mercoledì 15 marzo 2023

Pensierini - LV

FELICITA' E DINTORNI
La domanda più importante di tutte, ovvero 'Qual è lo scopo della vita ?', ha una risposta, tutto sommato, abbastanza facile, cioè 'Essere felici'.
Ma questa risposta porta poi con sé un'altra domanda, che risulta invece molto più difficile da risovere: 'E come si fa ad essere felici ?'
Molte persone, diciamo pure quasi tutte, sono convinte che la felicità sia un fenomeno vago ed inpalpabile, che avviene per conto suo, casualmente, senza che noi possiamo fare qualcosa per raggiungerlo.
Io penso invece che sia possibile, in quanto – riflettendoci sopra - mi sono reso conto che siamo felici in due situazioni ben precise: quando abbiamo superato un problema o quando ci sentiamo superiori a qualcun altro.
La prima situazione, in genere, deriva da eventi esterni al nostro controllo, ma la seconda, essendo soggettiva, dipende solo da noi stessi.
Quindi alla domanda ' Come si fa per essere felici ?' si può rispodere semplicemente 'Facendo o pensando qualcosa che ci fa sentire superiori'.
Non dico che sia sempre facile riuscirci, ma non è nemmeno così difficile, se uno conosce bene se stesso.
E poi, si può sempre seguire questa semplice regola pratica: se una situazione ti fa senitre inferore, cerca di uscirne prima che puoi; se invece ti fa sentire superiore, cerca di dedicarle più tempo possibile.
LUMEN


ELOGIO FUNEBRE
Ai funerali delle persone famose, ovviamente, si deve parlare bene del defunto.
E' curioso però che lo facciano anche i loro nemici storici, che con il defunto, in vita, hanno avuto mille occasioni di scontro.
Perchè lo fanno ?
Perchè sono così sollevati al pensiero di non avere più tra i piedi un avversario così ingombrante, che sentono il desiderio di festeggiare.
E lo fanno con l'elogio funebre.
LUMEN


LA PREGHIERA DEL RAZIONALISTA
Genoma nostro che sei nel nucleo,
sia conosciuto il tuo nome,
venga il tuo progetto,
sia fatta la tua replicazione
come nelle cellule, così nel fenotipo.
Dacci oggi la nostra energia quotidiana,
e tieni lontana da noi l'entropia
come noi la rimettiamo nell'ambiente;
e non abbandonarci alla procreazione,
ma liberaci dalla sofferenza. Amen.
LUMEN


FONDAZIONI
Che cosa sono le Fondazioni, che tanta parte hanno nella nostra vita sociale ?
Secondo il Codice Civile, le Fondazioni sono degli Enti giuridici particolari, costituiti da un fondatore per l’attuazione di uno scopo determinato.
Esse non hanno soci, ma sono dotate ugualmente di personalità giuridica e possono svolgere attività economiche tramite il patrimonio iniziale assegnato loro dal fondatore.
In genere, le Fondazioni godono di un'immagine sociale molto positiva, in quanto si dedicano principalmente alle opere di bene, di cultura o di carità.
In realtà, dal punto di vista sociale ed economico, le Fondazioni svolgono un compito molto diverso.
Sono il meccanismo ideale con cui gli opportunisti di mestiere possono realizzare il loro sogno più ambito: spendere i soldi di qualcun altro, senza correre rischi e senza responsabilità, visto che non vi sono dei soci a cui rendere conto.
Un vero e proprio paradiso in terra, che, infatti, è molto frequentato dai personaggi della politica.
LUMEN


PROGRESSI DELLA TECNICA
Molti si sono illusi che il progresso della scienza e della tecnica, sempre più vorticoso, potesse non solo aiutare l'umanità nella vita quotidiana, ma anche renderla migliore.
Questo però non è avvenuto - e non poteva avvenire - perchè la bontà e la cattiveria dell'uomo dipendono dal suo DNA, che con la tecnica ha ben poco a che fare.
Diciamo che il progresso della tecnica ha reso l'uomo più efficiente, ma se lo ha reso più efficiente nel fare il bene, lo ha reso più terribile anche nel fare il male.
(E' vero, oggi esistono le Bio-Tecnologie, che possono anche interagire col DNA; ma l'uso che se ne potrebbe fare è talmente pericoloso che, per il momento, preferisco non considerarle).
LUMEN

13 commenti:

  1. La felicità sta sull'altra sponda. Beato chi ci arriva....

    Giorno del matrimonio, giorno del funerale=giorni delle bugie.
    Levato che per la mamma, e non sempre,

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  2. ...... Non si costa un ca**o per nessuno. Dialettale ma credo si capisca. Lo diceva mia nonna. Scusate per il commento in due tranches, colpa del vetusto smartphone. Saluti.

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  3. Un vecchio detto piemontese, dice che quelli che nascono sono tutti belli, e quelli che muoiono sono tutti santi.
    Non so dirlo in dialetto ma forse è meglio così. ;-)

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  4. COMMENTO di SERGIO

    Felicità e dintorni

    Caro Lumen, questa tua affermazione mi ha colpito - negativamente:

    "mi sono reso conto che siamo felici in due situazioni ben precise: quando abbiamo superato un problema o quando ci sentiamo superiori a qualcun altro.

