Torno a parlare della situazione internazionale, perché il progressivo spostamento degli equilibri internazionali verso un sistema multi-polare, sta aumentando notevolmente le aree di tensione.
Tutte le opinioni sotto riportate sono tratte dal web. Buona lettura.
LUMEN
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LUMEN
TERZA GUERRA MONDIALE
La “Guerra Grande” (cioè l'insieme dei conflitti attuali - NdL) ha la sua origine nella scelta occidentale, dunque in buona sostanza americana, di non cedere l’attuale supremazia su scala planetaria.
Una supremazia messa in discussione dall’emergere della Cina, dallo sviluppo dei BRICS, dal minor peso economico dell’Occidente complessivo, dall’evidente tendenza generale al multipolarismo, dall’insostenibilità di un sistema monetario dollaro-centrico.
A Washington hanno da tempo deciso di lottare per impedire il passaggio dal “nuovo secolo americano”, teorizzato venti anni fa, ad un sistema policentrico in cui dover ricontrattare i nuovi equilibri di potenza. E lo strumento principale di questa lotta, anche se di certo non l’unico, è quello militare.
Da qui la guerra in corso in Ucraina, da qui la tendenza generale alla guerra che permea tutto l’Occidente in questo preciso momento.
Tuttavia, la guerra non è mai un fatto esclusivamente militare. Non solo perché, come ci ricorda von Clausewitz, essa è “la prosecuzione della politica con altri mezzi”, ma anche perché nella guerra entrano in campo altri fattori, tra i quali l’economia, il commercio, le relazioni internazionali, le capacità propagandistiche e quelle relative all’egemonia culturale ed al consenso.
Chiamiamo quindi “Terza Guerra Mondiale” un periodo – nel quale siamo già entrati – caratterizzato dallo scontro, prevedibilmente sempre più violento, che potrà concludersi solo con la definizione di nuovi equilibri su scala planetaria e, a cascata, nelle diverse realtà regionali.
LEONARDO MAZZEI
La “Guerra Grande” (cioè l'insieme dei conflitti attuali - NdL) ha la sua origine nella scelta occidentale, dunque in buona sostanza americana, di non cedere l’attuale supremazia su scala planetaria.
Una supremazia messa in discussione dall’emergere della Cina, dallo sviluppo dei BRICS, dal minor peso economico dell’Occidente complessivo, dall’evidente tendenza generale al multipolarismo, dall’insostenibilità di un sistema monetario dollaro-centrico.
A Washington hanno da tempo deciso di lottare per impedire il passaggio dal “nuovo secolo americano”, teorizzato venti anni fa, ad un sistema policentrico in cui dover ricontrattare i nuovi equilibri di potenza. E lo strumento principale di questa lotta, anche se di certo non l’unico, è quello militare.
Da qui la guerra in corso in Ucraina, da qui la tendenza generale alla guerra che permea tutto l’Occidente in questo preciso momento.
Tuttavia, la guerra non è mai un fatto esclusivamente militare. Non solo perché, come ci ricorda von Clausewitz, essa è “la prosecuzione della politica con altri mezzi”, ma anche perché nella guerra entrano in campo altri fattori, tra i quali l’economia, il commercio, le relazioni internazionali, le capacità propagandistiche e quelle relative all’egemonia culturale ed al consenso.
Chiamiamo quindi “Terza Guerra Mondiale” un periodo – nel quale siamo già entrati – caratterizzato dallo scontro, prevedibilmente sempre più violento, che potrà concludersi solo con la definizione di nuovi equilibri su scala planetaria e, a cascata, nelle diverse realtà regionali.
LEONARDO MAZZEI
DUE POPOLI DUE STATI
Due popoli, due stati e altre amenità. La popolazione di Israele è più che quadruplicata dal 1960 passando da 2 milioni a 9,6 milioni (...) densità 424 ab/kmq. La popolazione dei territori palestinesi è attualmente intorno ai 5,3 milioni (aumentata di oltre due volte rispetto al 1990) densità 730 ab/kmq.
Per confronto la densità di popolazione dell'Italia è 195 ab/kmq, qualle della Francia 100, quella dell'India 423 e quella degli Stati Uniti 40 ab/kmq.
Dunque la densità dell'insieme Israele-Territori ha una densità di popolazione superiore a quella dell'India, che però ha vaste zone fertili. Il territorio di Israele e Palestina è prevalentemente arido, in parte desertico (Negev).
La retorica ripetuta per decenni secondo cui gli israeliani "hanno fatto fiorire il deserto", nasconde una realtà ecologica molto meno edificante: hanno fatto fiorire il deserto grazie all'applicazione di tutte le tecniche dell'agricoltura industriale: petrolio, irrigazione, fertilizzanti e pesticidi.
Pratiche che sappiamo essere insostenibili nel lungo periodo e tanto più insostenibili quanto più aumenta la densità di popolazione. Fai aumentare il prezzo del barile (già aumentato da un paio di decenni), fai diminuire la disponibilità di acqua per fattori climatici e di sfruttamento intensivo e la retorica si rivela per quello che è. (...)
15 milioni di persone in continuo aumento (se continuasse al tasso attuale la popolazione raddoppierebbe in 35 anni) non possono vivere sul territorio di cui stiamo parlando. Le motivazioni psico-etnico-religiose per cui si scannano sono rilevanti fino ad un certo punto.
