martedì 26 agosto 2025

Cogito ergo Ateo - (5)

PERCHE' IL CRISTIANESIMO ?
Mi sono sempre chiesto perchè il Cristianesimo, che alla nascita era solo una delle tante piccole religioni orientali presenti nel Mediterraneo, abbia poi avuto il successo che conosciamo.
Credo che il motivo possa essere questo: il Cristianesimo è stata la prima religione che invece di puntare sulla potenza ed il successo, che gli Dei avrebbero concesso ai propri fedeli in cambio della loro devozione, ha puntato invece sulla sofferenza, a cui ha dato la dignità e l'importanza di uno strumento di salvezza.
La figura di Gesù, infatti, non era quella di un Dio vincente, ma sofferente.
E siccome all'epoca la vita della gente comune era terribimente grama e la sofferenza era un elemento quotidiano, ecco che una religione che la glorificava e le dava un'importanza positiva al cospetto degli Dei, ha finito per sedurre la maggioranza della gente, portando il Cristianesimo a dominare mezzo mondo.
LUMEN


GLI INTELLETTUALI E LA FEDE
Ho notato che gli intellettuali cristiani, che sono tra i credenti più colti ed intelligenti, nonostante abbiano con sé la forza della fede, non rinunciano a porsi delle domande sui grandi temi dell'umanità, come, per esempio, il senso della vita.
Ora, se c'è una categoria di persone che, da questo punto di vista, è la più fortunata al mondo, perchè ha già tutte le risposte, è proprio quella dei credenti.
Infatti, qual è il senso della vita per i cristiani ? Semplice: obbedire alla volontà di Dio per conquistare il paradiso. Non devono scervellarsi come noi atei.
Ed invece, da quanto ho visto, anche gli intellettuali cristiani continuano a rimuginare su queste cose.
Forse, senza rendersene conto, credono in Dio, ma non in tutto il resto.
LUMEN


IL PRINCIPIO DEL PIACERE
Roberto Pecchioli si scaglia, in un suo articolo, contro la deriva moderna del pensiero che, dall'illuminismo in poi, ha dato sempre più importanza al principio del piacere individuale, a scapito della coesione sociale, basata sui valori tradizionali di stampo religioso.
Sostiene quindi, da buon cattolico, che, a fronte della sempre più evidente crisi della civiltà occidentale, si deve abbandonare l'errore del modernìsmo individualista e ritornare alle origini dei sani principi della vita sociale religiosa, in quanto espressione della 'verità'.
Purtroppo, Pecchioli non ha le idee molto chiare su come funziona il mondo, per cui combatte contro il nemico sbagliato.
E' vero che il principio del piacere individuale è in netto contrasto con le regole del vivere sociale, ma questo non perchè il primo sia sbagliato ed il secondo sia giusto.
Anzi, se guardiamo alla realtà della natura, è esattamente l'opposto: gli istinti individuali sono veri, perchè frutto della selezione naturale, mentre le regole sociali sono solo finzioni, perchè fondate su sovrastrutture culturali.
Quindi se si vuole difendere il primato delle regole sociali (ed io sono d'accordo), non bisogna farlo perchè esse racchiudono la verità, ma solo perchè sono necessarie per il vivere civile, NONOSTANTE siano false,
LUMEN


CHIESA E DEMOCRAZIA
La C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) è sostanzialmente il braccio politico della Chiesa Cattolica in Italia, e capita spesso che autorevoli esponenti della CEI invitino i partiti politici, o i governi in carica, a prendere questa o quest'altra iniziativa di legge.
Il tutto, sulla base di un esplicito apprezzamento della nostra democrazia, che deve sempre essere mantenuta ed adeguatamente difesa contro i suoi nemici.
Insomma, secondo la CEI la democrazia italiana sarebbe – anche nell'ottica del messaggio cristiano - un valore importante da preservare.
Un Pontefice del novecento, però, e precisamente Papa Pio XI, fece questa inequivocabile affermazione: “Se c’è un regime totalitario – totalitario di fatto e di diritto – è il regime della Chiesa, dato che l’uomo appartiene totalmente alla Chiesa.”
Ma allora, la democrazia è un valore cristiano oppure no ? E i vertici della Chiesa da che parte stanno ? La risposta è molto semplice: dalla loro. 
E per questo si sentono autorizzati ad affermare, secondo la convenienza del momento, una cosa oppure il suo opposto.
LUMEN


