sabato 23 marzo 2019

Punti di vista - 5

LOTTA ALLA POVERTA’
La premessa cristiana ci impegna nel fine [di eliminare la miseria] ed impegna anche nella ricerca sempre viva dei mezzi proporzionati a tale fine; questi mezzi devono esistere, esistono, se ad essi è legato un fine così essenziale per l’uomo: si tratta di ricercarli con amore appassionato, con mente sempre aperta ad ogni spiraglio di luce che permetta, in qualche modo, di intravederli.
Keynesiani, non keynesiani? I nomi non contano, contano le cose: credere che sia possibile una tecnica risolutiva (anche se con prudenza) del massimo problema sociale (disoccupazione e miseria) o essere scettici intorno alla possibilità di essa ed alla efficacia risolutiva di essa: questo è il dilemma.
La radice del contrasto che questa polemica così viva ha messo in luce è tutta qui: è un contrasto di fondo; rileva due concezioni diverse delle ripercussioni sociali del cristianesimo, due modi diversi di concepire la finalità dell’economia, della finanza e della politica.
Non è un dissenso di dettaglio, non si può dire che, in fine, le due parti sono d’accordo: no, non sono d'accordo, perché il loro disaccordo tocca le idee di base e di orientamento.
GIORGIO LA PIRA

(Nota di Lumen – Personalmente, non condivido le affermazioni ottimistiche di La Pira, in quanto sono convinto che la povertà sociale sia un problema strutturale ed ineliminabile; e la storia sembra darmi ragione. Mi rendo conto però che per un politico cattolico, così come per un marxista, il presupposto “positivo” sia inevitabile).


PLASTICA
In Italia, si producono circa 100 kg di plastica a testa ogni anno.
Di questi, circa 35 kg a testa sono “rifiuti da confezionamento”, ovvero quella frazione di plastica che – secondo le leggi vigenti – si può differenziare e riciclare. Il resto non si ricicla e finisce accumulato da qualche parte o disperso nell’ambiente.
E anche la frazione che riusciamo a riciclare non sparisce, rimane nel sistema. Dopo un certo numero passaggi, almeno una parte va a finire dispersa nell’ambiente anche quella. Da lì, la ritroviamo nel ciclo alimentare e infine nel nostro piatto.
La plastica che buttiamo via, a lungo andare, ce la mangiamo. Non fa bene di sicuro.
Possiamo bruciarla? Sì, ma non è una soluzione sostenibile: vuol dire generare gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale. (…)
C’è una ragione per questa situazione: le industrie producono prodotti in plastica perché la plastica fatta dal petrolio costa meno di qualsiasi alternativa, dal cartone alle “bio-plastiche.” E, come tutti sappiamo, solo chi vende a prezzi bassi resiste sul mercato.
UGO BARDI


RIPRODUZIONE SESSUALE
Nei tempi primordiali il meccanismo più semplice con cui gli esseri viventi si riproducevano era la scissione, ovvero ognuno creava una copia identica di se stesso.
C'era un inconveniente, con individui identici un qualsiasi cambiamento nel contesto che poteva ammazzarne uno o anche solo essere svantaggioso per uno, poteva colpirli tutti allo stesso identico modo.
Allora, prova e riprova, prima per via degli errori nella replicazione del DNA, poi per selezione, ecco un sistema più complesso, la riproduzione sessuata, dove due o più individui producono dei gameti che hanno solo una parte dei geni necessari all'individuo completo, si uniscono le parti di individui diversi e così si rimescolano i geni.
Il rimescolamento genetico in parole povere fa in modo che ci sia abbastanza varietà in una popolazione che un cambiamento nel contesto non riesca ad ammazzare tutti, ci siano sempre alcuni che resistono o anche che trovano il cambiamento vantaggioso.
LORENZO CELSI


COSTITUZIONE E GUERRA
La [nostra] Costituzione sarebbe più autorevole se non contenesse errori e addirittura palesi assurdità.
In che altro modo si può giudicare l’art.11, quando afferma che l’Italia- “ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”?
A parte l’enfatico verbo “ripudiare”, qual è l’ultimo mezzo per risolvere le controversie internazionali, quando gli Stati non si mettono d’accordo?
L’alternativa alla forza è il diritto, ma questo all’interno di uno Stato che funziona.
Nella realtà internazionale, se l’Ucraina si presentasse dinanzi ad un giudice per denunciare che la Federazione Russa le ha scippato la Crimea, e un giudice le desse ragione, poi che se ne farebbe, Kiev, di quella ragione?
Quando non dispone della forza per imporre i suoi dettati, il diritto è un flatus vocis. Ripudiare la guerra è come ripudiare la pioggia o i terremoti.
GIANNI PARDO


