sabato 4 gennaio 2025

Il problema delle Migrazioni

Il post di oggi ritorna sul problema dell'immigrazione di massa, vista come una tendenza ormai irreversibile a livello mondiale, e cerca di analizzare le conseguenze di questo fenomeno sia dal punto di vita demografico che da quello sociale.
LUMEN


ASPIRAZIONI SOCIALI
Prendiamo un immigrato. Diciamo che proviene da un paese poverissimo. Se proviene da un paese veramente povero, sara’ disposto a fare lavori umili e sottopagati.
La prima domanda che dobbiamo porci e’: per quanto tempo e’ disposto a farlo?
Voglio dire, se prendiamo un ventenne e lo mettiamo sui campi a sgobbare probabilmente per i primi anni riuscira’ a sopportare l’iniquita’. Magari vivendo in condizioni disumane riuscira’ pure a mandare a casa qualcosa: quando si e’ molto giovani, si fanno cosencredibili.
Ma poi si cresce, e ad un certo punto il nostro giovane desidera, che so io, avere una casa. Una vita. Persino una famiglia.
Morale della storia: l’immigrato non e’ una costante, un oggetto che si usa finche’ non si rompe; come ogni essere umano e’ soggetto ad una storia che lo porta, alla fine, a desiderare una vita.
Sulle prime, la differenza tra un massacro genocida e una catapecchia con un lavoro da pochi euro fa sembrare sopportabile la vita misera in Italia. Ma, mano a mano che il ricordo del massacro passa, iniziano a farsi avanti le aspirazioni, i desideri, la voglia di vivere.
Tutte le situazioni di estrema indigenza prodotte dall’immigrazione clandestina, in definitiva, sono destinate ad esplodere in questo modo.
URIEL FANELLI


ITALIA E MIGRAZIONI
Non c’è alcuni dubbio che gli “italiani”, in senso di persone le cui famiglie vivono in Italia da generazioni e che condividono tra loro alcune caratteristiche anche genetiche, stanno diminuendo di numero, e che il loro posto viene preso da persone provenienti da altri paesi, anche molto lontani.
Questa non è una teoria del complotto, è un dato di fatto.
Le domande semmai da porsi sono: è un fenomeno voluto da qualcuno, e se sì, da chi? È evitabile o inevitabile? È positivo o negativo? Le persone sono fondamentalmente equivalenti, oppure diverse? Una popolazione vale o non vale l’altra?
E se c’è qualcosa che ci distingue, cos’è? È l’aspetto, la lingua dei genitori, la cultura, o qualcos’altro ancora? (…) Le persone sono prestatrici di manodopera, o portatrici di identità e storie? Cos’è la cittadinanza, e su quale basi va data?
Ancora: è “sostituzione etnica” quando avviene internamente, da una regione all’altra del paese? È più autoctono un siciliano che viene a vivere a Udine, o uno sloveno che si trasferisce in Friuli o a Trieste a pochi chilometri da dov’è nato?
Gli italiani (...) hanno di loro una grandissima varietà genetica, pari quasi a quella dell’Europa nel suo insieme. [Ma] si tratta di una varietà sedimentata nei millenni e divisa per regioni, come è evidente anche solo guardandoci. 
Questo è diverso dall’immigrazione in tempi molto rapidi da persone da qualsiasi angolo del mondo.
GAIA BARACETTI


ITALIA E POPOLAZIONE
La popolazione italiana mostra, mese dopo mese, un calo naturale, compensato, alle volte insufficientemente e alle volte sovrabbondantemente, dall’immigrazione dall’estero.
Questo a me fa stare molto male, ma non per questioni di sangue o di essere meglio degli altri, semmai perché vorrei vedere il nostro paese spopolarsi nella maniera più rapida e indolore possibile, e invece continua ad arrivare gente e non se ne può più.
E prima che inorridiate all’idea dell’Italia che si spopola, sottolineo che l’Italia ha oltre venti volte la densità di popolazione della Norvegia, e dieci volte quella della Finlandia, il “paese più felice del mondo”, e della Nuova Zelanda, un paese paragonabile per area e clima; non mi sembra siano posti in cui si vive male.
Siamo noi semmai che non ce la facciamo più, e il sovraffollamento non aiuta.
GAIA BARACETTI


