sabato 1 settembre 2018

Pensierini - XL

SOVRANISMO
I movimenti “sovranisti” che si stano affermando in questi anni nell’Europa occidentale, pur essendo per certi versi simili al nazionalismo storico, possiedono, a mio avviso, due caratteristiche particolari.
Anzitutto sono movimenti che vengono dal basso, cioè dai sentimenti effettivi della gente, e non dall’alto, in quanto si trovano ad essere osteggiati (soprattutto i Italia) dalla martellante propaganda congiunta di TUTTI i media principali (TV e grandi giornali).
Normalmente, la propaganda ufficiale risulta letale per i movimenti popolari contrari, ma in questo caso sembrano bastare le notizie del web per tenere vive le loro opinioni.
In secondo luogo (e per fortuna), l’attuale sovranismo è una forma di nazionalismo solo difensivo, per cui non vi sono rischi di militarismo aggressivo verso l'esterno, cioè dei singoli Stati fra loro.
Personalmente, ritengo che se l'Europa occidentale ha una possibilità di mantenere la propria cultura e la propria identità, può affidarsi solo a questi movimenti, ma le prospettive non sembrano molto incoraggianti.
LUMEN


PRIVACY
Qualcuno ha osservato che, nell’attuale regime di “privacy” onnipresente, persino il nome diviene segreto e sconveniente.
Nelle strutture pubbliche e private di servizi, infatti, si danno disposizioni per non chiamare più le persone con il loro nome, ma designarle con un numero o con un altro elemento anonimo (es. l'ora di accesso).
In questa scelta potrebbe anche esserci l’obbiettivo, neppure tanto recondito, di oggettivizzare le persone, togliendo loro il potere evocativo del proprio nome e quindi della propria storia e libertà individuale.
E’ probabile però che la motivazione principale risieda solo nei grandi numeri.
Se il gruppo umano in cui si vive ha una dimensione modesta (ed il pensiero corre subito al numero di Dumbar) l'utilizzo del nome è certamente il sistema ottimale per interagire con le altre persone.
Ma se le persone con cui si interagisce sono tantissime, l'utilizzo dei numeri diventa una scelta obbligata.
Purtroppo siamo diventati troppi e da questa premessa derivano quasi tutti i guai in cui ci troviamo.
LUMEN


ELITES APOLIDI
Ma da chi sono costituite le famose elites (apolidi) che guidano il mondo ?
Lasciando perdere le risposte più ingenue, come i ‘massoni’ o gli ‘ebrei’ (figuriamoci), le elites che guidano il mondo globalizzato sono, molto semplicemente, i ricchissimi (industriali e/o finanzieri), ai quali i politici fanno da aiutanti e i grandi media da valletti.
Le elites sono sempre esistite e hanno sempre mandato avanti la baracca secondo i propri interessi, e quindi contro gli interessi della popolazione comune, che però in genere nemmeno se ne accorgeva.
Adesso però, con la democrazia diffusa, hanno bisogno di una parvenza di consenso e di legalità ed ecco la loro contiguità con i politici (che devono fare le leggi più adatte a loro) e con i grandi media, che devono convincere la gente che gli interessi delle elites coincidono con le loro (e ci riescono !).
Inoltre c'è l'altra grande novità, ovvero la globalizzazione, ed allora le elites da nazionali si sono trasformate in trans-nazionali (giuridicamente cittadine di uno stato, ma sostanzialmente apolidi) il che, per fortuna, consente due significativi vantaggi per noi gente comune.
Anzitutto ottengono il nostro consenso e la nostra acquiescenza con le buone, ovvero con la propaganda dei media, anziché con le cattive (le manganellate della polizia).
In secondo luogo, mentre prima le elites delle varie nazioni potevano avere interesse ad una guerra tra di loro, oggi questo interesse non c'è più ed ecco spiegato il lungo periodo di pace sostanziale.
Purtroppo tutto questo è rovinato dal sostanziale superamento dei confini, con quel che ne consegue in tema di immigrazione incontrollata.
LUMEN


I QUATTRO SISTEMI
Se un essere umano desidera un oggetto che gli serve, poniamo un paio di scarpe, ci sono – in linea di massima - 4 diversi sistemi per ottenerlo:
1 - Può farlo lui stesso, se ne è capace (è l’approccio dell’homo faber).
2 - Può ottenerlo da qualcuno in cambio di qualcos’altro, che può essere anche del denaro (è l’approccio del mercante).
3 - Può sottrarlo con la violenza a chi ce l’ha (è l’approccio del bandito).
4 - Può farselo dare da un altro in cambio di nulla (è l’approccio del profittatore).
Quest’ultimo sistema – se escludiamo l’ambito strettamente familiare - sembra il più ridicolo e, pertanto, il più marginale.
Ed invece ha dominato e continua a dominare tutte le società umane: basti pensare al successo delle religioni e delle ideologie, che si approfittano facilmente delle persone più sprovvedute.
Quindi, se posso dare un consiglio, state molto attenti al quarto sistema !
LUMEN