BEST SELLER
Ho letto che la Bibbia è il libro più stampato e venduto nell'intera storia storia dell’umanità: è stato tradotto in tutto il mondo in oltre 3.000 lingue (o dialetti) e ne sono state stampate, complessivamente, oltre 5 miliardi di copie.
Inoltre è stato il primo libro mai stampato con caratteri mobili da Gutenberg nel XV secolo, segnando l’inizio dell’editoria moderna.
Sono numeri che, dal punto di vista editoriale, fanno impressione, ma mi sembrano ancora più incredibili se paragonati con il livello modestissimo del testo.
Come ha scritto Piergiorgio Odifreddi con spietata concisione, la Bibbia è piena di cose << sbagliate scientificamente, contraddittorie logicamente, false storicamente, sciocche umanamente, riprovevoli eticamente, brutte letterariamente e raffazzonate stilisticamente >>.
È proprio vero che la Fede può smuovere le montagne (di carta).
LUMEN

32 commenti:

  1. BEST SELLER
    Anche a cagione del fatto che le bibbie si trovano specialmente nei paesi bigotti anglosassoni, in ogni camera di albergo, dalla stamberga in su , invece del più utile bidè....Ovvero stampate in quantità industriali per essere "regalate " ai baluba dai missionari, squallidi piazzisti di fregnacce, che il diavolo se li porti.....

    "Un tempo noi avevamo le terre ed i missionari le bibbie. Adesso i missionari hanno le terre, e noi le bibbie."
    Patrice Lumumba

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    1. In effetti, può anche darsi che le copie stampate non corrispondano a quelle lette, anche perchè si tratta di un libro molto ponderoso, che può intimidire molti lettori.
      Il Vangelo ed il Corano, per esempio, essendo testi più agili, hanno forse una platea di lettori maggiore.
      I numeri editoriali, però, fanno ugualmente impressione.

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  2. QUAESIVI ET NON INVENI.
    Non ho trovato, forse non ho cercato bene, oppure abbastanza, ma tant'è.....non ho più interesse di conoscere il parere degli intellettuali, credenti o meno, conoscere la loro idea su dio, sull'olimpo post ellenico eccetera eccetera, e credo che un intellettuale che si rispetti non dovrebbe impicciarsi di cose vacue, roba da fantascemenza.

    A me son bastate le mirabolanti gesta dei soldati di cristo , della ancelle del signore, divorati più dall'amore della tagliatelle che dall'amore per iddio, amanti dei fanciulli, delle fanciulle. Magari anche troppo. Esempi di rettitudine, di virtù , come la sciagurata Caterina da Siena , che riportò il papa a Roma, tanto in odore di santità che si pensava possedesse il dono dell'ubiquita ' , mentre invece erano le sue parti intime,non lavate da decenni, che lasciavano un tanfo untuoso e permanente dovunque ella passasse.

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    1. 'Quaesivi et non inveni' è il titolo di un delizioso libretto del giornalista Ricciardetto (al secolo Augusto Guerriero) che raccoglie i suoi articoli (scritti da ateo) in materia religiosa.
      Se non lo conosci, te ne consiglio la lettura.

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  3. Si si Lumen, letto 40 anni fa e passa grazie...

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  4. IL PRINCIPIO DEL PIACERE

    Lunga vita ai moderni principi laici liberali democratici federalisti razionali (scientifici) dell'Aufklarung/Enlightment/Philosophie des Lumieres oggi nuovamente sotto duro attacco in mezzo mondo! Contro ogni forma di collettivismo forzato di matrice ideologico-politico-religiosa e con buona pace di Pecchioli & Co. (Parere personale)

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    1. Caro Claude,
      io penso che occorra, come spesso accade nella nostra vita, una sorta di equilibrio.
      Il principio della libertà individuale è importante, ma deve essere sempre compatibile con la coesione sociale.
      Si tratta di un equilibrio difficilissimo, nel quale, opinione mia, quasi tutte le ideologie storiche hanno fallito.

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    2. Osservazione certamente sensata ma di cui gli intellettuali di tendenza illuminista (da Locke e Voltaire a Popper e Russell) hanno tenuto ampiamente conto, fino a ipotizzare addirittura forme di liberal-socialismo (Gobetti, JS Mill, ecc.)!
      Prima intendevo soprattutto sottolineare la fondamentale esigenza di tutelare l'INDIVIDUO singolo da tutti quei gruppi /centri di potere (economici politici religiosi sociali) che a vario livello e in vario modo tendono a soffocarne più o meno duramente le libertà fondamentali. Saluti

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    3. Su questo siamo perfettamente d'accordo.
      Ci sono dei valore di base che devono comunque essere preservati.

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  5. Perché il Cristianesimo?

    Tra i molteplici motivi (storico-politici culturali sociali ecc.) del successo del Cristianesimo NON va trascurato che i contenuti delle Sacre Scritture e in particolare del N.T. risultano cosi poco chiari e univoci da poter essere letti/interpretati in maniere differenti e a volte reciprocamente contraddittorie, così che ognuno possa abbastanza agevolmente trovarvi ciò che (in)consciamente va cercando: ad es il lettore "di destra" mettera' l'accento sulla regalità del Cristo risorto mentre quello "di sinistra" si soffermera' sulla sofferenza del Cristo crocifisso. Per non parlare dell'ambito teologico-politico ufficiale... Insomma: una sorta di menù a-la-carte sempre pronto a un uso differente a seconda dei vari contesti dati!

