sabato 3 maggio 2014

Leggi & Comandamenti

LUMEN – Signor Mosè, anzitutto grazie per essere venuto.

MOSE’’ – P-p-prego.
LUMEN – So che siete un po’ balbuziente, ma faremo in modo di mettervi talmente a vostro agio, che non avrete più problemi.

MOSE’ – S-speriamo.
LUMEN – Vorrei parlare un po’ con voi dei famosi 10 comandamenti che riceveste dal Signore sul Monte Sinai.

MOSE’ – V-veramente furono un po’ di più.
LUMEN – Come un po’ di più ? A noi ne insegnano solo 10.

MOSE’ – Io e-ero là: v-volete che non lo sappia ?
LUMEN – Per carità, ci mancherebbe. Dico solo che non lo sapevo.

MOSE’ – E non siete il solo. Il fatto è che quello parlava e p-parlava…
LUMEN – Un tipo logorroico ?

MOSE’ – Molto, direi. Comunque, poi li hanno fatti diventare più o meno 10. Quindi, se lo preferite, usiamo pure quel numero lì.
LUMEN – Grazie.

MOSE’ - Però, che giornata fu quella !
LUMEN – Me lo immagino. Tra l’altro, avete visto ? Siete già migliorato nel parlare.

MOSE’ – Cosa ? Ah sì, è vero.
LUMEN – Allora incominciamo.

MOSE’ – Incominciamo pure. Però sia chiara una cosa: io vi elencherò i comandamenti veri, quelli originali che sono stati rivelati a me. Se poi, in seguito,  li hanno manipolati e vi hanno raccontato un testo diverso, non mi interessa.
LUMEN – D’accordo.

MOSE’ -  Primo: Io sono il Signore tuo Dio, che ti fece uscire dal paese d'Egitto, dalla casa degli schiavi. Non avrai altri dèi al mio cospetto.
LUMEN – Una bella impresa, non lo nego. Però se vi avesse evitato la schiavitù, sin dall’inizio, non era meglio ?

MOSE’ – Mah, non  so. Forse era per metterci alla prova o per temprarci il carattere. Lui ci vuole molto bene, sapete ?
LUMEN – Figuriamoci se vi volesse male…

MOSE’ – Secondo: Non farti alcuna scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque al di sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li adorare, perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso che punisce il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione per coloro che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, per coloro che mi amano ed osservano i miei comandamenti.
LUMEN – Scusate, ma anche i figli e i figli dei figli ? E che ne possono loro se il padre era un idolatra ?

MOSE’ – Ma i discendenti ricevono anche la bontà di Dio, se il padre l’ha meritata.
LUMEN – Ho sentito; ma vi pare lo stesso una cosa giusta ? E poi se uno si trova col nonno idolatra ed il padre rispettoso, lui da che parte finisce ? Da quella dei puniti o da quella degli amati ?

MOSE’ – E’ una bella domanda, in effetti. Non ci avevo mai pensato.  
LUMEN – Beh, andiamo avanti.

MOSE’ – Terzo: Non pronunciare il nome del Signore Dio tuo invano; perché il Signore non lascerà impunito chi avrà pronunciato il suo nome invano.
LUMEN – Questa sembra facile, ma forse c’è un trabocchetto anche qui.

MOSE’ – E quale sarebbe ?
LUMEN – Se uno pronuncia il nome di Dio per chiedere una grazia e Dio non lo accontenta, vuol dire che ha pronunciato il suo nome invano ? E come faceva a saperlo prima ?

MOSE’ – Ma Dio accoglie sempre le richieste del suo popolo.
LUMEN – Ah sì, davvero ? Sempre, sempre ? A me non sembra proprio.

MOSE’ – Sì, insomma, quasi sempre. Cioè spesso. Cioè, voglio dire, qualche volta. Ma è solo perchè il pensiero di Dio è imperscrutabile, ecco perché.
LUMEN – Proprio quello che dicevo io.

