lista.
GAIA BARACETTI
INFORMAZIONE DISTORTA
L’aumento della disinformazione è un aspetto negativo dell’intelligenza artificiale a cui stiamo già assistendo.
Nel 2020, il gruppo di attivisti Extinction Rebellion ha utilizzato Deepfake per produrre un discorso fittizio del primo ministro belga Sophie Wilmès. Hanno preso un vero discorso video di Wilmès e hanno usato l’intelligenza artificiale per manipolare le sue parole. Il risultato: la disinformazione. (...)
Purtroppo questo non è stato l’unico caso. I deepfakes saranno sempre più utilizzati in futuro per campagne di disinformazione mirate che minacciano i nostri processi democratici e causano polarizzazione sociale. Inoltre, esistono bot online in grado di creare testi falsi come articoli di notizie o tweet per diffondere idee distorte. (…)
Tali tecnologie potrebbero significare il “collasso della realtà”, come ha detto The Atlantic. Con i deepfake e i bot online che diffondono disinformazione, la società potrebbe vedere “sfumare i confini tra realtà e finzione e la fiducia nelle nostre istituzioni politiche vacillare.
CHIARA ARENA
GUIDA AUTOMATICA
Facciamo un esempio [di A.I.]: un’auto che si guida da sola. Come vi aspettate che funzioni? Come chiedete all’auto di andare in un dato posto?
L’intelligenza artificiale sarà la fine dell’umanità? Nessuno può dirlo. Stiamo creando talmente tanti presupposti per la nostra estinzione che questo si può al massimo aggiungere alla lista.
GAIA BARACETTI
INFORMAZIONE DISTORTA
L’aumento della disinformazione è un aspetto negativo dell’intelligenza artificiale a cui stiamo già assistendo.
Nel 2020, il gruppo di attivisti Extinction Rebellion ha utilizzato Deepfake per produrre un discorso fittizio del primo ministro belga Sophie Wilmès. Hanno preso un vero discorso video di Wilmès e hanno usato l’intelligenza artificiale per manipolare le sue parole. Il risultato: la disinformazione. (...)
Purtroppo questo non è stato l’unico caso. I deepfakes saranno sempre più utilizzati in futuro per campagne di disinformazione mirate che minacciano i nostri processi democratici e causano polarizzazione sociale. Inoltre, esistono bot online in grado di creare testi falsi come articoli di notizie o tweet per diffondere idee distorte. (…)
Tali tecnologie potrebbero significare il “collasso della realtà”, come ha detto The Atlantic. Con i deepfake e i bot online che diffondono disinformazione, la società potrebbe vedere “sfumare i confini tra realtà e finzione e la fiducia nelle nostre istituzioni politiche vacillare.
CHIARA ARENA
GUIDA AUTOMATICA
Facciamo un esempio [di A.I.]: un’auto che si guida da sola. Come vi aspettate che funzioni? Come chiedete all’auto di andare in un dato posto?
Allora, voi arrivate a Tokyo. Uscite dalla stazione, e a quel punto prendete un taxi che si guida da solo. Come lo azionate, di preciso? Entrate nel taxi, e cercate qualcosa che sembri un tablet , perche’ pensate ci sia un navigatore. (...)
Ma una macchina che si guida da sola e’ costruita per essere, idealmente, usata da chiunque, anche senza patente. Come un taxi. Dunque? Il problema e’ questo: vi manca un’interfaccia tra voi e l’automobile.
Ma supponiamo pure che abbiate mai usato un navigatore. Siete in Giappone. Sapete il giapponese? (…) Se avete gia’ installato cose simili vi aspettate che ci sia una schermata iniziale ove scegliete la lingua, sperando che ci sia l’italiano. E dopo… buona fortuna ad usare un navigatore giapponese. Magari siete bravi. Magari no. E’ un bel problema. L’interfaccia fa schifo.
Oppure, parlate al taxi. Semplicemente. Come fareste se ci fosse un tassista. “Portami in via Kentaro Miura, al 666”. E allora arriva qualcosa che, come ChatGPT, vi ascolta, capisce che lingua parlate, capisce cosa volete, e passa la cosa ad una macchina. Quella che avete appena visto e’ un’interfaccia uomo-macchina. (...)
La nostra auto che si guida da sola ha due componenti: una parte che chiamero’ interfaccia, e una che chiamero’ “business logic”, addetta ad eseguire funzioni di utilita’. (il concetto nasce in economia, ma ora lo usano anche in robotica).
Come potete ben pensare, la funzione di una di queste macchine e’ quella di capire un ordine ricevuto. Partendo dall’idea che chi fornisce un ordine, stia lavorando perche’ esso venga capito. Ascoltare e capire.