FRANCOBOLLI
Non ho dati statistici al riguardo, ma da un semplice sguardo sulla realtà di oggi, la filatelia – un tempo passione quasi imprescindibile di tantissimi ragazzi - mi sembra proprio sul viale del tramonto.
I ragazzi di oggi non collezionano più i francobolli, sia per motivi soggettivi (legati alle loro diverse passioni), che per motivi oggetti, (derivanti dall’evoluzione tecnologica della corrispondenza), e le persone adulte che la praticano ancora, probabilmente, lo fanno solo per nostalgia o per abitudine,
Quelli messi peggio, a mio avviso, sono i collezionisti investitori che hanno pagato somme altissime per le rarità più quotate.
Se crolla tutta la baracca della filatelia, crolla anche il valore attribuito a quei “pezzi rari” visto che, in fondo, non sono altro che rettangolini di carta privi di valore intrinseco.
Se io avessi dei francobolli di valore elevato (che purtroppo non ho mai avuto, neppure da ragazzo), credo che cercherei di venderli al più presto possibile.
LUMEN


GIUSTO E SBAGLIATO
Ho letto una interessante disquisizione lessicale da parte del noto matematico Piergiorgio Odifreddi, a proposito del termine "Giusto".
<< L’equivoco di fondo in cui cadono molte persone disinformate - dice Odifreddi - è di contrapporre “giusto” a “sbagliato”, come se fossero termini antitetici.   Giusto”, infatti, è l’opposto di “ingiusto”, mentre “sbagliato” è l’opposto di “corretto”. >>
Ed aggiunge: << In particolare, “corretto” e “sbagliato” sono categorie di cui si occupa il pensiero scientifico, e riguardano i fatti oggettivi, mentre “giusto” e “ingiusto” sono categorie di cui si occupa il pensiero umanistico, e riguardano i valori soggettivi. >>
Purtroppo, la precisione scientifica ed il inguaggio comune non vanno molto di pari passo.
LUMEN 
 

10 commenti:

  1. Concordo con il giudizio sul sovranismo, che anche a me pare un movimento difensivo e di riflusso rispetto a ciò che fu il nazionalismo. La crisi europea non e' solo il portato della nuova economia globale. I grandi sommovimenti demografici con le migrazioni connesse mettono in crisi la civiltà' occidentale, almeno nella versione europea. La fine delle frontiere ha una radice nichilista che fa parte della cultura europea da qualche secolo. Forse lo stesso nichilismo che ha portato alla fine della natura.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che l'italiano medio non sappia cosa sia il sovranismo, deve consultare il vocabolario. Improvvisamente tutti usano questo termine e sempre in senso negativo. Confesso che sovranismo non fa parte del mio vocabolario attivo, non mi verrebbe mai in mente di usare questa strana parola. Siamo ormai al punto che patriottismo è considerato da certa gente sinonimo di fascismo e razzismo. La patria, le patrie non esistono più, non devono più esistere. Nemmeno l'individuo, nemmeno la proprietà privata, i beni della Terra sono di tutti.

      Elimina
    2. Caro Agobit, credo che le cause principali dell'attuale crisi dell'occidente più che nel globalismo economico risiedano proprio nei 2 problemi fondamentali dell'umanità di oggi: l'esplosione demografica ed il degrado ambientale.
      Senza questi due macigni (forse insuperabili) anche il nichilismo dell'occidente, che pure sicuramente essite, resterebbe relegato a un aspetto culturale minoritario.

      Elimina
    3. Caro Sergio, in effetti il termine 'sovranismo' oltre ad essere abbastanza strano, è piuttosto nuovo, e non so quanto sia diffuso tra la gente comune.
      Però lo ritengo un termine irrinunciabile, anche solo per marcare nettamente la differenza con il nazionalismo aggressivo del novecento, e poter quindi rintuzzare, anche solo dal punto di vista lessicale, gli attacchi scomposti di chi vorrebbe abolire qualsiasi tentativo di difesa.
      Non so chi sia stato ad inventare questo termine per primo, ma secondo me ha avuto una buona idea.

