giovedì 25 agosto 2022

Punti di vista – 27

CRITERI DI TASSAZIONE
Se si guarda solo ai fatti, si vede tosto che i governi procurano di cavare dai loro contribuenti tutto ciò che possono, nè mai sono trattenuti dal non avere « bisogni » da soddisfare; unica remora è la resistenza dei contribuenti.
La scienza pratica delle finanze di un ministro non sta dunque punto nel ricercare dimostrazioni teoriche di teoremi e conseguenze di principii. bensì essa sta tutta nel trovare modo di vincere tale resistenza, di spennare l’oca senza troppo farla gridare.
VILFREDO PARETO (1916).


LA REPUBBLICA DELLE PENSIONI
Il primo articolo della Costituzione Italiana recita: L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro . Per quanto ne so, questa enfasi sul lavoro è unica tra le democrazie occidentali. Dice qualcosa di profondo e significativo su chi vogliamo essere come società e su cosa vogliamo valorizzare.
L'ironia è che, guardando l'Italia adesso, non lo indovineresti mai. Solo circa un terzo della popolazione italiana è ufficialmente occupata; tra la popolazione in età lavorativa, l'Italia ha uno dei tassi di occupazione più bassi d'Europa.
Luca Ricolfi, ha dedicato un libro alla spiegazione del paradosso di un Paese dove tutti vivono alla grande, ma nessuno sembra lavorare: una piccola coorte di lavoratori (e tanti schiavi di fatto ) sostiene un gran numero non tanto di figli, quanto di coniugi, anziani e disoccupati.
A volte mi chiedo se sia il caso di riformulare invece il nostro famoso primo articolo da leggere: L'Italia è una Repubblica democratica fondata sulle pensioni.
GAIA BARACETTI


GUERRA
La guerra è una faccenda che appartiene alla Storia, e si cristallizza lì, senza insegnare a nessuno il modo di non fare altre guerre. (...)
Così succede che la guerra infetta ogni cosa. In guerra fanno carriera i peggiori, gli istinti più orribili vengono premiati, incoraggiati, l’assenza di pietà è un notevole valore, come si è visto in ogni posto dove sia passata.
E dietro, nelle retrovie – anche questo si sa da sempre – fanno affari i più cinici, quelli che scommettono sul prolungarsi del conflitto, che cementano nazionalismi, che soffiano sul fuoco, che vendono armi, eccetera eccetera.
ALESSANDRO ROBECCHI


FURTO E DISTRUZIONE
Tutte le religioni e tutte le legislazioni sono contro il furto e tuttavia, dal punto di vista economico. il ladro non rappresenta il male peggiore.
Se egli ruba un’automobile e poi se ne serve per fare la spesa, accompagnare i figli a scuola, andare in gita fuori porta o recarsi al lavoro (se oltre a rubare lavora), quell’automobile, dal punto di vista economico, rappresenta ancora un fattore di ricchezza per la società. Il ladro pagherà le accise sulla benzina, l’Iva sui pezzi di ricambio o sul lavoro del meccanico, e via dicendo.
Il massimo danno – economicamente – non si ha se A ruba la cosa di B, ma se la distrugge. Perché quella è una perdita netta per tutti. La distruzione di un bene è più stupida e più immorale del furto.
GIANNI PARDO


ARTE ED ECONOMIA
Se studiamo la storia dell’arte come fenomeno economico, scopriamo che c’e’ una prima fase, detta “classica”, che si protrae circa fino al rinascimento/barocco, nella quale l’arte ha un solo, semplice scopo economico: aumentare il valore immobiliare.
Non si tratta tanto del fenomeno del mecenatismo: e possiamo osservare facilmente che per tutto questo periodo l’arte si concentra completamente nelle zone ricche, nelle case dei ricchi, nelle terre dei ricchi, nelle mani dei ricchi. Non si trova neppure un debole accenno di arte, sia pure a scopi amatoriali, dentro le case dei meno ricchi.
Il motivo e’ semplice: il mecenatismo aveva uno scopo economico. Aumentare il valore immobiliare di un palazzo, di un quartiere, di una citta’.
URIEL FANELLI


