venerdì 27 giugno 2025

Appunti di Ecologia – (4)

SULLA STESSA BARCA
Uno degli errori dell’ambientalismo politico è l’assunzione 'naive' che “siamo tutti sulla stessa barca o astronave”.
Sì, l’astronave Terra è questa e non c’è via di fuga. Ma non è omogenea. Non crolla tutto insieme. Il collasso sistemico (...) avviene a pezzi. La stagione degli uragani, che parte a giugno, non è uguale ovunque.
Se il sistema diventa invivibile non lo diventerà in modo eguale all’equatore come sul circolo polare artico.
Ci sono zone che si possono difendere più efficacemente dalle invasioni dei probabili emigranti climatici e ambientali e regioni che, al contrario, sono più esposte a questi movimenti di massa. Movimenti che, al di là delle diatribe sovraniste e isolazioniste, creano tensioni impossibili da trascurare e destabilizzano i paesi di arrivo.
Quello che per ora, in Europa, si presenta come uno scontro politico giocato nelle stanze della Commissione o nel Parlamento Europeo, diventerà un confronto sempre più violento.
Inoltre ci sono Stati che ancora controllano ingenti risorse naturali e Stati che ne sono del tutto privi. Zone che saranno interessate all’aumento del livello dei mari e zone che non lo saranno.
In una situazione variegata come questa gli scontri a tutti i livelli saranno la regola.
Potremmo immaginare anche scenari ideologici e religiosi che giustifichino guerre civili e scontri etnici la cui base è tutto fuorché ideologica, religiosa o etnica, ma, come sempre, profondamente materiale.
La guerra degli ultimi giorni tra Israele e Iran è, in realtà, una guerra per procura fra USA e Cina, o, più ampiamente, tra ‘The West and The Rest’.
Essa colpisce l’Iran che, aggirando le sanzioni imposte dalle amministrazioni USA e dai loro vassalli, alimenta il vero nemico, la Cina, di petrolio.
Sullo stretto di Hormuz, controllato dall’Iran, sullo stretto di Bad el-Mandeb (la Porta del Pianto), se non controllato [comunque] minacciato dagli Houthi alleati dell’Iran, e sul Canale di Suez, controllato da un altro paese arabo instabile ed esposto, si giocano gli interessi energetici globali del momento.
E se si ammette che tutti siano informati della situazione energetica si capisce la dimensione dello scontro.
LUCA PARDI (dalla pagina Facebook)


BAMBINI ED ANIMALI
Quello che sarà, e che farà, la prossima generazione [nei confronti degli animali], è responsabilità della nostra.
Purtroppo noi non abbiamo ricevuto, in media, un buon insegnamento, dalla precedente generazione, e le conseguenze si vedono; ma i progressi ci sono: la civiltà comunque avanza, inarrestabile. (...)
Si parla di mettere giustamente i bambini a contatto con la natura e di insegnar loro a conoscerla, cosa necessaria a rispettarla; è una cosa importantissima.
Allo scopo direi che tra un bioparco, dove si guarda e basta, in un ambiente passabilmente simile a quello naturale, ed un circo dove si vedono animali ammaestrati, in un ambiente che di naturale non ha nulla, mentre fanno cose "fantastiche" agli ordini di tizi vestiti in modo improbabile, sotto dei riflettori; [oppure] tra l'interagire con i cetacei in mare ed il guardarli in delle piscine eseguire ordini a comando, il messaggio che passa non sia lo stesso.
Quale dei due modi 'passerà' il messaggio per cui gli animali selvatici vanno rispettati e quale invece quello per cui sono tutti a nostra disposizione e noi padroni che fanno quello che vogliono degli "inferiori"?
Non dico che il secondo modo sia kattivo, mi chiedo solo se è, come dicono alcuni, un modo per mettere i bambini a contatto con la natura e di insegnar loro a conoscerla, capirla e rispettarla.
SCIENZIATI, FILOSOFI E ALTRI ANIMALI (dalla pagina Facebook)