MOSE’ – Quarto: Ricordati del giorno del sabato per santificarlo. Durante sei giorni lavorerai e compirai ogni tua opera ma il settimo è giorno di totale cessazione del lavoro e dedicato al Signore Dio tuo. Non farai alcun lavoro né tu né tuo figlio né tua figlia né il tuo schiavo né la tua schiava né il tuo bestiame né il forestiero che si trova nella tua città poiché in sei giorni il Signore creò il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che contengono, riposò nel settimo giorno e per questo il Signore ha benedetto il settimo giorno santificandolo.
LUMEN – Quindi nell’ultimo giorno della settimana non si deve fare nulla, ma proprio nulla.

MOSE’ – Assolutamente nulla.
LUMEN – Neppure mangiare ?

MOSE’ – Beh, mangiare sì.
LUMEN – E chi lo prepara il cibo ?

MOSE’ – Le donne direi.
LUMEN – E preparare il cibo non è lavorare ?

MOSE’ – Ma le donne non contano.
LUMEN – Questo sistema tutto.

MOSE’ – Quinto: Onora tuo padre e tua madre, affinché si prolunghino i tuoi giorni sulla terra che il Signore tuo Dio ti dà.
LUMEN – Non ho capito bene la seconda parte della frase.

MOSE’ – Nemmeno io, se devo essere sincero. Ma mi basta la prima. Non siete d’accordo ?
LUMEN – Sono d’accordissimo, ci mancherebbe. La famiglia è la base di tutta la società, anche se “onorare” mi pare un po’ eccessivo. Direi che “amare” è più corretto e sensato. Ma andiamo avanti.

MOSE’ – Sesto: Non uccidere.
LUMEN – Ma davvero ? Volete farmi credere che voi e il vostro popolo non avete mai ammazzato nessuno ?

MOSE’ – Ma certo che abbiamo ammazzato, ed anche in grande quantità ! Persone, tribù, città intere, se ci riuscivamo. E sempre grazie al potente aiuto del Signore, che interveniva al nostro fianco da lassù.
LUMEN – Mi pare di intravedere una certa nostalgia.

MOSE’ – Eh sì. Che tempi erano quelli. Che soddisfazioni ci siamo tolte.
LUMEN – E non vi pareva una violazione del sesto comandamento ?

MOSE’ – Ma no, cosa dite ? Erano tutti appartenenti ad altri popoli, quindi non contavano.
LUMEN – Bel ragionamento. Quindi il comandamento vale solo per il vostro popolo ?

MOSE’ – Mi sembra ovvio. Il Signore era il Dio del nostro popolo, mica di tutti gli altri !
LUMEN – Ineccepibile ! Erano proprio altri tempi…

MOSE’ – Settimo: Non commettere adulterio.
LUMEN – Mi pare giusto, la fedeltà in una coppia è una cosa importante. Però mi sembra che, ai tempi, le concubine, meglio se schiave, fossero abbastanza popolari.

MOSE’ – Che vi devo dire: lo spirito è forte ma la carne è debole. C’erano in giro dei “pezzi di schiava“ che vorrei vedere voi a resistere.
LUMEN – E le mogli che dicevano ?

MOSE’ – Le mogli stavano zitte e buone. Cosa volete che dicessero. E poi il comandamento era soprattutto per loro.
LUMEN – E se qualcuna sgarrava, c’era una bella lapidazione pronta per lei.

MOSE’ – Per forza. Dovremmo forse infrangere la legge del nostro popolo ?
LUMEN – Una legge così lapidaria, poi…

MOSE’ – Cos’è, fate lo spiritoso ?
LUMEN – Per carità. Andiamo avanti.

MOSE’ – Ottavo: Non rubare.
LUMEN – Giustissimo. Ovviamente, il divieto vale sempre e solo verso e persone del vostro popolo; gli stranieri sono esclusi.

MOSE’ – Questo mi pare ovvio.
LUMEN – E poi parlano di comandamenti universali. Mah…

MOSE’ – Nono: Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
LUMEN – Che è sempre il prossimo del vostro popolo.

MOSE’ – Certamente.
LUMEN – E, se Dio vuole (pardon), siamo alla fine.

