Il Gesù alternativo di Baigent, Leigh e Lincoln, così come ricostruito nel famoso e controverso saggio “Il Santo Graal”. (Quarta parte). Lumen
La dinastia di Gesù
La dinastia di Gesù
<< Se Gesù aveva veramente sposato Maddalena, questo matrimonio poteva avere uno scopo specifico ? In altre parole, poteva essere qualcosa di più di un matrimonio convenzionale ? Poteva essere un'alleanza dinastica, con significati e ripercussioni di carattere politico ? (…)
Il Vangelo di Matteo dichiara esplicitamente che Gesù era di sangue reale: un re autentico, discendente diretto di Salomone e di Davide. Se questo è vero, avrebbe avuto un diritto legittimo sul trono della Palestina unita: forse l'unico diritto legittimo. E l'iscrizione affissa sulla croce sarebbe stata qualcosa di più di una beffa sadica, perché Gesù sarebbe stato veramente il « Re dei Giudei ». (…)
E quindi avrebbe suscitato l'opposizione che suscitò, appunto a causa del suo ruolo: il ruolo di un re-sacerdote che forse avrebbe potuto unificare il suo paese e il popolo ebreo, e che quindi costituiva una grave minaccia per Erode e per Roma.
Certi studiosi biblici moderni hanno sostenuto che la famosa «strage degli innocenti» perpetrata da Erode non avvenne mai. E anche se avvenne, non ebbe probabilmente le dimensioni sensazionali e spaventose che le attribuiscono i Vangeli e la tradizione più tarda. Tuttavia, il fatto stesso che l'episodio sia stato tramandato sembra attestare qualcosa: un timore autentico da parte di Erode, la paura di venire spodestato.
Certo, Erode era un sovrano estremamente insicuro, odiato dai sudditi e tenuto al potere soltanto dalle coorti romane. Ma per quanto fosse precaria la sua posizione, non poteva essere realisticamente minacciata dalle voci sull'avvento di un salvatore mistico o spirituale: voci che del resto a quel tempo circolavano già in Terrasanta.
Se Erode era veramente preoccupato, poteva solo esserlo a causa di una minaccia politica concreta: la minaccia rappresentata da un uomo che aveva pretese al trono più legittime delle sue, e che poteva assicurarsi un vasto appoggio popolare. Forse la «strage degli innocenti» non avvenne, ma le tradizioni che ne parlano rispecchiano una preoccupazione da parte di Erode, un timore nei confronti di una pretesa, una rivendicazione e con ogni probabilità anche un'azione che mirava a prevenirla o a precluderla. La pretesa poteva avere soltanto un carattere politico. E in tal caso doveva essere presa sul serio.
Suggerire che Gesù avesse questa pretesa legittima, naturalmente, significa contrastare l'immagine popolare del « povero falegname di Nazareth ». Ma vi sono motivi convincenti per farlo. Innanzitutto, non è sicuramente certo che Gesù fosse di Nazareth. «Gesù di Nazareth» è infatti una forma corrotta o una traduzione errata di «Gesù il Nazorita», «Gesù il Nazireo» o forse «Gesù di Genesareth».
In secondo luogo, è molto dubbio che il villaggio di Nazareth esistesse ai tempi di Gesù. Non figura nelle mappe e nei documenti romani. Non è menzionato nel Talmud. Non è menzionato, e tanto meno è associato a Gesù, negli scritti di San Paolo che dopotutto furono composti prima dei Vangeli. E Giuseppe Flavio, il più importante cronista di quel periodo, che comandò contingenti di truppe in Galilea ed elencò ì centri della provincia, non parla di Nazareth.
Sembra, quindi, che Nazareth abbia incominciato a esistere dopo l'insurrezione del 68-74 d.C., e che il nome di Gesù vi sia stato associato in seguito alla confusione semantica, casuale o voluta, che caratterizza gran parte del Nuovo Testamento.
Indipendentemente dal fatto che fosse o no «di Nazareth», niente indica che Gesù fosse « un povero falegname ». Non è certo così che ce lo presentano i Vangeli. Anzi, la loro testimonianza fa pensare il contrario. Gesù ci appare istruito; si direbbe che abbia studiato per diventare rabbi, e che abbia frequentato personaggi ricchi e influenti non meno della povera gente: basta ricordare ad esempio Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo.
