mercoledì 9 luglio 2025

Pensierini – LXXXVIII

LA VERITA' DEGLI ALTRI
Il mito della 'conoscenza personale' come unica guida valida ed affidabile della nostra vita è, purtroppo, solo un mito.
Le nostre esperienze dirette, infatti, anche dopo molti anni, restano modestissime se paragonate alle complessità del mondo, per cui non sono assolutamente sufficienti per consentirci una adeguata comprensione della realtà.
Per ovviare a questo inconveniente è necessario pertanto seguire l'opinione degli altri, ovvero, nei primi anni, quella dei nostri genitori e poi, da adulti, quella della maggioranza delle persone.
Ci sono campi, però, in cui l’opinione comune è vittima di pregiudizi infondati e va accolta con molte riserve; occorre pertanto alzare l'asticella e cercare l'opinione prevalente non di tutti, ma dei più competenti (che sono, in genere, gli uomini di scienza).
Questo non modifica il 'criterio di maggioranza', ma ci aggiunge, per usare un termine giuridico, la necessità di una 'maggioranza qualificata'.
Come dice acutamente Gianni Pardo: 
<< L’opinione della maggioranza dei competenti costituisce, nella vita concreta, l’unico criterio di verità. Quando essi pensano tutti la stessa cosa, si ha una verità assoluta, anche nel caso in cui non corrisponda alla realtà: si pensi al sistema tolemaico.
Quando alcuni dissentono, la verità diviene discutibile. Quando i competenti si dividono in due gruppi opposti e pressoché uguali, non esiste verità ufficiale, ma solo un dibattito. La realtà non offre di più. >>
LUMEN


LE CONSEGUENZE DEL POTERE
E' opinione comune che le persone che raggiungono il potere cambino la loro personalità, e la cambino in peggio.
Qualcuno però non è del tutto d'accordo, a giunge ad una conclusione più sottile.
Come, per esempio, il grande attore Anthony Hopkins, che ha fatto questa riflessione:
<< Il potere non cambia le persone, semplicemente toglie loro il bisogno di fingere. Il giusto protegge, l’ambizioso abusa, l’insicuro diventa un tiranno. Non è il potere a corrompere, è il vero volto di ciascuno che emerge quando non si ha più paura delle conseguenze. >>
E se è vero (come sono convinto anche io) che il carattere profondo delle persone non cambia con gli anni, ma resta sempre quello, credo che Hopkins abbia colto nel segno.
LUMEN


IL TEMPO
Hanno perfettamente ragione coloro che sostengono che se non esistesse nulla, cioè non esistessero le 'cose' che compongono l'universo, non esisterebbe neppure il tempo.
Il concetto di tempo, infatti, è strettamente connesso con la legge fisica dell’Entropia (2′ legge della termodinamica), secondo la quale tutte le strutture passano inevitabilmente da uno stato di ordine ad uno di disordine; e questo passaggio costituisce, appunto, lo scorrere del tempo, la cui freccia, come ben sappiamo, può andare solo in avanti e mai indietro.
E siccome il ritmo dell’entropia non è uniforme, questo può forse spiegare (ipotesi mia) la soggettività che proviamo di fronte al passaggio del tempo, che sembra scorrere ora più veloce, ora meno veloce.
LUMEN


ELOGIO DELLA SINTESI
Io adoro la sintesi: la apprezzo ogni volta che la trovo e cerco di utilizzarla ogni volta che posso.
Sono consapevole del fatto che, a volte, una sintesi eccessiva può rendere più difficile la comprensione di un concetto, che rischia di non essere adeguatamente sviluppato, ma in genere la cosa è più forte di me.
Mi ha pertanto molto consolato queste considerazioni sulla sintesi, che Alida Pardo ha pubblicato sul blog del marito Gianni:
<< La sintesi è un momento di gratificazione della mente.
L’essere umano può dire alla realtà: “Cara realtà, ho intaccato la tua durezza, ti ho fatta a fettine e alla fine sono riuscito a penetrare la tua essenza. Le mie conclusioni ti inchiodano, ti imprigionano in un punto chiaro e fermo da cui non puoi uscire”.
La sintesi rappresenta il piacere intellettuale della comprensione. Limitatamente al problema esaminato, ovviamente. Subito dopo comincia un’altra sfida. >>
LUMEN


COSE NUOVE
In genere, ci piace molto aggiungere cose nuove alla nostra vita, perchè pensiamo in questo modo di renderla migliore, dando per scontato (per abitudine mentale) che potremo conservare anche tutti vantaggi delle cose che già abbiamo.
Purtroppo non è sempre così.
Molto spesso per ogni cosa nuova che aggiungiamo, ne perdiamo una vecchia e i pregi della cosa nuova, anche se notevoli, non riusciranno mai a ricomprendere tutti i vantaggi che ci venivano dati dalla cosa vecchia.
Pertanto per migliorare la nostra vita non basta aggiungere, ma occorre anche accettare di perdere qualcosa. Certo, sono cose difficili da prevedere in anticipo, ma la cosa peggiore è di non esserne consapevoli.
LUMEN

