Si conclude qui il post di Aldo Maria Valli sui limiti del dialogo interreligioso tentato in questi decenni dalla Chiesa Cattolica (seconda e ultima parte). (LINK).
LUMEN
<< Siamo quindi nel paradosso. Il Papa da un lato si sforza di mettersi sul piano delle altre fedi e degli altri rappresentanti religiosi, ma in pratica dà loro una lezione, e in particolare la dà all’islam (come del resto ha già fatto nell’Evangelii gaudium, là dove dice che “il vero islam e un’adeguata interpretazione del Corano s’oppongono a ogni violenza”). Il che, dal punto di vista di un musulmano, può essere alquanto problematico: come osa il papa spiegare qual è il vero islam e quale dev’essere un’adeguata interpretazione del Corano ?
Sia pure mascherata da un’estrema modestia formale, la Chiesa cattolica resta, in questo modo, sostanzialmente docente e missionaria, ma inocula nelle altre fedi il virus del relativismo da cui è stata infettata. Paradosso nel paradosso.
“Così – osserva don Barthe – si arriva a un vicolo cieco. Quali risultati ha prodotto, in effetti, il dialogo? Se si vuole stare alla realtà, occorre dire che ha accentuato il fatto che un numero importante di cattolici viva nel relativismo sentimentale e si conformi allo spirito del tempo.
In Occidente l’homo religiosus sta scomparendo a grande velocità, tranne nel caso dell’islam. Nell’ultra-modernità resta un elemento religioso, ma individualizzato, de-istituzionalizzato ed estremamente frammentato all’interno di ogni gruppo. Ciascuno organizza il senso religioso a proprio piacimento, mentre i giovani sono sempre meno praticanti.
Negli Stati Uniti, numerosi protestanti abbandonano la religione, così come accade anche tra i cattolici, sebbene il declino del cattolicesimo sia mascherato dall’arrivo degli immigrati latinos. La stessa Russia, più occidentale di quanto non si creda, si sta secolarizzando e si sta individualizzando.
La religione ortodossa, pur avendo ritrovato potenza e visibilità, non esercita un’influenza reale sulla società, soprattutto per quanto concerne la morale familiare. E la pratica religiosa è sorprendentemente bassa: sebbene la Pasqua sia una festa molto importante per i russi, soltanto il 2% ha partecipato alle celebrazioni pasquali del 2023.
Papa Francesco allora, indicando inconsapevolmente che la strada imboccata è senza uscita, sottolinea: “Si pensa talvolta che l’incontro tra le religioni consista nel ricercare a tutti i costi un terreno comune tra differenti dottrine e professioni religiose. In realtà, può capitare che un tale approccio finisca per dividerci. Perché le dottrine e i dogmi di ogni esperienza religiosa sono diversi” (discorso alla moschea Istiqlal).
Così, nonostante il relativismo contenuto nelle dichiarazioni di Francesco ad Abu Dhabi, a Giacarta e a Singapore, la consapevolezza delle differenze s’accresce. Il dialogo, quindi, non serve a niente? Certi teologi, come il protestante Marc Bross e il cattolico domenicano Remi Céno, ormai sostengono apertamente ch’esso sia radicalmente impossibile.
Se l’Occidente è prova della dissoluzione del dato religioso nel relativismo, l’Asia si profila come il luogo della riaffermazione delle differenze insuperabili. Il risveglio dell’intransigenza religiosa e del proselitismo – compreso il caso del buddhismo sotto la forma della conquista sincretistica, sua caratteristica propria – è in molti luoghi impressionante.
In India (dove l’induismo, religione dominante, conta oggi il 74,8% di una popolazione pari a 1,40 miliardi di abitanti) le ultime elezioni legislative, vinte dal primo ministro Narendra Modi, leader del partito nazionalista indù BJP (Partito del popolo indiano), hanno rilanciato l’influenza decisiva di un induismo aggressivo e violento, soprattutto nei confronti dell’islam. Anche in Cina si assiste a una rinascita eclatante della sfera spirituale (buddhismo, cristianesimo, mondo delle religioni popolari) ma il tutto sotto il controllo del Partito comunista.