MIGRAZIONE E LAVORO
La lezione sugli immigrati ci viene da Platone (Le Leggi) in cui scrive che gli immigrati, dopo un certo numero di anni, dovevano prendere la loro roba e andarsene.
Platone aveva presente il pericolo che gli immigrati ponessero radici e pretendessero poi di diventare cittadini portando ad una sostituzione etnica degli ateniesi. L'immigrazione doveva avvenire a rotazione. (...)
Altra lezione ci viene da Marx quando scriveva che i capitalisti avevano interesse a sfrutttare la mano d'opera con bassi salari. Si trattava del famoso "esercito di riserva" dei disoccupati.
Oggi questo esercito di riserva è composto da immigrati che la scellerata politica della falsa sinistra, traditrice di Marx, ha fatto entrare favorendo lo sfruttamento di mano d'opera degli immigrati, anche clandestini, e impedendo in questo modo che gli stessi lavori potessero essere fatti dagli italiani senza essere sfruttati.
PIETRO MELIS

27 commenti:

  1. C'è per caso ancora qualcuno che dubiti di un progetto, di un piano per cancellare l'identità dei popoli europei? L'invasione e persino l'islamizzazione dell'Italia e dell'Europa sono volute, c'è un piano (per es. il piano Kalergi) o una volontà delle élite tanto care a Lumen. E se adesso qualcuno mi dicesse: basta dietrologie e complottismi, fuori i nomi, potrei citargliene alcuni, per es. Bergoglio e la Merkel o l'ONU con il suo patto per le migrazioni del 2018 che è in pratica un diritto d'invasione (il patto non è stato sottoscritto dagli USA e - udite udite - dall'Italia e dalla Svizzera, la Svizzera ha bocciato il patto alcune settimane fa). Gli economisti vogliono l'abbattimento di tutte le frontiere (quindi la cancellazione degli Stati nazionali), ciò favorirebbe la crescita, il prodotto mondiale si decuplerebbe addirittura. E i politici sono al traino di economisti e produttori. Le ONG vogliono abbattere tutti i confini della "Fortezza Europa", con il plauso dell'argentino.
    Una sola Terra, una sola umanità?

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    1. Caro Sergio, che ci sia un progetto per facilitare l'immigrazione in Europa è un fatto difficilmente contestabile.
      I motivi sono principalmente economici, perchè economiche sono le attuali elites mondiali.
      Però ci sono altri poteri di secondo livello che remano dalla stessa parte, per motivi diversi (spesso miopi).

      Come per esempio la Chiesa Cattolica, che spera di avere dei vantaggi dal suo buonismo aperturista, ma non fa che agevolare l'islamizzazione dell'occidente, di cui parlavi anche tu.
      Non credo che esista uno specifico progetto al riguardo, ma, di fatto, è proprio quello che sta sta succedendo ed è un problema sociale in più.

