sabato 28 gennaio 2012

Sempre meglio (che) lavorare

EUGENIO – Lumen, ho sentito parlare spesso del cosiddetto “reddito di cittadinanza”, che viene erogato in alcuni Stati Europei, ma non ho le idee molto chiare sull’argomento. 
LUMEN – Le forme sono un po’ diverse tra loro, ma si tratta, in buona sostanza, di un sussidio garantito dalla Stato a tutti i cittadini che non hanno altre entrate, perché sono disoccupati.
 

EUGENIO – Sembra un'idea interessante. E tu cosa ne pensi ?
LUMEN - Il mio pensiero in materia parte dal presupposto che lo Stato deve garantire principalmente la pace e la tranquillità sociale, e non deve mettere il becco nelle attività economici, se non per fissare le regole generali.  

EUGENIO – Quindi, secondo te, non dovrebbe occuparsi del problema della disoccupazione ? 
LUMEN – Certo che se ne deve occupare, ma in un’ottica sociale e non economica.  

EUGENIO – Spiegati meglio.  
LUMEN – Avere tanti cittadini disoccupati è sicuramente un problema economico, ma è, prima di tutto, un grave problema sociale, e questo sotto un duplice profilo.  

EUGENIO – Sentiamo.  
LUMEN – Anzitutto perché la disperazione può portare facilmente all'illegalità. E’ evidente che se la mia famiglia sta morendo di fame, io parto e vado a rubare del cibo e non me ne importa nulla delle conseguenza.  

EUGENIO – Mi pare ovvio. 
LUMEN – E poi c’è un motivo più sottile: il disoccupato non è solo frustrato e depresso, ma ha anche tanto tempo libero ,nel quale può combinare parecchi guai, anche solo per rabbia, per invidia o per noia.  

EUGENIO - Quindi lo Stato ha un notevole interesse a ridurre la disoccupazione.  
LUMEN – Senza alcun dubbio: direi un interesse primario. Ma – proprio per questo - elargire dei soldi alla gente in cambio di nulla NON può essere la soluzione giusta, perchè non risolve il problema del tempo vuoto usato malamente.  

EUGENIO – In effetti…  
LUMEN – Senza contare le altre controindicazioni.  

EUGENIO – Ovvero ?
LUMEN – Anzitutto è una soluzione che si presta facilmente ad abusi e furberie, tipo lavoro occulto e simili. Poi non appare neppure molto giusta eticamente, perché chi lavora finisce in pratica mantenere anche chi non lavora.  

EUGENIO – E quindi cosa dovrebbe fare lo Stato ? 
LUMEN - Offrire un lavoro minimo a tutti quelli che lo chiedono. Non già per un obbligo ideologico di tipo marxista, ma come investimento economico per ottenere in cambio una maggiore tranquillità sociale.  

EUGENIO – Non mi sembra una cosa semplice. 
LUMEN – Certamente. Soprattutto perché gli occupati crescerebbero e calerebbero in modo imprevedibile e non è facile trovare, nel campo dell’economia tradizionale, un lavoro sempre pronto a “geometria variabile”.  

EUGENIO – Ne convengo. E allora dove ?
LUMEN – Direi nel campo dell'ambiente e della sua tutela, un settore che non solo è spesso trascurato, ma che, nel mondo di oggi, risulta sempre più importante.  

EUGENIO – In effetti le cose da fare non mancherebbero.
LUMEN – Appunto: dalla raccolta differenziata al riciclaggio dei materiali, dalla tutela del territorio alla pulizia dei luoghi pubblici, dalle attività di prevenzione a quelle di intervento dopo una calamità naturale, ecc. ecc.  

EUGENIO – Si tratterebbe comunque di una struttura costosa.
LUMEN – Certo. Ma, usando in questo settore le risorse pubbliche che vengono attualmente sprecate negli ammortizzatori sociali (che consistono nel dare dei soldi alla gente perchè non faccia NULLA), sono sicuro che le nostre povere tasse avrebbero un ritorno sociale migliore.  

EUGENIO – Devo dire che la tua idea non mi dispiace. Chissà se qualcuno deciderà mai di metterlo in pratica. 
LUMEN – Io spero di sì, Eugenio; ma temo proprio di no.

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