Per quanto minato sia dal liberalismo dell’ultra-modernità sia dall’ideologia del dialogo, il cattolicesimo fa registrare cifre tutt’altro che negative. In Corea del Sud tra il 1999 e il 2008 si è registrato un sorprendente aumento del 50% nel numero dei cattolici. E la Corea del Nord conferma in negativo tale tendenza: il rischio della rinascita religiosa è considerato così reale da spingere il regime a perseguitare il cristianesimo con incarcerazioni, torture ed esecuzioni.
A livello mondiale, le statistiche parlano di oltre 360 milioni di cristiani perseguitati, cifra che non cessa di aumentare. Nel mondo, un cristiano su sette viene perseguitato. Uno su cinque in Africa, due su cinque in Asia e nel Medio Oriente, dove la persecuzione è tale da far scomparire il cristianesimo dalle terre in cui è nato. E in Europa? Da noi già ora vediamo la crescita di emarginazione, dittatura delle ideologie dominanti, aggressioni, profanazioni. Come all’origine, il cattolicesimo si afferma nella sofferenza e nel sangue dei martiri.
Con estremo realismo, il fallimento del dialogo interreligioso è stato illustrato di recente dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, che dagli anni Novanta vive in Terra Santa.
In un suo intervento a Roma, il cardinale ha deplorato che in una situazione specifica in cui il dialogo sarebbe quanto mai prezioso, le parole dei leader religiosi sono state “fortemente assenti”. Infatti, “salvo poche eccezioni, non abbiamo sentito negli ultimi mesi, da parte delle autorità religiose, discorsi, riflessioni o preghiere diverse da quelle di qualsiasi altro leader politico o sociale”.
“Non sarà mai più come prima, almeno tra cristiani, musulmani ed ebrei”, ha detto Pizzaballa. “Il mondo ebraico non si è sentito sostenuto dai cristiani e lo ha espresso chiaramente. I cristiani a loro volta, divisi come sempre su tutto, incapaci di una parola comune, o sono divisi sull’appoggio all’uno o all’altro campo, oppure sono incerti e disorientati. I musulmani si sentono aggrediti, considerati complici dei massacri commessi il 7 ottobre. Insomma, dopo anni di dialogo interreligioso, ci siamo ritrovati a non capirci”.
Parlando di un “grande dolore”, ma anche di “una grande lezione”, il cardinale, che è certamente uomo di pace, ha detto: “Il solco di divisione tra le comunità, i rari ma importanti contesti di convivenza interreligiosa e civile si stanno progressivamente disintegrando, con un atteggiamento di sfiducia che cresce ogni giorno. Un panorama desolante”. E che si può estendere dalla martoriata Terra Santa al mondo intero. >>
ALDO MARIA VALLI
Interessanti questi due post sull'inutilità del dialogo religioso, ho appreso varie cose, per es. in merito ai tentativi di dialogo da parte della Chiesa cattolica già nell'Ottocento e alla decisa opposizione di Leone XIII. Comunque come già detto in un commento alla prima parte un'intesa è senz'altro possibile sul piano dell'etica (con pochissimi "comandamenti" - dei dieci classici tre possono bastare). La convivenza delle diverse religioni presuppone l'accettazione di una Carta ovvero della Costituzione che dovrebbe essere la vera base della convivenza. Il papa attuale è nemico del proselitismo da lui spesso denunciato (come dire che l'opera missionaria della Chiesa è stata un abuso, una sopraffazione, colonialismo appunto, da condannare).
RispondiEliminaCredere in Gesù salvatore del mondo è dunque facoltativo, anzi inutile. Domanda a Bergoglio: ma chi era questo Gesù, era davvero il Figlio di Dio in senso stretto e risorto dai morti o sono tutte balle, leggende, credenze antiche? O era solo un profeta come dicono gli islamici e inferiore a Maometto?
Altre religioni, a cominciare dall'islam, hanno tuttora una forte spinta propulsiva e guerriera.
Un'etica comune è però possibile e se il proselitismo scompare (i cattolici bergogliani fanno persino da battistrada - dall'extra ecclesiam a fratelli tutti) col tempo scompariranno anche tante religioni per mancanza di effettivi. Il cristianesimo si è diffuso in tutto il mondo, ma è ora in ritirirata o sta persino scomparendo in occidente.
Riassumendo: dialogo inutile o di facciata, ma convivenza necessaria e possibile sulla base dei diritti umani.
"ma chi era questo Gesù, era davvero il Figlio di Dio in senso stretto e risorto dai morti o sono tutte balle, leggende, credenze antiche? O era solo un profeta come dicono gli islamici "
EliminaSu questo gli islamici hanno ragione: Gesù non poteva essere divino (perchè le divinità non esistono) e quindi era solo un profeta.