ARMI BIOLOGICHE
La “guerra biologica” è qualcosa che i governi delle potenze mondiali considerano molto seriamente. (...) Ma che cosa possono fare veramente le armi biologiche?
Fino a ora, non c’è mai stato un caso in cui sono state effettivamente utilizzate e non è detto che sia facile crearle. Potrebbe essere addirittura impossibile.
Un altro punto interessante è quello delle nostre difese biologiche innate. Quelle che hanno avuto “eoni” di tempo per evolversi in modo tale da proteggerci dai germi in modo ottimale.
Per quelli che cercano di mettere a punto un’arma biologica efficace, il sistema immunitario è un grosso ostacolo, forse un ostacolo insormontabile (e meno male!!).
UGO BARDI

giovedì 18 agosto 2022

Weltanschauung

Con la parola tedesca Weltanschauung (terribile da scrivere ed anche da pronunciare) si intende “la concezione del mondo, della vita, e della posizione in esso occupata, elaborata nel tempo dagli uomini e, per traslato, dai popoli e dalle nazioni”.
Il post di oggi, riporta l'opinione di Gianni Pardo sull'essenza profonda delle 3 grandi culture mondiali (occidente, oriente, islam), con, a seguire, una breve appendice sulla Russia. Con tante scuse alle altre culture 'dimenticate'.
LUMEN



<< Azzardiamo l’ipotesi che nel mondo esistano soltanto tre grandi mentalità. Quella mediterranea, quella orientale e quella islamica.

Quella mediterranea, inaugurata dai greci, è caratterizzata dalla razionalità. Non solo i greci – se pure con i mezzi di allora – hanno fondato la scienza, fino a far sorgere il più grande scienziato dell’antichità (o forse di tutti i tempi, un certo Aristotele) ma perfino nella loro religione, o mitologia che dir si voglia, si ha la ricerca di una spiegazione del reale.

La ragione fornita per l’alternarsi delle stagioni, col mito di Proserpina, ovviamente non sta in piedi ma, se non fornisce una teoria valida, dimostra almeno la voglia di averla. E da questa voglia è poi nata la scienza, nel XVII Secolo.

La mentalità dell’Oriente non ha avuto al centro la razionalità (considerata anzi con un filo di disprezzo) ma la filosofia del vivere. L’estetica del vivere. La saggezza. Forse, senza quel lembo di territorio che conclude l’Eurasia verso ovest, l’Oriente non avrebbe mai inventato la scienza, e soprattutto – ecco il punto – forse non ne avrebbe sentito la mancanza. Il vecchio cinese di ogni tempo avrebbe chiesto: “Sei più felice se vai da solo a cento all’ora su un’automobile, o a tre all’ora, su un calesse, con un caro amico?”

La terza mentalità è quella islamica, che non è né razionale né saggia, ma sembra dominata fino alla paralisi dallo schiacciante peso di una realtà insieme dura ed inflessibile. La mentalità che può dare la crudeltà del deserto. L’uomo del Vicino Oriente, dinanzi ad un mondo così difficile, e contro il quale le sue forze erano insufficienti, ha risolto il problema in modo metafisico: questa realtà l’ha voluta Dio; Dio è onnipotente; e se Lui l’ha voluta così, è segno che è bene sia così. Non ci rimane che rassegnarci.

Così la sua mentalità si è a poco a poco sganciata dalla realtà, su cui egli si è sentito poco influente, fino a divenire il campo esclusivo della religione e dei pregiudizi. Il Corano è divenuto non la massima, ma l’unica legge. Aggiungendole poi nei vari Paesi, con pari forza cogente, principi che in esso non sono contenuti, come la barba degli uomini o il burka delle donne. La caratteristica del mondo islamico è l’inerzia e il pregiudizio.

Ma c’è di più. Le prime due mentalità sono comunicanti, la terza no.

L’Occidente, già nell’antichità, si è talmente interessato del “modo giusto di vivere”, che ha creato l’epicureismo e lo stoicismo, ed anche il tollerante, sorridente scetticismo. Mentre l’Oriente, da un secolo e mezzo, si è impadronito della scienza occidentale fino a farci concorrenza e possibilmente superarci.