SVALUTAZIONE
La svalutazione della moneta non è una furbizia, come molti vogliono far credere, ma un adeguamento monetario assolutamente opportuno e legittimo nei rapporti commerciali con l’estero.
E’ come mettere un dazio sulle importazioni e il volano alle esportazioni.
In uno Stato sovrano che vuole tutelare gli interessi nazionali è una misura del tutto appropriata e legittima.
E’ per questo che la Germania e la Francia ci tenevano tanto a farci entrare nell’euro, per legarci le mani dietro la schiena.
E i nostri inqualificabili politici dell’epoca glielo hanno pure consentito.
EROS COCOCCETTA

9 commenti:

  1. "... sono convinto che la povertà sociale sia un problema strutturale ed ineliminabile; e la storia sembra darmi ragione."

    Bisognerebbe intanto definire cosa s'intenda per povertà. Il povero miliardario che ha perso soldi in borsa e ha molti meno miliardi di un concorrente si sente declassato, magari è pure infelice ... Per la maggior parte della gente non è povero ma lui si sente una m... Tuttavia possiamo intenderci all'incirca. Diciamo che in Italia è povero chi ha meno del salario medio (ignoro quanto sia attualmente) e non arriva perciò alla fine del mese, non può concedersi quasi nulla, fare una vita "dignitosa". Dicono che in Italia sono milioni in queste condizioni, ci sarebbero poi i poverissimi ...
    E tuttavia almeno in occidente grazie allo Stato sociale la fame, quel che si dice fame, non la fa più nessuno. E poi c'è la sanità gratuita e altre regalie che quelli del terzo mondo si sognano.
    Ma lo Stato moderno può o potrebbe eliminare la povertà. Non ci ripetono i politici, a cominciare dal presidente della repubblica, che "non lasceranno indietro nessuno"?
    Eppure nientepopodimeno che Gesù Cristo disse ai suoi amici: "I poveri li avrete sempre con voi, me no perché me ne ritorno da mio padre." Eppure il papa e i preti si sono buttati adesso a sinistra per eliminare la povertà. Ma gli conviene? Diceva Pasolini negli anni Sessanta: che senso ha la Chiesa senza poveri? Come dicevo ultimamente citando Sciascia: l'inveramento del cristianesimo, cioè la sua realizzazione nei rapporti umani (amore del prossimo, eliminazione della povertà - aggiungiamo magari anche della pedofilia ... - significherebbe la fine della Chiesa, lo scopo essendo stato raggiunto. Quanto al fine supremo, il "grande affare" dei gesuiti, cioè la vita eterna, non ci crede più nessuno, a cominciare dai preti stessi e dai teologi (che per questo si sono buttati a sinistra - ma dovrebbero fare un partito e presentarsi alle elezioni - e lo prenderebbero in quel posto - che magari a loro fa pure piacere ...).
    In conclusione: la povertà è un concetto relativo. Il povero occidentale per un nigeriano, ma pure per un rumeno che vero occidentale non è ancora, è un fottuto riccastro.
    La povertà relativa è probabilmente ineliminabile (direi che Gesù aveva ragione). Ma una altrettanto relativa eguaglianza sarebbe un bel passo avanti e pure realizzabile. Ma l'uguaglianza comunista di Flores d'Arcais non la vogliamo (dieci miliardi di cloni umani sarebbero un orrore, un vero inferno in terra).

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    1. << la povertà è un concetto relativo. Il povero occidentale per un nigeriano, ma pure per un rumeno che vero occidentale non è ancora, è un fottuto riccastro. >>

      Caro Sergio, certamente la povertà è un concetto relativo, ma ci sono anche elementi assoluti, come il dover ricorrere alla carità pubblica (o religiosa) per avere qualcosa da mangiare o un posto dove dormire.
      Ma anche quando una società diventa sufficientemente ricca da poter sprecare, come quella occcidentale, si può notare che la carità pubblico-religiosa non muore mai.
      E se, per ipotesi, dovessero scarseggiare gli autoctoni, ecco che subito arriva un robusto flusso migratorio di stranieri poveracci che vanno ad occupare quella nicchia.
      Ecco perchè dico che la povertà, anche quella quasi assoluta, è ineliminabile.

