domenica 7 giugno 2020

Il Signore degli eserciti

L’intervista virtuale di oggi ha come vittima il dottor Mauro Biglino, grande conoscitore dell’ebraico antico e della Bibbia, il quale, dopo aver lavorato come traduttore per le Edizioni Paoline, è giunto a conclusioni opposte da quelle della dottrina tradizionale.
Biglino ha deciso quindi di scrivere una serie di libri sull’argomento, nei quali sostiene che l’Antico Testamento non parla di un Dio soprannaturale e, per conseguenza, non può essere considerato un Libro Sacro.
L'intervista è tratta - con alcune modeste variazioni - dal sito Difesaonline; le domande originali sono di Alessandro Rugolo.
LUMEN


LUMEN – Dottor Biglino, voi siete partito da un'ipotesi, che è diventata poi una metodologia di ricerca: “fare finta che…”. Potete spiegarci in cosa consiste questo metodo ?
BIGLINO - Significa partire da un dato di fatto incontrovertibile: e cioè che della Bibbia - o sarebbe meglio dire delle Bibbie - non sappiamo nulla. Non sappiamo chi le ha scritte, quando le ha scritte (non abbiamo certezze neppure su una sola riga), come siano state scritte in origine, come fossero lette (visto che le vocali non esistono). Sappiamo solo che quelle che leggiamo noi oggi sono certamente diverse da quelle scritte nei secoli visto che le cambiavano continuamente.

LUMEN – Quindi ?
BIGLINO – Quindi, data questa premessa, il metodo da me utilizzato è quello di “fare finta” che le cose che leggiamo siano quelle che furono (non sappiamo da chi) scritte in origine e che quando gli autori scrivevano una certa cosa volessero proprio dire quella. Perché se, nella totale ignoranza in cui vaghiamo, affermiamo pure di “sapere” che quando scrivevano una cosa ne volevano dire un’altra, non facciamo altro che aggiungere incertezza ad incertezza, il che non sarebbe un problema se da quelle incertezze non si pretendesse di ricavare verità assolute e indiscutibili.

LUMEN - “Fare finta”, quindi, sarebbe quindi l’unico atteggiamento intellettualmente onesto con quell’insieme di scritti ?
BIGLINO – Esattamente. Io dunque “faccio finta” che il testo vada inteso, molto semplicemente, in senso letterale e vedo che cosa ne scaturisce, senza alcuna pretesa di verità. Faccio finta che. la Bibbia e anche altri testi antichi siano stati scritti sotto forma di cronaca, per cui ciò che vi è scritto va compreso lasciando da parte le interpretazioni religiose posteriori.

LUMEN - In questo modo la Bibbia diventa fonte di informazioni preziose e particolarmente sconvolgenti. Ma perché la Bibbia non parlerebbe di Dio?

BIGLINO – La mia affermazione deriva dal fatto che nell’ebraico biblico non esiste neppure un termine che abbia senso e significato di Dio così come inteso nella religione occidentale, che è stata costruita mutuando quel concetto dalla filosofia greca, neoplatonica in particolare. Il termine non esiste perché nell’antico pensiero israelitico non esisteva neppure il concetto, e tutto il contenuto biblico documenta come quei testi parlino di un gruppo di individui (elohim) tra i quali Yahweh non era che uno dei tanti: quello cui era stata affidata dal comandante (Elyon) la famiglia di Giacobbe e non l’intero popolo ebraico, come erroneamente si ritiene.

LUMEN – Abbiamo detto che non esiste una sola Bibbia, ma innumerevoli.
BIGLINO – Sì. Le diverse religioni che utilizzano la Bibbia come testo sacro (cattolica, copta, ebraica, ecc.) hanno elaborato ognuna diverse Bibbie. In alcune sono riconosciuti come autentici alcuni libri, in altre no. Anche le varianti sono notevoli, dal canone ebraico a quello cattolico, da quello protestante a quello ortodosso fino a quello copto o samaritano.