MOSE’ – Decimo: Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare sua moglie, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.
LUMEN – Una bella elencazione, non c’è che dire. Da cui si deduce che anche la moglie è un semplice bene di proprietà del marito.

MOSE’ – Sì, però avrete notato la finezza del Signore ?
LUMEN – Quale finezza ?

MOSE’ – Beh, che la moglie viene prima di tutti, quindi è più importanti degli schiavi, i quali a loro volta, come essere umani, sono più importanti degli animali, che, come esseri viventi, vengono prima delle altre cose.
LUMEN – Veramente una grande delicatezza. Era proprio un Signore, quel tipo.

MOSE’ – Ve ne siate accorto anche voi ?
LUMEN – Non proprio, ma lasciamo perdere.  Comunque, auguri per la vostra balbuzie e buon ritorno sul monte Sinai.

MOSE’ – G-grazie.
 

2 commenti:

  1. Sei come al solito spiritoso. Provaci un po' con gli islamici e poi vediamo ...
    Interessante questa formulazione un po' ridondante dei comandamenti (Tiziana dice che non sono comandamenti, ma "diciture"). La "semplificazione" cattolica è più pratica. Io ho imparato "quarto, onora il padre e la madre", "quinto non ammazzare", "sesto non fornicare" (versione più semplice: non commettere atti impuri ...). Insomma, non ci siamo nemmeno con la numerazione. Poi vado a vedere cosa dice la mia Bibbia Marietti.

    Siccome sono un po' malizioso (magari anche un po' carogna) mi diverto a chiedere a cattolici doc di recitarmi i dieci comandamenti da tutti ritenuti il fondamento dell'umana convivenza, principi basilari e razionali. Be', c'è chi inciampa già sul primo e poi si blocca ... E non si tratta solo di "gente semplice": persino i preti non ricordano bene se glielo chiedi ...
    Io riduco i comandamenti o diciture valide e sensate a tre: non rubare, non dire il falso, non uccidere. Tutto il resto Mosè se lo può tenere, serve poco o niente. Dici bene che quell' «onorare» (il padre e la madre) suona un po' strano. I nostri genitori vogliono piuttosto essere voluti bene e dove c'è affetto c'è anche rispetto. Il comandamento invece sembra insistere sul rispetto, l'obbedienza, la sottomissione - invece che sull'affetto che del resto non si può imporre: o c'è o non c'è.

    Una teologa protestante un po' speciale, Helga Sommer, propose una ventina d'anni fa non dei comandamenti, ma dei "permessi". Per es.:commetti pure adulterio, perché è impossibile evitarlo ... Questa teologa fu presa da un autentico "colpo di fulmine" per un altro uomo il giorno stesso del matrimonio ... (ma non è una pazza, diciamo un po' originale e disinibita).

    Vero poi che i non ebrei sono considerati esseri inferiori. Lo stesso Gesù che dice: non gettate le perle ai porci, con quei porci designa i non ebrei. Del resto lui era venuto per le pecorelle d'Israele, non per gli imperialisti dell'epoca, i Romani.
    Quanto al quinto (o sesto) "non ammazzare" Mosè appena sceso dal Sinai con le tavole non solo le fece a pezzi incazzatissimo perché i suoi correligionari adoravano il vitello sacro, ma fece passare a fil di spada 1'500 "peccatori". Altro che non ammazzare. Ma ovviamente i reietti che si sono messi colpevolmente fuori dalla comunità non sono più "dei nostri", è bene farli fuori (un Machiavelli ante litteram: i nemici è meglio "spegnerli" perché non si sa mai ...).

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  2. << Provaci un po' con gli islamici e poi vediamo ... >>

    Mi posso difendere facendo presente che il Cristianesimo lo conosco molto bene (essendo stato una pecorella della Chiesa sino alla maggior età), mentre l'islamismo no.
    Ma, in effetti, non nego che sarebbe anche un po' più pericoloso...
    Lo era anche il Cristianesimo, una volta, ma poi - per fortuna - hanno smesso di bruciare gli eretici e i non credenti, e non posso che esserne lieto.

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