Pare che anche tra gli esseri umani, e non solo (com’è ovvio) tra gli animali, essere alti di statura, costituisca un preciso vantaggio sociale.
Dicono gli esperti che, quando camminiamo, cediamo istintivamente il passo a chi è più alto di noi, mentre magari urtiamo le persone più piccole.
Le donne, data la loro statura mediamente inferiore, risulterebbero spesso svantaggiate da questo meccanismo, senza che sia necessario tirare in ballo la naturale prepotenza del sesso maschile. Questa regola, sicuramente non scritte ma inserite profondamente nei nostri meccanismi comportamentali, può avere riscontri anche inattesi e curiosi.
Ho letto, per esempio, che nelle elezioni presidenziali americane moderne, ovvero dal dopoguerra in poi, ha sempre vinto il candidato più alto di statura.
Anche se gli esperti dello staff (sempre più consapevoli della faccenda) avevano cercato n tutti i modi di aiutare il candidato svantaggiato, soprattutto quando doveva parlare in pubblico insieme al rivale (leggio più alto, supporto per i piedi, presenza alterna, ecc.), alla fine aveva sempre vinto il più alto.
Dicono gli esperti che, in genere, quando incontriamo di persona un personaggio famoso, ci stupiamo di quanto sia piccolo di statura. Noi ci aspettiamo infatti che le persone famose e potenti siano anche alte e dominanti.
Pare inoltre che, esaminando gruppi sociali e di lavoro omogenei, i soggetti più alti siano spesso anche quelli gerarchicamente più importanti o più apprezzati.
Non è chiaro se le cose stiano così perché le persone alte sono più intelligenti e capaci (un antico detto latino recita, un po’ ambiguamente: “homo longus rare sapiens, sed si sapiens, sapientissimus”) oppure solo perché sono gli altri che, istintivamente, cedono loro il passo, sia in senso fisico che figurato.
Resta però il fatto – dicono sempre gli esperti - che le persone alte, in media, devono impegnarsi di meno per raggiungere gli stessi traguardi.
I piccoletti, per emergere, devono essere davvero molto ambiziosi e molto combattivi, come per esempio Napoleone Bonaparte o, per restare nel presente, un certo Silvio Berlusconi.
LUMEN
Commento di Sergio Pastore (postato da me per motivi tecnici).
RispondiEliminaIn natura gli animali di taglia maggiore incutono paura: una tigre non attacca un elefante. Come arma di difesa (anche se spesso illusoria) alcuni animali tendono a "ingrandirsi" per fare più impressione: gonfiano il pelo per es. La taglia maggiore fa effetto! Gli esseri umani hanno escogitato delle risposte a questo stato di natura. Io sarò magari più piccolo, ma sono più intelligente e furbo e adesso te ne accorgerai (e Golia si prende una sassata in fronte che lo stende).
Tuttavia certi riflessi dipendono dal nostro patrimonio ereditario. Nei nostri geni c'è ancora l'informazione: chi è più grande di te è più forte e magari anche più intelligente, attento a te! L'alta statura è ancora oggi considerata un pregio, una qualità (anche da Berlusconi!)
Pensiamo anche a come nell'antichità i guerrieri usavano fare maggiore impressione portando pennacchi sull'elmo: risultavano più grandi e facevano più paura. Ricordiamo che i Romani erano dei piccoletti (statura media 1,60 cm). I Cesari, gli Ottaviani e i Ciceroni erano dei pigmei! In compenso si facevano fare statue colossali (vedi i resti di una statua di Costantino a Roma: un dito è grande come una persona!).
Ringrazio l'amico Sergio per il commento, che condivido.
RispondiEliminaPersonalmente, sono alto 1,85 (mio padre era 1,87), e la cosa mi ha sempre dato un certo senso di sicurezza nei rapporti sociali, anche se non mi sono mai accorto di aver avuto privilegi particolari (salvo forse quando giocava a basket in gioventù).