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    2. La Chiesa cattolica sta cambiando radicalmente pelle per vari motivi, il motivo principale secondo me è che la fede sta evaporando: chi crede ancora nella vita eterna e nell'inferno o paradiso? A volte è necessario cambiare tutto perché tutto resti come prima, cioè si resti al potere (la lezione del Gattopardo). E così dopo duemila anni di sessuofobia dichiara il libero amore e cancella persino il Sesto (comandamento). Però il concetto di peccato non si può abolire, ecco perciò i nuovi peccati (gravi o mortali) come non accogliere i migranti, rifiutare le vaccinazioni sperimentali (obbligo di vaccinazione decretato da Bergoglio in Vaticano) ecc.
      Ma come mai favorire l'islamizzazione? Ci sono parroci che organizzano il ramadan per dimostrare apertura mentale, fratellanza universale ecc. ? Non escluderei un arrière-pensée della Chiesa: gli islamici non scherzano, l'islam è una religione ancora viva, gli islamici non tollereranno offese religiose (chi nega l'esistenza di Dio è reo di morte per loro) e di questo clima intimidatorio che s'instaurerà con la diffusione dell'islam ne approfitterà anche la Chiesa che esigerà di nuovo rispetto per i suoi dogmi e la fede. Dietrologia? Alcune settimane fa una deputata svizzera liberale si è rovinata la carriera con un gesto da un lato sciocco, dall'altro però non così grave, non un peccato mortale: ha sparato con un fucile a un'icona rappresentante la Madonna con bambino crivellandola di colpi. Non ti dico le reazioni di tutti, credenti e non credenti: sacrilegio, anatema! La poveretta è sparita dalla circolazione, ha dovuto letteralmente andare a nascondersi. Eppure viviamo in tempi in cui da noi si nega l'esistenza di Dio e ci si può far beffa dei dogmi e dei santi. Ma con l'aiuto degli islamici i cattolici potrebbero di nuovo pretendere il rispetto della religione in generale (insomma, si ripristina anche da noi l' «offesa ai sentimenti religiosi» che può avere conseguenze gravi).


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    3. << Ma con l'aiuto degli islamici i cattolici potrebbero di nuovo pretendere il rispetto della religione in generale. >>

      In effetti, può darsi che la loro strategia sia quella.
      Ma è una strategia perdente, che li relegherà ad un ruolo secondario.
      A cui forse sono già preparati, essendo consapevoli di non avere altra strada.

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  2. Forse vale la pena di ricordare che alla radice delle attuali migrazioni di massa (ormai pressoché impossibili da gestire adeguatamente a livello dei singoli Stati nazionali) stanno soprattutto i tuttora elevati tassi di natalità in molte/troppe aree asiatiche, latino-americane e soprattutto africane (zona subsahariana, Nigeria, ecc.): un fenomeno sicuramente complesso e multi-fattoriale che cmq. moltiplica implacabilmente malnutrizione, poverta', problemi medico-sanitari, degrado ambientale, conflitti per le (scarse) risorse localmente disponibili e che sfortunatamente continua ad essere generalmente & allegramente ignorato/sottovalutato se non direttamente censurato a livello economico-politico, religioso-confessionale e massmediatico. Saluti

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    1. Hai ragione.
      Il progresso scientifico ha portato indubbiamente un maggior benessere materiale nei paesi del c.d. terzo mondo, ma questo, secondo gli inevitabili meccanismi della crescita malthusiana, ha portato alla rottura dell'equilibrio demografico preesistente.
      Con conseguenze drammatiche sia per i popoli autoctoni, schiacciati dalla sovrappopolazione interna, sia per quelli occidentali, destabilizzati dalla pressione migratoria.
      E' uno dei tanti problemi collaterali causati dal progresso, ed andrebbe quindi affrontato seriamente, ma troppa gente sembra non rendersene conto.

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    2. L'ossessione di tutti i politici è la crescita, ma non solo dei politici. Ma non ci può essere crescita senza incremento demografico, questo è il parere per es. di Draghi, non un signor nessuno. Praticamente nessuno mette in dubbio la necessità della crescita, nemmeno il papa. Io mi chiedo sempre: ma che c... deve crescere? Almeno in occidente siamo strafatti dal consumo, cosa vogliamo ancora?
      Lumen, ci sono alcuni commenti interessanti in proposito nel sito di Agobit, dacci un'occhiata (ci sono anche un paio di commenti miei).