E le nozze di Cana sembrano confermare la posizione sociale di Gesù. Le nozze non appaiono affatto come una festa umile e modesta di «gente comune». Al contrario, presentano tutte le caratteristiche di un sontuoso matrimonio aristocratico in grande stile, al quale sono invitati ospiti a centinaia. Ad esempio, vi sono molti servitori che si affrettano ad obbedire a Maria e a Gesù. C'è un «maestro di tavola» o «maestro di cerimonia», che nel contesto sarebbe stato una specie di sovrintendente o capo maggiordomo o forse addirittura un aristocratico.
Chiaramente, il vino scorre a fiumi. Quando Gesù «trasmuta» l'acqua in vino, produce - secondo la «Bibbia della Buona Novella» - non meno di seicento litri, più di ottocento bottiglie! E questo va ad aggiungersi a tutto il vino che è già stato bevuto. Tutto considerato, le nozze di Cana appaiono come una sontuosa cerimonia della piccola nobiltà o dell'aristocrazia.
Se Gesù era aristocratico e se era sposato con la Maddalena, è probabile che anche lei fosse di elevata estrazione sociale. E infatti sembra esserlo. Come abbiamo visto, tra le sue amiche figurava la moglie di un alto funzionario della corte di Erode. Ma è possibile che la Maddalena fosse ancora più importante. (…)
Gerusalemme, Città Santa e capitale della Giudea, in origine era appartenuta alla tribù di Beniamino. In seguito i Beniaminiti erano stati decimati nella guerra con le altre tribù d'Israele, e molti di loro andarono in esilio, anche se (…) alcuni di loro rimasero. Un discendente di coloro che rimasero fu san Paolo, che dichiara esplicitamente di essere Beniaminita (Romani 11:1).
Nonostante il conflitto con le altre tribù d'Israele, quella di Beniamino sembrava godere di una posizione speciale. Tra l'altro, diede a Israele il primo re, Saul, unto dal profeta Samuele, e la prima casa reale. Ma Saul fu deposto da Davide, della tribù di Giuda. E Davide non si limitò a togliere ai Beniaminiti il trono. Scegliendo come capitale Gerusalemme, tolse loro anche la legittima eredità.
Secondo tutte le genealogie del Nuovo Testamento, Gesù era discendente di Davide, e quindi apparteneva anch'egli alla tribù di Giuda. Agli occhi dei Beniaminiti ciò poteva fare di lui, almeno in un certo senso, un usurpatore. Ma queste obiezioni sarebbero state superate se avesse sposato una donna beniaminita. Il matrimonio sarebbe stato un'importante alleanza dinastica, ricca di conseguenze politiche.
Non avrebbe soltanto dato a Israele un potente re-sacerdote; avrebbe avuto anche la funzione simbolica di restituire Gerusalemme ai legittimi proprietari. Quindi avrebbe contribuito a incoraggiare l'unità e l'appoggio del popolo, e a consolidare le pretese al trono di Gesù. Il Nuovo Testamento non dice a quale tribù appartenesse la Maddalena. Nelle leggende più tarde, però, viene detto che è di stirpe reale. E altre tradizioni affermano che apparteneva alla tribù di Beniamino.
A questo punto incominciava a diventare visibile l'abbozzo di uno «scenario» storico coerente. (…) Gesù sarebbe stato un re-sacerdote della stirpe di Davide, legittimo pretendente al trono.