La terza mentalità invece, quella islamica, non soltanto si è dimostrata incapace di grandi progressi ma addirittura, come nel caso dell’Afghanistan, capace di grandi regressi. Forse non possiamo fare nulla per loro, se non tenerli lontani. Per il loro bene ma, soprattutto, per il nostro. >>


RUSSIA

<< Gli ottimisti hanno sperato che ciò che rendeva i russi tanto diversi fosse l’essere comunisti. E il fatto che il comunismo, postulando la dittatura per reggersi al potere, li rendeva schiavi. È per questo che, quando arrivò Gorbaciov, l’Occidente sperò che la Russia divenisse veramente europea. 
 
Abbiamo visto la Duma con i deputati che discutevano, votavano, parevano liberi e risoluti a imboccare una nuova via. (...)  Ma il prosieguo della storia ha dimostrato che sì, è ben vero che, dovunque si installi, il comunismo si traduce in tirannide, ma è anche vero che la Russia è un caso speciale: Mosca volge in tirannide qualunque regime. 
 
È stata tirannide la monarchia degli zar, e non perché fosse assoluta, ma perché era russa. Anche la monarchia francese di Luigi XIV era una monarchia assoluta, ma in Francia a quei tempi c’era una libertà assolutamente inimmaginabile in Russia duecento e passa anni dopo.

È stata tirannide quella di Stalin e successori, ed anzi statisticamente la peggiore della storia, per le dimensioni dei crimini perpetrati. Abbiamo avuto un’apparenza di democrazia con le elezioni a ripetizione di Putin (personalmente o attraverso il suo uomo di paglia Medvedev), finché, con la guerra in Ucraina, si è ripiombati nello stalinismo più nero, come stile. (...)

L’errore era nel manico. Non negli zar, non in Stalin, non nel comunismo: l’errore era nel popolo russo che dopo un tiranno ne creava un altro. O ne tollerava un altro, che è lo stesso. Gli inglesi per molto meno hanno decapitato Carlo I e i francesi Luigi XVI. I russi no, il Piccolo Padre lo adorano. Prendono per buone le bugie in suo favore e per calunnie le verità a suo sfavore. Per lui sono disposti ad essere mandati a morire al fronte. Anche per niente. >>

GIANNI PARDO

giovedì 11 agosto 2022

Ambiente ed Energia: un equilibrio difficile

Ambiente ed energia sono sempre stati legati in modo profondo sin dall'inizio della civiltà umana. Ma mai come oggi il loro rapporto è diventato ancora più inestricabile, in quanto alla fame sempre crescente di energia va di pari passo il degrado semrpe più rapido dell'ambiente.
Quelle che seguono sono le riflessioni di alcuni esperti sulla situazione attuale.
LUMEN



ENERGIE ALTERNATIVE
Alcuni autori come Gail Tverberg ritengono che la REI (Industrial Electric Renewable) e il Nucleare siano semplicemente estensioni dei combustibili fossili. In breve, sono sistemi che possono fornire energia extra ma solo se sono disponibili combustibili fossili.
Ed è un fatto che né il REI né il modello nucleare hanno mai completato il loro ciclo di vita (che comprende l'estrazione, la lavorazione, i processi di fabbricazione, l'assemblaggio e l'installazione, la manutenzione e, infine, lo smantellamento dei materiali) utilizzando solo energia rinnovabile o nucleare: il fatto è che molta energia fossile finisce sempre per entrare nel processo.
Inutile dire che completare il ciclo di vita con la sola energia rinnovabile/nucleare è teoricamente possibile: la domanda è sapere come funziona nella pratica.
Nel mondo reale, usare solo energia rinnovabile o nucleare in questi processi può aumentare enormemente i costi energetici, al punto che i sistemi che ne derivano cessano di essere fonti di energia e diventano pozzi di energia, cioè in tutto il processo si perde più energia di quella prodotta.
ANTONIO TURIEL


IL PICCO DELL'AGRICOLTURA
E’ possibile (anche se non certo) che il 2019 sia stato il picco della produzione agricola e industriale.
Se fosse così, probabilmente intorno al 2030 comincerà un decremento demografico guidato soprattutto dalla contrazione dei servizi sanitari internazionali, malnutrizione, siccità, sommosse e dal disperato tentativo dei paesi del “Nord del Mondo” di arginare le decine, se non centinaia di milioni di persone che cercheranno scampo in zone già ampiamente sovrappopolate ed impoverite.
Certo, ci saranno differenze importanti a seconda dei paesi e delle classi sociali, ma il quadro di riferimento generale lascia poco spazio per ipotesi diverse dal momento che, se anche volessimo finalmente fare qualcosa di utile, sarebbe in gran parte troppo tardi.
JACOPO SIMONETTA