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  2. Per la Chiesa l'arrivo dei nuovi poveri è proprio la manna del cielo! Ormai il papa e i preti non parlano d'altro, il destino eterno dell'uomo, ovvero la vita eterna sono spariti dall'agenda, non ci credono nemmeno più loro. E la gente si è fatta anche furba con tutti questi scandali. La Chiesa si fa concreta, niente più aldilà, punta sull'aldiquà che è molto più reale e concreto. E così continuerà a scassarci il ... come ha sempre fatto. San Paolo almeno si guadagnava il pane come tappetaro (però era fuori di testa pure lui, anche se ogni tanto era ispirato come nella lettera ai Corinti, cap. 13 - bellissima la traduzione di Testori, per altro anche lui un matto, era vicino a Comunione e Liberazione, figurati).

    "Se le lingue degli uomini
    conosco
    e pur quelle degli angeli
    e non ho carità
    cembalo sono che appena tinnisce,
    bronzo che suono non dà.
    ......................................... "

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  3. Confronta con la piatta traduzione della Bibbia Marietti (1961):

    Quando io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho la carità, sono un bronzo risonante e un cembalo squillante.

    Mi pare anche che qualcuno traduce male. Ma sarebbe anche interessante conoscere il senso di questa parolina, carità. A me non piace, ricorda troppo chiedere e fare la carità. È una parola ambigua. Penso che San Paolo intendesse piuttosto "umana simpatia" (oggi si direbbe magari empatia che nemmeno mi piace, non fa parte del mio vocabolario).

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  4. Secondo me la posizione della Chiesa sulla povertà è perfettamente compatibile (e non per caso) con le esigenze del potere temporale, che dei poveri, in fondo, ha bisogno.
    La predicazione religiosa, infatti, non è tanto incentrata sull'abolizione strutturale della povertà (per quanto sia possibile), ma sulla cura quotidiana delle persone povere, da aiutare in quanto tali e senza la pretesa di affrancarli dal bisogno.
    Insomma, una sorta di rivesciamento della famosa massima cinese che diventa: non insegnare a tuo figlio a pescare, ma dagli un pesce al giorno.

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  5. Non bisogna sempre pensar male: la Chiesa ha considerato la povertà come una condizione generale dell'umanità (secondo le parole dello stesso Gesù), condizione che si poteva solo alleviare praticando la carità. Non per niente la Chiesa ha condanno il comunismo, non solo perché era ateo, ma anche perché andava contro la natura umana (parole del cardinale Casaroli quando crollò il comunismo). Noi possiamo amare solo il nostro prossimo, ma prossimo in senso stretto (famiglia, parenti, amici, conoscenti, in senso lato anche i connazionali e poi la patria).
    Il comunismo è stato un tentativo di razionalizzare l'esistenza: chi può essere contro l'ingiustizia, la miseria, la povertà? Tutte le città ideali (da Platone a Campanella e Marx) hanno voluto la perfezione ma ingabbiando l'uomo. Dalla città ideale di Campanella si può solo desiderare di scappare, nonostante o appunto a causa della perfezione.

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    1. << Non bisogna sempre pensar male, (...) la Chiesa ha condannato il comunismo, non solo perché era ateo, ma anche perché andava contro la natura umana >>

      Tutto vero, caro Sergio, ed in effetti io finisco spesso per pensare male di chi detiene il potere, magari esagerando.
      Su questo punto, però, mi sento però di fare due altre considerazioni.

      La prima è che ci sono anche molti precetti religiosi che vanno palesemente contro la natura umana (in primis quelli sessuali), ma la Chiesa non sembra preoccuparsene per nulla.

      La seconda è che il comunismo era osteggiato dalla Chiesa anche perchè ne rappresentava un temibile concorrente e se avesse funzionato avrebbe potuto ribaltare completamente il rapporto tra la Chiesa e la società.

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    2. Mah, non credo, non penso che la Chiesa davvero temesse la concorrenza del comunismo. Ma il comunismo col suo ateismo colpiva al cuore l'istituzione. Insomma, era piuttosto una questione di principio: con gli atei non si discute, vogliono distruggere la Chiesa. Chissà se qualcuno ha davvero pensato che il comunismo avrebbe realizzato il paradiso in terra! A dir la verità c'è ancora qualcuno che ci crede, Toni Negri e Potere al popolo (quelli di "ìe so' pazzo", io sono pazzo in napoletano).

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    3. Qualcuno ha detto che anche il comunismo era - a suo modo - una religione.
      Con quel che ne consegue.

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