Avrebbe consolidato la sua posizione con un matrimonio dinastico simbolicamente importante. Poi si sarebbe accinto a unificare il suo paese, mobilitare la popolazione, scacciare gli oppressori, deporre l'abbietto sovrano fantoccio e restaurare la gloria della monarchia, com'era stata al tempo di Salomone. E un tale uomo sarebbe stato veramente «Re dei Giudei». >>
BAIGENT, LEIGH E LINCOLN
Vabbè, dai, che fantasia. Sicuramente Gesù non era un poveraccio, la falegnameria di famiglia assicurava a lui e ai fratelli (non cuggini!) il necessario e magari il sovrappiù. Poi era sicuramente istruito (già da ragazzo sbalordì i dottori nel tempio), anche se - mannaggia - non ha lasciato una sola opera. Ma sapeva scrivere, vedi l'episodio dell'adultera. Sì, è vero, era della stirpe di Davide secondo i vangeli, ma questa è piuttosto una balla nel processo di divinizzazione del personaggio: bisognava sottolinearne i nobili natali. Poi un re che entra in Gerusalemme su di un asinello, invece che su un superbo quadrupede! Ma ciò avvenne perché "così era scritto". È un fatto che Gesù "copia" spesso. "Sta scritto" e adesso lo faccio perché si avverino le scritture. Un copione della madonna (dunque conosceva i sacri testi).
RispondiEliminaCerto ci si può sbizzarrire inventando le cose scritte qua sopra che possono apparire pure verosimili. Penso anch'io che la strage degli innocenti sia un'altra di quelle balle per far venire la pelle d'oca agli ascoltatori (drammatizzazione degli eventi - o piuttosto dei non eventi). Comunque questa strage fantasiosa è all'origine di tante opere d'arte, tra cui menzionerei quella del Sacro Monte di Varallo (cercare su Google) che tanto piace a Guido Ceronetti (è per lui la cappella più toccante del Sacro Monte).
Quanto a Cana, accidenti che fiumi di vino scorsero! Mi sa che la compagnia fosse piuttosto ciocca alla fine. Ma si ubriacò anche la Madonna? Roba da pazzi, magari fu anche palpata de un Trump dell'epoca.
Noi scherziamo, ma in tempi nemmeno troppo lontani saremmo stati scorticati vivi per queste bestemmie, come avviene nell'islam oggi. E non escluderei che questi tempi possano ritornare.
<< Poi un re che entra in Gerusalemme su di un asinello, invece che su un superbo quadrupede! >>
RispondiEliminaChe fosse "democratico" anche lui, come la povera Hillary ? Forse è per questo che non è riuscito a vincere... ;-)
Le nozze der Cane de Galileo
RispondiEliminaSiccome siamo in vena di scherzare (su Gesù e la Madonna e lo Spirito Santo si può, su Maometto non è consigliabile) possiamo immaginarci anche questo. Come andarono "davvero" le cose quel dì a Cana.
Intanto è abbastanza singolare l'osservazione di Maria: "Non c'è più vino", rivolta al figlio. Potrebbe essere benissimo una banale constatazione (la cuccagna è finita). Ma l'intenzione di chi scrive o narra l'episodio è chiara: stiamo per assistere alla prima manifestazione del Figlio dell'uomo. La Madonna dunque già sa che suo figlio è un po' speciale (ma come l'ha saputo? per via dell'angelo dell'annunciazione? oppure il figlio già ha fatto cose strane o strabilianti, come si apprende dagli apocrifi, tra cui vere e proprie cattiverie)? Dunque Maria dà il là al grande evento: figlio mio, è venuto il momento, fa' vedere chi sei. Gesù però si schermisce, anzi sembra scocciato. Forse non voleva essere imbeccato, doveva decidere lui il quando e il come. Ma Maria lo conosce e senza il consenso di Gesù dice ai servitori di fare quello che lui gli dirà. Dunque sa. I servitori riempiono le brocche di acqua (pura distillata speriamo), Gesù schiocca le dita dope essersi forbito la bocca dall'ultima bevuta e - boom - comincia la siere dei miracoli. L'acqua pura distillata si trasforma in un premier grand crû classé della Palestina che fa restare a bocca aperta i commensali, soliti a bersi prima il grand crû classé e poi un vinello da quattro soldi (logicamente il vino migliore lo bevi prima, quando sei in grado di apprezzarlo, e non quando sei già ubriaco fradicio e ti si può servire un beveraggio qualsiasi, anche un vino che sa di tappo - e adesso non venitemi a dire che allora i tappi di sughero non esistevano ancora - che diamine, qualche contaminazione o anacronismo sarà pure permesso, specie pensando a tutte le balle sparse per i vangeli).