SOGNANDO LA GROENLANDIA
La Groenlandia è un’area geopoliticamente ed economicamente strategica per diversi motivi, che il Presidente Trump evidentemente conosce bene, ed è per questo che società di tutto il mondo (Europa, America, Asia, soprattutto Cina, ed Australia) sono molto interessate a questa regione.
Alla Groenlandia appartiene parte dell’Oceano Artico e questo è un particolare importante, sia per lo sfruttamento della sua piattaforma continentale e quindi della zona economica esclusiva, sia perché la diminuzione dei ghiacci potrebbe portare presto da quelle parti all’utilizzo di rotte marittime, il cui controllo è ambito.
Condizioni per la presenza di giacimenti di idrocarburi sono presenti lungo quasi tutte le coste ad eccezione della parte sudorientale (...)
Ma quello che fa capire il perché di tante mire sul territorio groenlandese, sono le risorse minerarie custodite nelle rocce dell’isola. (…) In particolare si nota la presenza significativa di Terre Rare, sia leggere che pesanti, Niobio, elementi del gruppo del Platino. Meno presente il Litio. (...)
Resta inoltre sul tappeto una questione fondamentale: la Groenlandia è ancora un'area abbastanza incontaminata e le attività estrattive minacciano l'ambiente artico.
E non è solo una minaccia a causa dell'inquinamento e per la fauna artica: l'incremento delle polveri antropiche che risulterebbe ovviamente dalle attività di estrazione mineraria potrebbe depositarsi sul ghiaccio, coprendolo con una patina scura la quale, trattenendo il calore più del ghiaccio bianco, ne provocherebbe una maggiore fusione.
ALDO PIOMBINO (dal blog Scienze-e-dintorni)

7 commenti:

  1. Sulla stessa barca

    A una prima lettura non avevo capito dove volesse andare a parare Luca Pardi. Siccome Pardi è per me una persona seria e rispettabile ho riletto le sue riflessioni ahimè con lo stesso risultato: non ho capito cosa voglia (dire). Forse me lo spieghi tu, Lumen. Ho trovato comunque sorprendente che la guerra tra Israele e Iran sia una guerra per procura in funzione anticinese. Mah, sarà.

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    1. Caro Sergio, credo che Pardi volesse smentire il luogo comune 'ecologico' secondo cui, essendo tutti sullo stesso pianeta, dobbiamo collaborare per salvarlo e quindi smettere di combatterci l'un l'altro.
      Purtroppo gli effetti della crisi ecologica saranno asimmetrici e questo diventa un motivo IN PIU' per farci la guerra.

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    2. Forse ho messo un titolo un po' fuorviante.

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  2. Sulla stessa barca

    Lo scenario descritto da Pardi (cui si potrebbe aggiungere la tuttora galoppante esplosione demografica umana in ampie aree come l'Africa sub-sahariana) risulta indubbiamente drammatico/inquietante ma purtroppo anche realistico! Invertire tale tendenza NON sarà affatto facile... Saluti

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    1. In effetti anche Pardi è pessimista su questo punto.
      Se la consapevolezza di essere tutti di fronte ad una crisi comune poteva portare ad una qualche forma di collaborazione, o comunque di minor antagonismo, l'asimmetria della crisi ecologica ci toglie anche questa piccola speranza.

      E, secondo alcuni, la posizione esteriormente sorniona e di basso profilo della Cina sembra più efficace e promettente (per loro) di quella, molto più roboante, dell'attuale occidente Trumpiano.

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    2. "... l'asimmetria della crisi ecologica ci toglie anche questa piccola speranza."

      La collaborazione e un minor antagonismo sono invece una necessità, un imperativo categorico, proprio a causa dell'esplosione demografica e delle probabili crisi ambientali ad essa connessi. Bisognerebbe affrontare la questione fin d'ora, prima che i flussi incontrollabili di centinaia di milioni di disperati si riversino nelle regioni del mondo ancora abitabili. Quali sono i bisogni primari degli attuali 8 miliardi di esseri umani, che saranno presto 9 o anche 10? Sembra che la Nigeria avrà fra pochi decenni più abitanti dell'intera Europa. Invece siamo alle prese coi dazi, con la concorrenza spietata fra i grandi paesi produttori. Il problema demografico è visto al rovescio: saremmo troppo pochi, chi comprerà i nostri prodotti e ci pagherà le pensioni? Il mercato dell'auto è in crisi e il piatto piange. Aveva ragione Bergoglio a dire che il riarmo è assurdo, è roba da pazzi.
      La crescita economica è il tema dominante, la demografia inquieta perché calante. Non ci siamo - ancora? O è ormai troppo tardi?

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    3. Caro Sergio, è avvenuto spesso nella storia che le guerre (con le conseguenti carestie e/o epidemie), abbiano determinato una riduzione demografica, la quale, con il senno di poi, si è rivelata utile.
      Io, però, spero che l'umanità non ci debba di nuovo passare.

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