sabato 3 marzo 2012

Ciclo e riciclo

Alcune considerazioni di Marco Pagani su recessione, risparmio e recupero dei materiali – da Eco Alfabeta


<< L’Italia è in recessione, ormai nessuno lo nega: le previsioni del 2012 danno un -1,8% per il PIL e un -8% per l’occupazione.
Di fronte a questi dati tristi è forte l’esigenza di giustizia: paghi chi è privilegiato e non ha mai pagato! (…). Se fare giustizia è sacrosanto, è ugualmente importante capire che la crisi non è solo colpa dei “cattivi di Wall Street”.

La migliore giustizia sociale auspicabile e immaginabile (anche se al momento lontanissima dall’agenda della politica) non potrà fare tornare il petrolio a 10 $ al barile, perché il “peak oil” è una realtà che non dipende dalla redistribuzione della ricchezza.
Se, come è giusto, redistribuissimo la ricchezza, non cambieremmo di una virgola la nostra dipendenza dall’estero per l’energia e il cibo.

E allora la via d’uscita è abbastanza semplice: torniamo a produrre (e risparmiare) energia e cibo, qui, in Italia, localmente, dove viviamo. Investiamo (anche in termini lavorativi nell’agricoltura non industriale, nelle energie rinnovabili e nel risparmio energetico: si tratta di attività abbastanza al riparo della crisi, proprio perchè orientate verso la sostenibilità.

Torniamo a consumare  (e a sprecare) meno energia elettrica, riscaldamento, cibo, tempo (…)
Diamo più importanza alle persone e alle esperienze che alle cose, o come diceva ai bei tempi Erich Fromm, passiamo dalla modalità dell’avere a quella dell’essere.

E’ una strada di decrescita: non è un generico appello all’ascetismo, ma l’invito a far tornare le nostre vite obese al loro peso forma. Non dico che sarà facile, felice o indolore, ma non c’è altra via. >>



<< Smettiamola di svendere alla Cina e al resto dell’Asia materie prime da riciclare. Teniamocele in Europa e avviamo un ciclo virtuoso di recupero come perno della Green Economy: l’industria del riciclo può davvero risollevare l’economia europea.  (…)

I ricavi dal riciclo sono elevati e veloci e reggono la botta della crisi che stiamo vivendo:
Dal 2004 al 2008 il fatturato delle sette principali categorie di rifiuti riciclabili è quasi raddoppiata arrivando a oltre 60 miliardi di euro nell’Unione europea.
A causa di un calo della domanda e di prezzo delle materie prime durante la recessione economica il fatturato del riciclo è diminuito stabilizzandosi alla fine del 2008 e nella prima metà del 2009. Il recupero è però iniziato.

Il riciclo è una procedura particolarmente preziosa per assicurare la fornitura di risorse critiche come i metalli rari, essenziali per l’UE, pioniere di nuove tecnologie. Le importazioni di rifiuti di metallo prezioso in Europa sono aumentate del 50% tra il 2000 e il 2009 – l’unico gruppo di materiali riciclabili, che e cresciuto notevolmente durante questo periodo.
Tuttavia ne sprechiamo ancora troppi e dunque accanto al riciclo diviene necessario un uso più razionale e ragionato di queste risorse. >>

MARCO PAGANI

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