Ammesso e non concesso che Gesù fece davvero sto miracolo (ho i miei dubbi) è proprio un pezzo da circo, tutt'altro che sublime. Insomma, secondo me Gesù cominciò male la sua carriera di prestigiatore. Però tanti artisti si ispirarono a quell'evento, è vero. Vabbè. Non tutto il male vien per nuocere.
Caro Sergio, quello del vino di Cana mi pare proprio un miracolo da quattro soldi; da spettatori di bocca buona (se mi passi la battuta).
RispondiEliminaSi vede che, all'epoca, la gente era molto credulona e bastava poco per farla strabiliare (oddio, non è che adesso sia poi così scafata...).
Eppure, nonostante questo e tutti gli altri miracoli successivi, anche più spettacolari e vistosi, alla fine il popolo ebreo NON ha creduto in lui.
Davvero strano, non ti pare ?
"... nonostante questo e tutti gli altri miracoli successivi ... alla fine il popolo ebreo NON ha creduto in lui."
EliminaPerché sono semplicemente degli infami (perfidi giudei) ... Questa era almeno la spiegazione (!) della Chiesa cattolica fino all'altro ieri . Adesso la Chiesa si è convertita all'ebraismo e perfino all'islam: siamo infatti tutti figli dell'unico Dio. Che spettacolo se Francesco si affacciasse alla loggia e urlasse: Allah akbar! Ma un cecchino islamico dietro una colonna lo farebbe secco lo stesso.
Più uno ci pensa e più appare abbastanza chiaro che la storia di Gesù è stata un episodio minore, per non dire infimo, della storia ebraica. Una volta eliminato gli ebrei se ne sono scordati, a parte gli ex amici del sobillatore. Che poi però - ironia della sorte - hanno fatto fortuna.
Oggi ci sono naturalmente storici israeliani che hanno studiato le origini del cristianesimo. Ma a tutt'oggi non so che cosa pensino davvero di Gesù e della religione fondata in nome suo. Non escludo che intimamente provino piacere che all'origine di questa fregatura mondiale, il cristianesimo, ci sia un ebreo (temo che questa frase non sia politicamente corretta, anzi vagamente o chiaramente antisemita - diranno i soliti scemi). Ma si può dire che gli ebrei, almeno alcuni, sono scemi? Gli israeliani invece, agnostici o atei in maggoranza, sono gente in gamba.
Gesù e l'effetto farfalla. Dal niente il finimondo.
<< Gesù e l'effetto farfalla. Dal niente il finimondo. >>
EliminaSono d'accordo sull'effetto farfalla, ma forse il soggetto scatentante non è nemmeno stato lui, ma il prode Saulo di Tarso, che in suo nome (e con un bel po' di fortuna), ha scatenato tutto l'ambaradan.
D'altra parte, qualcosa che faccia il servizio di una religione ci deve essere.
EliminaIl bisogno di una teoria del tutto e di un simmetrico efficace capro espiatorio che tenga insieme la tribu', capro che a sua volta e' tanto piu' potente quanto piu' monotematico, e' antropologico.
I notiziari, se osservate, si accaniscono sempre su una sola disgrazia (e conseguente scandalo) alla volta: altrimenti non funzionerebbe, non otterrebbero altrettanto scalpore. E mollano solo per sostituire con qualcos'altro che possibilmente faccia ancora piu' scandalo, quindi sempre e solo concentrato e monotematico.
Percio', quale che sia il contenuto dell'argomento del momento non e' tanto casuale, quanto ininfluente. Il punto e' che ce n'e' in ogni caso Uno, perche' sul piedistallo c'e' un solo posto.
Attualmente sapete bene quale tende ad essere la verita' del momento, e chi i suoi sacerdoti. Data la antropologica tendenza storica al monoteismo, non e' difficile immaginare come evolvera' la faccenda. Piu' difficile indovinare il risultato momento per momento.