LUMEN – Poi c’è il problema delle imprecisioni.
BIGLINO – Bisogna considerare anche che la Bibbia, anzi, le Bibbie, sono dei testi tradotti e ritradotti, modificati nel tempo per far fronte a nuove esigenze o perchè alcuni concetti non erano più adatti alla società del tempo. Inoltre, la Bibbia sembra essere stata elaborata sulla base di testi più antichi sumero-accadici e fenici. E così scopriamo che quando nella Bibbia dei giorni nostri leggiamo Dio, Signore o Yahweh, non stiamo leggendo ciò che era scritto in origine ma ciò che nel tempo, le varie Religioni, hanno voluto che noi leggessimo.

LUMEN – E cosa c’era scritto in origine ?
BIGLINO - La prima considerazione riguardo i nomi di Dio è sulla pluralità, nella Bibbia i nomi che sono stati tradotti con il termine Dio sono: Elyon, Elohim, El, Eloah, Yahweh. Il primo termine, Elyon, è normalmente tradotto con "l'Altissimo". Ma sulla base delle conoscenze dell'ebraico antico e dell'uso che si è fatto del termine, si può contestare la traduzione ed affermare che con Elyon si faceva riferimento ad un superiore gerarchico e non ad un "Altissimo" in senso religioso.

LUMEN – Una bella differenza!
BIGLINO - Elyon sarebbe dunque un Capo, il capo degli Elohim, tra i quali aveva diviso i territori sotto la sua influenza, assegnando un territorio e una famiglia da controllare ad ognuno dei suoi più fidati Elohim. Tra gli Elohim ve n'era uno di nome Yahweh, il quale, come pure gli altri suoi colleghi Elohim, era un capo militare, un comandante che guidava una famiglia di esseri umani, Giacobbe e i suoi discendenti, per compiere i suoi voleri che, quasi sempre consistevano nel fare la guerra ai vicini e nello sterminarli!

LUMEN – Quindi, secondo voi, Elyon e gli Elohim, e quindi anche Yahweh, erano solo dei capi militari. Potremmo definirli dei conquistatori ?
BIGLINO - Erano e si sono comportati, a tutti gli effetti, come dei normalissimi conquistatori/colonizzatori: si sono spartiti i territori e poi hanno pure combattuto tra di loro per incrementare potere e ricchezza. La Bibbia ci parla in particolare, quasi in via esclusiva, di uno di loro e dei suoi diretti rivali che nomina anche espressamente: contro Yahweh combattevano ad esempio i suoi colleghi antagonisti Kamosh, Milkom, ecc. che governavano su famiglie strettissimamente imparentate con quella di Israele: ne erano i cugini primi.

LUMEN – Ma, spesso, l’ordine dato da Yahweh era quello di sterminare quei “parenti” (Madianiti, Amalekiti, ecc.) per prendere i loro beni e le loro terre.
BIGLINO – In effetti, l’Antico Testamento è un vero e proprio libro di guerra e, a ben vedere, uno dei libri più immorali mai scritti nella storia dell’umanità: stermini, genocidi, furti, assassini, femminicidi, infanticidi selettivi, rappresentano la normalità del comportamento di quel presunto dio che per fortuna dio non è.

LUMEN – Ma questi conquistatori da dove provenivano?
BIGLINO - Non so dire da dove provenissero, i testi biblici giunti fino a noi non ce lo dicono anche se, nel salmo 24, si fa riferimento a due tipi di porte, la seconda delle quali, stando al significato letterale dei termini, si apre su un luogo “non conosciuto” ed era utilizzata da Yahweh con il suo kavod (termine che dovrebbe indicare un mezzo di trasporto).

LUMEN – La Bibbia sarebbe quindi un libro di guerra.
BIGLINO - In effetti, chiunque abbia letto la Bibbia non può non essere stato colpito dalla crudeltà di Dio e del suo popolo. Io stesso ricordo che da piccolo non riuscivo a capire come si potesse predicare la pace universale sulla base di ciò che leggevo nella Bibbia. Non capivo allora e non lo capisco ora, nonostante tutto.