LUCA PARDI
RUSSIA E CINA
L'odierna intesa tra Russia e Cina è nata su presupposti anti-egemonici. Ha mosso i suoi primi passi contrastando il tentativo americano di acquisire la supremazia nucleare con il suo scudo antimissile, si è forgiata con l'espulsione degli USA dalle basi centro-asiatiche (…) ed oggi si nutre del mutuo interesse ad indebolire Washington, per sostenere le rispettive pretese in Europa e nel Pacifico. (...)
La Cina [però] potrebbe soddisfarsi del suo status quo di super-potenza, e cercare un accomodamento con gli USA a spese della Russia.
D’altro canto, la Russia potrebbe sviluppare una diffidenza dei motivi di Pechino e temere di essere sacrificata sull’altare della distensione sino-americana, diventando apertamente ostile agli interessi cinesi (forte anche dell’alleanza con l’India) in attesa di una 'proposta indecente' degli americani, che potrebbe benissimo arrivare [una volta] abbassatasi la tensione in Ucraina. (…)
Un domani Mosca potrebbe temere Pechino più di quanto teme Washington. Un domani, i cinesi potrebbero volersi spartire il mondo – o quantomeno l’Asia – con gli americani.
PIETRO PINTER
Due popoli, due stati e altre amenità. La popolazione di Israele è più che quadruplicata dal 1960 passando da 2 milioni a 9,6 milioni (...) densità 424 ab/kmq. La popolazione dei territori palestinesi è attualmente intorno ai 5,3 milioni (aumentata di oltre due volte rispetto al 1990) densità 730 ab/kmq.
Per confronto la densità di popolazione dell'Italia è 195 ab/kmq, qualle della Francia 100, quella dell'India 423 e quella degli Stati Uniti 40 ab/kmq.
Dunque la densità dell'insieme Israele-Territori ha una densità di popolazione superiore a quella dell'India, che però ha vaste zone fertili. Il territorio di Israele e Palestina è prevalentemente arido, in parte desertico (Negev).
La retorica ripetuta per decenni secondo cui gli israeliani "hanno fatto fiorire il deserto", nasconde una realtà ecologica molto meno edificante: hanno fatto fiorire il deserto grazie all'applicazione di tutte le tecniche dell'agricoltura industriale: petrolio, irrigazione, fertilizzanti e pesticidi.
Pratiche che sappiamo essere insostenibili nel lungo periodo e tanto più insostenibili quanto più aumenta la densità di popolazione. Fai aumentare il prezzo del barile (già aumentato da un paio di decenni), fai diminuire la disponibilità di acqua per fattori climatici e di sfruttamento intensivo e la retorica si rivela per quello che è. (...)
15 milioni di persone in continuo aumento (se continuasse al tasso attuale la popolazione raddoppierebbe in 35 anni) non possono vivere sul territorio di cui stiamo parlando. Le motivazioni psico-etnico-religiose per cui si scannano sono rilevanti fino ad un certo punto.
LUCA PARDI
RUSSIA E CINA
L'odierna intesa tra Russia e Cina è nata su presupposti anti-egemonici. Ha mosso i suoi primi passi contrastando il tentativo americano di acquisire la supremazia nucleare con il suo scudo antimissile, si è forgiata con l'espulsione degli USA dalle basi centro-asiatiche (…) ed oggi si nutre del mutuo interesse ad indebolire Washington, per sostenere le rispettive pretese in Europa e nel Pacifico. (...)
La Cina [però] potrebbe soddisfarsi del suo status quo di super-potenza, e cercare un accomodamento con gli USA a spese della Russia.
D’altro canto, la Russia potrebbe sviluppare una diffidenza dei motivi di Pechino e temere di essere sacrificata sull’altare della distensione sino-americana, diventando apertamente ostile agli interessi cinesi (forte anche dell’alleanza con l’India) in attesa di una 'proposta indecente' degli americani, che potrebbe benissimo arrivare [una volta] abbassatasi la tensione in Ucraina. (…)
Un domani Mosca potrebbe temere Pechino più di quanto teme Washington. Un domani, i cinesi potrebbero volersi spartire il mondo – o quantomeno l’Asia – con gli americani.
PIETRO PINTER
GUERRE SENZA FINE
Alcuni anni fa nei Balcani – per motivi politici ma anche religiosi – c’era un insanabile e sanguinoso contrasto fra due popolazioni. Tanto che lo scontro sembrava senza sbocco.
Fu a quel punto che un politologo americano (Luttwak?) disse qualcosa di tremendo. O, per lo meno, qualcosa di tremendo per chi non ha studiato storia.
Disse che quando c’è un serio contrasto fra due popoli sullo stesso territorio, se ne viene a capo soltanto se uno dei due popoli stermina l’altro, oppure se lo costringe a lasciare il territorio.
Finché ambedue sono in grado di combattere, e nessuno riconosce la vittoria dell’altro, la guerra rimane eterna.
GIANNI PARDO
Alcuni anni fa nei Balcani – per motivi politici ma anche religiosi – c’era un insanabile e sanguinoso contrasto fra due popolazioni. Tanto che lo scontro sembrava senza sbocco.
Fu a quel punto che un politologo americano (Luttwak?) disse qualcosa di tremendo. O, per lo meno, qualcosa di tremendo per chi non ha studiato storia.
Disse che quando c’è un serio contrasto fra due popoli sullo stesso territorio, se ne viene a capo soltanto se uno dei due popoli stermina l’altro, oppure se lo costringe a lasciare il territorio.
Finché ambedue sono in grado di combattere, e nessuno riconosce la vittoria dell’altro, la guerra rimane eterna.
GIANNI PARDO