Ad esempio, nel paese degli isterici, tenuto insieme dalla guerra perpetua contro qualcosa o qualcuno, "Al Gore is now comparing the battle against global warming to the fight against Adolf Hitler in World War II". (latimesblogs.latimes.com/washington/2009/07/al-gore-likens-global-warming-to-nazi-threat.html)
E poi c'e' gente che ancora si chiede come mai l'altra volta abbia vinto dabliu W
Elimina(e come mai ci sia odio ormai generalizzato verso la regolamentazione burocratica europea, fra l'altro unico modo in cui si manifesta la sovranita' europea, che piu' o meno ragiona con quel genere di zucca li').
<< "Al Gore is now comparing the battle against global warming to the fight against Adolf Hitler in World War II". >>
EliminaCertamente il parallelo appare esageratoe fuori luogo.
Va detto però che Hitler, nella sua paranoica crudeltà, faceva vittime mirate e circoscritte (anche se avesse vinto, il nazismo sarebbe rimasto confinato all'europa, e neppure tutta).
Il riscaldamento globale invece - unito al progressivo inquinamento ambientale - farà danni e vittime in tutto il mondo.
Sempre che non abbia ragione tu a dire che è tutta una bufala (e non sai quanto mi piacerebbe avere torto !).
Il riscaldamento globale una bufala? Come la storia della sovrappopolazione? Io non sono un esperto e quindi devo credere all'esperto che mi sembra più credibile (si chiama fede). Però direi che ci sono due tipi di fede: c'è una fede francamente ridicola e assurda e poi c'è una fede ragionevole perché ha qualche fondamento. Io sono un fedele del secondo tipo di fede. Certo quelli che io chiamo fondamenti appariranno ridicoli o non decisivi ai fedeli dell'altro tipo di fede.
EliminaMa in base a che cosa giudicherò della credibilità di certi esperti? Qui può servirmi Gesù: li riconoscerete dai loro frutti. Dal loro comportamento (per es. né Trump né la Clintono sono credibili, due gran figli di mignotta entrambi).
Credo quia razionale e non perché assurdo. Quelli che dicono così - credo perché è assurdo - sono quelli che non hanno argomenti e si trincerano dietro questa boutade non nobili ascendenti (l'ha detto St. Agostino - o altri non so). Come quei bambini che scontenti dell'andamento della partita sequestrano il pallone (perché è loro). Be' il paragone non è proprio calzante.
<< Il riscaldamento globale una bufala? Come la storia della sovrappopolazione? Io non sono un esperto e quindi devo credere all'esperto che mi sembra più credibile >>
EliminaBen detto, Sergio.
Ed io sono con te.
Si può dire che questi problemi sono troppo complessi da affrontare, che l'umanità non arriverà in tempo a risolverli, che bisogna rassegnarsi al carpe diem, ecc, ecc,; ma non certo negarli.
"Sempre che non abbia ragione tu a dire che è tutta una bufala"
RispondiEliminaEcco vedi come funziona, chi non crede pienamente e' un eretico negazionista. CVD
Come si faccia a negare il riscaldamento globale, quando sono 12.000 anni che la temperatura aumenta, i ghiacci si sciolgono, e il livello del mare aumenta di centinaia di metri, non lo so. :)
EliminaAvviso doveroso!: il che ovviamente non equivale nemmeno ad affermare dogmaticamente che l'intervento dell'uomo non abbia degli effetti (anche se c'e' fior di studiosi che afferma che l'effetto sia lo sfangamento del ritorno della glaciazione, che altrimenti avrebbe gia' cominciato a farsi sentire - vedere Ruddiman, THE ANTHROPOGENIC GREENHOUSE ERA BEGAN THOUSANDS OF YEARS AGO pdf).
L'esempio di Al Gore non era per mostrare un'esagerazione, era per esemplificare come le tribu' umane raccolte attorno ad una qualsiasi teoria del mondo (al Gore non e' uno scienziato, e' un capo politico-religioso) abbiano anche bisogno di un capro espiatorio per funzionare al meglio.
Cio' avviene in una societa' di massa come la nostra pendolarmente isterica e particolarmente abbisognosa di un nemico costante che le permetta di distogliere l'attenzione dalle tremende tensioni interne prodotte dalle sue mille anime.