LUMEN – Parlateci ancora degli Elhoim.
BIGLINO – Gli Elhoim erano degli esseri particolari, che vivevano molto a lungo, da cui deriva la traduzione di "Eterno", riferita Dio. Ma non erano davvero immortali. La Bibbia è chiara su questo: gli Elohim vivevano molto a lungo, ma morivano come tutti gli uomini (salmo 82).

LUMEN – Immagino che questo passo costituisca un problema serio per gli esegeti monoteisti.
BIGLINO – Molto serio. E quindi, per tentare di ovviare a questa palese e inaccettabile incongruenza, in quel passo specifico gli esegeti danno al termine “elohim” il significato di “giudici”, mentre per tutto il resto sostengono che significhi Dio, anche se è plurale.

LUMEN – Che dire di più? Grazie dottor Biglino e buona lettura a chiunque voglia avvicinarsi ai vostri libri.
BIGLINO - Grazie a voi.
 

8 commenti:

  1. Ecco cosa scrive Gianfranco Ravasi su Avvenire a proposito del "Signore degli eserciti" protagonista della Bibbia:

    << Il preteso Dio degli eserciti è sempre per la nazione che ha la migliore artiglieria e i migliori generali. Il lugubre Gott mit uns, il blasfemo "Dio con noi" dei nazisti, dovrebbe far riflettere su tutte le infami strumentalizzazioni a cui sono sottoposti i simboli e le idee religiose (ultimo da noi anche il crocifisso).
    È stato spiegato da tempo che la locuzione biblica Jhwh sebaot, "Signore degli eserciti", non rimanda tanto alle armate ebraiche quanto piuttosto a un'immagine marziale applicata a Dio per celebrare la trascendenza e la signoria cosmica: nella fattispecie gli "eserciti" sarebbero gli angeli e le costellazioni celesti. >>

    Come vedete, dopo aver detto le cose come stanno (miracolo !), il nostro si esibisce in una imbarazzante giravolta per giustificare l'ingiustificabile.
    Per chi si accontenta.

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  2. COMMENTO DI SERGIO (inserito da me per motivi tecnici)

    Ho letto con divertimento questa intervista.
    Che dire? Che guazzabuglio! Eppure per
    millenni gli ebrei e poi i cristiani hanno
    preso sul serio le cose in parte francamente
    disgustose contenute in quel libro, il
    Vecchio Testamento. Oggi persino studiosi
    ebraici sostengono che un personaggio
    chiave come Mosè non è in realtà mai
    esistito! Ma i lettori e studiosi della Bibbia (sicuramente
    non molti visto che la maggioranza era
    analfabeta) si accostavano a quel libro
    tremanti perché lo consideravano sacro.
    Persino un Tommaso d’Aquino arriva
    ad affermare che la Bibbia è indubitabilmente
    la parola di Dio. Anche i geni non
    possono sottrarsi allo Zeitgeist imperante
    (senza dimenticare che opporsi alle
    idee imperanti imposte dal potere può
    essere molto pericoloso!).
    Una volta Massimo Cacciari disse che
    aveva letto la Bibbia per intero una
    decina di volte, più tante altre letture
    parziali. Che imbecille! Ma questo fine
    teologo leggeva anche lui la Bibbia in
    ginocchio, anche se ha di Dio una strana
    idea (è arrivato a dire che forse anche
    il Male è in Dio - il che ha anche una
    logica: se è onnisciente e onnipotente
    è all’origine di ogni cosa, compresa
    Auschwitz).

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    1. Odifreddi, invece, si divertiva a provocare gli uomini di chiesa dicendo che era diventato ateo dopo aver letto un libro.
      Ed alla ovvia domanda "Quale ?", rispondeva con un sorriso: "La Bibbia".