Per questo [ChatGPT] ha questo “superpotere”. Da questo tipo di applicazioni dipende la capacita’, in futuro, di avere oggetti parlanti.
URIEL FANELLI
Ma supponiamo pure che abbiate mai usato un navigatore. Siete in Giappone. Sapete il giapponese? (…) Se avete gia’ installato cose simili vi aspettate che ci sia una schermata iniziale ove scegliete la lingua, sperando che ci sia l’italiano. E dopo… buona fortuna ad usare un navigatore giapponese. Magari siete bravi. Magari no. E’ un bel problema. L’interfaccia fa schifo.
Oppure, parlate al taxi. Semplicemente. Come fareste se ci fosse un tassista. “Portami in via Kentaro Miura, al 666”. E allora arriva qualcosa che, come ChatGPT, vi ascolta, capisce che lingua parlate, capisce cosa volete, e passa la cosa ad una macchina. Quella che avete appena visto e’ un’interfaccia uomo-macchina. (...)
La nostra auto che si guida da sola ha due componenti: una parte che chiamero’ interfaccia, e una che chiamero’ “business logic”, addetta ad eseguire funzioni di utilita’. (il concetto nasce in economia, ma ora lo usano anche in robotica).
Come potete ben pensare, la funzione di una di queste macchine e’ quella di capire un ordine ricevuto. Partendo dall’idea che chi fornisce un ordine, stia lavorando perche’ esso venga capito. Ascoltare e capire.
Per questo [ChatGPT] ha questo “superpotere”. Da questo tipo di applicazioni dipende la capacita’, in futuro, di avere oggetti parlanti.
URIEL FANELLI
Un'altra caratteristica inquietante della A.I., segnalata da Chiara Arena nel suo articolo, è quella della profilazione:
RispondiElimina<< L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per creare profili spaventosamente accurati delle persone. Si stanno sviluppando algoritmi per trovare modelli.
Nel corso di una competizione sulla raccolta di dati personali, è emerso che erano in grado di prevedere la probabile posizione futura di un utente osservando la cronologia delle posizioni passate.
La previsione è risultata ancora più accurata quando sono stati utilizzati anche i dati di localizzazione degli amici e dei contatti sociali. (...)
Vi sentireste davvero a vostro agio se qualcuno divulgasse i dati relativi alla sua posizione, comprese le previsioni?
Di certo non lo fareste. La conoscenza è potere e le informazioni che diamo via hanno potere su di noi. >>
L'IA (come tutte le tecnologie affini) presenta sia opportunità sia rischi: essendo a tutt'oggi in gran parte imprevedibili le sue modalità di sviluppo, risulta pressoché impossibile prevedere se prevarranno le prime o i secondi. Può essere cmq. confortante ricordare che all'estremo opposto della c.d. Intelligenza Artificiale si trova la Stupidità Naturale... Saluti
RispondiEliminaHai detto bene: gli sviluppi saranno sicuramente imprevedibili, anche perché si tratta di una innovazione molto complessa, della quale, probabilmente, noi utenti vediamo solo la punta dell'iceberg.
EliminaInconvenienti ce ne saranno di sicuro, anche se cercheranno di tenerli nascosti il più possibile.
Penso e temo che GRAZIE all'IA l'umanità diventerà un solo organismo e l'individuo non conterà più nulla perché sarà cancellata qualsiasi libertà individuale (come predica il TUO Harari). Già dieci anni fa - quando l'IA non era ancora di moda come oggi - comprai un libro dal titolo eloquente: "Sanno tutto di noi". I cinesi hanno fatto da apripista per il controllo totale della popolazione e noi in occidente ci stiamo incamminando per la stessa strada. Ma forse questo è un esito ineluttabile dell'evoluzione. In passato le varie civiltà (cinese, Maya, Inka, romana ecc.) si sono evolute separatamente, ignorandosi a vicenda. Ma anche GRAZIE all'esplosione demografica e allo sviluppo tecnologico ormai tutto il mondo è paese, siamo tutti interconnessi e interdipendenti (lo dice persino il papa). E come sarà organizzata questa nuova umanità con miliardi e miliardi di esseri umani interconnessi? Immagino che questo nuovo individuo (l'umanità intera) avrà un cervello ovvero una centrale di comando che avrà sotto controllo ogni cellula dell'organismo (cioè ogni singola persona) a cui invierà dei comandi (compresa l'autoptosi, il suicidio). Tutto e tutti sotto controllo dunque. Ma forse come detto ciò era ineluttabile, necessario. Poi sarà più facile colonizzare Marte, uscire dal sistema solare, conquistare l'intera galassia e poi andare ancora più lontano (vedi Asimov: "Il crollo della galassia centrale", forse ispirato da "Decadenza e caduta dell'impero Romano" di E. Gibbon). Fantasie, allucinazioni? Mah, tutto o quasi tutto è o sembra possibile a questo punto.
