LUMEN – Professor Cipolla, come state ?
CIPOLLA – Bene, grazie.
LUMEN – Carlo Maria Cipolla, per chi non lo ricordasse, è stato un grande storico dell’economia, eppure è diventato famoso per un breve saggio umoristico, quello sulla "stupidità umana". Non vi da un po’ fastidio ?
CIPOLLA – Ma no, ma no. La vita va presa con un sorriso.
LUMEN – Giusto. Allora, entriamo un po’ nell’argomento.
CIPOLLA - Le faccende umane si trovano, per unanime consenso, in uno stato deplorevole.
LUMEN – Su questo, non ci sono dubbi.
CIPOLLA
- Questa peraltro non è una novità. Per quanto indietro si riesca a
guardare, esse sono sempre state in uno stato deplorevole. Il pesante
fardello di guai e miserie che gli esseri
umani devono sopportare, sia come individui che come membri della
società organizzata sin dai suoi inizi.
LUMEN – E’ la condanna di ogni essere vivente.
CIPOLLA
– Grazie a Darwin sappiamo di condividere la nostra origine con le
altre specie del regno animale e tutte le specie, si sa, dal
vermiciattolo all'elefante, devono sopportare la loro
dose quotidiana di tribolazioni, timori, pene e avversità. Gli esseri
umani, tuttavia, hanno il privilegio di doversi sobbarcare un peso
aggiuntivo, una dose extra di tribolazioni quotidiane, causate da un
gruppo di persone che appartengono allo stesso genere
umano.
LUMEN – Che sarebbero, appunto, gli stupidi.
CIPOLLA
– Esatto. Questo gruppo è molto più potente della Mafia o del Complesso
Industriale o dell' Internazionale Comunista. È un gruppo non
organizzato, non facente parte di alcun ordinamento,
che non ha capo, né presidente, né statuto, ma che riesce tuttavia ad
operare in perfetta sintonia come se fosse guidato da una mano
invisibile, in modo tale che le attività di ciascun membro
contribuiscono potentemente a rafforzare ed amplificare l'efficacia
dell' attività di tutti gli altri membri.
LUMEN – Una specie di associazione involontaria.
CIPOLLA – Comunque, anche la stupidità umana, come molte altre cose, ha le sue leggi fondamentali.
LUMEN – Leggi che Voi, nel vostro saggio, avete evidenziato con grande chiarezza e semplicità. Allora procediamo.
CIPOLLA – Prima legge: Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
LUMEN – Agghiacciante.
CIPOLLA
– Seconda legge: La probabilità che una certa persona sia stupida è
indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona, sia etnica
che culturale. Ogni gruppo umano, comunque
individuato, ha la stessa percentuale di stupidi, che è indipendente da
ogni altra considerazione.
LUMEN – E questo fa piazza pulita di ogni sospetto di razzismo.
CIPOLLA
– Terza legge: Una persona stupida è una persona che causa un danno ad
un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun
vantaggio per sé o addirittura subendo
una perdita.
LUMEN – Una definizione ineccepibile.
CIPOLLA
– Quarta legge: Le persone non stupide sottovalutano sempre il
potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi
dimenticano costantemente che in qualsiasi momento
e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con
individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
LUMEN – Come diceva Schiller: “contro la stupidità, anche gli Dei combattono invano”.
CIPOLLA – Grande Schiller ! Aveva già capito tutto.
LUMEN – Eh sì. Ma andiamo avanti.
CIPOLLA – Quinta e ultima legge: La persona stupida è il tipo di persona più pericolosa che esista.
LUMEN – E se poi esercita anche il potere, poveri noi…
CIPOLLA
– Esatto. Non è difficile comprendere come il potere politico o
economico o burocratico accresca il potenziale nocivo di una persona
stupida. Ma dobbiamo ancora spiegare cosa essenzialmente
rende pericolosa una persona stupida; in altre parole in cosa consiste
il potere della stupidità.
LUMEN – Sentiamo.
CIPOLLA
- Essenzialmente gli stupidi sono pericolosi e funesti perché le
persone ragionevoli trovano difficile immaginare e capire un
comportamento stupido. Una persona intelligente può capire
la logica di un bandito.
LUMEN – Sicuramente.
CIPOLLA
- Le azioni del bandito seguono un modello di razionalità. Il bandito
vuole un "più" sul suo conto. Dato che non è abbastanza intelligente per
escogitare metodi con cui ottenere un
"più" per sé procurando allo stesso tempo un "più" anche ad altri, egli
otterrà il suo "più" causando un "meno" al suo prossimo. Tutto ciò non è
giusto, ma è razionale, e se si è razionali lo si può prevedere. Si
possono insomma prevedere le azioni di un bandito
e le sue sporche manovre, e spesso si possono approntare le difese
opportune.
LUMEN – Difese che spesso, per fortuna, funzionano.
CIPOLLA
– Appunto. Con una persona stupida, invece, tutto ciò è assolutamente
impossibile. Come è implicito nella Terza Legge Fondamentale, una
creatura stupida vi perseguiterà senza ragione,
senza un piano preciso, nei tempi e nei luoghi più improbabili e
impensabili. Non vi è alcun modo razionale per prevedere se, quando,
come e perché, una creatura stupida porterà avanti il suo attacco. Di
fronte ad un individuo stupido, si è completamente alla
sua mercé.
LUMEN – Terribile.
CIPOLLA
- Poiché le azioni di una persona stupida non sono conformi alle regole
della razionalità, ne consegue che: a) - generalmente si viene colti di
sorpresa dall'attacco; b) - anche quando
si acquista consapevolezza dell'attacco, non si riesce ad organizzare
una difesa razionale, perché l'attacco, in se stesso, è sprovvisto di
una qualsiasi struttura razionale; è come cercare di difendersi sparando
ad un oggetto capace dei più improbabili e
inimmaginabili movimenti.