Ma cosa curiosa è che la divinità di Gesù sarebbe solo una elaborazione teologica successiva, di molto posteriore alla sua vita.
Lo sostiene un gigante della critica testamentaria come Bart Erhman in un libro intitolato "E Gesù divento Dio":
<< Per tutti i cristiani, Gesù è Dio incarnato. Oggi. I cristiani che leggeranno questo libro resteranno invece sorpresi scoprendo che Gesù, alle origini del cristianesimo, non era affatto considerato Dio. A dimostrarlo sono i vangeli stessi. E non solo. I discepoli non credevano che Gesù fosse Dio. Non lo sosteneva nemmeno lo stesso Gesù. Gesù era un semplice predicatore ebreo di umili origini che, secondo gli apostoli e tre evangelisti, Dio avrebbe esaltato a un rango divino soltanto dopo la sua morte. In seguito, anche questa tesi sarebbe stata considerata eresia. Quanto credono oggi i cristiani è stato accettato dalle Chiese cristiane soltanto dopo diversi secoli. >>
Quanto al trovare delle regole etiche comuni per tutti, è una cosa più facile a dirsi che a farsi.
RispondiEliminaCi sono moltissimi temi etici di grande delicatezza (rapporti tra i sessi, aborto, divorzio, fine vita, procreazione, violenza sociale, diritti individuali, ecc.) su cui non si potrà mai trovare l'accordo di tutti.
E una religione che non ha regole cogenti su questi argomenti è solo una scatola vuota.
Dio deve essere il supremo erogatore e garante delle regole sociali: senza regole specifiche, tassative ed inviolabili, non serve a niente.
Sì, hai ragione, più facile a dirsi che a farsi, però proprio sui punti che citi - rapporti tra i sessi, aborto, divorzio, fine vita, anche procreazione - le posizioni non sono così lontane, anche se sull'aborto la Chiesa non transige (per il momento, ma ha già ceduto sulla 194 che Zuppi, papabile, considera una "conquista" laica da non rimettere in discussione). Però come dici giustamente tu, senza regole cogenti una religione è una scatola vuota. E difatti Bergoglio nonostante tutte le sue aperture o cedimenti resta fermo in materia di aborto, i medici consenzienti sono criminali. Un'autorità deve per forza imporre dei limiti, se no che autorità è? Il Sesto è abolito, ma l'aborto è un crimine, nella fattispecie "Gott mit uns". Anche sull'utero in affitto non transige deludendo i suoi beniamini Lbgt+ (ma qualcosa deve pur vietare). Non so se sai che per la Chiesa cattolica qualsiasi forma di procreazione assistita è illecita, almeno ciò fino a ieri, ma ormai è pratica diffusa e penso che anche qui la Chiesa cederà facendo finta di niente.
EliminaScusa Sergio, ma non vorrei avere capito male.
EliminaLa Chiesa continua a condannare l'aborto come un crimine gravissimo (secondo tradizione), ma, nel contempo, un cardinale importante come Zuppi difende la legge 194.
Come è possibile ?
Stanno facendo il gioco del poliziotto buono e del poliziotto cattivo ?
E invece è possibile! La contraddizione è vistosa, scandalosa addirittura, ma ... non c'è da meravigliarsi troppo in fondo. Cosa non si fa per sopravvivere! Un colpo al cerchio e uno alla botte è comunque sempre una buona tattica - finché dura.
EliminaHai detto bene.
EliminaSe/quando all'interno delle varie Elites religiose prevalgono i "moderati" se non proprio "liberali" il dialogo inter-religioso ha degli avanzamenti, se/quando prevalgono i conservatori se non gli integralisti qs dialogo regredisce o si spegne del tutto: nihil novi sub sole... Cmq il nemico comune delle grandi Religioni oggi piu' che mai e' costituito dalla moderna Democrazia liberale occidentale di matrice laico-illuminista: in qs ottica si può dunque marciare (parzialmente) divisi per colpire uniti... E con l'appoggio delle varie Autocrazie in giro per il mondo si può
RispondiEliminadire che (purtroppo) stiano vincendo... Saluti
Giusta osservazione: anche nelle elites religiose esistono i moderati e gli aggressivi e questo si ripercuote sulle relazioni con le altre religioni, soprattutto in tema di tolleranza reciproca.
