Per quelli come noi - pochi, derelitti e sbertucciati - che vedono l'abisso verso cui sta correrndo l'umanità a causa della sovrappopolazione sregolata, è facile la tentazione di mollare la lotta e dichiararsi vinti.
E' umano e, forse, anche inevitabile.
Ma proprio a quelli come noi, possono essere dedicate queste bellissime parole del presidente americano Teodore Roosewelt, pronunciate quasi cento anni fa in un discorso a Parigi.
Eccole:
<< Non è il critico che conta, nè l'individuo che indica come l'uomo forte inciampi, o come avrebbe potuto compiere meglio un'azione.
L'onore spetta all'uomo che realmente sta nell'arena, il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore, dal sangue; che lotta con coraggio; che sbaglia ripetutamente, perchè non c'è tentativo senza errori e manchevolezze; che lotta effettivamente per raggiungere l'obiettivo; che conosce il grande entusiasmo, la grande dedizione, che si spende per una giusta causa; che nella migliore delle ipotesi conosce alla fine il trionfo delle grandi conquiste e che nella peggiore, se fallisce, almeno cade sapendo di aver osato abbastanza, così che il suo posto non sarà mai accanto a quelle anime timide che non conoscono nè la vittoria, nè la sconfitta. >>.
Il discorso sembra più adatto ai grandi uomini di stato che lottano per un traguardo supremo, o ai grandi aleti che gareggiano per una grande competizione, ma secondo me si può applicare a tutti coloro che sono disposti a lottare per un vero indeale, anche sapendo che la sconfitta sarà più facile della vittoria.
Quindi anche per noi, poveri sognatori di uno "rientro dolce", che finirà invece per essere molto, ma molto amaro.
LUMEN
Grazie per questa bella citazione, sono parole da tenere sempre presenti...
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