domenica 14 gennaio 2024

Pensierini – LXVI

NON RISPONDERE
Trovo assurda la previsione del nostro Codice Penale (e di tanti altri ordinamenti giurici occidentali) secondo cui l'imputato ha sempre il diritto di non rispondere.
L'imputato, al contrario, dovrebbe sempre essere obbligato a rispondere, a dare la propria versione dei fatti, con la previsione che, in caso di silenzio, sarà considerato colpevole.
Certo, l'imputato ha diritto alle sue tutele, ma quello che deve essere tutelato non è il suo diritto di tacere (assurdo, come detto), ma solo quello, giuridicamente ben più importante, di non subire abusi da parte degli inquirenti.
E per ottenere questo, basta prevedere, molto semplicemente, che ogni dichiarazione dell'imputato, per essere giudizialmente valida, deve essere effettuata in presenza del suo avvocato; altrimenti non ha alcun valore. Ma, una volta garantita questa tutela, l'imputato deve parlare, eccome; e deve raccontare tutto quello che sa. 
Al massimo, se dovesse mentire nel proprio interesse, non potrà essere condannato (in aggiunta) per falsa testimonianza. Ma nulla di più. Perchè la ricerca della verità, che è poi lo scopo ultimo di ogni processo penale, ha assolutamente bisogno delle sue parole.
LUMEN


SINGOLO E SOCIETA'
Come ricordo spesso, una delle tragedie fondamentali dell'uomo è questa: che quello che va bene per il singolo non va bene per la società; e quello che va bene per la società non va bene per il singolo.
Come fa allora una società a nascere ed a funzionare ?
Inventa le sovrastrutture (religione, ideologie, ecc.) grazie alle quali convince il singolo che gli interessi della società coincidono con i propri.
Questo ovviamente continua a non essere vero, però l'inganno funziona e tanto più profondo e condiviso è l'inganno e tanto maggiore è l'efficienza della società.
LUMEN


POPOLO EBREO
Vedendo le cose del Medio Oriente dall'esterno, cioè da persona non coinvolta direttamente nella questione, ho l'impressione che gli Ebrei siano comunque un popolo 'speciale'.
Nel senso che, per una serie di motivi, anche storici, non possono passare inosservati: o li apprezzi o li detesti.
Non sono molti i popoli, nel mondo, di cui si può dire la stessa cosa.
LUMEN


ELITES E FRATTALI
Gaia Baracetti, parlando dei comportamenti politici, che appaiono spesso egoisti e discutibili, ha osservato acutamente che “Gerarchia e potere sono frattali”, nel senso che coinvolgono un po' tutti, ciascuno nella sua nicchia.
Mi sembra una frase molto bella, che esprime perfettamente (e con sintesi mirabile) l’essenza del pensiero elitista: nel nostro piccolo, siamo tutti affascinati dal potere, appena ne abbiamo l’occasione (un po' come nel famoso proverbio “l’occasione fa l’uomo ladro”).
Le elites vere e proprie, cioè quelle che stanno sopra a tutti, per la ricchezza posseduta ed il conseguente potere, sono solo quelle più appariscenti. Ma non sono le uniche.
LUMEN


DIO MAIUSCOLO
Per i credenti, ovviamente, la parola Dio va scritta in maiuscolo (ed anche con sacro rispetto), ma per gli atei, che non credono alla sua esistenza, sarebbe forse più corretto scriverla in minuscolo ?
Io penso di no.
Perchè Dio sarà anche un personaggio di fantasia, ma è un personaggio noto, e tutti i personaggi di fantasia vengono scritti comunque con la maiuscola: dall'Arcangelo Gabriele a Sherlock Holmes, da Mefistofele a Peter Pan, ecc. ecc...
Quindi, inesistente sì, ma con la maiuscola.
LUMEN


DIRITTO INTERNAZIONALE
Mentre gli accordi internazionali che coinvolgono pochi paesi vengono sottoscritti per rafforzare i contraenti, i trattati internazionali di più ampio respiro (in genere promossi dall'ONU o dai suoi organismi collegati) sembrano improntate ad una matrice talmente 'buonista' e lassista da dare l'impressione di avere lo scopo specifico (promosso probabilmente dalle elites globaliste) di fiaccare e limitare la sovranità delle singole nazioni.
Tanto è vero che molti Stati, essendo concordi sui principi ma perplessi sulle conseguenze pratiche, ritardano talvolta la loro adesione e gli USA – che hanno un'opinione molto elevata della loro indipendenza - si rifiutano spesso di firmare.
Per conseguenza il diritto internazionale, per quanto non cogente (e quindi giuridicamente inesistente), è diventato una gabbia sempre più stretta che finisce, paradossalmente, per limitare più le democrazie (a cui non servirebbe) che le dittature (che invece se ne fregano).
LUMEN