Onestamente, io sono stato uno dei primi, vent'anni fa, ad attirare l'attenzione sul problema, ma vista la piega che ha preso poi la faccenda e il fanatismo cieco che ha abbracciato la questione, mi sono ritratto inorridito, e non ho piu' nessuna intenzione di fare il portatore d'acqua a della gente che ritengo in parte non trascurabile dei pazzi fissati (il che non esclude che abbiano ragione, ma della cui parola, proprio per l'atteggiamento fanatico di fondo che hanno, quindi visibilmente antiscientifico, e' per me impossibile fidarsi - inoltre depreco vivamente il loro modo di spargere paura e allarmismo, cosa che spesso fanno con lo stesso stile e obiettivo dei santoni televisivi: per ottenere fama e guadagni, che ne siano consapevoli o no).
Inoltre, finora, hanno fatto piu' danni che altro, anche dal loro punto di vista, se non per se stessi.
"Not in my name" ;)
<< Onestamente, io sono stato uno dei primi, vent'anni fa, ad attirare l'attenzione sul problema >>
EliminaInteressante ed ammirevole.
Avremo modo di riparlarne con altri post, più in tema (perchè io sono un testone, e ritornerò sicuramente sull'argomento).
Leonardo: "Dove si grida non c'è vera scienza."
RispondiEliminaBen detto. Ma se quelli che gridano ti sopraffanno? Come difendersi?
Si può tacere, lasciarli fare, in attesa che siano smentiti dai fatti (forse fra cento anni)?
Che cosa ci tiene in vita, ci fa amare la vita? Le passioni (che sono tutt'altro che razionali). O la bellezza (che però è molto soggettiva - a me per esempio la Kienge proprio non piace, m'ispira di più la Venere di Fotticelli).
P A N A R C H I A
RispondiElimina(vedi Wikipedia)
Mi sono imbattuto casualmente (ma non tanto) nel testo di un certo De Bellis che ho trovato davvero interessantissimo. Cito a caso alcuni passaggi che dovrebbero stuzzicare la curiosità:
http://www.polyarchy.org/essays/italiano/chiesismo.html#oltre
“I governanti nazionali sono diventati i supremi sacerdoti e la loro ideologia religiosa, basata su laicismo, patriottismo, sciovinismo, ha potuto reggersi sulle sue proprie fondamenta.
E tuttavia, è proprio nel momento in cui lo Statismo come Stateismo ha raggiunto il suo apogeo, che il bisogno, l’aspirazione e la possibilità di andare oltre lo Statismo incominciano ad apparire. È quindi necessario adesso concludere questa rassegna mostrando come è stato possibile, in passato, andare oltre il Chiesismo (e ciò ha rigenerato la comunità dei fedeli e il loro messaggio spirituale) e perché è ora appropriato e opportuno andare oltre lo Statismo (e come questo potrebbe rigenerare le società umane e le loro organizzazioni civili).”
“Il secondo passo da intraprendere è allora quello di andare oltre la religione secolare totalitaria che l’entità che ha sostituito la Chiesa come potere assoluto, e cioè lo Stato territoriale, ha voluto e tuttora vuole imporre a tutti. Questa religione secolare si chiama Statismo.”
“Lo Stato è risultato essere molto più pericoloso e omicida di qualsiasi Chiesa perché è riuscito a combinare, in quanto padrone esclusivo e totalitario, il potere di manipolazione della mente con il potere di costrizione del corpo.”
Il testo intero si trova a questo indirizzo (è lunghissimo ma secondo me vale la pena):
http://www.polyarchy.org/essays/italiano/chiesismo.html#oltre
Mi fa piacere che lo trovi interessante, lo e'.
EliminaNiete di nuovo, comunque, Mussolini stesso voleva esplicitamente introdurre la religione della Patria con i suoi riti e miti, e lo dichiarava apertamente, ben sapendo cio' che faceva (il personaggio aveva tanti difetti ma non era stupido ne' incolto).
L'antesignano pero' credo sia il padre della sociologia e fondatore del positivismo, Comte, che era un pazzo, anzi a dirla tutta un deficiente.
