sabato 1 marzo 2014

Le 10 cose che nessuno ci racconta sull’Economia - 3

(Concludiamo qui la lunga intervista virtuale con Nate Hagen sui rapporti profondi -  e troppo spesso ignorati - tra l’economia teorica ed il mondo reale.  LUMEN).


LUMEN – Ottavo concetto: il denaro viene creato dal nulla da parte delle banche commerciali (depositi e debiti sono creati contemporaneamente).
HAGENS - Se le società hanno bisogno di 'energia', gli individui hanno bisogno di denaro per eseguire scambi e transazioni di cose che l'energia offre. Ma cos'è il denaro, da un punto di vista naturale ?

LUMEN – Gran bella domanda.
HAGENS - Semplificando al massimo, il denaro è un diritto su una certa quantità di energia. Quando il sistema economico si stava avviando, agli inizi del 1900, il suo fattore limitante era il denaro (non l'energia, né le risorse): avevamo così tanta ricchezza stipata nelle nostre “banche naturali” (i giacimenti), che bastava  sovralimentare l'economia perché chiunque fosse dotato di capacità, prodotti e ambizione, potesse intraprendere un'iniziativa produttiva. Fu in questo periodo che le banche entrarono in servizio: aveva senso aumentare il flusso di denaro, per farlo corrispondere al prodotto dell'economia, dato che con scarso denaro non si riusciva a esprimere la 'potenza' produttiva necessaria a soddisfare un mondo affamato. Individui e imprese affidabili adesso potevano ottenere prestiti da parte di banche commerciali, le quali avevano l'obbligo di mantenere solo una piccola porzione dei loro beni come riserve presso una banca centrale. E la cosa funzionò alla grande.

LUMEN – In effetti, creare denaro non sembra poi così difficile.
HAGENS - Ci hanno insegnato che le banche non possono creare del credito per loro iniziativa, ma che vivono su qualche ricchezza creata altrove. Ma questo è vero solo per il 5% del denaro in circolazione; il restante  95% viene letteralmente creato ex novo. Il concetto tradizionale di “prestito” implica un trasferimento dell'uso esclusivo di un bene, già esistente, da un soggetto ad un altro. Il “credito bancario” invece non prevede uno spostamento simile, in quanto è basata sul prestito di capitali, e non sulle riserve. Ciò significa che una banca può concedere un prestito ogni volta che un cliente (ritenuto) affidabile ne faccia richiesta, e non solo quando ha riserve in eccesso. Quindi le banche non prestano denaro: lo creano.

LUMEN – Nono concetto: il debito è un trasferimento inter-temporale non neutro.
HAGENS – Dei circa 60.000 miliardi di dollari di denaro complessivo oggi circolanti negli Stati Uniti, appena 1000 miliardi sono moneta fisica. Il resto può essere considerato “debito”, cioè rappresenta il diritto di qualcuno alla  rivendicazione di qualcosa. Se il contante è un diritto su energia e risorse esistenti, aggiungerci del “debito” diventa un diritto su energia e risorse future. Nei libri di finanza, il credito è un concetto economicamente neutro, né buono né cattivo: solo uno scambio tra due parti, che scelgono il momento in cui consumare e si scambiano tale preferenza temporale. Tuttavia, quando un “debito / credito” viene emesso,  accadono alcune cosette che ne rendono l'impatto molto diverso da quel che c'è scritto nei libri.

LUMEN – Sentiamo.
HAGENS – Anzitutto, nel corso del periodo di validità del debito (specialmente su un pianeta affollato come il nostro), l'energia e le risorse più facili e di miglior qualità vanno man mano esaurendosi, rendendo in generale l'energia (e quindi tutto il resto) più cara sia per il creditore sia per il debitore. Chi sceglie di risparmiare (per consumare in futuro) viene “gabbato” da chi sceglie di consumare subito indebitandosi. In qualche punto del futuro, qualche creditore si vedrà restituito meno di quel che ha prestato, o nulla affatto (si tratta di capire “chi” e “quando”...).

LUMEN – Un bel guaio.
HAGEN – Secondo: per timore che la domanda aggregata cali, è necessario emettere sempre più debito al fine di compensare i benefici decrescenti dell'”Affare” (cioè scambio tra lavoro umano e energia fossile).

