giovedì 18 agosto 2022

Weltanschauung

Con la parola tedesca Weltanschauung (terribile da scrivere ed anche da pronunciare) si intende “la concezione del mondo, della vita, e della posizione in esso occupata, elaborata nel tempo dagli uomini e, per traslato, dai popoli e dalle nazioni”.
Il post di oggi, riporta l'opinione di Gianni Pardo sull'essenza profonda delle 3 grandi culture mondiali (occidente, oriente, islam), con, a seguire, una breve appendice sulla Russia. Con tante scuse alle altre culture 'dimenticate'.
LUMEN



<< Azzardiamo l’ipotesi che nel mondo esistano soltanto tre grandi mentalità. Quella mediterranea, quella orientale e quella islamica.

Quella mediterranea, inaugurata dai greci, è caratterizzata dalla razionalità. Non solo i greci – se pure con i mezzi di allora – hanno fondato la scienza, fino a far sorgere il più grande scienziato dell’antichità (o forse di tutti i tempi, un certo Aristotele) ma perfino nella loro religione, o mitologia che dir si voglia, si ha la ricerca di una spiegazione del reale.

La ragione fornita per l’alternarsi delle stagioni, col mito di Proserpina, ovviamente non sta in piedi ma, se non fornisce una teoria valida, dimostra almeno la voglia di averla. E da questa voglia è poi nata la scienza, nel XVII Secolo.

La mentalità dell’Oriente non ha avuto al centro la razionalità (considerata anzi con un filo di disprezzo) ma la filosofia del vivere. L’estetica del vivere. La saggezza. Forse, senza quel lembo di territorio che conclude l’Eurasia verso ovest, l’Oriente non avrebbe mai inventato la scienza, e soprattutto – ecco il punto – forse non ne avrebbe sentito la mancanza. Il vecchio cinese di ogni tempo avrebbe chiesto: “Sei più felice se vai da solo a cento all’ora su un’automobile, o a tre all’ora, su un calesse, con un caro amico?”

La terza mentalità è quella islamica, che non è né razionale né saggia, ma sembra dominata fino alla paralisi dallo schiacciante peso di una realtà insieme dura ed inflessibile. La mentalità che può dare la crudeltà del deserto. L’uomo del Vicino Oriente, dinanzi ad un mondo così difficile, e contro il quale le sue forze erano insufficienti, ha risolto il problema in modo metafisico: questa realtà l’ha voluta Dio; Dio è onnipotente; e se Lui l’ha voluta così, è segno che è bene sia così. Non ci rimane che rassegnarci.

Così la sua mentalità si è a poco a poco sganciata dalla realtà, su cui egli si è sentito poco influente, fino a divenire il campo esclusivo della religione e dei pregiudizi. Il Corano è divenuto non la massima, ma l’unica legge. Aggiungendole poi nei vari Paesi, con pari forza cogente, principi che in esso non sono contenuti, come la barba degli uomini o il burka delle donne. La caratteristica del mondo islamico è l’inerzia e il pregiudizio.

Ma c’è di più. Le prime due mentalità sono comunicanti, la terza no.

L’Occidente, già nell’antichità, si è talmente interessato del “modo giusto di vivere”, che ha creato l’epicureismo e lo stoicismo, ed anche il tollerante, sorridente scetticismo. Mentre l’Oriente, da un secolo e mezzo, si è impadronito della scienza occidentale fino a farci concorrenza e possibilmente superarci.

La terza mentalità invece, quella islamica, non soltanto si è dimostrata incapace di grandi progressi ma addirittura, come nel caso dell’Afghanistan, capace di grandi regressi. Forse non possiamo fare nulla per loro, se non tenerli lontani. Per il loro bene ma, soprattutto, per il nostro. >>


RUSSIA

<< Gli ottimisti hanno sperato che ciò che rendeva i russi tanto diversi fosse l’essere comunisti. E il fatto che il comunismo, postulando la dittatura per reggersi al potere, li rendeva schiavi. È per questo che, quando arrivò Gorbaciov, l’Occidente sperò che la Russia divenisse veramente europea. 
 
