ECCEDENZE E DISUGUAGLIANZE
Se ho interpretato correttamente il pensiero dell'antropologo David Graeber (così come reperito sul web) la storia economico/sociale della civiltà umana potrebbe essere condensata in questi pochi passaggi:
= ciò che distingue l’animale umano dagli altri animali è l’eccedenza produttiva
= il potere si riduce, in ultima analisi, alla capacità di gestire (ed appropriarsi) delle suddette eccedenze, tramite la forza, i tributi e le manipolazioni ideologiche.
= il tentativo più radicale di porre rimedio alle disuguaglianze è stato quello marxista, che prevedeva che le eccedenze potessero essere amministrate collettivamente, ma è fallito senza speranza.
= un altro modo di raggiungere una forma sostanziale di uguaglianza sarebbe quello di eliminare, alla radice, la possibilità di accumulare eccedenze, ma è una soluzione impraticabile per delle società iper-complesse come le nostre.
La mia personale opinione è che 'tertium non datur', per cui – preso atto del fallimento marxista e dell'impossibilità di rinunciare alle eccedenze - siamo condannati a proseguire sul cammino della disuguaglianza.
E tutti coloro che non la sopportano dovranno farsene una ragione.
LUMEN
IL LAVORO RENDE LIBERI
Mi scuso per il titolo, che richiama i tristi anni del nazismo e dei lager (dove campeggiava la famigerata scritta 'Arbeit macht frei'), ma il concetto mi interessa molto, perchè lo trovo più centrato che provocatorio.
Aristotele infatti diceva: “Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero”; ed il godimento del tempo libero può essere considerato il vero scopo della vita.
Mi sembra quindi un concetto fondamentale, al quale io aggiungo: i soldi in più (cioè quelli che avanzano dopo aver provveduto alle cose necessarie) non devono servire per comprare oggetti inutili, ma solo per far fare a qualcun altro (pagando) le cose che noi non sappiamo o vogliamo fare.
La vera libertà, in fondo, è questa; e (per chi non è ricco di famiglia) può venire solo dal guadagno del proprio lavoro.
LUMEN
LOGICA IMPERIALE
Secondo Uriel Fanelli “Un impero non sta in piedi per quanto e' potente, ma per quanto e' redditizio per coloro su cui impera”.
Così, per esempio (secondo Fanelli) i paesi europei hanno accettato di buon grado l'invadenza USA perche', in cambio di una certa sottomissione, avevano accesso alla “american way of life” , cioe' a pace e prosperita',
Allo stesso modo, gli imperatori romani avevano numerosissimi patti di affiliazione con re locali e tribu' varie, che davano a loro (o meglio alle loro elites) alcuni vantaggi materiali.
Ovviamente, conclude Fanelli “nel momento in cui il patto si rompe l'impero inizia a disgregarsi”. Anche se poi, aggiungo io, i vertici dell'impero se ne rendono conto quando è troppo tardi.
LUMEN
ALFABETO UNICO
Nel mondo esistono tantissime lingue diverse, con tanti alfabeti e ideogrammi diversi, ed è utopistico pensare di poter mai arrivare ad una lingua unica, anche per rispetto delle rispettive culture che hanno una storia secolare (se non millenaria).
Però dovrebbe essere possibile avere, quanto meno, un alfabeto unico, per capirsi meglio, come succede, con ottimi risultati, nella matematica, dove i numeri ed i simboli sono uguali per tutti e, se non sbaglio, anche in molte branche della scienza (soprattutto chimica e fisica).
Ed avere magari un unico verso di scrittura (da sinistra a destra, oppure da destra a sinistra) che sia uguale per tutti.
Ma temo che anche questo resterà un sogno irrealizzabile.
LUMEN
DECISIONISMO POLITICO
Secondo alcuni commentatori, il secondo mandato di Trump alla Casa Bianca (quello attuale) avrebbe dato una svolta alla struttura di potere delle elites americane, ed occidentali in senso lato.
Il suo travolgente decisionismo politico, infatti, starebbe ad indicare che, dopo tanti decenni, le elites della politica istituzionale stanno riprendendo il sopravvento sulle elites economico-industriali.
L'ipotesi è senza dubbio intrigante; io però continuo a non crederci, perchè, salvo i casi delle dittature ereditarie o fortemente ideologiche, io metto le elites economiche SEMPRE al di sopra della politica.
I motivi sono diversi, ma il principale è che i politici vanno e vengono (in democrazia anche in tempi brevi), mentre i grandi capitalisti, data la loro struttura famigliare, restano.
E, nell'esercizio del potere, i tempi lunghi sono una garanzia di forza e di conservazione come poche altre.
LUMEN