LUMEN – E’ impossibile, in effetti.
CIPOLLA – Occorre poi tenere conto anche di un'altra circostanza.
LUMEN – Quale ?
CIPOLLA
- La persona intelligente sa di essere intelligente. Il bandito è
cosciente di essere un bandito. Lo sprovveduto (ovvero chi danneggia sé
stesso) è penosamente pervaso dal senso della
propria sprovvedutezza. Al contrario di tutti questi personaggi, lo
stupido non sa di essere stupido. Ciò contribuisce potentemente a dare
maggior forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastatrice.
LUMEN – Una specie di arma in più.
CIPOLLA
- Lo stupido non è inibito da quel sentimento che gli anglosassoni
chiamano self-consciousness. Col sorriso sulle labbra, come se compisse
la cosa più naturale del mondo, lo stupido
comparirà improvvisamente a mandare a catafascio i tuoi piani,
distruggere la tua pace, complicarti la vita ed il lavoro, farti perdere
denaro, tempo, buonumore, appetito, produttività; e tutto questo senza
malizia, senza rimorso, e senza ragione.
LUMEN – In una parola: “stupidamente”.
CIPOLLA – Proprio così.
LUMEN – Grazie professore. Per quanto difficile, cercheremo di fare tesoro dei suoi consigli.
"Grazie professore. Per quanto difficile, cercheremo di fare tesoro dei suoi consigli."
RispondiEliminaCercheremo ma non ci riusciremo purtroppo. Difatti io non ci sono riuscito pur avendo letto il trattatello di Cipolla una ventina d'anni fa (di lui non ho letto nient'altro, a parte una intervista in cui contestava che si producessero oggetti inutili e stupidi: se qualcuno acquista l'oggetto che gli "intelligentoni" decrescisti considerano stupido, superfluo e nocivo - quell'oggetto ha una sua ragione di essere, una sua dignità - debbo dire che questa sentenza "cipolliana" mi colpì, ma la ritenni anche ambigua: Cipolla si dichiarava così incrementista, sviluppista, mercatista ecc.).
Comunque delizioso il tuo riassunto o presentazione delle leggi fondamentali della stupidità di Cipolla buonanima. Il suo libretto ce l'ho sempre a portata di mano, ma come detto è difficile trarne profitto: come don Abbondio non si poteva dare il coraggio, l'individuo non può darsi l'intelligenza - o ce l'ha o non ce l'ha. E l'individuo medio non deve essere particolarmente intelligente, anche se non è proprio stupido (e pericolosissimo!). Per fortuna però l'istruzione (se buona), il paziente addestramento, l'impegno possono sopperire almeno in parte alla mancanza d'intelligenza.
Ma l'intelligente sa davvero di essere intelligente? Da che cosa lo deduce? Dal fatto che si comporta in genere razionalmente? E uno può darsi davvero la patente d'intelligente? Non è presunzione? Diceva una volta Eco che segno d'intelligenza è dubitare - almeno occasionalmente - della propria intelligenza. Siccome io ne dubito spesso debbo essere particolarmente intelligente (eh eh).
<< Ma l'intelligente sa davvero di essere intelligente? Da che cosa lo deduce? >>
RispondiEliminaBella domanda, Sergio, e meno banale di quello che può sembrare.
Penso che tutti siamo convinti di essere abbastanza intelligenti e in fondo, in quanto homini sapiens, lo siamo davvero.
Ma come misurare il suo livello che è ovviamente variabile ?
Se a livello oggettivo si può usare il Q.I. (ma molti ne contestano la fondatezza) come possiamo fare per valutare noi stessi, nella vita quotidiana ?
Io credo che il sistema ci sia e consista nel verificare (ma in modo onesto, senza cercare scuse o scappatoie patetiche) quanto spesso le nostre azioni ci portano davvero ad ottenere gli obiettivi che ci siamo prefissi.
Che ne dici ?
In fondo, a cosa ci serve l'intelligenza, se non a risolvere nel modo migliore i problemi che la vita, giorno per giorno, ci propone ?
«In fondo, a cosa ci serve l'intelligenza, se non a risolvere nel modo migliore i problemi che la vita, giorno per giorno, ci propone?»
EliminaNei test per valutare il Q.I. io risulto quasi sempre un subumano! Ma come definire l'intelligenza? La mia risposta pratica e di buon senso (anche se non esaustiva): è la capacità di risolvere i problemi che ci si presentano e di fare progetti. Un sostegno all'intelligenza viene dall'istruzione. L'istruzione è erudizione, nozionismo - utilissimi, checché se ne dica. Certamente l'intelligenza è molto più importante dell'erudizione, ma l'erudizione torna comodo anche all'intelligenza (sarebbe assurdo reinventare la ruota!).
L'intelligenza è quasi sicuramente una dote innata, ma non può fare astrazione dei risultati già conseguiti e che la tradizione tramanda. Rispetto all'individuo medio l'intelligente ha certamente un vantaggio, riesce ha raggiungere prima e meglio gli obiettivi prefissi.
Io ahimè mi considero più erudito (istruito, addestrato - e anche con molte lacune, doppio ahimè) che intelligente.
Mi oppongo vostro onore.
Eliminail teste minimizza la propia intelligenza, ben dimostrata dalle tante osservazioni e considerazioni fatte in questo blog.
Si chiede pertanto una ferma condanna per falsa testimonianza, anzi no, per falsa modestia....