Abbiamo visto la Duma con i deputati che discutevano, votavano, parevano liberi e risoluti a imboccare una nuova via. (...)  Ma il prosieguo della storia ha dimostrato che sì, è ben vero che, dovunque si installi, il comunismo si traduce in tirannide, ma è anche vero che la Russia è un caso speciale: Mosca volge in tirannide qualunque regime. 
 
È stata tirannide la monarchia degli zar, e non perché fosse assoluta, ma perché era russa. Anche la monarchia francese di Luigi XIV era una monarchia assoluta, ma in Francia a quei tempi c’era una libertà assolutamente inimmaginabile in Russia duecento e passa anni dopo.

È stata tirannide quella di Stalin e successori, ed anzi statisticamente la peggiore della storia, per le dimensioni dei crimini perpetrati. Abbiamo avuto un’apparenza di democrazia con le elezioni a ripetizione di Putin (personalmente o attraverso il suo uomo di paglia Medvedev), finché, con la guerra in Ucraina, si è ripiombati nello stalinismo più nero, come stile. (...)

L’errore era nel manico. Non negli zar, non in Stalin, non nel comunismo: l’errore era nel popolo russo che dopo un tiranno ne creava un altro. O ne tollerava un altro, che è lo stesso. Gli inglesi per molto meno hanno decapitato Carlo I e i francesi Luigi XVI. I russi no, il Piccolo Padre lo adorano. Prendono per buone le bugie in suo favore e per calunnie le verità a suo sfavore. Per lui sono disposti ad essere mandati a morire al fronte. Anche per niente. >>

GIANNI PARDO

8 commenti:

  1. Sî e no

    Niente o poco da obiettare o aggiungere sulla prima parte (occidente, oriente, islam).
    Non mi è invece piaciuta la seconda parte, le considerazioni sulla Russia, che non condivido (e che già conoscevo seguendo il blog di Pardo). Quella di Pardo è una condanna senza remissione dell'uomo russo, apparentemente irredimibile, più o meno come l'uomo afghano. Eppure la Russia ha dato i natali a Puskin, Tolstoi, Dostevskij, Turgeniev, Lermontov, Cechov, Grossman - la grande letteratura russa del Novecento a cui si è abbeverata tutta l'Europa. E Caterina la Grande era corrispondente di Voltaire. Sì, si dirà, ma era l'elite eurofila, mentre el pueblo, i mugic, bifolchi erano e tali sono rimasti, un popolo di afghano-russi. Mah! Pardo mi sembra un po' russofobo. Che dire di un popolo, quello italiano, che ospita qualcosa come 120 basi militari americane note, più altre segrete, e un'immensa santabarbara con atomiche, a ben ottanta anni dalla fine della guerra. Ah, già l'atlantismo esaltato da quel genio di Berlusconi - atlantismo in funzione antisovietica, sembra o si dice. Ma visto che l'URSS non esiste più doveva sciogliersi anche la Nato.

    P.S. Weltanschauung - che è più o meno la filosofia di ciascuno - è stata parola abusata fino a non molto tempo fa, adesso si sente meno per fortuna. Ma non mi sembra una parola terribile, né da scrivere (si compone di Welt e anschauen, guardare) né da pronunciare (weltansciauung).
    Il tedesco è una bellissima lingua.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Sergio, può darsi che Pardo abbia un po' esagerato con i russi, però certe considerazioni le ho lette anche altrove.
      Lo storico Alessandro Orsini (che non può certo essere accusato di russo-fobia) afferma che il punto più basso della storia recente della Russa è coinciso con il tentativo di apertura alla democrazia ed all'economia di mercato (Eltsin).
      Con la conseguenza che quando è comparso un autocrate 'vecchio stampo' come Putin, è stato subito accolto come il salvatore della patria.
      Forse i russi - per vari motivi - sono davvero privi di quell'individualismo bottegaio che caratterizza (nel bene e nel male) l'occidente.