RispondiEliminaCaro Sergio, mi sembri un po' troppo pessimista.
EliminaAnzitutto l'umanità NON può assolutamente diventare un unico super-organismo, perchè la nostra replicazione avviene ancora per tramite dei singoli DNA (che si accoppiano a due a due, ma non di più).
Non esiste (e non può esistere) un DNA di gruppo.
Inoltre, se è altamente probabile un aumento del controllo sociale, non è detto che ciò porti automaticamente alla perdita della libertà individuale.
Potrà essere limitata forse la libertà di espressione, come già succede nelle dittature, ma non, per esempio, quella di pensiero, e molte altre.
Non dimenticare che alle elites interessa soltanto il mantenimento del potere: quando intervengono sui governati lo fanno solo a quello scopo.
Una volta che, grazie alla A.I., abbiano raggiunto il controllo tranquillo del potere, perchè mai dovrebbero impiccirsi di tutti gli affari nostri ?
"Una volta che, grazie alla A.I., abbiano raggiunto il controllo tranquillo del potere, perchè mai dovrebbero impicciarsi di tutti gli affari nostri ?"
EliminaSì, dei nostri "piccoli" affari potrebbero pure fregarsene, ma solo a condizione che restino piccoli, insignificanti. Per cui conviene loro di esercitare lo stesso un certo controllo, magari blando. In effetti un controllo veramente totale è forse impossibile anche per la più sofisticata I.A. Quindi resta ancora, lo speriamo, "l'anello che non tiene", una possibilità di sfuggire al potere. Ma non mi farei troppe illusioni, il controllo sarà sempre più pervasivo. È però anche vero che le elite devono poter contare sull'intelligenza umana per mantenere il potere, per cui possono tollerare e perfino incoraggiare alcune libertà.
Inoltre sono convinto che per molte persone i piccoli affari della vita sono la cosa più importante, se non addirittura l'unica.
EliminaL'idea (anche nobile) di mettere in crisi il potere può attirare una minoranza ribelle, non certo la maggioranza tranquilla.
"Inoltre sono convinto che per molte persone i piccoli affari della vita sono la cosa più importante, se non addirittura l'unica."
EliminaCertamente, sono d'accordo, anche per me. Lo stesso può dare fastidio, mi dà talvolta fastidio pensare che ci sia un burattinaio che tira i fili che ci fanno ballare. Ho letto tempo fa che la spedizione dei Mille di Garibaldi avesse goduto dell'appoggio e del finanziamento degli Inglesi per una questione ... carbonifera. Non so se è vero, ma non lo escluderei. Quindi sulla nave garibaldini idealisti che volevano fare l'Italia ("qui si fa l'Italia o si muore"), in realtà poveri fessi manovrati dalle elite inglesi. Che tristezza.
Si, delle manovre inglesi (ma non solo) avevo letto anche io.
EliminaD'altra parte la storia èe la geo-politica non la fanno gli idealisti, anche se ci sono sempre e partecipano con entusiasmo.
Il corpo di "liberazione " che insanguino' il mezzogiorno era composto almeno da 40.000 uomini, sostanzialmente truppe di élite straniere, vedi i Royal marines, zuavi, reparti della neonata Legione Straniera,mercenari di ogni dove eccetera eccetera. Garibaldi chi,? Filosofo suo malgrado il Renzi Matteo.
RispondiEliminaReligioni fideistiche oppressive, macchine utensili para senzienti relegheranno i caucasici sopravvissuti in un limbo di secoli, o forse per sempre se abbiamo fatto il nostro tempo, a discrezione dei padroni del vapore.
Non ho le idee chiare sul "corpo di liberazione" di cui parli tu.
EliminaSono quelli che arrivarono dopo Garibaldi per gestire l'annessione?
No, sono quelli che effettivamente salirono fino a Gaeta al posto di Garibaldi e dei suoi tagliagole, armata Brancaleone dedita solo al saccheggio , stupro, esecuzioni sommarie. L'esercito borbonico fu sconfitto da altri veri eserciti e dai denari dei banchieri franco britannici. Gli sciacalli piemontesi arrivarono a cose fatte.
RispondiEliminaIn effetti la situazione fu piuttosto caotica. Non avresti qualche link da segnalarmi ?
EliminaIo cominciai, consigliato da un amico, digitando : la vera storia del risorgimento italiano. Si apre un mondo. Consigliato il leggere fra le righe, qui come in altri argomenti scabrosi...
RispondiEliminaTi ringrazio.
EliminaIn effetti sono temi molto interessanti, ai quali anche io avevo dedicato qualche post in passato.
Il primo lo puoi trovare qui:
https://ilfenotipoconsapevole.blogspot.com/2017/07/avanti-savoia.html