EliminaResta da chiedersi in forza di quali meccanismi si alternano i due tipi di elites, ma non so darti una risposta.
Valli è uno dei più feroci critici di Bergoglio. C'è anche nel dibattito interno alla chiesa una destra che cerca in ogni mododi contrastare le aperture del Papa attuale. Valli vede affacciarsi una etica della situazione molto rischiosa, che porta acqua al mulino del soggettivismo imperante e che si traduce in pura liquidità culturale. Tutte critiche che appaiono strumentali a molti: è sufficiente estrapolare frasi da un discorso più ampio per fare dire a Bergoglio cose che non intendeva dire. È un vecchio trucchetto. La realtà è che il "cattolicesimo sociale" di Bergoglio ai conservatori non piace, non piace la posizione pacifista né le aperture alle coppie di fatto contenute in Amoris Letitia. Cosa dire: occorrerebbe considerare anche un punto di vista contrario a quello di Valli.
RispondiEliminaFeroce critico una persona mite come Valli? Non ho capito il senso del Suo intervento. Scrive anche: " è sufficiente estrapolare frasi da un discorso più ampio per fare dire a Bergoglio cose che non intendeva dire."
EliminaQuello che ha detto Bergoglio è così chiaro e univoco, non c'è bisogno di interpreti o esegeti: Bergoglio non crede più nelle verità del cristianesimo, è di fatto un eretico e occupa indegnamente la cattedra di Pietro.
Io non sono cattolico o credente e per conto mio Bergoglio può dire e fare ciò che crede sia giusto. Ma i cosiddetti conservatori cattolici hanno ragione da vendere e hanno motivo di lamentarsi di questo sedicente papa. Ma anche i non credenti non possono essere indifferenti all'operato di questo signore che vuole l'invasione dell'Italia e dell'Europa: la Chiesa cattolica è diventata la Chiesa dei diversamente sessuali e dei migranti. Della salvezza dell'anima e della vita eterna Bergoglio non parla più, tanto Dio ama tutti, continua a ripetere, e quindi non andremo, nessuno andrà all'inferno. I cattivacci alla Hitler semplicemente - puff! - scompariranno, ha raccontato a Scalfari. Ma per favore, se questo è un papa!
@ Sergio
EliminaPuò darsi che lo scontro fra 'tradizionalisti' e 'modernisti' sia più di tipo sociale che teologico.
Come abbiamo detto sopra, i temi etici, in una religione, sono sempre i più delicati.
@ Agostino
EliminaQuindi, se ben ho compreso, tu pensi che la posizione di Papa Francesco resti nel solco della tradizione teologica e che si differenzi da quella classica solo per alcuni temi sociali, secondari dal punto di vista religioso.
Ma tu, personalmente, condividi le aperture sociali di Bergoglio ?
Mi pare difficile non condividere le aperture sociali in quanto "aperture". Inoltre va considerato che, come dicono alcuni teologi, esse non sono in contrasto con la tradizione della Chiesa.
EliminaIn effetti andare verso il dialogo è sempre una cosa positiva.
EliminaPerò io, vedendo le cose da fuori, ho l'impressione che questo Papa stia andando contro la tradizione.
Tu dici che alcuni teologi lo negano; forse però ce ne sono altri che lo affermano.
L'attuale Pontefice è un abile "cerchiobottista" che presumibilmente su input della propria "base elettorale" cardinalizia e vescovile si muove sul sottile crinale tra Conservazione (cfr inni al natalismo e perenne opposizione alle moderne tecniche anticoncezionali) e Riforme (quasi esclusivamente di tipo organizzativo interno o relative a tematiche sociali) e pur essendo per molti versi preferibile al rigido e ultra-conservatore predecessore tedesco (mi) sembra molto meno rivoluzionario di come viene dipinto dai Cattolici tradizionalisti tipo Valli e inoltre molto attento ad acquisire/accrescere il consenso mediatico... Saluti
RispondiEliminaSicuramente Bergoglio è un abile politico, che cerca di ottenere per la Chiesa la massima visibilità mediatica, senza perdere il seguito dei fedeli.
EliminaPerò non è una cosa facile ed il disagio dei tradizionalisti lo dimostra.
D'altra parte, il momento storico è difficile e non credo che abbia molte alternative.