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    3. Ho letto e condivido, sia l'apprezzamento che il contenuto.
      L'analisi di Gian è (tristemente) perfetta e ne riporto qui un breve stralcio :
      << Nessuno del mondo occidentale vuole decrescere. Al massimo, rimanere come siamo.
      Ma decrescere? Avere i nostri stipendi abbassati, a ritrovarci con più disoccupazione, senza pensioni, senza assistenza sanitaria, senza istruzione, più poveri?
      Qualcuno vuole diventare più povero ogni giorno? Avere il proprio stipendio ridotto un po' ogni mese?
      Un politico potrà mai dire su un palco che la popolazione dovrà accettare tutto questo?
      No, la decrescita è un'impossibilità politica. >>

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    4. Ma, aggiungo io, anche in questo caso c'entra il famoso diavoletto della superiorità.
      Perchè non è neppure il benessere materiale 'di base' che ci mancherebbe in caso di decrescita, sarebbe solo il consumo di quei beni inutili che utilizziamo per sentirci superiori.
      Purtroppo, si tratta di una spinta genetica che non riusciamo a controllare, e quindi anche i consumi inutili fanno parte di quel processo inevitabile che ci porterà nel precipizio.

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    5. Come ti ho detto in privato ho riconsiderato la tua teoria della felicità nel sentirsi superiori trovandola in fondo giusta e proprio partendo la mia personalissima esperienza. Però aggiungevo pure che alla nostra età questo desiderio di primeggiare a tutti i costi, d'imporci sugli altri, si è ormai attenuato anche perché abbiamo fatto l'esperienza sulla nostra pelle che non possiamo primeggiare sempre, ci sono sempre i primi e i secondi e i secondi sono naturalmente molto più numerosi (e io mi sono ritrovato praticamente sempre tra i secondi, gli sconfitti). La genetica è sicuramente importante, ma l'esperienza conta pure. Leggevo proprio un paio di giorni fa il parere di una scienziata sui nostri comportamenti: valutava l'importanza della genetica al 50%, dunque possiamo dominare i nostri istinti.
      Io sono ormai allergico agli sport professionistici, non sopporto più tutti questi buffoni che si credono dei padreterni perché hanno vinto, si sono imposti. Grazie al c... con i doni di natura che si ritrovano. Di loro c'è l'allenamento, l'impegno, qualche rinuncia. I tifosi poi più imbecilli ancora degli atleti. Ma in effetti i tifosi s'identificano coi giocatori, vincono anche loro, perciò sono euforici (e felici se vincono, tristi se perdono, certi tifosi brasiliani si sparavano pure se il Brasile perdeva).
      E poi, come dici anche tu, questa voglia di primeggiare può risultare controproducente, autolesionistica, persino suicida (vedi i fessi che "sfidano" la montagna).
      I giovani facciano pure sport, si sfidino, fa bene alla salute fisica e mentale. Ma pungolare l'agonismo, spingerli a diventare delle star mi sembra oggi malsano.

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    6. << Leggevo proprio un paio di giorni fa il parere di una scienziata sui nostri comportamenti: valutava l'importanza della genetica al 50%, dunque possiamo dominare i nostri istinti. >>

      Mi dispiace, Sergio, ma io sono molto meno ottimista di lei.
      Perchè la cultura, che ci condiziona per la parte restante (che sia il 50 % oppure meno) è anch'essa figlia dei condizionamenti genetici.
      Pertanto i suoi effetti complessivi sono la somma della componente 'diretta' più quella 'indiretta'.

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  3. Ecco un altro eccellente commento (decisamente in tema) tratto dal blog di Agobit:

    << I conflitti in atto in Ucraina e in Medio Oriente, più varie guerricciole che non importano a nessuno, ci ricordano che l'eccessiva crescita demografica porta alla guerra.
    Il problema della decrescita della popolazione è tipico degli stati con benessere diffuso, chi non ha altre forme d'intrattenimento (ovvero circa il 90% dell'umanità) fa figli.
    Questi una volta raggiunta l'età per imbracciare le armi sono ottima carne da cannone.
    Anche se vengono "assorbiti" come migranti nel sistema occidentale difficilmente si integrano in quanto non accettano alcuna gavetta, vogliono tutto e subito o si radicalizzano. Ai "diseredati" restano sempre le armi e la violenza. >>

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  4. Memorandum

    Immigrazione di massa come strategia

    Il 17/12/2008 Sarkozy si espresse così in una conferenza_
    “Il mescolamento delle razze sarà il grande compito del
    21° secolo. È una via obbligata. Se ci sarà opposizione
    bisognerà ricorrere a misure coercitive statali.” Cioè
    costringere i propri cittadini ad accettare tale progetto.
    (con la polizia o l’esercito?)

