Continuo con le interviste virtuali, visto che, per il momento, non mi ha ancora fatto causa nessuno. La vittima di questo post è il grande genetista italiano Luigi Luca Cavalli-Sforza (con cui collabora spesso il figlio Francesco), con il quale parliamo di razzismo e di razze umane.
LUMEN
LUMEN - Il razzismo è un atteggiamento sicuramente sgradevole, ma non basta questo per renderlo falso. Quindi andiamo alla radice del problema: professore, esistono le razze umane ?
CAVALLI-SFORZA - Nella nostra specie non esistono le razze perché siamo troppo giovani come specie, non ne abbiamo avuto il tempo. Le grandi differenze sono tra individui, mentre quelle tra popolazioni sono una piccola percentuale, per esattezza circa l'11% delle differenze tra uomini. Si tratta di cose superficiali come la forma del corpo, il colore della pelle, che rispondono a necessità "ambientali".
LUMEN – Eppure tutti continuano parlare di razze umane.
CAVALLI-SFORZA – Si tratta di una costruzione ideologica, semplicemente. La parola razza è nata per definire la selezione delle varie stirpe di animali che gli allevatori ottenevano già dal primo medioevo per determinati animali: cani da riporto, da fiuto oppure cavalli da tiro o da corsa. E la selezione artificiale ha creato in pochi secoli tante razze di animali domestici.
CAVALLI-SFORZA - Nella nostra specie non esistono le razze perché siamo troppo giovani come specie, non ne abbiamo avuto il tempo. Le grandi differenze sono tra individui, mentre quelle tra popolazioni sono una piccola percentuale, per esattezza circa l'11% delle differenze tra uomini. Si tratta di cose superficiali come la forma del corpo, il colore della pelle, che rispondono a necessità "ambientali".
LUMEN – Eppure tutti continuano parlare di razze umane.
CAVALLI-SFORZA – Si tratta di una costruzione ideologica, semplicemente. La parola razza è nata per definire la selezione delle varie stirpe di animali che gli allevatori ottenevano già dal primo medioevo per determinati animali: cani da riporto, da fiuto oppure cavalli da tiro o da corsa. E la selezione artificiale ha creato in pochi secoli tante razze di animali domestici.
LUMEN – Però l’idea di selezionare anche le "razze umane" è già emersa più volte nella storia.
CAVALLI-SFORZA – Sì, l’idea non è nuova e risale a ben prima di Hitler. Dai tempi dei faraoni egizi si è provato a limitare la procreazione in ambiti che si credevano "eletti". Prevalentemente nella stessa famiglia.
Ma qualsiasi tentativo di questo tipo è destinato a fallire per una ragione genetica che sancisce anche la fine biologica di qualsiasi razzismo: e cioè che gli incroci tra geneticamente simili sono molto delicati. Così le cosiddette "linee pure" degli allevatori sono spesso sterili e prede di malattie genetiche. Che si tratti di cani o umani la storia è la stessa.
LUMEN – Quindi si dovrebbe perseguire il contrario. Ovvero l’incrociarsi, il mischiarsi.
CAVALLI-SFORZA – Esatto: l'incrocio funziona meglio. E il meticciato fa bene al corpo e alla mente, in senso evolutivo si intende. E anche qui la motivazione è scientifica. E' il cosiddetto "vigore degli ibridi". L'evoluzione infatti comporta una differenziazione continua che forma tanti "tipi" diversi e migliora in corsa l'adattamento dell'individuo al proprio ambiente. E l'adattamento marcia ad ogni più piccolo mutamento.
CAVALLI-SFORZA – Sì, l’idea non è nuova e risale a ben prima di Hitler. Dai tempi dei faraoni egizi si è provato a limitare la procreazione in ambiti che si credevano "eletti". Prevalentemente nella stessa famiglia.
Ma qualsiasi tentativo di questo tipo è destinato a fallire per una ragione genetica che sancisce anche la fine biologica di qualsiasi razzismo: e cioè che gli incroci tra geneticamente simili sono molto delicati. Così le cosiddette "linee pure" degli allevatori sono spesso sterili e prede di malattie genetiche. Che si tratti di cani o umani la storia è la stessa.
LUMEN – Quindi si dovrebbe perseguire il contrario. Ovvero l’incrociarsi, il mischiarsi.
CAVALLI-SFORZA – Esatto: l'incrocio funziona meglio. E il meticciato fa bene al corpo e alla mente, in senso evolutivo si intende. E anche qui la motivazione è scientifica. E' il cosiddetto "vigore degli ibridi". L'evoluzione infatti comporta una differenziazione continua che forma tanti "tipi" diversi e migliora in corsa l'adattamento dell'individuo al proprio ambiente. E l'adattamento marcia ad ogni più piccolo mutamento.
