mercoledì 8 marzo 2023

Baracca e Burattini - 2

Si conclude qui il pezzo di Paolo Gulisano, tratto dal Blog 'Duc in Altum', sulle tecniche moderne di propaganda collettiva. (seconda e ultima parte).
LUMEN


<< Dopo la guerra Bernays si dedicò a lucrose campagne pubblicitarie. L’America era una società di massa industrializzata, con milioni di abitanti raggruppati nelle città. Bernays era deciso a trovare nuovi modi per controllare e alterare il modo in cui queste nuove masse pensavano e sentivano. Per farlo, attinse agli scritti di suo zio Sigmund Freud.

In particolare Bernays era rimasto molto colpito dalla lettura di Introduzione alla psicoanalisi. Vi aveva scoperto l’esistenza descritta da Freud di forze irrazionali nascoste all’interno della mente umana, e si domandò se fosse possibile guadagnare manipolando l’inconscio.

Occorreva passare da una cultura dei bisogni a una cultura dei desideri, e i desideri potevano e dovevano essere anche inventati. Bernays cominciò a creare molte delle tecniche di persuasione di massa utilizzate ancora oggi.

Fu assunto da William Randolph Hearst per pubblicizzare le sue nuove riviste femminili, e lui le rese affascinanti, inserendo articoli e inserzioni pubblicitarie che collegavano oggetti che venivano prodotti da altri suoi clienti, e cominciò anche a inserire pubblicità occulte nei film.

Organizzò su commissione dei grandi produttori di tabacco una spettacolare – e purtroppo efficacissima – campagna pubblicitaria per iniziare al fumo di sigaretta le donne. Fino agli anni ’20 la percentuale di donne fumatrici era bassissima. Dietro parole d’ordine di tipo progressista e femminista, Bernays riuscì a determinare un radicale cambiamento di stile di vita, portando al tabagismo milioni di donne.

I profitti dei produttori di sigarette andarono alle stelle, a scapito della salute delle donne. Bernays sosteneva la necessità di una manipolazione “scientifica” dell’opinione pubblica, per controllare il caos sociale e i conflitti della società.

Questo per Bernays era assolutamente un bene in quanto solo in questo modo larga parte della popolazione avrebbe potuto “collaborare e cooperare” in modo da rendere possibile il funzionamento ordinato della società.

Ispirandosi a Freud, Bernays descriveva il pubblico come “un gregge che ha bisogno di essere guidato” e fu sempre fedele al principio che bisognava controllare le masse senza che queste lo sapessero.

Infatti sosteneva: “in quasi tutte le azioni della nostra vita, sia in ambito politico, o negli affari o nella nostra condotta sociale, o nel nostro pensiero morale, siamo dominati da un relativamente piccolo numero di persone che comprendono i processi mentali e i modelli di comportamento delle masse. Sono loro che tirano i fili che controllano la mente delle persone”.

Il vero potere dunque non è nei parlamenti o nel popolo, a cui si assegna formalmente la sovranità, ma in un ristretto gruppo di persone che dominano effettivamente, realmente, la società.

Nel 1928 pubblicò 'Propaganda', il suo libro più celebre, in cui esponeva le sue teorie. La sua convinzione era che una manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse, svolge un ruolo importante in una società democratica.

Chi è in grado di padroneggiare questo dispositivo di condizionamento sociale, può ritrovarsi un potere – che rimane invisibile – capace di dirigere una nazione: “Coloro che hanno in mano questo meccanismo costituiscono il vero potere esecutivo del paese. Noi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. (…) Sono loro che manovrano i fili…”

Bernays non fa mistero nel libro che occorre controllare le masse a loro insaputa, facendo leva sui desideri e le paure più profonde, operando un’ingegneria del consenso attraverso bugie e manipolazioni.

Bernays applicò ancora una volta le sue teorie per obiettivi politici, collaborando alla macchina di propaganda bellica nella Seconda Guerra Mondiale. E ancora, negli anni ’50, architettando un colpo di Stato in Guatemala ai danni di un presidente legittimamente eletto dal popolo.

Il presidente Arbenz aveva promesso di liberare il Paese dal controllo della United Fruit Company, che da decenni sfruttava con la corruzione vaste piantagioni di banane nel paese Centroamericano. La Compagnia si rivolse a Bernays, il quale organizzò una massiccia campagna mediatica ai danni del Guatemala, fatto passare per un regime comunista controllato da Mosca che minacciava gli interessi degli Stati Uniti.

Bernays creò anche una finta agenzia di stampa indipendente, la Middle America Information Bureau, la quale bombardò il pubblico americano con la notizia che Mosca intendeva usare il Guatemala come testa di ponte per attaccare gli Stati Uniti.