    Peter Sutherland, ex commissario dell’UE e capo
    dell’Organizzazione mondiale del commercio, dichiarò
    in funzione d’inviato speciale dell’ONU per le migrazioni:
    “La demografia è la chiave dell’immigrazione di massa
    e lo scopo è la dissoluzione dell’omogeneità dei popoli
    e lo sviluppo di paesi multiculturali.”

    Alcuni commissari dell’UE che hanno incoraggiato
    l’immigrazione di massa degli islamici in Europa -
    tra i quali il socialista olandese Frans Zimmermann -
    hanno più volte dichiarato che gli stati “monoculturali”
    hanno fatto il loro tempo e che la cultura europea
    è soltanto un costrutto sociale.

    E l’ex segretario generale delle Nazioni Unite
    Guterres disse il 22/11/2016 in occasione della sua
    elezione che “i migranti non sono il problema, ma
    la soluzione.”

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    1. Terribile.
      Direi che la tua silloge (che credo potrebbe continuare ancora) non abbia bisogno di molti commenti.

      Resta però la domanda di fondo: perchè mai gli stati monoculturali dovrebbero essere superati ?
      Posso capire la difficoltà a conservarli, di fronte alle pressioni della storia, ma perchè considerarli negativamente ?

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    2. Si vede che alle elite fa comodo un mondo di decerebrati che producono (per loro) e consumano, contenti di consumare, e che non rompono le scatole. In Germania si parlava non molto tempo fa di "Leitkultur" (cultura guida o nazionale) che i "nuovi venuti" dovevano accettare o almeno rispettare. Non se ne parla più e io non saprei nemmeno come si possa definire una cultura nazionale: cosa ci mettiamo per es. in quella italiana?L'arte, la musica, la lingua, la letteratura, la mentalità (?) l'architettura, la cucina ecc.? L'omologazione e l'omogeneizzazione dilagano, già da decenni si parla di "villaggio globale", consumiamo tutti gli stessi prodotti.
      Restano ancora purtroppo gli Stati con i loro confini che stanno sui santissimi ai cosiddetti antisovranisti, antinazionalisti, globalisti. La sparata di Trump per impossessarsi del canale di Panama e della Groenlandia e magari anche del Canada ha fatto arricciare il naso all'UE che ha subito proclamato che i confini non si toccano, la sovranità dei territori è sacra.
      Insomma, confini sì o no, Stati sovrani sì o no? Forse un po' sovrani sì, ma non troppo, e non intralcino i commerci.
      Uno dei padri dell'IA ha detto nei giorni scorsi che l'umanità è a rischio, rischia l'estinzione nei prossimi trent'anni perché l'IA marcia troppo in fretta e può assoggettare l'intera umanità. In un mondo così fragile e esposto a tanti rischi il controllo globale della popolazione è una necessità per il potere o le élite. Ormai si parla senza tanti peli sulla lingua di un chip nel cervello. Saremo eterodiretti e telecomandati dal cervello centrale (dove sarà, in un server o nella nuvola?).

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    3. << Insomma, confini sì o no, Stati sovrani sì o no? >>

      Bella domanda !
      Io credo che gli Stati Nazionali dureranno ancora per un bel po', come parafulmine e capro espiatorio nella gestione delle rogne sociali.
      Mentre i vantaggi della globalizzazione (che esistono) restano alle elites.
      Un po' come il famoso principio (inconfessato) dell'economia capitalistica, secondo cui le impresa cercano la privatizzazione degli utili e la socializzazione delle perdite.

