martedì 25 febbraio 2014

Le 10 cose che nessuno ci racconta sull’Economia - 2

(Prosegue l’intervista virtuale con Nate Hagen sui rapporti tra l’economia teorica ed il mondo reale – LUMEN).
 
 
LUMEN – Quinto concetto: l'energia è un fattore speciale, non è sostituibile nella funzione di produzione, ed ha una curva di costo di lungo periodo crescente.
HAGENS – La fisica ci dice che l'energia è necessaria per la produzione economica e quindi per la crescita. Tuttavia, i testi di economia nemmeno menzionano l'energia tra i fattori che limitano o permettono la crescita economica. La teoria finanziaria standard postula che capitale e lavoro si combinano per creare il prodotto economico, e che l'energia è solo una merce generica, in ingresso alla funzione di produzione e del tutto sostituibile.
 
LUMEN – Invece non è così.
HAGENS – No. La verità è che ogni singola transazione che crei del valore nell'economia globale richiede anzitutto un input energetico: il capitale, il lavoro, le conversioni sono TUTTI dipendenti dall'energia. Nei testi di economia classica per spiegare gli aumenti di produttività si parla di “aumento di capitale per lavoratore”  o di  “aumento del numero di lavoratori” oppure ancora di “miglioramenti nella conoscenza e nella tecnologia”. Da nessuna parte nella letteratura economica standard viene nemmeno lontanamente suggerito che il “miglioramento” tecnico sia, storicamente, collegato alla progressiva sostituzione dei muscoli umani e animali, alimentati dal sole, con sempre maggiori quantità di energia da carbone, petrolio e gas. Ma non solo: anche altri minerali e metalli sono in esaurimento o in peggioramento qualitativo e non possono essere (facilmente) sostituiti. Perciò l'energia, nonostante la sua centralità, non è neppure l’unico fattore chiave limitante.
 
LUMEN – Tutto questo, però, viene ignorato dalla teoria ufficiale.
HAGENS - Nei modelli economici “energia e risorse” vengono trattati in modo simile a qualunque altra merce. E quindi dovrebbero seguirebbero la stessa curva di costo decrescente che possiamo aspettarci dai prodotti qualunque, come tostapane, automobili e tazzine da caffè, per i quali in effetti – sfruttando miglioramenti tecnologici, delocalizzazioni ed economie di scala – è stato possibile ottenere una diminuzione del costo nel tempo.
 
LUMEN – Invece per l’energia è diverso.
HAGENS – Molto diverso. Anche l'energia ha seguito per un po' una curva simile; però, dato che le risorse di qualità elevata sono limitate, e che richiedono esse stesse altre risorse processate di elevata qualità per essere estratte e raffinate, alla fine la curva di costo per l'energia e per altri minerali e materie prime “chiave” comincia prima o poi a puntare verso l'alto. Questa 'visione duale' dell'energia in confronto alle normali merci è una delle principali sviste dei libri di economia. All’inizio tale errore poteva essere comprensibile, essendoci stato davvero un flusso continuo di energia a basso costo, il cui valore sembrava essere solo il suo costo in dollari, ma adesso non lo è più. Eppure, per molti è ancora questa la visione del mondo imperante: i dollari sembrano più importanti dell'energia.
 
 
LUMEN – Sesto concetto: l'energia ha un costo in termini energetici, che può essere molto diverso dal segnale di prezzo monetario.
HAGENS - In natura, per avere accesso a dell'energia (le loro prede), gli animali devono consumare dell'energia (calorie muscolari). Questo meccanismo di “ritorno sull'investimento” è un processo evolutivo fondamentale che ha a che fare con metabolismo, accoppiamento, forza e sopravvivenza; gli organismi che riescono a sviluppare ritorni energetici elevati ottengono in cambio dei surplus di energia con cui resistere meglio alle minacce ed ai nemici naturali. Così è pure nel sistema umano: la quantità di energia che la società può 'spendere' liberamente è quella che rimane dopo aver 'pagato' l'energia e le risorse necessarie a raccogliere e distribuire quella quantità.
 