Tutto ciò sortì l’effetto desiderato: la Cia fu incaricata di organizzare un colpo di stato. In collaborazione con la United Fruit, la Cia addestrò e armò un esercito di combattenti che seminò il terrore nel Paese.

Alla fine il presidente Arbenz fu costretto a lasciare il Guatemala sostituito da un nuovo capo di stato fantoccio di Washington. Fu l’ultima grande impresa di Bernays, divenuto famoso come “l’uomo che capiva la psiche della folla”.

Ciò che in realtà Bernays inventò, e che ora trova nuove espressioni, ancora più drammaticamente efficaci, sono state le tecniche di condizionare l’opinione pubblica, di instillare idee e convinzioni, di nascondere la verità, di diffondere sistematicamente la menzogna. Un’opera che non si può non definire sulfurea. >>

PAOLO GULISANO

5 commenti:

  1. COMMENTO di SERGIO

    Caro Lumen,
    ho riletto questa seconda parte senza scandalizzarmi troppo.
    Sì, le cose stanno così e non possiamo farci niente. È in fondo
    normale che chi ha il potere voglia mantenerlo e si serva di
    tutti i mezzi di cui dispone (la nostra è la patria di Machiavelli).
    Lo Stato si serve della scuola per formare dei bravi cittadini,
    cioè conformisti e ossequiosi dell’autorità. Non possiamo certo
    criticarlo per questo. Oltretutto lo Stato e le elite hanno anche
    una certa responsabilità verso le masse o i sudditi. Non sarà
    uno scherzo gestire una decina di miliardi di esseri umani
    ingordi di consumi. Per fortuna (loro!) la tecnologia ha messo
    a punto sistemi di controllo sempre più raffinati: con l’IA saranno
    a posto, in una botte di ferro, ci leggeranno anche nel pensiero.
    Qualche suddito se ne accorge e non ci sta (per es. il fenotipo consapevole).
    Consigliamo a tale fenotipo molta prudenza se non vuole fare
    una brutta fine. Non si può escludere nemmeno che il fenotipo
    scorga qualche maglia più larga per sfuggire alla rete: una
    bella soddisfazione, anche se difficilmente indurrà cambiamenti
    epocali e universali.

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    1. << Sì, le cose stanno così e non possiamo farci niente. >>

      D'altra parte, quali possono essere le alternative politiche ?
      Escudendo l'infantilismo degli anarchici (che non si rendono neppure conto di quale inferno sarebbe la vita sociale se si applicassero le loro idee), di ideologie anti-sistema mi viene in mente solo il marxismo duro e puro.
      Il quale però, dove realizzato, non ha fatto altro che sostituire una elite con un'altra (in genere peggiore).
      E dunque ?

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    2. << Consigliamo a tale fenotipo (consapevole) molta prudenza se non vuole fare una brutta fine. >>

      Hai ragione, ma per il momento non mi sento di avere paura.
      In Italia questo tipo di dissenso potrà anche essere ignorato e sbeffeggiato, ma non viene perseguitato e tutti possono scrivere sul web quello che gli pare.
      A ben vedere, non è una cosa da poco.

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  2. Sicuramente le moderne Democrazie liberali occidentali (a cominciare da quella statunitense) hanno molti difetti & limiti spesso compreso quello descritto/denunciato nell'Articolo, tuttavia sinceramente NON credo affatto che dunque siano da considerarsi preferibili i Regimi autoritari/totalitari (a matrice ideologico-politico-religiosa) tipo Russia Cina Cuba Iran ecc. i quali non soltanto utilizzano in maniera più ampia e pervasiva le tecniche di propaganda di massa descritte nel testo ma anche stroncano davvero pesantemente qualsivoglia forma di critica/dissenso "interni", che infatti spesso non riescono nemmeno ad emergere al di fuori dei confini nazionali. Non a caso il (generalmente malfamato) mondo occidentale è costantemente ambito dai grandi (e difficilmente gestibili a causa della loro elevata numerosità) flussi migratori contemporanei, mentre sostanzialmente nessuno vuole trasferirsi nei Paesi non democratici e illiberali poc'anzi menzionati... Saluti

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    1. Esattamente.
      I sistemi occidentali hanno tutti i difetti che sono inevitabili per il funzionamento di una società molto ampia, ma solo quelli.
      Gli altri regimi, invece, ne aggiungono di propri, senza perdere quelli di base.
      Ed i flussi migratori, come dicevi giustamente tu, ne sono la miglior dimostrazione.

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