lunedì 6 maggio 2024

Pensierini – LXX

DEMOCRAZIA
E' opinione molto diffusa che i governi democratici, in quanto migliori delle dittature, debbano promulgare leggi giuste, in favore dell'intera popolazione; altrimenti gli scontenti hanno il diritto di scendere in piazza e ribellarsi.
Purtroppo non è così.
La democrazia, infatti, non consiste nel prendere decisioni che piacciono a tutti, ma solo che piacciono alla maggioranza, che può essere soltanto del 51 %.
In quel caso, ci sarà sempre una minoranza scontenta, che può arrivare sino al 49 %.
Può essere questo un motivo sufficiente per scendere in piazza ? Secondo me, no.
Democrazia vuol dire anche (ahimè) accettare civilmente le decisioni del 51 %.
LUMEN


ARTE INUTILE
Dice Philippe Daverio, il noto critico d'arte, che nella lingua della Grecia classica la parola “arte” non esisteva, ma veniva usato il termine “techne”, che non è la tecnica moderna, ma «la capacità di capire come si fa a fare una cosa in modo che sia “agathos”, cioè renderla utilizzabile, utile.»
Questo sembra confermare la mia convinzione che la natura più profonda dell'arte, quello che la caratterizza in modo particolare, sia la sua intrinseca inutilità.
Ma non sono sicuro che sia un complimento.
LUMEN


CONTRO LO STATO
Alcuni anarchici sostengono, in perfetta buona fede, che lo Stato è solo un’organizzazione criminale legalizzata.
E che come un'organizzazione criminale "comune" si basa su codici e regole (non scritte) rigide e implacabili, anche l’organizzazione criminale "Stato", si fonda sugli stessi meccanismi: al posto di codici taciti ha leggi scritte, fatte dai governanti a tutela di loro stessi e dell'organizzazione.
E concludono che, a ben guardare, il sistema peggiore è quello dello Stato, perché si tratta è un lupo travestito da agnello.
Io credo che queste persone non abbiano mai vissuto in zone dove il controllo effettivo del territorio sia nelle mani delle organizzazioni criminali e non dello Stato; altrimenti non parlerebbero così.
I criminali con le regole e l'onore esistono solo nei film.
Mai e poi mai le 'zone criminali' possono essere preferibili allo Stato: che ha mille difetti, ma resta comunque un'altra cosa.
Credo che il peggior augurio che si possa fare ad un amico anarchico sia di vivere in una società composta totalmente da anarchici.
LUMEN


TATUAGGI
I tatuaggi appartengono agli strumenti di costruzione del look, cioè dell'immagine di noi stessi che vogliamo trasmettere agli altri.
In genere, si fanno in età giovanile o comunque fertile, per cui è molto probabile che le persone facciano questa scelta per sentirsi più belle e più desiderabili sessualmente.
Se questo è vero, allora il problema è collegato con le scelte sessuali dell'altro sesso: se alle donne piacciono gli uomini tatuati, ecco che tatuarsi per gli uomini ha un senso ed una utilità.
E viceversa, può darsi che vi siano uomini a cui piacciono di più le donne tatuate (personalmente le trovo più brutte, ma io non faccio testo).
Forse, la cosa peggiore dei tatuaggi è che sono “per sempre”, in quanto difficilmente rimuovibili, ma, secondo me, sono pochissime le persone che ci pensano prima.
LUMEN


SPORT VERI E SPORT FINTI
Un famoso allenatore di sport disse una volta: “Vincere un derby non è una questione di vita o di morte. E' molto di più...”.
Come conferma questo simpatico aneddoto, lo sport è una delle attività umane più praticate, più seguite e più coivolgenti di tutto il mondo.
E questo perchè rappresenta la perfetta applicazione del nostro istinto alla supremazia, sublimato dalla presenza di regole vincolanti da rispettare.
Aggiungo, a mo' di postilla, che, secondo me, il vero sport è solo quello in cui il vincitore è deciso in modo incontrovertibile da una misurazione matematica (punti, tempi, lunghezze, ecc.).
Se invece il vincitore viene deciso da una giuria mediante votazione, quello non è un vero sport, ma solo uno spettacolo.
Molti di voi, magari, non saranno d'accordo, ma io la penso così.
LUMEN

17 commenti:

  1. "E questo perchè [lo sport] rappresenta la perfetta applicazione del nostro istinto alla supremazia."

    E dàlli. Io ormai detesto tutti gli sport professionistici: è semplicemente ridicolo esultare per essere arrivati primi, aver fatto più gol, per aver messo k.o. l'avversario ecc. Ri-di-co-lo. Se vinci è perché la natura ti ha dotato di qualità superiori all'avversario, di che ti vanti allora, scemo? Ah, ma non bastano le doti innate, campione si diventa con lo sforzo, l'allenamento, i sacrifici insomma. Ma quali sacrifici, brutti scemi. Siete solo dei furbastri e i tifosi una massa d'imbecilli.
    I giovani pratichino lo sport: per irrobustirsi, divertirsi, sentirsi bene (anche superiori, d'accordo, piccolo peccato di superbia scusabile per l'età). Ma poi basta. Io sono stato tifoso di calcio, di ciclismo, di tennis tutta la vita, che scemo, ma un giorno l'ho capita che tutto lo sport professionistico fa semplicemente schifo (ne ne sono reso conto, anche se tardivamente, divenni consapevole della truffa). Tutti scemi, tifosi e sportivi (questi ultimi un po' meno visto che sanno sfruttare la dabbenaggine dei tifosi).