13 commenti:

  1. COMMENTO di SERGIO

    DIRITTO INTERNAZIONALE

    Esiste però un diritto internazionale cogente che concerne solo alcuni reati (schiavitù, tortura, pena di morte e poco altro). Questo diritto è universalmente riconosciuto. Si distingue dunque un diritto internazionale e un diritto internazionale cogente (zwingendes Völkerrecht). Ma non esiste un organo sanzionatorio se questo diritto è leso. In altre parole: è vero che il diritto internazionale è una tigre di carta, come osserva anche Pardo. Tuttavia è invocato continuamente e non resta lettera morta. Una conclamata e reiterata lesione del diritto internazionale espone un paese alla riprovazione universale e ciò può avere delle conseguenze, almeno sul piano dell’immagine (con un tale paese non si vorrà cooperare).
    C’è poi un altro aspetto. Il diritto internazionale è stipulato da esperti con l’esclusione del popolo, apparentemente sovrano. Ovviamente il popolo (popolino, plebaglia) non è all’altezza di capire e discutere certe cose. La Costituzione italiana, la più bella del mondo e continuamente invocata anche dall’attuale presidente della repubblica, esclude il referendum contro gli accordi internazionali (Art. 75).

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    1. Caro Sergio, anche il diritto internazionale cogente, nonostante i sottili distinguo degli esperti, risulta pur sempre una finzione,
      E questo perchè, come dici giustamente tu, non esiste un organo sanzionatorio super partes, che abbia il monopolio dell'uso della forza (come esiste invece nei singoli Stati).
      Certo, c'è la riprovazione universale, che ha il suo peso pratico, ma questo non è 'diritto' in senso proprio.

      Quanto al concetto di 'popolo sovrano', è meglio che stendiamo un velo pietoso, non essendovi praticamente nessuna materia politica in cui abbia veramente l'ultima parola.

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  2. COMMENTO di SERGIO

    LA QUESTIONE EBRAICA

    E se gli ebrei la smettessero una buona volta di considerarsi il popolo eletto e di essere qualcosa di speciale - e si assimilassero, scordassero dopo qualche generazione le loro origini,
    come avviene ovunque nel mondo? Apparentemente non vogliono assimilarsi, loro sono loro e noi non siamo un c… . La cosa buffa è che sono quattro gatti (quindici milioni in tutto, compresi i sette milioni di israeliani), ma ci sovrastano, ci tengono in pugno (dicono alcuni), hanno la finanza e altro nelle loro mani. Sono sicuro che qualcuno considererà l’ultima frase come eclatante manifestazione di antisemitismo, accusa idiota naturalmente. Io ho conosciuto in vita mia solo due ebrei coi quali ho avuto delle lunghe e cordialissime discussioni (uno, Nathan, era un reduce della Guerra dei sei giorni). Non ho particolari e personali motivi di avversione o antipatia per gli ebrei in genere. Ammetto però che gli ebrei barbuti e vestiti di nero che ogni tanto si vedono anche a Zurigo mi sono un po’ antipatici, ma come i preti e le suore (dài, non sono persone normali).

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    1. << E se gli ebrei la smettessero una buona volta di considerarsi il popolo eletto e di essere qualcosa di speciale - e si assimilassero >>

      Caro Sergio, forse il problema sta proprio qui: una incredibile mescolanza di identità e di presunzione (anche giustificata), che li ha quasi sempre messi dalla parte dei perseguitati.
      Ma pare che, per loro, siano due caratteristiche irrinunciabili.

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  3. COMMENTO di SERGIO

    NON RISPONDERE

    Ma se qualcuno rifiuta di parlare come vuoi obbligarlo? Con la tortura? Il suo rifiuto potrà benissimo essere messo a suo carico, costituirà un aggravante. Ma poi non rispondere è già in sé una risposta. Io posso offendere i famosi sentimenti religiosi anche col silenzio. Se il credente esige la riverenza alle sue panzane e io la rifiuto standomene in silenzio, il fanatico religioso - ci puoi scommettere - mi accuserà lo stesso di lesa maestà: il silenzio e magari una certa espressione la dicono lunga sulle mie opinioni sulle sue credenze … Chi ha rifiutato il vaccino, come il sottoscritto, con alcune buone ragioni, è fatto passare per no vax e criminale, anche dal papa (se questo è un papa …).

