LUMEN – Ciao Eugenio, cosa stai facendo ?
EUGENIO – Gioco a scacchi contro il computer.
LUMEN – Ah, bene. Ma vinci o perdi ?
EUGENIO – Qualche volte vinco, ma più spesso perdo. Questo computer è proprio forte.
LUMEN – Eppure non possiede il Libero Arbitrio, a quanto si dice.
EUGENIO – Sì, in effetti così si dice.
LUMEN - Ma secondo te, perché un uomo che gioca a scacchi possiede il Libero Arbitrio ed il computer che gli gioca contro, magari vincendo, no ? Perchè l'uomo che guida un’automobile possiede il L.A. e la nuova ‘google car’, che si guida da sola, no ?
EUGENIO – Non saprei…
LUMEN – Perché siamo presuntuosi e malati di antropocentrismo, ecco perché. Comunque vogliamo definire il Libero Arbitrio, mi pare evidente che o ce l'hanno entrambi o nessuno.
EUGENIO – E tu cosa pensi ?
LUMEN – Che non ce l’abbia nessuno.
EUGENIO – Addirittura ?
LUMEN – Caro Eugenio, gli scienziati, studiando l'attività neuronale, hanno scoperto che è possibile prevedere le scelte di un soggetto PRIMA che egli diventi consapevole di averle compiute; ne dobbiamo necessariamente concludere che non è il soggetto cosciente a compiere quelle scelte, ma l'attività cerebrale sottostante, a prescindere da tutto ciò che ci piace pensare.
EUGENIO – Eppure tutti sono convinti del contrario.
LUMEN – Lo so e non mi stupisce. Perché tutti, in effetti, sperimentiamo la presenza del L.A.: non solo direttamente su noi stessi, ma anche sul comportamento altrui.
EUGENIO – E allora, come si può spiegare la faccenda ?
LUMEN - Per quanto riguarda il nostro L.A. si tratta forse di un inganno (evolutivamente utile) della mente. Quanto a quello degli altri, deriva forse dal fatto che è piuttosto difficile prevedere, dal di fuori, il comportamento umano.
EUGENIO – Però, saper fare previsioni sul comportamento altrui è fondamentale per vivere bene in un gruppo.
LUMEN – Certo. Ma si tratta pur sempre di una capacità limitata, con la conseguenza che non riusciamo quasi mai a fare una previsione completa e affidabile sul comportamento delle altre persone.
EUGENIO – Questo è vero.
LUMEN - Ecco quindi che il concetto di L.A. ci offre una buona (ed anche gratificante) spiegazione. Ma non si tratta di L.A., si tratta solo di difficoltà previsionale.
EUGENIO – Eppure, l’assenza del Libero Arbitrio, pur essendo una ipotesi molto discussa tra gli esperti di neuro-scienze, è rifiutata dalla maggioranza delle persone, a tutti i livelli della società.
LUMEN – Lo so. Ma questo succede, principalmente, per il timore delle conseguenze. Si ritiene infatti che la fine del L.A. segnerebbe anche la fine dell’etica e del concetto di responsabilità, senza i quali la società umana collasserebbe in breve tempo.
EUGENIO – E tu sei d’accordo ?
LUMEN – Non proprio. E’ vero che senza il L.A. viene meno la responsabilità, ma questo non vale anche per il concetto di etica, che è semplicemente l’insieme delle regole di convivenza sociale.
EUGENIO – Ed è possibile tenere un comportamento etico anche senza il L.A. ?
LUMEN – Sono convinto di sì. Io posso anche (in assenza del L.A.) non essere responsabile delle mia azioni, ma resta il fatto che - in concreto - posso seguire o non seguire le regole di comportamento sociali e quindi essere considerato più o meno etico dalle altre persone. Le quali potranno poi trarne tutte le conseguenze che riterranno opportune.
EUGENIO – Quindi è un problema sostanzialmente giuridico, di impostazione del diritto penale ?
LUMEN – Io penso di sì, visto che il nostro diritto penale si fonda per intero sull'esistenza, data per scontata, del L.A.
EUGENIO – Spiegati meglio.
LUMEN - Il collegamento risiede nelle motivazioni della condanna e nel significato della pena che ne consegue. Lo Stato condanna il reo perché si è comportato “male” pur potendo liberamente scegliere di comportarsi “bene”. Quindi lo punisce per un periodo di tempo limitato, nella convinzione che possa redimersi e, grazie al proprio L.A., possa poi tornare nella società comportandosi correttamente.
EUGENIO – Esattamente.
LUMEN - Ma se, invece, il reo NON era veramente libero, e quindi ha commesso il reato per forza maggiore, una punizione temporanea che non rimuova la causa strutturale del reato a che serve ? Non si rischia, una volta terminato il (magari breve) periodo di detenzione, di ritrovarsi esattamente al punto di prima ?