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    1. Caro Sergio, lo sport professionistico ha tanti difetti ma è un passatempo piacevole per molti tifosi.
      E d'altra parte come si potrebbe farne a meno ?

      Quanto agli sportivi di vertice è vero che fanno i soldi (tantissimi), ma lo pagano con la loro quota di infelicità, perché per una volta che vinci, ce ne sono tante (molte di piu) in cui perdi.
      Ma gli uomini sono fatti così.

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    2. "E d'altra parte come si potrebbe farne a meno ?"

      Santo cielo, se ne può fare a meno benissimo. Ammetto che il mio disamore sia forse dovuto anche all'età, ma trovo oggi il trionfalismo e l'abbattimento dei protagonisti ridicoli e osceni, sì osceni. Dài, che è proprio l'oppio dei popoli lo sport, più della religione che in effetti non conta quasi più. Poi le vittorie sono dovute spesso al caso, alla fortuna, per un'inezia (un centesimo di secondo nello sci o un nastro nel tennis) vinci e ti pappi la gloria e i soldi. E i tifosi esultano, sì hanno vinto anche loro, sono i campioni del mondo (e hanno pagato pure il biglietto, sembra che si paghino persino 1500 euro per la finale degli Internazionali di Roma, ma andiamo). Gli adulti possono naturalmente fare sport, ma per divertirsi, restare in forma, non per sentirsi superiori e dei padreterni. Oltretutto a una certa età il gene egoistico ha esaurito la sua funzione, si gioca ancora ma allegramente, non per umiliare l'avversario o sentirsi superiori.

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    3. Bellissima la tua definizione di sport come 'oppio dei popoli'.
      Marx non poteva immaginarlo, ma al giorno d'oggi è proprio così.

      Quanto a 'farne a meno', continuo a pensare che sia diventato impossibile, soprattutto pensando all'enorme quantità di denaro che lo sport muove a livello mondiale.
      Chi mai potrebbe rinunciare, a cuor leggero, ad una simile fonte di ricchezza ?

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    4. Certo che girano un mucchio di soldi e se si abolissero tutti questi carrozzoni (campionati di calcio nazionali e mondiali, olimpiadi, giri d'Italia e di Francia (di Spagna e pure della Svizzera), Internazionali di tennis (Wimbledon, Australian Open, Roland Garros e Flushing Medows) ecc. ecc. ecc. sarebbe un disastro, crisi dell'altro mondo, perdita di posti di lavoro, disperazione di organizzatori e tifosi. Lo stesso io non sopporto più i vincitori (dei miei stivali), buffoni che si credono di essere chissà cosa solo o soprattutto perché la natura li ha dotati di alcune qualità. Se fossi davvero un fenotipo consapevole dovresti essertene accorto pure tu ...
      M'impressionano i giocatori di scacchi di livello mondiale: le loro partite sono davvero dei duelli feroci ... all'ultimo sangue (manca solo la pistola sul tavolo per uccidere l'avversario dopo lo scacco matto al re). In questi scontri il vincitore si sente davvero superiore, ha ucciso il re e/o l'avversario. E il perdente si sente una ...
      Che spettacoli osceni!

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    5. Beh, il gioco degli scacchi (che conosco abbastanza bene) non è altro che una metafora della guerra, quella vera.
      Quindi non mi stupisce quello che dici sulla 'ferocia' dei grandi giocatori.
      I quali devono allenare con impegno non solo la propria mente (com'è ovvio), ma anche il loro corpo, perchè senza una buona forma fisica anche il cervello lavora male.

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  3. Democrazia

    Sappiamo tutti che la democrazia non è un sistema perfetto o ideale, basta pensare che hanno diritto di voto gli analfabeti, gli incompenti e pure i deficienti (conosci "La giornata di uno scrutatore", di I. Calvino). La regola è semplice, tutti la capiscono, anche i deficienti: chi ha il 50% + 1 ha diritto di governare per un certo periodo.
    Noto però che negli ultimi tempi i perdenti, magari col 49,9%, non ci stanno e denunciano la dittatura della maggioranza che conculcherebbe i diritti della minoranza. Balle, la maggioranza non nega mica il diritto di fare opposizione e di vincere magari le prossime elezioni, ma i perdenti vorrebbero in qualche modo co-governare coi vincenti. Vedi la demonizzazione del centro-destro da parte del centro-sinistra "antifascista". E pensare che i piddini sono gli eredi del PCI che voleva fare dell'Italia la succursale dell'Unione sovietica ... Strano che gli ex-post-para fascisti non rimproverino agli ex stalinisti il loro passato. Volete una dichiarazione di antifascismo? D'accordo, se voi vi dichiarate anticomunisti, antistalinisti, antimaoisti, anticastristi, antiguevaristi, antipolpottiani e papisti (sì, dovrebbero rinnegare anche l'ateismo e l'anticlericalismo).