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    4. > alle elite fa comodo un mondo di decerebrati che producono (per loro) e consumano, contenti di consumare, e che non rompono le scatole

      Attenzione a non cadere nella semplificazione dell'analisi marxistica che riduce tutto alla sola visione economica, in questo caso ("non rompere le scatole") anche di un'economia della gestione del potere.
      Esiste un aspetto molto pericoloso di hybris etica per cui non poche di questi oligarchi (mi viene in mente Soros, che Odino lo fulmini!) credono di agire per il "bene della società".
      Lo stesso per cui lo zootecnico razzista Eugenio Scalfari, quello del meticciamento (fatto con gli uteri delle donne della classi inferiori, quella dei povery) e il Bergoglio si sdilinquivano in salamelecchi vicendevoli.
      Il gatto e la volpe possono trovarsi in grande armonia e convincersi reciprocamente della bontà delle proprie azioni.

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    5. Quindi tu pensi che possano anche essere in 'buona fede' ?
      Io ho molti dubbi al riguardo.
      Quelli che dicono non è quasi mai quello che pensano.

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  5. Bergoglio è stato messo lì dalle elite per favorire l'abbattimento dei confini e degli Stati. Il suo primo atto di governo è stato il volo a Lampedusa per salutare gli invasori e non fa che ripetere da ormai dieci anni che l'accoglienza è obbligatoria, dobbiamo accogliere tutti, è gente in cerca di una vita migliore a cui hanno diritto. Ma non c'è un cane che osservi sommessamente: ma tutti quanti? proprio tutti tutti tutti? I nostri filosofastri (Cacciari e Flores d'Arcais e la sinistra idiota) tacciono, anche per gli atei il papa - guida dell'umanità - merita rispetto. Anche quando dice che devi aprire la porta di casa tua, accogliere tutti? Come signor papa, non ha ancora sentito parlare dell'impenetrabilità dei corpi? In casa mia, e anche l'Italia è casa mia, non può entrare tutta l'umanità. Le perversioni sessuali non sono più un peccato, un vescovo svizzero ha detto che il sesso è un bellissimo dono di Dio (quindi servitevi), ma non accogliere i migranti è un peccato gravissimo, uno di quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio. Il Mattarella ne è un altro, un colpo al cerchio (viva l'Italia, viva il tricolore, viva la Costituzione, la lingua e l'arte italiana), e uno alla botte (la sovranità ottocentesca è superata, la guerra è arcaica, dobbiamo aprirci al mondo ecc.).

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    1. << Bergoglio è stato messo lì dalle elite per favorire l'abbattimento dei confini e degli Stati. >>

      E' probabile.
      Ma credo che anche la Chiesa Cattolica, in quanto istituzione sovrannazionale, abbia la sua convenienza da questo trend.

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  6. Mi aggiungo anche io ai commentatori di questo blog grazie al suggerimento di Sergio sul blog di Agobit.
    Mi ha colpito il commento di Lumen riguardo l'infinita rincorsa alla "superiorità" tra esseri umani che porta all'infinito consumo di beni inutili che utilizziamo per sentirci superiori ad altri.
    Condivido pienamente il pensiero.
    Purtroppo è un' idea che viene piantata sin da piccoli nella testa.
    Devi essere il primo della classe!
    Devi diplomarti/laurearti con la lode!
    Purtroppo è la natura umana, dobbiamo ancora "trascendere" come forma di vita. Mi ricordo del grande maestro di vita Tiziano Terzani di quando diceva che in italiano esiste una bella parola che secondo lui andava presa come riferimento per trovare la contentezza e la pace ovvero "accontentarsi".
    In fondo, tutte le nostre pippe mentali, sul lavoro, lo stipendio, la carriera, l'ambizione, a lungo termine si dimostrano solo degli esercizi di narcisismo, verso il quale e verso i cui risultati si sviluppa poi il ribrezzo o l'invidia generale di altri.
    La gente sembra non essere mai contenta.
    Vent'anni fa vivevamo tutti bene senza aria condizionata ora invece sembra essere diventata essenziale.
    Si accende il condizionatore anche se ci sono 27 gradi.
    E la vacanza ?
    Mica era necessario "dover fare" mezzo giro del mondo per una settimana di ferie come fanno alcuni.
    Ma ora dove ti giri giri non ce n'è uno che sia felice di ciò che c'è, che gli vada bene così come già va.
    Decenni di turbo-capitalismo hanno avvelenato le menti di milioni di persone addirittura convincendole che è moralmente giusto consumare e indebitarsi addirittura, giacché le persone non sono più persone ormai ma appunto "consumatori". Dopotutto la televisione così gli ha ordinato di vivere e per un periodo di tempo questi consumatori potevano anche vivere tranquilli, uniformandosi, vivendo sereni puntando alla casetta, al lavoro sicuro, alla macchina a rate, alle vacanze last minute, insomma a vivere senza troppe preoccupazioni con la loro fetta di amore e gloria a buon mercato garantita (quasi) per tutti.
    Temo che quei tempi però abbiano gli anni contati, anzi per molti sono già finiti da un pezzo.