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  3. COMMENTO DI SERGIO

    "In effetti, l’Antico Testamento è un vero e proprio libro di guerra e, a ben vedere, uno dei libri più immorali mai scritti nella storia dell’umanità: stermini, genocidi, furti, assassini, femminicidi, infanticidi selettivi, rappresentano la normalità del comportamento di quel presunto dio che per fortuna dio non è. ”

    Ma come ha potuto l’umanità fino a oggi
    considerare sacro, parola di Dio, un libro
    osceno come il Vecchio Testamento
    che il direttore di Avvenire considera
    parte integrante della Rivelazione
    (si è espresso così un paio di giorni fa)?
    Certo il Nuovo Testamento presuppone
    il Vecchio e forma con esso un binomio
    inscindibile.
    Ma sarebbe ora di passare oltre, cioè
    di non considerare più sacri testi
    antichi di autori sconosciuti e pieni
    di cose strane o per noi non più accettabili.
    Reperti di un passato in gran parte
    ignoto.
    La storia, o se si preferisce la Storia
    con la maiuscola, non è altro che
    una storia, un racconto pieno di
    lacune. Non sapremo mai come si
    sono svolti davvero i fatti narrati
    in queste storie, solo in parte verosimili.
    Queste storie piene di lacune possono
    esserci lo stesso utili o perfino necessarie
    per orientarci o sono per lo meno interessanti.
    Ma assolutamente vere non sono, non
    possono essere.
    Le leggi della fisica invece governano
    il mondo da una eternità e condizionano
    le nostre vite - come possiamo constatare
    ad ogni istante.

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    1. << Certo il Nuovo Testamento presuppone il Vecchio e forma con esso un binomio inscindibile. >>

      Tu dici ?
      Io avrei qualche dubbio al riguardo.
      Secondo me, moltissimi cristiani (soprattutto i cattolici) conoscono (benino) il Vangelo e quasi per nulla la Bibbia; ma non ne sentono assolutamente la mancanza.

      Certo la Bibbia viene citata spesso nei Vangeli, ma quasi sempre sotto forma di profezia avverata, allo scopo di dare maggior prestigio e veridicità alle parole ed agli atti di Gesù.
      Il che, oltretutto, portava a frequenti forzature ed approssimazioni (il dogma della verginità di Maria, per esempio, viene proprio da una profezia della Bibbia riportata in modo maldestro).

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  4. COMMENTO DI SERGIO

    Sulla scarsa o persino nulla conoscenza della
    Bibbia da parte di moltissimi cattolici (azzardo:
    la stragrande maggioranza), ma anche dei
    protestanti (accreditati di migliori conoscenze),
    non ci piove. Nemmeno io ho letto il VT
    per intero (che palle i Numeri). Tuttavia
    mi sembra logico che il direttore di Avvenire,
    ma penso anche il papa, insistano sull’unità
    di VT e NT: ancora oggi negare quest’unità
    risulterebbe troppo contraddittorio, inaccettabile.
    Ma domani, o comunque ben presto (20-30-50-100
    anni), quando il cristianesimo sarà stato
    superato o annacquato nella religione universale
    in fieri, non si affronteranno più tali questioni
    (VT e NT costituiscono o no una unità?),
    dimenticate o considerate anticaglie.
    Küng e Bergoglio se ne strafottono
    della Trinità e della verginità di Maria,
    proposizioni presentate a Nicea e
    dichiarate dogmi, verità rivelate e
    fondamentali del cristianesimo.
    Il diavolo e l’inferno sono ormai
    dimenticati (meglio così direi).
    Come ti confermerà anche il coltissimo
    Ravasi che persino un ateo come Melis
    avrebbe ben visto sul soglio di Pietro,
    appunto per la sua cultura (con una
    persona colta si può sempre conversare
    piacevolmente).

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    1. << con una persona colta si può sempre conversare
      piacevolmente. >>

      Questo è sicuro.
      La cultura, peraltro, porta a farse delle domande, perchè non serve solo ad imparare ma anche a dubitare.
      E quindi mi chiedo come facciano i Monsignori, la cui cultura (non solo teologica) è sicuramente notevole, a scansare quelle più scomode.

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    2. COMMENTO DI SERGIO

      "E quindi mi chiedo come facciano i Monsignori, la cui cultura (non solo teologica) è sicuramente notevole, a scansare quelle più scomode."

      Come fanno? Oh bella, grazie all'istinto di sopravvivenza. Funziona sempre e benissimo, appunto d'istinto. Tu fai una domanda scomoda? Non la sentono o fraintendono, e non sono perciò imputabili. Primum vivere ...

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