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    1. Giusta osservazione.
      A cui si può aggiungere l'utilità di un'ideologia passiva, che esalta l'accettazione della sofferenza, come instrumentum regni.

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    2. Un'ideologia passiva che esalta non soltanto l'accettazione della sofferenza ma anche l'obbedienza ai poteri politico-religiosi costituiti. Saluti

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  6. Trovo centrato il pezzo di Lumen, congratulazioni ! Così come le osservazioni di Claude anche se a prescindere dalle ambiguità dei testi, il nostro cervello è talmente leggiadro che anche un semplice cartello tipo "vietato fumare"viene probabilmente assimilato in mille modi diversi, se letto da mille persone diverse.

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    1. Hai fatto una considerazione interessante.
      Il tuo esempio è volutamente paradossale, ma basta davvero poco per non capirsi.

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  7. COMMENTO di SERGIO

    Il trionfo del cristianesimo è un po’ un mistero (buffo), ma poi non tanto. È con l’editto di tolleranza e poi il riconoscimento di Costantino che il cristianesimo prende davvero piede e diventa religione ufficiale. Con l’editto poi di Teodosio (396) sono messi al bando tutti gli altri culti, il cristianesimo s’impone definitivamente con la violenza di … Stato.

    Come saprai il culto di Mitra, molto diffuso in tutto l’impero, era un forte concorrente del cristianesimo. Aveva i suoi luoghi di culto (mitrei) prima che i cristiani ne avessero di propri. Le grandi basiliche costantiniane datano dalla fine del quarto secolo. Il mitraismo però non era popolare, era una religione o fede misterica per iniziati. Scompare comunque solo nel tardo quarto secolo.
    Lo stesso bisogna riconoscere che il cristianesimo ha fondato (almeno sulla carta) la sostanziale uguaglianza di tutti gli uomini davanti a Dio e ha attirato i pagani con la pratica dell’amore del prossimo, massimo comandamento di Gesù. Ma certamente ha contribuito alla sua affermazione anche il miracolo supremo della resurrezione in cui fermamente credevano (e molti ancora oggi credono). Se Cristo non è risorto, la nostra fede è vana - dice San Paolo.
    Una cosa curiosa, ma non tanto, è che la resurrezione di Cristo non sia al centro del culto cristiano, bensì la crocifissione, il sacrificio dell’uomo-Dio. La croce è stata sempre onnipresente ed è massimamente colpevolizzante: Gesù si è sacrificato per noi, ha redento l’umanità dal peccato originale (quando avvenne questo “fatto”, visto che l’Homo sapiens ha almeno duecentomila anni?).

    Ti confesso che non sopporto più l’immagine del crocifisso, è semplicemente orrenda, ed è stata replicata migliaia di volte nell’arte, al contrario della resurrezione. Non è un caso che la Chiesa stia rimovendo la croce dall'altare o ne presenti una stilizzata senza il corpo di Cristo (perché sa che l’immagine del crocifisso non è attraente, in fondo non piace nemmeno ai preti moderni).
    Se invece della croce, simbolo orrendo, la Chiesa avesse proposto come simbolo un sole radiante e con colpevolizzante - avremmo avuto un’altra religione.

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    1. Caro Sergio, sul simbolo della crocefissione sono d'accordo con te: è davvero disturbante, ai limiti del sadismo.
      E se i cristiani non lo trovano più tale è solo perchè, a furia di vederselo intorno (in chiesa, ma non solo), ci si sono abituati.
      Il disagio resta però per tutti gli altri: atei/agnostici e fedeli delle altre religioni.

      Forse, se davvero la Chiesa Cattolica sta passando dal crocefisso alla semplice croce, potrebbe farlo per agevolare il dialogo (ed il possibile sincretismo) nei confronti delle altre religioni.
      A fare i calcoli mediatici sono bravissimi.

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  8. La parabola del fico senza frutti in inverno. Il figliuol prodigo, la pecorella smarrita, disturbanti come e forse più del povero cristo imbullettato a due traverse....Si son divertiti, si son fatti gioco di noi da millenni.

    "Mangiamo e beviamo, ci facciamo ricchi, soddisfaciamo i sensi in barba e a discapito del popolo sciocco che crede alle favole che contiamo loro". Così sembra che papa Alessandro Borgia si rivolgesse ai suoi accoliti, o cardinali, che è la stessa cosa.