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    1. Viviamo nel 21° secolo ma abbiamo cervelli che sono rimasti "bloccati" a 200.000 anni, a quello dei primi Homo Sapiens.
      Evoluzione? No, nessuna evoluzione, non da questo punto di vista almeno.
      Non ci siamo per niente evoluti dalla mentalità del cacciatore-raccoglitore dei primi sapiens.
      Proprio come noi, la sua necessità immediata era acquisire energia sufficiente per sopravvivere. A tal fine cacciava e raccoglieva ciò che si trovava nelle sue immediate vicinanze.
      Se beccava una preda si rimpinzava a dismisura ma tuttavia l'eccesso era un evento raro.
      L'energia derivata dall'eccesso veniva controbilanciata da quella impiegata per impossessarsene.
      Quindi non poteva esserci alcuna forma di crescita "fisica".
      La nostra mente segue ancora lo stesso percorso, cerchiamo l'eccesso come facevano i nostri antenati.
      La differenza nella nostra situazione attuale è che ogni giorno riceviamo eccedenze ed eccedenze grazie al potere dei combustibili fossili.
      Non possediamo i mezzi mentali per trattenerci da questo eccesso, quindi ogni giorno ci abbuffiamo in ogni modo possibile.
      I nostri antenati potevano solo abbuffarsi di cibo, ma noi siamo nella posizione di abbuffarci di ogni lusso tecnologico immaginabile che può essere prodotto dal nostro sistema economico-energetico.
      A differenza dei nostri antenati, che non potevano immagazzinare le eccedenze, noi possiamo farlo, sottoforma di energia "tokenizzata" ovvero il denaro.
      Poiché possiamo immagazzinarlo, cerchiamo di acquisirne sempre di più.
      E lo usiamo per comprare molteplici beni che non sono strettamente necessari alla nostra sopravvivenza.
      Le nostre menti non ci permettono di conoscere la soddisfazione, perché proprio come i nostri antenati rimaniamo insicuri del futuro.
      L'obiettivo del milionario è acquisire il suo secondo milione.
      L'obiettivo del miliardario è acquisire il suo secondo miliardo.
      Non ne hanno bisogno, anche un solo milione di euro è più che sufficiente ad avere una vita che rispetto a 500 anni fa non aveva nemmeno un re.
      Ma l’impulso a rimpinzarsi è esattamente lo stesso che animava i nostri antenati cacciatori-raccoglitori.
      L’umanità è ormai da diverse generazioni immersa in uno stile di vita di eccessi.
      Noi (nell’occidente sviluppato) non ne conosciamo altri. Rimaniamo quindi convinti che il nostro eccesso sia un lusso infinito, che la crescita economica sia "per sempre", finché i limiti geologici non metteranno fine a questo consumismo inutile e dannoso.