GAS NATURALE
Chiaramente, il governo non considera il clima una priorità. Non solo non fa nulla di sostanziale, ma peggiora le cose, per esempio programmando il ritorno al carbone, notoriamente la sorgente di energia più sporca di tutte.
Peggio ancora sta facendo l’Unione Europea che sta programmando di classificare il gas naturale come una “sorgente rinnovabile”.
Per chi non lo sapesse, il gas “naturale” è formato principalmente da metano fossile che è un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica. Le inevitabili perdite nell’estrazione e nel trasporto rendono il gas naturale uno dei fattori principali nel riscaldamento globale.
Classificarlo per legge come “rinnovabile” è un po’ come falsificare la data di nascita sulla carta di identità per sembrare più giovani.
UGO BARDI


VIVERE COL SOLE
Negli ultimi decenni, ci siamo abituati a usare l'energia ogni volta che lo desideriamo. Ciò mette a repentaglio una rapida transizione, poiché l'abbinamento dei nostri attuali modelli di consumo alla fornitura rinnovabile richiederebbe un'enorme quantità di stoccaggio.
Nel dibattito sulla transizione, questo è spesso considerato l'ostacolo chiave per raggiungere un sistema energetico privo di fossili. (Ma) per salvare un clima ospitale, i nostri modelli di consumo non sono scontati.
Possiamo e dobbiamo ripensare fondamentalmente al modo in cui utilizziamo l'energia. Seguendo il corso del sole, proprio come fanno i girasoli, possiamo programmare le nostre attività più energivore intorno a mezzogiorno e in estate, riducendo al minimo la domanda di notte e in inverno.
HARALD DESING


COSTI ENERGETICI
L’aumento – in questo momento è praticamente il raddoppio – dei costi dell’energia, riverbera su tutte le attività economiche. Non è una cosa temporanea che finirà quando finisce la guerra in Ucraina (sperando che finisca presto). E’ una tendenza strutturale che è cominciata prima della guerra e durerà ancora per molto tempo.
E non te la cavi semplicemente abbassando il termostato del riscaldamento di casa, come il governo ci ha raccontato. Nemmeno per idea: un privato cittadino può anche decidere di starsene al freddo indossando due paia di calzini di lana, ma non puoi far funzionare dei macchinari industriali usando dei calzini di lana.
La produzione industriale richiede energia e molte attività che potevano dare dei profitti con un certo costo dell’energia non hanno più senso con i costi attuali, molto più alti.
UGO BARDI

giovedì 4 agosto 2022

Pensierini – XLIX


SOLDI
Guadagnare soldi, possedere soldi e spendere soldi sono tre piaceri molto diversi tra loro, ai quali le persone reagiscono in modo diverso, secondo il proprio carattere.
Per questo, non ci dobbiamo stupire se alcune persone, invece del terzo, preferiscono il primo o il secondo.
LUMEN


INTELLIGENZA
La cosa più importante per un essere vivente è saper prevedere gli eventi futuri sulla base dei rapporti di causa ed effetto appresi dal passato.
Più è razionale l'analisi del passato, più sarà efficace la previsione del futuro e questa attività è massimamente sviluppata negli essere umani, che sono dotati di quele attività intellettive superiori chiamate 'intelligenza'.
Pertanto, con una sintesi un po' ardita, l'intelligenza può essere definita come la capacità di prevedere razionalmente il futuro.
LUMEN


PAPA FRANCESCO
Mi sembrano patetiche le esternazioni di Papa Francesco sui grandi temi della politica internazionale.
I media principali – servili come sempre - le riportano con grande enfasi, come se dicesse chissà che cosa, ma sono banalità a cui nessuno da più retta. E, soprattutto, a cui nessuno da un seguito.
E pensare che, una volta, bastava la minaccia della scomunica per allarmare il mondo; oggi invece....
LUMEN