      Elimina
  2. Qual è il fine? A cosa tendono le élite (apolidi o non apolidi)?

    1. Abolizione delle frontiere.
    2. Annientamento dei popoli.
    3. Soppressione degli Stati.
    4. Distruzione della famiglia.
    5. Abolizione del matrimonio.
    6. Abolizione del diritto di asilo. Subentra al suo posto il diritto a emigrare e immigrare. Del resto non esistendo più confini e Stati ognuno sarà libero di risiedere dove gli pare.
    7. Abolizione della democrazia. Non esistendo più popoli e Stati la democrazia è inutile.
    8. Abolizione delle religioni. Per venire incontro al bisogno innato (!) di trascendenza si provvederà a creare una nuova religione, un sincretismo religioso per tutti i palati, a base di amore del prossimo, ecologia e accoglienza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Sergio, non so se le elites hanno fatto davvero la lista dei loro desideri, con tutte le cose che citi tu, e se le stiano perseguendo attivamente tutte.
      Bisognerenbbe chiedere a loro, ma forse le cose stanno in maniera più semplici.
      Le elites, essendo attualmente di tipo economico-industriale, preferiscono di gran lunga confrontarsi con una massa indistinta di consumatori inebetiti anzichè con dei gruppi coesi di cittadini: non solo riescono a guadagnare di più, ma, tramite il controllo dei media, possono tenerci buoni con minor fatica.
      Quindi tutto quello che concorre a renderci una massa amorfa da 'centro commerciale' è la benvenuta.

      Elimina
    2. Nel Devoto-Oli (ed. 1990) la voce 'sovranismo' non figura, deve dunque trattarsi di un neologismo. Sì, in effetti suona meglio di nazionalismo, ma entrambi i termini sono connotati negativamente, anche sovranismo. Che fa il paio con identitarismo, anche questo termine da mettere all'indice. Sovranisti e identitaristi sono minus habentes per le élite. "Non possiamo risolvere i problemi del presente con ricette dell'Ottocento", ha detto recentemente Mattarella. Ma a quali ricette alludeva? Non lo so. E quali sarebbero le ricette per governare il villaggio globale? Alcune le ho elencate qui sopra, ho dimenticato l'abbattimento dei muri (ma è incluso nella cancellazione dei confini, di tutti i confini - ad esclusione dei muri di casa Mattarella e Boldrini, quelli non si toccano). Però il termine Stato regge ancora per fortuna, non fa venire l'orticaria a nessuno. Potremmo usare solo i nomi propri (Italia, Francia, Germania ecc.) per indicare certe entità ben connotate (e delimitate). Siamo sovrani noi due? In misura infinetisimale, d'accordo, però lo siamo. Io sono Sergio e tu Massimo, unici e indistinguibili. Che illusi, dicono quelli là, cimici che schiacciamo col minimo sforzo. Ma anche le cimici nel loro piccolo non s'incazzano ma danno fastidio.

      Elimina
    3. Il comico (si fa per dire) è che coloro che apparentano il sovranismo al nazionalismo, per meglio denigrarlo, sono gli stessi che hanno mitizzato la nostra Costituzione, la quale, guarda caso, all'articolo 1 recita espressamente: "la sovranità appartiene al popolo".
      Insomma, si mettano d'accordo...

      Elimina
  3. Ben sapendo di appartenere a un'esigua minoranza (forse in via di estinzione) sull'argomento, NON dirò che cosa davvero penso dell'attuale marea montante sovranista, dei suoi fondamenti filosofico-politici e delle sue possibili/probabili conseguenze economico-sociali, con l'intento (forse illusorio) di evitare insulti e maledizioni di vario tipo da parte di vecchi/nuovi frequentatori del Blog... Saluti

    RispondiElimina


  4. << Le Elite Apolidi non sono mai esistite prima di tempi recenti, quando si è costituita una aristocrazia del tutto svincolata da beni materiali e segnatamente dal possesso della terra. >>



    Sono d'accordo, salvo precisare che non è che siano totalmente privi di beni materiali (hanno pur sempre le fabbriche e gli altri luoghi di produzione), ma si tratta di proprietà che possono essere spostate (senza troppe difficoltà) da una nazione all'altra, secondo la convenienza del momento.

    E siccome le società umane sono configurate ad immagine e somiglianza delle loro elites (se mi passi la pseudo-citazione biblica ?), questo passaggio dalle elites nazionali a quelle globali ha cambiato molto, direi quasi tutto.

    RispondiElimina