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    1. Caro Mauro,
      certo il Cristianesimo è diventato una grande macchina del consenso, con tutte le relative caratteristiche, ma questo è avvenuto soltanto DOPO il suo successo istituzionale (imperiale ed ecclesiastico).
      All'inizio, si era diffuso solo tra la gente comune dell'epoca e non avrebbe mai attirato l'attenzione delle elites (guidati dai motivi di cui sopra) se non avesse già avuto un buon successo 'dal basso'.
      E' questo che mi affascina (e mi incuriosisce).

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  9. Eppure sia Borgia che Bergoglio erano costretti a vestirsi come pagliacci e a dir messa. Fa(ceva) parte del copione, d'accordo, però mi chiedo se non sacramentassero per le buffonate che dovevano fare. Mica Bergoglio credeva davvero nella transustanziazione e tutto il resto, eppure doveva recitare. Possibile che non si dicesse talvolta: che deve fare uno per campare!

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    1. Caro Sergio, i vestiti sgargianti ed eccessivi erano un simbolo del potere e della ricchezza (infatti, i re e gli imperatori facevano le stesse cose) per cui non ci avrebbero mai rinunciato anche se fossero stati in buona fede (e non lo erano sempre).
      Pare assodato che la ricchezza ostentata delle elites, anzichè infastidire il popolino, lo affascina ancora di più ed aggiunge capacità di attrazione all'ideologia dominante.

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  10. E mentre gli storici romani ci tramandano la figura di Boudicca, regina degli Iceni ed acerrima nemica di Roma, là, nelle remote contrade della Britannia, nessuna traccia di un alternativo che adunava turbe sulle alture di Palestina, entrava in Gerusalemme fra ali festanti e fruscio di palme eccetera eccetera....I vangeli sono postumi, forse terzo secolo era volgare, scritti di proposito, mentre nessun dei cosiddetti discepoli, perlopiù pescatori di carpe di stagno, avrebbe avuto le facoltà per scrivere oppure annotare alcunché.

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    1. I primi scritti cristiani sono le lettere paoline (così dicono gli esperti) datate al 60 d. C. (dunque trent'anni dopo i "fatti"). Poi c'è questa storia dell'Ur-Markus che non è il vangelo di Marco ma una versione precedente e a cui hanno attinto un po' tutti. Non so se l'Ur-Marcus preceda le lettere paoline e fosse già noto a Paolo. Comunque dopo è stata tutta una fioritura di vangeli, dozzine e dozzine, persino centinaia, finché è stato fissato il canone, adesso non so più esattamente quando, ma credo prima del terzo secolo. Gibbon racconta nella sua famosa Storia di Roma che un criterio per stabilire l'autenticità e veridicità dei vari vangeli era di impilarli sull'altare e scaraventarli poi a terra con una manata. Quelli rimasti sull'altare erano quelli giusti ...

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    2. Un sistema impeccabile, direi. E non poi più ridicolo di tanti altri.

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    3. Kaspita Sergio, commento breve ma onusto di cultura e dettagli non di poco conto ....Chapeau!

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    4. Sergio ha la cultura nel sangue. Ci conosciamo da molti anni ed è diventato un pilastro di questo blog.

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  11. Ritengo che noi uomini sprechiamo troppo tempo con le religioni , e con donne che non ci corrispondono nel senso più ampio del concetto, ovvero niente ci danno nel senso più ampio del termine....

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    1. Non direi.
      Chi è credente (salvo rare eccezioni) ci pensa troppo poco, altrimenti si comporterebbe meglio di come abitualmente fa.
      Chi non è credente, in genere, ci pensa solo ogni tanto (come faccio io) a titolo di curiosità.
      I più sfortunati sono gli anti-clericali in servizio permanente effettivo, che ci pensano troppo e si rovinano l'esistenza.

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  12. IMPERIUM "NOVUM" ROMANUM.
    Incasso le tue controdeduzioni Lumen.

    Dove non riuscirono le legioni di Agricola, di Adriano, riuscirono i frati, i monaci missionari, riportando a più miti consigli i Pitti i Briganti, convertendo di fatto la fiera Caledonia. Come si spiega? In hoc signo vinces?

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    1. Ah, su questo punto mi arrendo.
      Il fatto che si possa andare presso una popolazione, che ha già la sua religione, e convertirla ad un'altra, senza usare la forza, supera ogni mia capacità di comprensione.

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  13. Già, nemmeno io me lo spiego, roba diabolica, un prete vale due uomini minimo, mi disse un tizio una volta, ed io non vedo santità nei sacerdoti tutti, posto qualsiasi loro azione presuppone un ritorno, un tornaconto per la casamadre....Caro Lumen io me ne andrò arrovellandomi sulle incredibili gesta degli intonacati nelle highlands. E non solo.

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    1. Guarda che anche loro hanno le elites interne.
      Credo pertanto che alla base ci siano moltissimi preti (magari tra i più giovani) davvero altruisti e in buona fede.
      Il calcolo del tornaconto arriva da un certo livello gerarchico in su.

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