CERCARE LA FELICITA'
Anche se la vita, probabilmente, non ha alcun senso, è sempre meglio trascorrerla avendo tanti momenti di felicità e pochi di infelicità.
Ma la felicità ci appare un concetto sfuggente e quindi molto difficile da perseguire.
Io credo però che la felicità sia strettamente legata al concetto di superiorità: siamo felici quando ci sentiamo superiori (alle altre persone, alle situazioni, ai problemi) e infelici quando ci sentiamo inferiori.
Se questo è vero, cercare la felicità (o sfuggire all'infelicità) può diventare più semplice.
LUMEN


UMORISMO
Secondo Pirandello l'umorismo sarebbe il 'sentimento del contrario', ovvero ciò che ci mostra una situazione opposta a quella formale che ci aspettiamo.
Ma, secondo me, questo non basta: occorre anche che la scena ci faccia sentire superiori, Perchè se ci sentiamo coinvolti emotivamente, ci identifichiamo con la vittima, e ridere di lui sarebbe come ridere di noi stessi.
LUMEN


TUTTO IN ORDINE
Uno dei miei pochi pregi è quello di avere le mie “cose” (libri, abiti, oggetti, ecc.) sempre in perfetto ordine.
A chi mi chiede come faccio, rispondo che seguo una regola molto semplice: non cmpro mai nulla di nuovo se non ho già disponibile il posto in cui metterlo.
E se il posto non c'è ancora, lo creo subito, buttando via qualcosa di vecchio, di inutile o di superato (c'è sempre da scelgliere). Semplice no ?
LUMEN


USARE IL CONDIZIONALE
Quando si analizzano i comportamenti degli altri bisogna evitare di usare il 'condizionale', che presuppone sempre valutazioni etiche.
Dire che Tizio avrebbe dovuto fare così o comportarsi cosà, è del tutto inutile perchè poi, una volta fatta la valutazione, non vi si può dare alcun seguito.
E' molto più utile, invece, esaminare come si è comportato Tizio, cercare di comprenderne, per quanto possibile, le motivazioni, e poi comportarsi di conseguenza, nel proprio personale interesse.
Senza dIstrazioni moralistiche.
LUMEN


ATTORI CANI
Ma coloro che vanno a vedere i film interpretati da 'attori cani', e ci si divertono pure, sono dei «cinefili cinofili» ?
LUMEN

giovedì 28 luglio 2022

Appunti di Geo-Politica

I rapporti tra le nazioni affondano le loro radici nella storia, anche secolare, ma sono determinati in modo decisivo dalla geografia.
Perchè tante cose possono cambiare nel tempo, ma la geografia dei luoghi rimane, salvo casi eccezionali, sempre la stessa.
Per questo, quando si parla di politica internazionale, si parla spesso di geo-poltica, alla quale è dedicato il post di oggi, con le riflessioni di alcuni autori tratte dal web.
LUMEN


ORDINE DEL MONDO
Non potendo avere un Ordine Mondiale universalmente riconosciuto o imposto, stabilito da un Sovrano e garante con la forza e l’autorevolezza di arbitro sovraordinato a tutti gli Stati, l’unica soluzione realistica è accettare la pluralità del mondo e circoscrivere, riconoscere alcune aree omogenee o spazi vitali – per dirla con la geopolitica, Carl Schmitt o più recentemente Samuel Huntington: l’Europa, gli Stati Uniti, l’America latina, la Russia, la Cina, l’India, il sud-est Asiatico, l’Africa, il Medio Oriente o civiltà islamica, l’Australia.
Le grandi aree naturalmente possono essere intese diversamente, ma queste dieci ci sembrano le più indicative, a loro volta suddivise in altre aree minori. L’ordine mondiale non può che essere governato da rappresentanti di queste dieci realtà principali.
MARCELLO VENEZIANI


IL RITORNO DEL NAZIONALISMO
L’identitarismo nazionale e culturale dei vari fronti geopolitici, da quello russo all’afghano, dal vietnamita all’indiano, dall’iraniano all’ungherese, dal giapponese al brasiliano, farà il suo ingresso anche all’interno dell’Unione Europea, contrapponendosi anche qui all’Anglo-globalismo ormai in ritirata irreversibile ed anche ad ogni nuova eventuale forma di Globalismo, che potrebbe questa volta arrivare dall’Estremo Oriente rosso, con la possibile benedizione del Vaticano universalistico, di fazioni dell’elite finanziaria e militare occidentale e di Davos.
La partita tra Identitari e Globalisti sarà lunga e secolare, è appena iniziata.
SITO di SOLLEVAZIONE