LUMEN – Inevitabile.
HAGENS – Terza conseguenza: nel tempo, consumiamo di più di quel che investiamo in nuova capacità produttiva, e questo abbassa la produttività del debito nel tempo, cioè l’ammontare di PIL che si ottiene da ogni dollaro di debito aggiuntivo. Vedete, quando ogni dollaro di debito aggiuntivo crea un dollaro di PIL (o quasi), è più o meno come sostengono i libri, cioè un compromesso di preferenze temporali tra creditori e debitori. E quando la produttività del debito è alta, si sta addirittura trasformando ed estendendo la ricchezza in forme diverse di ricchezza futura (ad es. si trasforma energia in stabilimenti produttivi). Ma quando la produttività del debito è bassa (o vicina allo “zero” com'è il caso adesso), il nuovo debito è semplicemente un trasferimento da una ricchezza a un reddito. Non si crea più nulla.

LUMEN – Decimo concetto: energia e denaro sono interscambiabili solo nel breve periodo.
HAGENS – Come l'energia è vitale per il sistema finanziario, così la finanza (specialmente adesso) mantiene attivo il flusso di energia primaria – però con  un prezzo. Si genera PIL combinando energia primaria e materiali per tirar fuori prodotti o servizi, ma c'è bisogno del denaro per pagare questi beni. Nel breve e medio periodo, il denaro funziona come l'energia: possiamo usarlo per contrattare e pagare quel che vogliamo, incluse l'energia e la produzione di energia. Ma nel lungo periodo, l'unico vero motore della macchina è il ”consumo di energia”, perché il vero capitale è fatto di energia e risorse naturali. All’inizio, accelerare la creazione di credito nasconde piuttosto bene questa realtà: è vero che il credito in sé non crea energia, però permette che l'estrazione di energia continui, e consente prezzi più alti e remunerativi.

LUMEN – Ma poi il giochetto finisce.
HAGENS – Appunto. Da qualche parte negli ultimi 40 anni abbiamo varcato la soglia di passaggio del sistema dalla situazione di “non abbastanza denaro” a quella di “non abbastanza energia a basso costo”, che a sua volta significa maggior fabbisogno di denaro. Oltre questa soglia, il credito in più ha aggiunto attrito al suo precedente ruolo di lubrificante. E' difficile da credere, ma se la società avesse vietato il debito intorno al 1975 (ad esempio richiedendo alle banche di possedere capitali e riserve per il 100%) oppure se l'offerta di denaro fosse stata rigidamente vincolata a qualche risorsa naturale (ad es. l'oro), la produzione globale di petrolio e il PIL globale sarebbe stata diversa.

LUMEN – In che modo ?
HAGENS - Probabilmente avrebbero rallentato e forse raggiunto un picco tecnico di estrazione 20 o 30 anni fa,  per cui oggi ne avremmo ancora una rimanenza maggiore di quella attuale. Il ritorno energetico (EROEI) dei giacimenti petroliferi tradizionali – di per sé - non cambia nel breve periodo, ma se l’economia gira più velocemente per la creazione di ricchezza monetaria (fittizia), le compagnie petrolifere possono praticare prezzi più alti ed estrarre petrolio più difficile.
Quindi il debito è aumentato, il PIL è aumentato ed il prezzo del petrolio è aumentato, ma l'EROEI è sempre rimasto uguale: per cui qualcuno sarà anche diventato più ricco, ma la maggior parte della popolazione ha ottenuto poco o nulla.

LUMEN – Che è quel che sta succedendo oggi nel mondo sviluppato.
HAGENS - Più o meno. I sistemi naturali possono forse crescere del 2-3% all'anno (le foreste esistenti negli USA aumentano il proprio volume del 2,6% all'anno). Questo valore può essere incrementato grazie alla tecnologia, all'estrazione del principio (carbonio fossile), al debito, o a qualche combinazione di questi. Attraverso la tecnologia, viene resa accessibile dell'energia che magari non sarebbe stata accessibile nemmeno in futuro; attraverso il debito, invece, viene resa accessibile immediatamente dell'energia che sarebbe stata accessibile in futuro, aumentandone l'economicità con garanzie e sussidi ed aumentando il prezzo che i produttori di energia ne ricavano. In questo senso, il debito agisce in maniera simile alla tecnologia nell'estrazione di petrolio. Nessuno dei due fattori (debito e tecnologia) è cattivo di per sé, ma entrambi favoriscono il consumo immediato, assumendo che il loro intervento sarà continuamente ripetuto nel futuro.