Valli è una brava persona, ma non un teologo. Ma accanto o dietro Valli ci sono teologi ferratissimi, a cominciare dallo scomunicato cardinale Viganò e ancor più da Enrico Maria Radaelli, discepolo di Romano Amerio che personalmente non posso non ammirare pur non essendo cattolico. Il suo "Iota unum" (Studio sulle variazioni della Chiesa cattolica nel XX secolo) mi ha fatto un'ottima impressione.
RispondiEliminaQuesta è la presentazione editoriale del libro 'Iota unum':
Elimina<< Pubblicato nel 1985, frutto di una ricerca protrattasi per circa mezzo secolo, Iota unum è l’opera più complessa e profonda del grande studioso cattolico Romano Amerio, una riflessione serrata e sistematica sul Magistero della Chiesa novecentesca (in particolare conciliare) e, insieme, un’aggiornata summa metafisica cattolica (e il senso ultimo di questa summa, il suo apax, si trova tutto in Stat Veritas).
Contro molte scuole di pensiero formatesi nel dopoguerra, soprattutto dopo quel Concilio Vaticano II esaltato come «rottura e nuovo inizio», come una «nuova Pentecoste» della Chiesa (non solo l’«officina bolognese» di Dossetti, ma tutto il Nord Europa), Romano Amerio ripropone con forza il primato della Verità sull’Amore – come insegnato a partire dagli Evangeli, da san Giovanni Apostolo e san Paolo, e poi da sant’Agostino – per cui in Dio all’essere seguono prima l’intelligere e poi l’amare, e non viceversa.
Per Amerio mutare quest’ordine significa indurre l’uomo ad agire non più mosso dal pensiero, ma dal sentimento, in una condizione di libertà illusoria. >>
<< Romano Amerio ripropone con forza il primato della Verità sull’Amore >>
EliminaSe devo essere sincero, non mi è ben chiaro il significato teologico di questo passaggio e le sue conseguenze sul piano pratico.
Forse l'amico Sergio mi può aiutare.
Mi dispiace, non posso aiutarti. Ma direi che la verità è il fondamento e viene prima del sentimento. Per un cattolico come Amerio la verità è contenuta nel Credo o nella dottrina, compresa la tradizione, a cui non si può assolutamente derogare, nemmeno uno iota. Il cristianesimo di Bergoglio è invece sentimento puro, la dottrina, persino il Credo, sono roba da "clericali". Ma se togli la base, il fondamento, e riduci tutto a sentimentalismo non c'è bisogno di una Chiesa. Ma non è che straveda per Amerio, come potrei? Ma Amerio è preciso, chiaro, cosa sempre apprezzabile (anche per contestarlo). Amerio ha curato l'edizione critica di Giordano Bruno!
EliminaPensavi di non potermi aiutare ed invece ci sei riuscito.
EliminaAdesso ho capito la dicotomia (religiosa) tra il 'rigore dottrinario' ed il 'sentimentalismo'; e mi rendo conto che sono due strade che portano in direzioni diverse.
Con la speranza di portare un utile contributo, primato della Verità sull'amore significa essenzialmente Cattolicesimo "di destra" (=centralità di divieti, dogmatica tradizionale, gerarchia, riti ecc.) mentre primato dell'Amore sulla Verità significa wssenzialmente Cattolicesimo "di sinistra" (=centralità di condivisione, accoglienza senza limiti, perdono, inflessibile condanna della ricchezza materiale ecc.) La medesima suddivisione tendenzialmente si verifica anche all'interno delle altre grandi Confessioni cristiane e "mutatis mutandis" anche delle altre grandi Religioni planetarie. Da un punto di vista laico restano aturalmente aperte tot questioni: a cominciare dal rapporto tra Potere politico e Potere religioso e dal giudizio sul Pensiero scientifico, ma qui il discorso si farebbe troppo lungo. Saluti
EliminaTi ringrazio per l'ottimo contributo e mi permetto di aggiungere una considerazione.
EliminaHo l'impressione che le religioni prediligano il primo approccio (quello rigido e dogmatico) quando sono forti ed hanno il controllo sociale dei propri fedeli.
Passano invece al secondo (per necessità) quando il controllo dei propri fedeli non c'è più, perchè sono subentrate delle regole di convivenza 'laiche'.
A quel punto la religione si trasforma da una struttura di regole sociali cogenti (molto gradita alla dx) ad un semplice supporto psicologico e caritatevole (più gradito alla sx).