LUMEN – E’ il famoso EROEI (Energy Returned On Energy Invested).
HAGENS – Per le risorse esauribili, in genere viene seguita una logica di estrazione tipo “prima le migliori”: dallo sfruttamento superficiale per mezzo di setacci, alle indagini sismiche per individuare le faglie sotterranee, allo sfruttamento di giacimenti in acque profonde e sottosaline, alla fratturazione idraulica del tight oil, il ritorno energetico per unità di energia impiegata nel processo è nel tempo diminuito da più di 100 a qualcosa intorno a 10. Economisti e decisori, durante tutto questo periodo, hanno considerato solo il costo in termini monetari e la produzione lorda, giacché alla fine dei conti più denaro avrebbe 'creato' più energia. Ma l'energia netta (quella effettivamente utilizzabile) può arrivare ad un picco e iniziare poi a diminuire anche mentre l'energia lorda continua ad aumentare.
 
LUMEN – Quindi si rischia di girare a vuoto.
HAGENS – Esattamente. L’energia netta utilizzabile può addirittura arrivare a  “zero” anche in presenza di grosse quantità di risorsa lorda ancora rimanente. Tutto quel che facciamo diventerà più caro e se non riusciamo a ridurre il consumo energetico dei processi specifici più velocemente di quanto i prezzi crescano siamo costretti a fermarci. Eppure, i testi di finanza continuano a trattare l'attività economica come una funzione della creazione infinita di denaro, più che come funzione delle risorse limitate e dei flussi finiti di energia. Senza contare che i combustibili fossili si sono generati tanto tempo fa, e, nell'approfittare della loro abbondanza, noi non siamo tenuti a pagare il prezzo della loro formazione, ma solo quello della loro estrazione.
 
LUMEN – Che hanno comunque un’incidenza notevole.
HAGENS - Nonostante l'enorme quantità di energia solare che incide sulla Terra ogni giorno, dobbiamo consumare considerevoli risorse reali per raccoglierla e convertirla in forme e luoghi dove possa essere utilizzata. A prescindere da come misuriamo nominalmente il PIL (dollari, o cifre, o oro), una percentuale crescente dei costi sarà destinata al settore energetico. Possiamo continuare ad aumentare la produzione energetica lorda individuando e sfruttando giacimenti di combustibili fossili sempre più in profondità, ma alla fine arriveremo a un punto in cui la nostra intera infrastruttura alimentare, sanitaria e di intrattenimento sarà unicamente al servizio di una gigantesca operazione mineraria.
 
LUMEN – Attualmente a che punto siamo ?
HAGENS - Con la tendenza attuale, l'esaurimento energetico implica che le spese in energia passeranno dal 5% dell'economia al 10-15% o più. Oltre ai problemi ovvi che questo causerà, c'è anche il fatto che ci troveremo a usare energia di minor qualità: mentre il petrolio aumenta di prezzo, lo stiamo sempre più rimpiazzando con carbone e legna. Nei paesi in cui la capacità di spesa è crollata (vedi Grecia), già si stanno abbattendo i boschi per riscaldare le abitazioni in inverno. L'attenzione delle società dovrebbe essere puntata sull'energia netta, e invece la maggioranza delle persone non ne ha mai sentito nemmeno parlare.
 
 
LUMEN – Settimo concetto: gli strumenti monetari e finanziari sono solo degli indicatori del capitale reale.
HAGENS - Accumulare denaro in un conto corrente bancario è un po’ come per gli animali accumulare riserve di grasso, ma in realtà è un'altra cosa. Perché si tratta solo di un indicatore del grasso: un beneficio calorico accumulato per il futuro ma “virtualmente”, in quanto legato ad indicatori creditizi e monetari (il denaro non si mangia).
 
LUMEN – Una differenza non da poco.
HAGENS - A scuola di economia (e a Wall Street) ci insegnavano che la crescita di lungo periodo di un'azione, normalmente intorno al 10% ogni anno, è qualcosa di simile a una legge naturale; ma la verità è ben diversa. Azioni ed obbligazioni sono esse stesse dei “derivati” del capitale primario (energia e risorse naturali) che si combina con la tecnologia per produrre il capitale secondario (trattori, edifici, attrezzature e così via). Il denaro e gli strumenti finanziari perciò sono capitale terziario, senza alcun valore: è unicamente il sistema sociale ad attribuirgli un valore, e questo sistema è basato sul capitale naturale, costruito, sociale e umano. E nell'attuale sistema di “credenze” (cioè quel che le persone ritengono di possedere) tale valore è parecchio scollegato dal “capitale reale” sottostante.
 
(continua)

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