LUMEN – Il che, ovviamente, non può essere.
HAGENS - Il debito dà temporaneamente l'impressione che la produzione lorda di energia somigli a quella netta, dal momento che si consuma più energia a dispetto di prezzi elevati, e salari e profitti bassi. Inoltre la produzione energetica lorda si somma al PIL, poiché  ad esempio i dollari al barile di costo in più per l’estrazione di petrolio difficile (es. scisti) vengono spesi nelle zone circostanti al giacimento. Però, nel tempo, quando la produzione energetica lorda aumenta e quella netta resta costante o diminuisce, cresce la percentuale dell'economia che dev'essere impiegata nel settore energetico. Già ora diversi laureati in settori diversi, quali biologia, ragioneria o gestione alberghiera si ritrovano a lavorare presso pozzi di petrolio, ma in futuro alcune parti dell'infrastruttura non energetica diventeranno troppo dispendiosi da mantenere in piedi.

LUMEN – E a quel punto che succederà ?
HAGENS - Durante gli ultimi 10 anni il mercato globale del credito è cresciuto del 12% all'anno, spiazzando la crescita del PIL (appena 3,5% all'anno) mentre la produzione di greggio aumentava di meno del 1% all'anno. Siamo su tanti tapis roulant diversi, ma siamo talmente abituati a correre che il panorama non ci sembra cambiare granché.

LUMEN – Mi piace molto questa immagine.
HAGENS – Quindi, per quanto l'energia abbia sempre un ruolo fondamentale nella crescita, è l'accesso al credito che sostiene attualmente il sistema economico, in una specie di surreale e faustiano contratto di scambio. Finché i tassi di interesse si mantengono bassi e i partecipanti al mercato li accettano, questa situazione potrebbe andare avanti per parecchio tempo, mentre continuiamo a bruciare la prossima fetta di carbonio estraibile e si riduce il beneficio che otteniamo dall'”Affare”. Non mi aspetto che il monopolio governativo sul meccanismo del credito finisca; ma se succederà, sia la produzione sia il prezzo del greggio saranno un bel po' più bassi.

LUMEN – Non possiamo che augurarcelo. Un’ultima frase per concludere ?
HAGENS – Direi questa: Il denaro non può creare energia, può solo permettere di estrarla più velocemente.

LUMEN – Mi sembra perfetta. Grazie professore.

4 commenti:

  1. "Mi sembra perfetta. Grazie professore."

    Caro Lumen,

    eh no, non ci siamo! Ho cominciato la lettura di questa terza parte "con le migliori intenzioni" e afferravo soddisfatto qualche concetto. Ma poi è cominciata a girarmi la testa e termino la lettura frustrato. Mettiti nella pelle di una persona "normale" (come me, be', più o meno) e chiediti se queste persone normali, cioè di media cultura e intelligenza, possano capire questo discorso. Be', io dico che non ce la fanno, che si scocciano di questi forse giusti ma arzigogolati discorsi (dal loro punto di vista di persone normali, magari un po' fessacchiotte come me). Mi piacerebbe conoscere il parere di Agobit che però - credo sia medico - è forse più abituato ai discorsi astratti. Forse mi dirai: niente affatto astratti, è tutto maledettamente concreto. Forse, sarà. Ma tu ha studiato anche economia? Comunque secondo un economista di tutto rispetto come Sergio Ricossa l'economia non è una scienza, ed è dimostrato dalle opinioni diametralmente opposte sulla crisi attuale di fior di premi Nobel e studiosi vari, oltre ai politici. Mah, non so. "Chi tiene i soldi vive come un pascià e a piedi caldi se ne sta", cantava Sophia Loren.
    Fra parentesi: non mi sembra che le banche creino denaro dal nulla (la fiat money). Sono le banche centrali che lo fanno e prestano poi questa fiat money alle banche che devono poi versare un tasso di sconto alle banche di emissione.
    Un argomento che trovo - da profano - affascinante è questa creazione di denaro dal nulla - per stimolare l'economia. In questi anni le macchine stampasoldi giravano a pieno regime, sono stati stampati migliaia di miliardi di dollari e euro - prestati alle banche perché alimentino il credito (sembra però che le banche non prestino per paura di perdere i soldi, evidentemente considerano la situazione pericolosa e i richiedenti credito poco affidabili).