Ad una veloce scorsa una riga si' e dieci no, mi pare abbastanza buona la voce su wikipedia, sufficiente per farsi un'idea:
https://it.wikipedia.org/wiki/Auguste_Comte#Lo_Stato_positivista
Piu' che "stato positivista", le cui istanze sono a noi comprensibili e vicine, il capitolo interessante e' quello prima, "religione positivista".
EliminaGian Piero de Bellis (Panarchia)
RispondiEliminaTrovo questa citazione che dovrebbe piacere a Diaz (credo non sia necessaria la traduzione):
"Une peste a éclaté et s'est répandue partout dans le monde durant le XXe siècle. Elle s'est insinuée dans les esprits et s'est emparée des corps, elle a influencé les attitudes et orienté les actions, elle a dominé la vie et signé la mort d'individus et de communautés. Le nom de cette peste est l'étatisme."
Traduco lo stesso per sicurezza:
"Una peste è scoppiata e si è diffusa nel mondo intero nel XX secolo. Si è insinuata negli animi e si è impadronita dei corpi, ha influenzato i comportamenti e orientato le azioni, ha dominato la vita e ha deciso la morte degli individui e delle comunità. Il nome di questa peste è lo STATISMO."
Credo che di questa Panarchia ne riparleremo. E tanti saluti a Gesù.
"Una peste è scoppiata e si è diffusa nel mondo intero nel XX secolo. Si è insinuata negli animi e si è impadronita dei corpi"
EliminaSi', pero' occhio che il tipo di peste di cui parla l'autore non e' un agente patogeno esterno che aggredisce le persone, e' le persone stesse, che sono ben felici (ma non sempre) di essere tali, o comunque non possono pensare di essere diversamente, se non in rari casi e a fatica.
Pare che astrarsi dal proprio corpus mitologico (cioe' da se stessi, sempre) sia davvero la cosa piu' difficile. E' un continuo accusarsi reciprocamente di non essere nel vero, di non considerare i fatti ("veri", sottinteso ovvio), di essere in mala fede, non dare ascolto alla "vera scienza"... uffa, che banalita', che noia.
Cari amici, non credo che lo Stato Nazionale sia un padrone poi così peggiore dei tanti altri che lo hanno preceduto nella storia delle aggregazioni umane.
RispondiEliminaForse ci sembra peggiore perchè, essendo il sistema in cui viviamo oggi, lo conosciamo meglio di tanti altri.
Ma che una struttura di aggregazione, con le sue ideologie "sacre" di riferimento, sia necessaria per gestire le società umane, non credo che si possa negare.
Io continuo a pensare che i 193 stati nazionali esistenti abbiano un senso e una funzione. Tanto è vero che quella scriteriata della Merkel ha rivendicato il rispetto della sovranità nazionale e dei confini in occasione dell'annessione della Crimea da parte di Putin (più che di annessione parlerei di "ritorno a casa"- non credo che il regalo di Kruscev all'Ucraina fosse leggittimo). Dunque anche per i nostri internazionalisti le frontiere sono sacre.
EliminaDebbo lo stesso dire che trovo molto intrigante la concezione della Panarchia che vede nello Stato il nemico del popolo, di noi tutti. Tuttavia sono piuttosto scettico in merito alla "deterritorializzazione" dello Stato e della società. Ma ripeto: qualcosa mi piace in questi discorsi della Panarchia. Basta pensare per es. a questo fatto: la fine degli Stati significherebbe non solo l'abolizione di tutti i confini, ma naturalmente anche degli eserciti per proteggerli e delle armi di distruzione di massa (una spada di Damocle che pende sempre sulle nostre teste, ma di cui proprio nessuno parla - anzi, arriva il superfilosofo, Severino, a dirci che la terza guerra mondiale non avverrà perché non conviene all'apparato scientifico-tecnologico). Giorno e notte aerei e sommergibili degli stati canaglia (Russia, USA, Israele, India, Cina, Pakistan, Francia, Gran Bretagia e Corea del Nord) possono scatenare, anche per sbaglio, l'Apocalisse.
Ripeto: io non riesco ancora bene a immaginare l'abolizione dello Stato, ma trovo il discorso dei "panarchici" (non so se si chiamino proprio così) per lo meno interessante.