LUMEN – Una differenziazione che consente molte diverse possibilità.
CAVALLI-SFORZA – Moltissime. Il numero di combinazioni genetiche possibile tra un maschio e una femmina umani è di un 3 seguito da tre miliardi di zeri ovvero una straordinaria possibilità di variazione ad ogni generazione. Ed è questa varietà prodotta in serie da processi perfettamente casuali la migliore garanzia di sopravvivenza delle generazioni future. Si chiama ricombinazione ed è come rimescolare il mazzo di carte per ogni giocatore senza introdurre mutazioni.
LUMEN – D’altra parte la ricombinazione genetica è proprio il grande vantaggio della riproduzione sessuale.
CAVALLI-SFORZA – Esatto. La riproduzione di carattere sessuale si è affermata in una varietà così ampia tra tutti gli animali superiori proprio perché rende possibile una straordinaria (e casuale) ricombinazione dei caratteri genetici dei genitori. Mutazione e ricombinazione, insieme alla cosiddetta deriva genetica (ad ogni generazione cambia la frequenza dei tipi genetici) sono importantissimi fattori di evoluzione. Poi c'è la selezione naturale che agisce come un setaccio che lascia passare quelli "adatti" per riprodursi. Ma in sostanza la grande varietà di tipi genetici frutto dell'evoluzione, presente ad ogni generazione è la migliore garanzia di sopravvivenza.
LUMEN – Ma c’è anche una varietà ed una ricombinazione a livello culturale.
CAVALLI-SFORZA - Senza dubbio la cultura che è "la" cosa che caratterizza l'uomo. E sono circa 6 mila le popolazioni umane che hanno sviluppato un propria cultura da quando, circa 50 mila anni fa, hanno iniziato a divergere, a colonizzare il mondo e sviluppare diversi modi di vita. E questa è la nostra migliore chance di sopravvivenza rispetto alle incognite del futuro. In natura la possibilità di compiere cambiamenti si vede ogni generazione ed è affidata alla rare mutazioni chiamate verticali, invece la cultura ci permette di realizzare dei cambiamenti in linea orizzontale.
CAVALLI-SFORZA – Moltissime. Il numero di combinazioni genetiche possibile tra un maschio e una femmina umani è di un 3 seguito da tre miliardi di zeri ovvero una straordinaria possibilità di variazione ad ogni generazione. Ed è questa varietà prodotta in serie da processi perfettamente casuali la migliore garanzia di sopravvivenza delle generazioni future. Si chiama ricombinazione ed è come rimescolare il mazzo di carte per ogni giocatore senza introdurre mutazioni.
LUMEN – D’altra parte la ricombinazione genetica è proprio il grande vantaggio della riproduzione sessuale.
CAVALLI-SFORZA – Esatto. La riproduzione di carattere sessuale si è affermata in una varietà così ampia tra tutti gli animali superiori proprio perché rende possibile una straordinaria (e casuale) ricombinazione dei caratteri genetici dei genitori. Mutazione e ricombinazione, insieme alla cosiddetta deriva genetica (ad ogni generazione cambia la frequenza dei tipi genetici) sono importantissimi fattori di evoluzione. Poi c'è la selezione naturale che agisce come un setaccio che lascia passare quelli "adatti" per riprodursi. Ma in sostanza la grande varietà di tipi genetici frutto dell'evoluzione, presente ad ogni generazione è la migliore garanzia di sopravvivenza.
LUMEN – Ma c’è anche una varietà ed una ricombinazione a livello culturale.
CAVALLI-SFORZA - Senza dubbio la cultura che è "la" cosa che caratterizza l'uomo. E sono circa 6 mila le popolazioni umane che hanno sviluppato un propria cultura da quando, circa 50 mila anni fa, hanno iniziato a divergere, a colonizzare il mondo e sviluppare diversi modi di vita. E questa è la nostra migliore chance di sopravvivenza rispetto alle incognite del futuro. In natura la possibilità di compiere cambiamenti si vede ogni generazione ed è affidata alla rare mutazioni chiamate verticali, invece la cultura ci permette di realizzare dei cambiamenti in linea orizzontale.
LUMEN – Quindi molto più veloci.
CAVALLI-SFORZA - Nel mondo umano le idee sono l'equivalente delle mutazioni in campo genetico e si possono trasmettere a chiunque sia in grado di comprenderle. Questa è la ragione per cui l'evoluzione culturale è immensamente più veloce di quella genetica.