    Intanto distinguerei tra felicità e soddisfazione. Senza farla troppo lunga: felicità è estasi, letteralmente essere fuori di sé, uno stato che non può durare a lungo. Invece risolvere un problema o sentirsi superiori a qualcun altro arreca soddisfazione, sicuramente a volte profonda e talvolta persino vicina all’estasi, ma non proprio. Mi ha colpito però negativamente quel sentirsi superiori a qualcun altro come motivo o causa di felicità. Questa storia del sentirsi superiori non mi va più giù. Mi dirai magari che è un dato di fatto, che tale è la natura umana, sta scritto nei geni ecc. Sì, so bene che il giocatore di scacchi vuole (letteralmente!) uccidere il re dell’altro - e in un certo senso pure l’altro giocatore (i due giocano proprio alla morte, ci manca solo la pistola sul tavolo). E una volta ucciso il re la gioia è immensa, sì, il vincitore è davvero felice, prova l’estasi (ma di breve, brevissima durata).
    Felici sono pure i tifosi imbecilli se la loro squadra vince la partita e magari lo scudetto. Ah, sì, sono davvero superiori a tutti gli avversari, sono grandi, grandissimi - e ridicoli. È chiaro che nella vita siamo spesso costretti a misurarci con altri e … vogliamo vincere! Ma questa voglia matta di mettere k.o. l’avversario o il contendente non mi piace più. Anche il sentirsi orgogliosi per qualche impresa mi dà oggi fastidio. Orgoglio di che? Se riesci a far bene qualcosa è perché hai certe doti naturali. Sì, d’accordo, di tuo poi ci metti l’impegno, lo sforzo, l’intelligenza - e puoi essere poi soddisfatto del risultato - che è “merito” tuo solo in parte. Questo continuo parlare di orgoglio (magari di essere italiani, dei propri figli) è insopportabile. Orgoglio poi è parente della superbia che è uno dei sette vizi capitali … Mi piace che nel tennis dopo la partita i giocatori debbano salutarsi (credo sia obbligatorio, forse si rischia una squalifica se non si saluta per comportamento antisportivo). Hanno giocato alla morte, volevano assolutamente vincere, dimostrare di essere superiori - ma poi il regolamento obbliga i giocatori a un gesto di cordialità, di pace: bello. Oggi però non sopporto più … l’estasi del vincitore, mentre l’avversario piange, è distrutto … Il tennis mi ha divertito, ma adesso mi sono stufato anche del tennis, di queste orge di estasi, queste arie di superiorità.

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    1. Caro Sergio, so bene che la mia affermazione possa sembrare alquanto sgradevole, ma è il risultato di una lunga riflessione da parte mia, e ci sono piuttosto affezionato.
      Inoltre, ogni volta che ho provato ad applicarla alle cose del mondo, come chiave di lettura dei vari comportamenti umani, mi è sempre sembrata la spiegazione migliore.

      Tu stesso, nel tuo commento, hai citato una lunga serie di comportamenti umani che sono riconducibili proprio al desiderio di superiorità (diretta o per interposta persona).
      E d'altro canto, l'importanza enorme che riveste lo sport nella società umana (a tutte le latitudini) sarebbe del tutto ingiustificata se ci limitasse alle spiegazioni tradizionali (ricerca del benessere e simili); e può essere spiegata solo con la tendenza (anche solo incoscia) alla superiorità.

      Accetto invece di buon grado la tua distinzione semantica tra felicità e soddisfazione; ritengo però che, ai fini della mia 'teoria', i due termini possano essere assimilati (licenza pseudo-poetica).

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    2. COMMENTO di SERGIO

      Già, lo sport che si pratica da sempre a tutte le latitudini!
      Come ti ho già detto a me lo sport non solo non interessa più, ma lo considero deleterio, idiota. Dicono che lo sport è guerra ritualizzata, una guerra incruenta però.
      Naturalmente c’è chi dice che è una vocazione insopprimibile dell’uomo: battersi, superare l’avversario, imporsi, comandare.
      E se invece …
      Se invece praticassimo lo sport non per imporci, per stracciare, umiliare l’avversario ma … per migliorare, per vedere dove si può arrivare, per cercare di superarsi, non di superare gli altri: insomma, un gioco.
      Non per imporsi sugli altri e averne dei vantaggi (gloria, soldi).

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    3. << Dicono che lo sport è guerra ritualizzata, una guerra incruenta però. >>

      Lo penso anche io.
      E quindi, a ben vedere, l'importanza (esagerata) che gli uomini danno allo sport può essere considerata più benefica che ridicola.

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  5. Il puledro che ha vinto la corsa, il più veloce, mangia accanto al ronzino che è arrivato ultimo, alla stessa mangiatoia, lo stesso fieno....
    (Blaise Pascal)

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    1. Resta da chiedersi se il puledro che ha vinto ne ha tratto una soddisfazione paragonabile a quella del suo padrone.
      In fondo, il fieno resta lo stesso...

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    2. Progressi della Tecnica

      All'analisi qui svolta forse manca un riferimento al ruolo svolto dal contesto socio-culturale in cui (di volta in volta) ci si trova.
      Per il resto direi: ne' tecnofobia ne' tecnomania ma un approccio "laico" ovvero equilibrato, flessibile e pragmatico... Saluti

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    3. Certo, il contesto sociale e culturale è sempre importante, in generale.
      Tu ti riferisci anche a qualcosa in particolare ?

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    4. Sinteticamente: il riferimento era soprattutto al classico ma tuttora aperto e cmq complesso dibattito filosofico-scientifico sul ruolo di Natura (Genetica), Ambiente (culturale) e Casualita' nelle molteplici pratiche comportamentali degli animali "superiori" e soprattutto di quelle umane: a seconda dei differenti orientamenti di fondo, le relative percentuali variano anche sensibilmente...

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    5. Sì è vero, le reciproche interazioni non sono facili da individuare e le percentuali di incidenza, pertanto, restano aleatorie.
      Grazie per la precisazione.

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