EUGENIO – Ma la detenzione, al di là di tutte le critiche umanitarie, è una sacrosanta misura di tutela dei non criminali. Non c'è alternativa. Dobbiamo assolvere tutti i criminali ?
LUMEN - E chi ha mai detto questo ? Certo che il criminale va punito, ed anche sorvegliato. Ma si possono, anzi si devono, cercare alternative che siano davvero efficienti sotto il profilo della prevenzione. Perché il reato, ormai, è stato commesso ed il danno è stato inflitto. Io posso anche punire il reo, come è giusto che sia, ma la vittima resta vittima.
EUGENIO - E qui entra in ballo l’esistenza o meno del L.A.
LUMEN – Appunto. Il mio ragionamento, infatti, è il seguente:
a- il nostro sistema sanzionatorio si basa sull'esistenza del Libero Arbitrio.
b- si tratta però di un sistema che funziona male.
c- è possibile che funzioni male perché si basa su un principio che non esiste ?
Oppure, tu pensi davvero che il nostro attuale sistema penale sia adeguato ed efficiente a livello preventivo ?
EUGENIO – Certamente no.
LUMEN – E neppure io. Lo dimostra la lunga sequela dei c.d. delinquenti abituali o seriali che, appena escono di galera, ricomincia immediatamente a fare quello che facevano prima. Però, con un sistema sanzionatorio intelligente e mirato, posso fare in modo che il reato NON si ripeta in futuro.
EUGENIO – E quale potrebbe essere questo sistema sanzionatorio alternativo ?
LUMEN – Per esempio una qualche forma di controllo non necessariamente afflittivo, ma che possa inibire ex ante determinati comportamenti. In questo, le neuro-scienze applicate e la moderna tecnologia possano aiutare molto. Non dico che sia facile. Però se ne deve discutere, nella convinzione che sia possibile trovare qualcosa di meglio.
EUGENIO – Ed invece, a quanto pare, non ne parla quasi nessuno.
LUMEN – Appunto. E perché ? Perché, per poterlo fare, bisognerebbe mettere seriamente in discussione il Libero Arbitrio e questo argomento appare ancora un tabù.
EUGENIO – Quindi ci dobbiamo rassegnare allo status quo ?
LUMEN – Oggi come oggi, sì. Ma forse domani di fronte agli ulteriori progressi delle neuro-scienze, se ne potrà finalmente discutere senza riserve. Vedremo.
EUGENIO – Gioco a scacchi contro il computer.
LUMEN – Ah, bene. Ma vinci o perdi ?
EUGENIO – Qualche volte vinco, ma più spesso perdo. Questo computer è proprio forte.
LUMEN – Eppure non possiede il Libero Arbitrio, a quanto si dice.
EUGENIO – Sì, in effetti così si dice.
LUMEN - Ma secondo te, perché un uomo che gioca a scacchi possiede il Libero Arbitrio ed il computer che gli gioca contro, magari vincendo, no ? Perchè l'uomo che guida un’automobile possiede il L.A. e la nuova ‘google car’, che si guida da sola, no ?
EUGENIO – Non saprei…
LUMEN – Perché siamo presuntuosi e malati di antropocentrismo, ecco perché. Comunque vogliamo definire il Libero Arbitrio, mi pare evidente che o ce l'hanno entrambi o nessuno.
EUGENIO – E tu cosa pensi ?
LUMEN – Che non ce l’abbia nessuno.
EUGENIO – Addirittura ?
LUMEN – Caro Eugenio, gli scienziati, studiando l'attività neuronale, hanno scoperto che è possibile prevedere le scelte di un soggetto PRIMA che egli diventi consapevole di averle compiute; ne dobbiamo necessariamente concludere che non è il soggetto cosciente a compiere quelle scelte, ma l'attività cerebrale sottostante, a prescindere da tutto ciò che ci piace pensare.
EUGENIO – Eppure tutti sono convinti del contrario.
LUMEN – Lo so e non mi stupisce. Perché tutti, in effetti, sperimentiamo la presenza del L.A.: non solo direttamente su noi stessi, ma anche sul comportamento altrui.
EUGENIO – E allora, come si può spiegare la faccenda ?
LUMEN - Per quanto riguarda il nostro L.A. si tratta forse di un inganno (evolutivamente utile) della mente. Quanto a quello degli altri, deriva forse dal fatto che è piuttosto difficile prevedere, dal di fuori, il comportamento umano.
EUGENIO – Però, saper fare previsioni sul comportamento altrui è fondamentale per vivere bene in un gruppo.
LUMEN – Certo. Ma si tratta pur sempre di una capacità limitata, con la conseguenza che non riusciamo quasi mai a fare una previsione completa e affidabile sul comportamento delle altre persone.
EUGENIO – Questo è vero.