IMPERI E CONFINI
I grandi imperi sono fragili perché le loro dimensioni li pongono dinanzi all’alternativa tra la tirannia e la frammentazione. Se gli Stati Uniti sono in una condizione eccezionalmente felice è, innanzi tutto, per le frontiere.
Ad est e ad ovest, due immensi oceani. A nord un Paese amico che, per certi versi, è la replica degli Stati Uniti. E comunque nessuno dei due ha interesse ad invadere l’altro. A sud un Paese, come il Messico, che se fosse annesso agli Stati Uniti gli procurerebbe più guai che vantaggi. E infatti il vecchio progetto è quello di erigere un muro per difendersi dai migranti in partenza da esso, un po’ come la Cina a suo tempo costruì la Grande Muraglia.
GIANNI PARDO


DE-GLOBALIZZAZIONE
Il decadimento quali/quantitativo dell’input energetico e gli effetti nocivi connessi con la crescente entropia mondiale renderanno le strutture economiche e sociali particolarmente complesse sempre meno sostenibili.
Ciò significa che la de-globalizzazione che sta ora prendendo le mosse, accelererà e diverrà una tendenza inarrestabile nei prossimi decenni.
Prima di festeggiare, consideriamo però che, se con la globalizzazione ci siamo fatti parecchio male, con la de-globalizzazione ci faremo peggio.
JACOPO SIMONETTA


LA CINA DI OGGI
La Cina di oggi è una grande potenza che, a differenza della Russia, non affama la propria popolazione pur di armarsi, ma è abbastanza ricca per avere il burro, i cannoni, e anche le vacanze all’estero.
Il livello di vita, dai tempi di Mao, si è moltiplicato non so più per quale cifra. Ha la serenità della belva che siede al top della scala alimentare. Ed oggi ha già mangiato.
Certo, deve tenersi buoni gli Stati Uniti, perché sono una grande potenza economica, militare e tecnologica. Ma soprattutto perché sono buoni clienti. Anzi, insostituibili clienti.
Né la Cina ha difficoltà, in questo. Perché è estremamente pragmatica. Persegue i suoi scopi con estremo realismo. Non cercherà mai di ottenere ciò che è molto costoso, perché tiene costantemente conto del dare e dell’avere.
All’Europa qualcuno ha potuto illustrare l’impresa delle Crociate come qualcosa di doveroso; la Cina, se fosse stata in Europa, avrebbe chiesto: “E io che ci guadagno?”
GIANNI PARDO


MONDO MULTIPOLARE
Ritengo molto edulcorata la visione che presenta un quadro ‘Occidente vs resto del mondo’. Il quadro semmai è ‘Occidente vs Cina vs Russia vs Resto del mondo’.
Ho la seria impressione, da episodi come questa guerra [in Ucraina] e la condotta di Cina e Russia in Africa, che il ‘mondo multipolare’ di cui si riempiono in tanti la bocca sia lo stesso prima, con la differenza che le 'porcherie' prima prerogativa esclusiva degli USA, ora sono estese a qualche altro pesce grosso.
IGOR GIUSSAN
I

giovedì 21 luglio 2022

Predator

A proposito del problema della sovrappopolazione, di cui abbiamo già parlato molte volte in questo blog, sono ben noti i danni ecologici legati alla devastazione dell'ambiente naturale.

Ma, secondo alcuni studiosi , il problema non si ridurrebbe a questo.

Pare accertato, da approfondite analisi compiute su altre specie animali, che l'eccessiva proliferazione (in genere legata all'assenza di predatori) danneggia le qualità adattative dei singoli individui, facendo emergere le loro caratteristiche peggiori.

Ne consegue, mutatis mutandis, che anche la proliferazione incontrollata dell'homo sapiens (virtuamente privo di predatori che lo minacciano) danneggerebbe seriamente il futuro della nostra specie.

A questo particolare (ma anche inquietante) aspetto è dedicato il post di oggi, scritto da Marco Pierfranceschi per il suo blog 'Mammifero Bipede'.