"Forse ci sembra peggiore perchè, essendo il sistema in cui viviamo oggi, lo conosciamo meglio di tanti altri."
EliminaPorrei l'accento di piu' sul contrario, e' della brutalita' di cio' in cui si e' immersi che e' molto piu' difficile, quando non impossibile, accorgersi. Se ne accorgono sempre e solo i posteri, e/o gli estranei.
"Io continuo a pensare che i 193 stati nazionali esistenti abbiano un senso e una funzione"
EliminaTalmente tanto, che in una rubrica di geopolitica sentivo che se ne sono creati circa 130-140 di nuovi dall'ultimo dopoguerra
<< Porrei l'accento di piu' sul contrario, e' della brutalita' di cio' in cui si e' immersi che e' molto piu' difficile, quando non impossibile, accorgersi. >>
EliminaAnche questo è vero. L'abitudine è una pessima lente.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaNon so se conoscete la storiella dello statista anticlericale che visita un asilo. Dopo aver considerato il regno minerale, vegetale e animale chiede ai piccoli a che regno appartenga l'uomo. Vuole ovviamente sentire che l'uomo appartiene al regno animale (con infarto delle suore). Ma Pierino risponde: al regno di Dio! Insomma, Pierino come Gesù. Ma Pierino come Gesù è un imbroglione. Perché davvero noi apparteniamo al regno animale, ed è chiaro che anche ciò che è di Cesare è di Dio, è tutto di Dio.
RispondiEliminaOra è un fatto che tutti gli animali hanno un territorio, e anche noi abbiamo un territorio, fosse pure quello delle pareti domestiche. Ogni sera tutti - tutti - tornano fra le loro pareti e se ci trovano qualcuno o trovano l'appartamento devastato hanno uno choc: il sancta sanctorum è stato violato, siamo dunque alla mercè dei delinquenti, non c'è più alcun riparo, siamo perduti.
Ma anche il territorio statale è "nostro" e la sua invasione un trauma.
Ma opporsi ai delinquenti e agli invasori significa oggi essere duri di cuore (Bergoglio), xenofobii, razzisti, fascisti, nazionalisti.
Ma se non possiedo (sto seduto su) niente, se non posso dire questo è mio, come posso vivere? Dobbiamo o dovremmo essere tutti proprietari di qualcosa (per lo meno dei beni fondamentali, acqua aria e suolo). Invece anche l'aria ti fanno pagare (in Giappone e in Cina per l'inquinamento).
<< Ogni sera tutti tornano fra le loro pareti e se (...) trovano l'appartamento devastato hanno uno choc: il sancta sanctorum è stato violato, siamo dunque alla mercè dei delinquenti, non c'è più alcun riparo, siamo perduti. >>
EliminaAppunto.
Ecco perchè mi trovo a difendere comunque l'utilità dello stato moderno.
Perchè al monopolio della violenza da parte delle istituzioni non c'è alternativa, che non sia la guerra per bande, del tutti contro tutti.
Non mi sembra una situazione desiderabile.
"Perchè al monopolio della violenza da parte delle istituzioni non c'è alternativa"
EliminaQuesta era la visione, a dir poco ingenua, di Hobbes.
Poi e' seguito un intero mondo di filosofia politica, a partire da Locke, che fa vedere che e' fondamentale combattere il monopolio delle istituzioni attraverso il pluralismo dei poteri e il loro reciproco intralcio continuo. Cio' e' alla base di tutti gli stati moderni. Ad esempio, abbiamo tre diverse armi di polizia proprio per questo, l'esperienza insegna, ma pare che si faccia anche molto presto a dimenticarsene.
I due estremi che evochi, monopolio da parte delle istituzioni / guerra per bande, sono poco diversi, sono un estremo solo, e si toccano.
<< e' fondamentale combattere il monopolio delle istituzioni attraverso il pluralismo dei poteri e il loro reciproco intralcio continuo. >>
EliminaQuesto concetto è alla base della famosa teoria secondo cui la "democrazia" sarebbe il sistema istituzionale migliore, solo perchè costringe il potere ad essere inefficiente.
E magari è pure vero...
Mai sentito nulla del genere, potresti specificare?
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