CAVALLI-SFORZA - Nel mondo umano le idee sono l'equivalente delle mutazioni in campo genetico e si possono trasmettere a chiunque sia in grado di comprenderle. Questa è la ragione per cui l'evoluzione culturale è immensamente più veloce di quella genetica.
LUMEN – Possiamo fare qualche esempio ?
CAVALLI-SFORZA - Per adattarci ai climi freddi della Siberia 25-30 mila anni fa fu possibile grazie all'innovazione culturale dell'abito da pelliccia e dopo migliaia d'anni i corpi si sono adattati all'ambiente gelido. Basti pensare alle narici lunghe e sottili che servono a riscaldare l'aria gelata prima che arrivi ai polmoni e ai cuscinetti di grasso sotto l'occhio per non far gelare il liquido del globulo oculare e ancora gli occhi sottili tipici delle popolazioni mongole.
Adattamenti biologici si trovano ad ogni latitudine e hanno richiesto millenni. Mentre oggi si compra un'attrezzatura adeguata, un buon paio di occhiali antivento e l'adattamento culturale ci permette di fare un salto di 10 mila anni di adattamento biologico.
LUMEN – Ma la selezione darwiniana si effettua anche sulla diversità culturale tra "umani"?
CAVALLI-SFORZA – Direi proprio di sì, anche se non ne conosciamo sempre la direzione. Prendiamo un cittadino metropolitano occidentale e un contadino povero che zappa sul Medio Atlante marocchino: il metropolitano può sembrare il massimo della civiltà e l'altro un povero disgraziato. Ma metti solo che si produca una crisi energetica da petrolio: chi ne uscirà meglio? Il contadino di sicuro continuerà la sua vita. Ma noi? Probabilmente ne usciremmo peggio.
LUMEN – Quindi possiamo concludere che il razzismo non ha una base scientifica. Eppure esiste. Uno scienziato come si spiega questo fatto ?
CAVALLI-SFORZA - Non se lo spiega, se non come lo scontro tra tifosi di diverse squadre: l'appartenenza a un gruppo dà sicurezza, identità fino a inventarsi un nemico per affermarsi. Non c'è spiegazione scientifica.
CAVALLI-SFORZA - Per adattarci ai climi freddi della Siberia 25-30 mila anni fa fu possibile grazie all'innovazione culturale dell'abito da pelliccia e dopo migliaia d'anni i corpi si sono adattati all'ambiente gelido. Basti pensare alle narici lunghe e sottili che servono a riscaldare l'aria gelata prima che arrivi ai polmoni e ai cuscinetti di grasso sotto l'occhio per non far gelare il liquido del globulo oculare e ancora gli occhi sottili tipici delle popolazioni mongole.
Adattamenti biologici si trovano ad ogni latitudine e hanno richiesto millenni. Mentre oggi si compra un'attrezzatura adeguata, un buon paio di occhiali antivento e l'adattamento culturale ci permette di fare un salto di 10 mila anni di adattamento biologico.
LUMEN – Ma la selezione darwiniana si effettua anche sulla diversità culturale tra "umani"?
CAVALLI-SFORZA – Direi proprio di sì, anche se non ne conosciamo sempre la direzione. Prendiamo un cittadino metropolitano occidentale e un contadino povero che zappa sul Medio Atlante marocchino: il metropolitano può sembrare il massimo della civiltà e l'altro un povero disgraziato. Ma metti solo che si produca una crisi energetica da petrolio: chi ne uscirà meglio? Il contadino di sicuro continuerà la sua vita. Ma noi? Probabilmente ne usciremmo peggio.
LUMEN – Quindi possiamo concludere che il razzismo non ha una base scientifica. Eppure esiste. Uno scienziato come si spiega questo fatto ?
CAVALLI-SFORZA - Non se lo spiega, se non come lo scontro tra tifosi di diverse squadre: l'appartenenza a un gruppo dà sicurezza, identità fino a inventarsi un nemico per affermarsi. Non c'è spiegazione scientifica.
LUMEN – Perdonatemi professore, ma anche il razzismo (pur essendo del tutto ingiustificato), potrebbe avere una sua spiegazione scientifica di tipo darwiniano: cioè si sarebbe evoluto perché aveva una sua utilità. L’aspetto esteriore, infatti, aiutava l’uomo a riconoscere le persone appartenenti al proprio clan, e quindi gli consentiva di indirizzare il proprio altruismo in modo geneticamente utile. Pertanto, una mentalità razzista, che spingeva ad essere collaborativi con le persone della propria (pseudo) razza, ed ostili con le altre, poteva essere un modo, un po’ rozzo ma in qualche modo funzionale, di aumentare la fitness del proprio pool genico.