    Una cosa che m'interessa: questo incredibile e gigantesco vortice di miliardi deve essere ovviamente registrato e gli errori di contabilità devono essere matematicamente esclusi se no scoppia il finimondo ovvero il caos. Gli ucraini eurofili hanno adesso già incassato l'anticipo di due miliardi di dollari sui quindici promessi da Putin. Probabilmente è tutto elettronico, non circola moneta stampata. Ma è chiaro che quei due miliardi non si sono volatilizzati nel nulla, gli ucraini dovranno restituirli con gli interessi o morirsi di freddo e di fame. Ma possibile che i controlli siano tanto ferrei, che gli errori di contabilità siano assolutamente esclusi? Penso di sì, ma lo stesso trovo questo fatto strabiliante (sai, sono una persona quasi normale, un po' fessacchiotta …).

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  2. Caro Sergio, neppure io ho studiato economia (vengo dagli studi classici) ma leggendo qua e là sul web (soprattutto gli esperti di energia ed ambiente) molte cose le ho imparate e, dai commenti che fai, direi che (nonostante l'affermazione iniziale), le hai capite anche tu.

    Il primo errore tipico che fanno le persone è quello di confondere il denaro con la ricchezza, senza rendersi conto che si tratta solo di una unità di misura della ricchezza vera, che è data dall'energia e dai prodotti che ne derivano.

    Il secondo errore classico è quello di considerare come denaro solo quello stampato (o coniato) mentre tutto il denaro elettronico (errori contabili compresi) è moneta come l'altra e la sua creazione è quasi senza limiti.

    Quindi dire: io possiedo 10.000 euro, dunque possiedo ricchezza per 10.000 euro, non significa nulla.
    O meglio significa questo: io (quando ne avrò bisogno) avrò diritto ad una percentuale dei beni DISPONIBILI pari alla percentuale dei miei 10.000 rispetto al totale del denaro (fisico ed elettronico) circolante in quel momento.
    Il denaro, pertanto, non è una ricchezza VERA (come sarebbe invece una casa o un terreno) ma un semplice diritto futuro, soggetto all'alea di tutti i diritti.
    Ma quanto persone si rendono conto di tutto questo ?

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    1. Ho sentito che l'80% del capitale di una banca non è fisico (biglietti) ma elettronico. Però è un fatto che le banche di emissione continuano a stampare biglietti (forse per i bisogni correnti).
      Ma il denaro elettronico è piuttosto recente. Questa storia che è tutta una questione di bit mi pare inverosimile - e anche pericolosa.
      Lo Stato può confiscarti o azzerarti il conto premendo un pulsante! La Svezia ha comunque già quasi abolito il contante, tutti pagano con la carta di credito, anche il caffè. A me questa cosa non piace tanto, non mi fido (però appunto i controlli devono essere severissimi).

      Non sono d'accordo che possedere 10'000 euro non significhi nulla (averceli sul conto mi farebbe molto piacere, guarderei con fiducia almeno al giorno dopo!). Certo non possiedi beni fruibili, ma hai forza e potenza, puoi acquistarli in qualsiasi momento, quindi è ricchezza effettiva, anche se solo potenziale. Averli o non averli in tasca o sul conto fa una bella differenza.

      Una cosa su cui però la gente secondo me dovrebbe meditare è che il denaro ha una componente astratta - che non può cioè essere convertita sempre e immediatamente in beni di consumo. Ai miliardi di miliardi di miliardi di denaro (stampato o elettronico) non corrispondono altrettanti beni reperibili sul mercato. Non è un caso che da tanti anni ormai le banche non versino praticamente più interessi - perché c'è troppo denaro in giro. Pensa che vent'anni fa le banche mi davano fino all'8 ¾ % sui soldi a termine, adesso ti danno lo 0,25%. Credo che gli alti interessi non torneranno più.

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  3. << Credo che gli alti interessi non torneranno più. >>

    Caro Sergio, per certi versi lo spero, ma non ne sono così sicuro.
    Perchè vedi, se a te la banca dava l'8 % di interessi sul deposito, alle imprese che chiedevano un finanziamento facevano pagare almeno il 12-14 %, che è tanto.
    I tassi bassi per i depositanti, invece, vogliono dire (dovrebbero voler dire) tassi bassi anche per gli imprenditori.

    Ma nel prossimo futuro c'è la riduzione dei flussi energetici a basso costo e l'impatto che tutto questo avrà sull'economia è difficile da prevedere.
    Però, così a naso, mi viene da pensare che la diminuzione dell'energia comporterà anche la riduzione del capitale disponibile per gli investimenti. E la scarsità di capitale ne farà aumentare il prezzo, rappresentato appunto dal tasso di interesse.
    Ma i miei sono solo ragionamenti da profano.
    Staremo a vedere.

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