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    1. Caro Sergio, in Italia a nessuno viene chiesto di abiurare al suo comunismo passato per un motivo molto semplice: che il comunismo, noi non lo abbiamo mai sperimentato sulla nostra pelle, e quindi non fa davvero paura.
      Il fascismo invece si, ed ecco il motivo principale di quesa sensazione dei 'due pesi, due misure'.
      Poi sappiamo bene che in politica la memoria degli elettori è molto corta, ed il passato, se non viene continuamente rimacinato (per calcolo), può essere facilmente dimenticato.

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  4. Arte inutile

    Nel mondo classico occidentale il concetto di Techne (e tendenzialmente anche quello successivo di Ars) aveva una valenza semantica decisamente pratico-operativa e si riferiva alla produzione di "oggetti" di qualsivoglia tipo.
    Solo nella Modernità e soprattutto con il Romanticismo (tendenzialmente irrazionalista, anti-scientifico e misticheggiante) si è assistito ad una progressiva divaricazione tra le Arti (ritenute connesse alla diretta espressione dei sentimenti individuali e collettivi) e le Tecniche (legate in particolare alla produzione di oggetti materiali e quindi generalmente svalutate): una divaricazione che spesso si è trasformata in una marcata dicotomia infine dannosa all'antica (ma sempre utile da ricordare) UNITA' di fondo delle molteplici manifestazioni della Cultura umana. Saluti

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    1. Caro Claude, hai fatto una considerazione molto interessante.
      La divaricazione tra l'utilità e la bellezza è stata uno dei punti centrali della modernità, ma, a mio avviso, non ha per nulla giovato all'arte.
      Un'arte che è diventata non soltanto puramente estetica, ma anche inutilmente provocatoria, con la ricerca di una 'stranezza' fine a se stessa che non le fa onore.
      Ai tempi dell'unità di intenti (tra utilità e bellezza) non c'era posto per la stranezza 'inutile'; ed era un bene per tutti.

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    2. Infatti in molta arte contemporanea o "postmoderna" (slegata non solo dall'utilità ma anche da un minimo sindacale di razionalità) sembra proprio che al di là della "provocazione" non rimanga alcunché.
      Chiaramente un approccio come quello di Leonardo oggi non sarebbe più replicabile, però però...

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    3. Leggevo che l'arte moderna è condizionata dalla attuale mentalità industriale, secondo cui il massimo pregio di un oggetto è la sua novità.
      Ma quello che ha senso per un utensile, non lo ha necessariamente per un quadro o una scultura.
      Con i patetici risultati che tutti conosciamo (dalla tela tagliata in poi).

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    4. "secondo cui il massimo pregio di un oggetto è la sua novità"

      È anche l'opinione di un "geniale" artista come Alberto Savinio (musicista, pittore, scrittore) che considerava superato il concetto di bello. È chiaro che un'opera d'arte non può scimmiottare l'arte precedente (non ha senso riscrivere I promessi sposi o Guerra e pace), deve essere in qualche modo nuova o originale. Personalmente non posso seguire Savinio, il nuovo non è di per sé attraente o almeno interessante. Savinio detestava Cézanne e gli impressionisti, stravedeva per per i paesaggi Caspar David Friedrich e Beethoven (meno per Mozart e Bach), insomma qualcosa nei suoi preferiti doveva attrarlo, affascinarlo. Secondo me bello e brutto non si elidono, come dice Savinio, non sono concetti superati. Certo una vera opera d'arte deve essere nuova (ogni autore ha un suo inconfondibile stile del resto), ma ... una schifezza è una schifezza.

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    5. Credo che sulla deriva dell'arte contemporanea abbia influito molto l'atteggiamento dei critici d'arte, i quali, un po' per snobismo o un po' per calcolo, hanno finito per incensare qualunque cosa, anche la più orribile.
      Con la conseguenza non solo di innescare uno spaventoso meccanismo economico tra i ricconi (che acquistavano a caro prezzo qualunque sconcezza), ma anche di rendere accettabili le peggiori manifestazioni artistiche alla gente comune, che perdeva così il senso del bello.

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  5. Democrazia

    In estrema sintesi:
    Le Democrazie liberali consentano il ricambio delle Classi dirigenti senza spargimento di sangue e tutelano (anche) i diritti delle minoranze politico-socio-culturali, quelle illiberali (Democrature) assomigliano pericolosamente alle Autocrazie.
    Con la consapevolezza che un sistema politico-istituzionale privo di difetti non esiste. Saluti

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    1. Ottima sintesi.
      In effetti anche quelle non 'liberali' sono democrazie, perchè comanda comunque la maggioranza; però non c'è la tutela delle minoranze.
      Si parla infatti (con un'espressione forse eccessiva) di 'dittatura della maggioranza'.

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