LUMEN


<< “Universo 25” è il nome dato dal prof. John B. Calhoun ad un famoso studio di etologia condotto all’inizio degli anni ‘60. L’esperimento consisteva nell’osservare le dinamiche di una colonia di topi inseriti in un habitat ‘ideale’ (le virgolette sono d’obbligo), privo di predatori e con cibo e spazio a volontà.

L’habitat era teoricamente in grado di ospitare diverse migliaia di individui, ma non raggiunse mai la saturazione teorica: dopo archi di tempo più o meno lunghi la popolazione al suo interno finiva sistematicamente col degenerare ed estinguersi.

Calhoun provò a dare diverse interpretazioni ai risultati della sua ricerca, arrivando a coniare la definizione di ‘Fogna del comportamento’. (…)

Il declino e relativo collasso delle colonie dell’esperimento è stato attribuito a diversi fattori, ed analizzato sotto diversi approcci, principalmente legati alle scienze sociali. Non ho approfondito più di tanto la letteratura in materia, ma nessuna tra le spiegazioni trovate fin qui chiama in causa l’assenza di predatori all’interno dell’habitat artificiale.

La funzione complessiva dei predatori negli ecosistemi sembrerebbe non pienamente compresa.

Ho avuto modo di visionare un documentario sul ‘Fattore Paura’, connesso alla presenza di predatori. Il documentario descrive come sia stato necessaria la reintroduzione di uno specifico carnivoro (il licaone), in una riserva naturale africana devastata da decenni di guerre, per riequilibrare una popolazione di antilopi d’acqua fuori controllo.

Si è osservato come la presenza dei predatori influenzi a più livelli i comportamenti delle specie predate. Nello specifico, le antilopi che si erano spinte a pascolare nelle pianure, decuplicando ila popolazione della situazione pre-bellica, con la ricomparsa dei licaoni sono tornate a nascondersi nelle boscaglie.

Questo ha influito sia sulla dieta che sulle abitudini riproduttive della specie predata, portando ad una riduzione della popolazione molto maggiore di quella dovuta ai semplici abbattimenti.

Da questa prospettiva, l’assenza di predatori nell’esperimento “Universo 25” appare come uno dei principali fattori di squilibrio nei comportamenti dei roditori.

L’assenza di predazione ha portato all’emergere di profili comportamentali diversi da quelli selezionati in natura, operando una selezione patologica degli individui, in ultima istanza premiando caratteristiche indesiderate che hanno finito col portare la colonia all’estinzione.

La conclusione finale è che nessuna specie vivente esiste ‘a sé stante’, indipendentemente dal contesto ecosistemico. Ogni individuo, e ancor più ogni specie, esiste come parte dell’ecosistema, come tassello di un mosaico più ampio, all’interno del quale svolge il proprio ruolo.

L’alterazione del contesto, l’eliminazione di significative forzanti esterne, genera una condizione in cui il ruolo svolto viene a mancare, e assieme al ruolo viene a mancare la necessità per la specie di esistere. L’evoluzione si occupa poi di rimuovere la specie inutile dall’equazione complessiva.

Se osserviamo quanto messo in atto nei secoli dalla nostra stessa specie, non possiamo evadere uno spiacevole presentimento.

Fin dagli albori della storia umana abbiamo fatto il possibile per contrastare la predazione, divenendo di fatto noi stessi il predatore apicale degli ecosistemi planetari. Questo ha influito sulla selezione naturale, dirottandola verso una selezione artificiale ed alimentando un processo di auto-domesticazione.

Inevitabilmente, l’assenza di predazione sta modificando l’evoluzione della nostra specie. Il trasferimento in habitat sempre più artificiali, l’adozione massiva di abitudini lavorative ripetitive, il sistematico stravolgimento delle modalità sociali, sta finendo col produrre un’umanità totalmente disconnessa da qualsivoglia contesto ambientale naturale.

E, come abbiamo visto, al cessare di una specifica funzione ecosistemica finisce con l’esaurirsi la necessità che una specie esista, col risultato di innescare processi evolutivi degenerativi che, in ultima istanza, ne causano l’estinzione. >>

MARCO PIERFRANCESCHI