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    2. Bei commenti, condivido, grazie. Ma come uscire da questa spirale di eccessi, dal volere sempre di più? Come dici tu l'aspirazione del miliardario è il secondo miliardo, ma nel mio piccolo nemmeno io mi accontento, quasi nessuno si accontenta di quello che ha. Solo le persone di una certa età o anziane depongono le armi, specie se hanno raggiunto una certa agiatezza. Siamo bombardati dalla mattina alla sera dalla pubblicità. Io non demonizzo la pubblicità che è anche informazione, anche ma non solo. È tentazione, illusione (sarai felice se acquisti il prodotto, è tuo diritto averlo, compra, compra, non esitare). E siamo poi otto e più miliardi di esseri desideranti.
      Nel quiz dell'Istituto liberale di Zurigo (grazie al quale si può misurare il proprio grado di liberalismo) mi hanno colpito due affermazioni:
      1. L'incremento demografico è positivo perché la ricchezza globale cresce e ciò va a vantaggio di tutti.
      2. Non può esserci un limite alla crescita economica perché i desideri dell'uomo sono infiniti.

      In base ai risultati del quiz io sarei un liberale come Lumen (ho risposto correttamente a dieci domande su dieci, dunque dieci e lode). Ma le due affermazioni qui sopra mi lasciano a dir poco perplesso. Dunque forza col BAU! Crescita, crescita, crescita: è l'orizzonte di tutti i politici, ma anche dei consumatori.
      Diceva Giuliano Ferrara polemizzando col papa attuale che grazie al progresso la Terra può oggi sfamare miliardate di esseri umani. Quo usque tandem?

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    3. Anzitutto do il benvenuto a Gian, nuovo gradito visitatore del blog, e ringrazio Sergio che ci ha messo in contatto.
      I tuoi commenti sono ineccepibili e posso annoverare anche te nella (sparuta) pattuglia dei 'fenotipi consapevoli'.

      Quanto al 'diavoletto della superiorità', che anche tu condividi, mi sembra un concetto importante per capire il comportamento umano (anche se Sergio, simpaticamente, mi dice che alle volte esagero).
      Ad esso ho dedicato anche un post specifico, al quale ti rimando nel caso che tu volessi approfondire:
      https://ilfenotipoconsapevole.blogspot.com/2024/04/superior-stabat-lupus.html

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  7. Ritorno, dopo tempo, su sprone di Sergio - grazie! - in questo luogo, trovo una pagina e commenti eccellenti.

    Da sempre ho una vita, sobria, su alcuni aspetti forse anche austera, minimale, intensa e felice: l'edonismo è incompatibile col consumismo, scrissi a casa.
    Così facendo sono un disadattato sociale (uso questo termine dispregiativo per me stesso, con una certa soddisfazione nel mio mondo al contrario del mondo al contrario qui fuori) e... tadaaaa, qui, mi trovo in compagnia.

    Osservazioni precise, riflessioni razionali, qui.
    Chiaro che
    - la crescita demografica
    - nei paesi sviluppati (in decrescita degli autoctoni) imposta con la immigrazione di massa sostitutiva
    - sia il principale fondamentale della crescita assoluta del PIL
    - che giova solo alle oligarchie alle castalie dei padroni del vapore, per dirla in marxistese
    - e alle loro hybris pseudo filantropiche al contrario (v. OSF sorosiana , l'ASGI, i razzisti anti, Scafisti Giuridici, da essa sostenuta in Italia)
    - scaricando costi, disastri sociali, conflitti, guerra civili, interetniche, religiose, sessual-razzistiche(v. Rotherham) sulla parte inferiore della piramide sociale.

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    1. Caro UNIC, bentornato (scusa se ti chiamo così, ma mi piace la sintesi).
      Qui siamo tutti dei 'disadattati sociali' (bellissima definizione), ma non per questo siamo degli infelici, anzi in genere ci godiamo la vita, avendola compresa nella sua essenza più profonda.
      Noi saremo anche delle persone comuni, che non appartengono al vertice della piramide sociale, ma siamo comunque dei privilegiati, perchè, avendo capito come funziona il mondo, siamo liberi ed indipendenti nel nostro pensiero.

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  8. Dietro giusta richiesta dell'autrice, preciso che i due testi di Gaia Baracetti sono stati tratti da un post del suo blog personale.
    Il testo completo del post è reperibile a questo link: https://gaiabaracetti.wordpress.com/2024/10/04/sostituzione-etnica/
    Mi scuso per l'involontaria omissione.

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