      Elimina
  2. A proposito della grande letteratura russa

    Recentemente ho letto un articolo di un autore russo del primo Novecento in cui sosteneva che i guai della Russia erano dovuti alla sua letteratura e ai suoi autori. Quanta filosofia e erotismo nelle loro eccelse opere! Se invece avessero inventato qualcosa di utile per migliorare le condizioni del popolo, oggetti o cose pratici.
    Non avevo mai sentito un simile parere, ma non escludo che ci sia del vero.
    Selenski, guitto miliardario divenuto casualmente capo di stato e riverito dai suoi colleghi occidentali, ha recentemente detto: ma chi se ne frega del vostro Tolstoi, russi brutti sporchi e cattivi.
    Però non vorrei rinunciare a Tolstoi, Puskin e Cechov.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Può darsi che la letteratura russa - sublime ma fatalista - abbia avuto un ruolo simile alla religione cristiana nei secoli bui: non serviva a migliorare le cose, ma a renderle meno intollerabili.

      Elimina
  3. Alcune brevi considerazioni su un argomento oggettivamente ampio e complesso:

    1) la mentalità mediterranea (o greco-romana?) da una parte NON esaurisce quella occidentale (si pensi al mondo anglosassone) e dall'altra presenta significative intersezioni con quella arabo-islamica (si pensi alla comune origine geografica delle tre grandi religioni monoteistiche)
    2) la Russia a livello geografico e storico-culturale sta per 3/4 in Asia e per 1/4 in Europa: sfortunatamente quest'ultimo quarto e' stato sempre ampiamente sovrastato dalla parte orientale (tendenzialmente più misticheggiante e tradizionalista e maggiormente propensa al dispotismo), con i risultati che, come correttamente osserva Pardo, anche oggi drammaticamente stanno sotto gli occhi di chiunque voglia vederli
    3) anche la mentalità cinese NON esaurisce quella orientale, anche se tutto sommato l'Oriente appare meno disomogeneo (più uniforme) e dunque tendenzialmente anche meno "ricco" & stimolante (sia a livello teoretico sia a livello pratico-applicativo) rispetto all'Occidente.
    Tralasciamo necessariamente l'Africa e le Americhe (in parte condizionate dalle altre culture e cmq. non espressamente esaminate da Pardo)... Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per le tue puntualizzazioni.
      In effetti l'argomento non si presta ad eccessive semplificazioni, anche per le continue commistioni che sono avvenute (e che continuano ad avvenire) tra le varie culture.

      Samuel Huntington, nel suo fondamentale saggio del 1996 'Lo scontro delle civiltà' (a cui gli eventi successivi sembrano dare ragione), elencava ben 9 civiltà distinte: Occidentale, Cristiana orientale (ortodossa), Latino-americana (distinta da quella occidentale), Islamica, Indù, Cinese, Giapponese, Buddista, Africana.

      Resta da chiedersi se il mondo stia andando (lentamente) verso una sintesi mondiale, o se i cataclismi ambientali che ci attendono bloccheranno tutto prima del tempo..

      Elimina
  4. Un breve 'post-scriptum' sulla mentalità arabo-islamica:
    Purtroppo essa non ha vissuto quell'Età dei Lumi che da noi in Occidente ha costituito una svolta fondamentale per la modernizzazione etico-politica e scientifico-tecnologica, e quindi quei preziosi semi teorico-pratici che pure esistevano (basti pensare alla figura di Averroe' o alla matematica araba) non sono riusciti a germogliare, con le drammatiche conseguenze tuttora visibili... Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I motivi per cui non è successo possono essere tanti, ma secondo me quello centrale è la mancata emancipazione dalla sudditanza religiosa.
      In occidente si sono create delle le elites laiche distaccate da quelle religiose (con le quali hanno di volta in volta litigato oppure collaborato).
      Nella società islamica, invece, ho l'impressione che non si sia creata questa dicotomia, per cui le elites religiose non hanno mai trovato un contraltare.

      Elimina