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    1. Niente tortura, ci mancherebbe !
      Basta prevedere che, in assenza di risposta, l'imputato viene riconosciuto automaticamente colpevole.
      Considerare il silenzio come un semplice indizio a suo carico è troppo poco: altrimenti non si spiegherebbe perchè molto spesso gli avvocati consigliano ai loro clienti di tacere.

      Quanto al silenzio usato in sede sociale o religiosa, si tratta di un caso diverso, per il quale ti do senz'altro ragione.

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  4. Diritto internazionale
    Come scrisse Kant nel trattatello "Per la pace perpetua" (1795), il Diritto internazionale dovrebbe basarsi su un diffuso federalismo tra liberi Stati.
    Sfortunatamente attualmente la promozione del binomio Federalismo-Sussidiarietà, (come affermato da alcuni lungimiranti pensatori politici moderni e contemporanei) fondamentale affinché ogni tipologia di problema politico-amministrativo possa essere correttamente affrontato e tendenzialmente risolto all'interno del corrispondente livello di competenza (sovranazionale, transnazionale, statual-nazionale, regionale, locale), risulta pesantemente penalizzata dallo straripante ritorno del Nazional-Sovranismo (generalmente di destra) e del Nazional-Populismo (generalmente di sinistra). Uscire da tale "cul de sac" risulta pertanto da una parte indispensabile ma dall'altra terribilmente difficile, e dunque problemi quali il governo delle migrazioni di massa, la lotta ai cambiamenti climatici e la regolamentazione delle nuove tecnologie ICT restano largamente irrisolti. Saluti

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    1. Caro Claude,
      il tuo pensiero richiama l'auspicio, che molti si fanno, di un unico governo mondiale, che possa, esso solo, avere il monopolio della forza, lasciando poi alle singole realtà regionali - secondo il principio della sussidiarietà - gli interventi più specificamente locali ed amministrativi.
      Purtroppo anche questa soluzione avrebbe i suoi limiti ed i suoi difetti.
      Ma si tratta di un argomento troppo vasto per affrontarlo in poche righe.

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    2. Per maggiore chiarezza:
      nella prospettiva delineata nel precedente commento OGNI livello territoriale manterrebbe un proprio congruente spazio decisional-operativo (politico, giuridico, ecc.) e demanderebbe ai livelli "superiori" solamente tutto ciò che ragionevolmente NON potrebbe (cercare di) risolvere da solo, anche per contro-bilanciare in qlch modo i potentati economico-finanziari e quelli religioso-confessionali, normalmente geograficamente molto "trasversali".
      Cmq l' argomento risulta in effetti troppo ampio e complesso per essere affrontato adeguatamente in poche righe.

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    3. In effetti c'è il problema della elites economico-finanziarie che ormai sono totalmente trasversali, in quanto trans-nazionali.
      Credo che a loro l'esistenza di tanti poteri nazionali (come oggi) faccia abbastanza comodo, perché consente loro di spostarsi alla ricerca delle condizioni più convenienti.

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  5. Mah, pur discutendone senza eccessivo coinvolgimento, a cagione dell'età e della personale, soggettiva, esperienza , riterrei forse meglio evitare ipotesi di governi mondiali et similia. Per fare un esempio, abitanti delle foreste casentinesi, potrebbero vivere facilmente e contenti nel loro habitat, infischiandosene dei loro simili dimoranti nelle piane, le pianure, toscane o padane. Sulla falsariga dei pellerossa nord americani, degli indios del sub continente... Tutto semplice, forse troppo.

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    1. Caro Mauro, se ogni gruppo umano si accontentarsi di vivere tranquillo nelle proprie terre, sarebbe tutto più facile .
      Ma purtroppo non funziona così.
      La cupidigia di impossessarsi dei beni e delle terre altrui regna sovrana.
      Ed allora diventa solo una questione di chi è più forte (o più spietato).
      Millenni di storia crudele, evidentemente, non ci hanno insegnato nulla.

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