LUMEN - Ecco quindi che il concetto di L.A. ci offre una buona (ed anche gratificante) spiegazione. Ma non si tratta di L.A., si tratta solo di difficoltà previsionale.
EUGENIO – Eppure, l’assenza del Libero Arbitrio, pur essendo una ipotesi molto discussa tra gli esperti di neuro-scienze, è rifiutata dalla maggioranza delle persone, a tutti i livelli della società.
LUMEN – Lo so. Ma questo succede, principalmente, per il timore delle conseguenze. Si ritiene infatti che la fine del L.A. segnerebbe anche la fine dell’etica e del concetto di responsabilità, senza i quali la società umana collasserebbe in breve tempo.
EUGENIO – E tu sei d’accordo ?
LUMEN – Non proprio. E’ vero che senza il L.A. viene meno la responsabilità, ma questo non vale anche per il concetto di etica, che è semplicemente l’insieme delle regole di convivenza sociale.
EUGENIO – Ed è possibile tenere un comportamento etico anche senza il L.A. ?
LUMEN – Sono convinto di sì. Io posso anche (in assenza del L.A.) non essere responsabile delle mia azioni, ma resta il fatto che - in concreto - posso seguire o non seguire le regole di comportamento sociali e quindi essere considerato più o meno etico dalle altre persone. Le quali potranno poi trarne tutte le conseguenze che riterranno opportune.
EUGENIO – Quindi è un problema sostanzialmente giuridico, di impostazione del diritto penale ?
LUMEN – Io penso di sì, visto che il nostro diritto penale si fonda per intero sull'esistenza, data per scontata, del L.A.
EUGENIO – Spiegati meglio.
LUMEN - Il collegamento risiede nelle motivazioni della condanna e nel significato della pena che ne consegue. Lo Stato condanna il reo perché si è comportato “male” pur potendo liberamente scegliere di comportarsi “bene”. Quindi lo punisce per un periodo di tempo limitato, nella convinzione che possa redimersi e, grazie al proprio L.A., possa poi tornare nella società comportandosi correttamente.
EUGENIO – Esattamente.
LUMEN - Ma se, invece, il reo NON era veramente libero, e quindi ha commesso il reato per forza maggiore, una punizione temporanea che non rimuova la causa strutturale del reato a che serve ? Non si rischia, una volta terminato il (magari breve) periodo di detenzione, di ritrovarsi esattamente al punto di prima ?
EUGENIO – Ma la detenzione, al di là di tutte le critiche umanitarie, è una sacrosanta misura di tutela dei non criminali. Non c'è alternativa. Dobbiamo assolvere tutti i criminali ?
LUMEN - E chi ha mai detto questo ? Certo che il criminale va punito, ed anche sorvegliato. Ma si possono, anzi si devono, cercare alternative che siano davvero efficienti sotto il profilo della prevenzione. Perché il reato, ormai, è stato commesso ed il danno è stato inflitto. Io posso anche punire il reo, come è giusto che sia, ma la vittima resta vittima.
EUGENIO - E qui entra in ballo l’esistenza o meno del L.A.
LUMEN – Appunto. Il mio ragionamento, infatti, è il seguente:
a- il nostro sistema sanzionatorio si basa sull'esistenza del Libero Arbitrio.
b- si tratta però di un sistema che funziona male.
c- è possibile che funzioni male perché si basa su un principio che non esiste ?
Oppure, tu pensi davvero che il nostro attuale sistema penale sia adeguato ed efficiente a livello preventivo ?
EUGENIO – Certamente no.
LUMEN – E neppure io. Lo dimostra la lunga sequela dei c.d. delinquenti abituali o seriali che, appena escono di galera, ricomincia immediatamente a fare quello che facevano prima. Però, con un sistema sanzionatorio intelligente e mirato, posso fare in modo che il reato NON si ripeta in futuro.
EUGENIO – E quale potrebbe essere questo sistema sanzionatorio alternativo ?
LUMEN – Per esempio una qualche forma di controllo non necessariamente afflittivo, ma che possa inibire ex ante determinati comportamenti. In questo, le neuro-scienze applicate e la moderna tecnologia possano aiutare molto. Non dico che sia facile. Però se ne deve discutere, nella convinzione che sia possibile trovare qualcosa di meglio.
EUGENIO – Ed invece, a quanto pare, non ne parla quasi nessuno.
LUMEN – Appunto. E perché ? Perché, per poterlo fare, bisognerebbe mettere seriamente in discussione il Libero Arbitrio e questo argomento appare ancora un tabù.
EUGENIO – Quindi ci dobbiamo rassegnare allo status quo ?
LUMEN – Oggi come oggi, sì. Ma forse domani di fronte agli ulteriori progressi delle neuro-scienze, se ne potrà finalmente discutere senza riserve. Vedremo.