13 commenti:

  1. Sempre a proposito del concetto di Tempo, ecco una bella riflessione del fisico britannico Julian Barbour.
    << Se non accadesse nulla, se nulla cambiasse, il tempo si fermerebbe.
    Perché il tempo non è altro che cambiamento, ed è appunto il cambiamento ciò che noi percepiamo, non il tempo.
    Di fatto il tempo non esiste. >>

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  2. QUEGLI PRESE LA ROSA E PIANSE....
    Dalle "mie prigioni" di Silvio Pellico il gesto di riconoscenza del Maroncelli, compagno di prigionia del Pellico, verso il chirurgo che lo ha amputato della gamba incancrenita, drammatico quadro risolto con una breve frase d'effetto, capolavoro letterario ad onta del resto del pippone, roba illeggibile e che innervosisce assai visto il verminaio italico. Poveri patrioti, cui prodest?, ovvero a chi hanno giovato tali sacrific?i...Egregio esempio di sintesi. A mio avviso.Il Manzoni dovrebbe rinascere ed imparare.

    Quoto e sottoscrivo il pezzo di Lumen. Meno il virgolettato,

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    1. A proposito del Manzoni e della sua carenza di sintesi, ho letto proprio oggi su un altro blog questa affermazione che conferma il tuo giudizio:
      "Darei ancora oggi un braccio per poter scrivere, su un tema di italiano, una frase simile a questa: «In questo capitolo, Manzoni allunga il brodo solo per vendere più pagine. Non serve assolutamente a nulla quello che scrive, né ha un senso particolare.» Ma, naturalmente, non si poteva. E Manzoni – sia chiaro – continuava ad allungare il brodo — più di una qualsiasi serie Netflix senza idee."

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  3. IL GATEKEEPER, LA SINTESI NELLA GENESI.

    Manzoni era un gatekeeper, scrittore di regime infinocchiatore delle masse. Spero sia stato cazziato a dovere dalle auguste penne del passato, nel girone infernale dei fresconi allungatori di brodaglia.

    Leggendo la genesi ci si imbatte in una cronologia scarna, essenziale ma coinvolgente. Appassionante. Non mi sembra più una novellina io che mi avvicino al giorno fatale e mi professo agnostico. Quivi la creazione ha una logica, una spiegazione forse rozza e infantile ma non più improbabile della teoria del big bang, disgregazione di materia iper compressa, sorta di fecaloma cosmico esploso fra boati ed incandescenze da far tremare i polsi.La genesi pare la preparazione di un terrario-acquario. Del resto noi viviamo in un terrario-acquario, o no?

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    1. << Leggendo la genesi ci si imbatte in una cronologia scarna, essenziale ma coinvolgente.>>

      Tu dici ?
      A me non è mai sembrata un gran che, proprio a livello di narrazione.
      Inoltre, come molti studiosi hanno notato, la creazione dell'uomo è doppia, perchè mescola, in modo un po' maldestro, due diverse leggende mediorientali.
      Credo che un buon scrittore di fantascienza saprebbe fare di meglio.

      A suo tempo, sulla Genesi avevo fatto un dialogo ironico; se vuoi dargli un'occhiata lo trovi qui:
      https://ilfenotipoconsapevole.blogspot.com/2012/07/in-principio-1.html

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  4. Bisogna considerare la vetustà del testo e le perfide traduzioni operate dai monaci durante i secoli....E comunque le mie sono solo osservazioni personali essendo io lo ripeto, agnostico convinto.

    E purtuttavia la stella polare, quella che guidò Palinuro il nocchiero di Enea si trova sempre allo stesso posto, cosa impossibile se il nostro sistema solare viaggiasse errabondo nello spazio a 72.000 km orari. E' mica tutto fermo e noi stazioniamo su un vasto piano orizzontale? Mah!

    Caro Lumen, a volte ho come l'impressione di trovarmi in un habitat circoscritto da limiti a noi ignoti e per ignote ragioni.

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    1. Caro Mauro, l'ignoranza domina sicuramente le nostre vite, ma qualcosa possiamo sapere.
      E poi verificare nella vita quotidiana se le cose che abbiamo imparato funzionano o non funzionano, che è poi il fondamento ultimo del pensiero scientifico.
      Per questo sono ateo: perchè credere in Dio presuppone dei meccanismi di causa-effetto che non funzionano.
      Ma se una cosa NON ha impatto sulla nostra vita quotidiana, come ad esempio la forma geometrica della Terra, perchè preoccuparsene ?

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  5. LA VERITÀ DEGLI ALTRI
    Infatti gli avversari ideologici del moderno Pensiero scientifico generalmente finiscono presto o tardi per avvitarsi in una specie di solipsismo teorico-pratico che li porta a respingere con durezza il cambiamento climatico, i vaccini, la bomba demografica, l'allunaggio, la teoria darwiniana dell'evoluzione biologica, ecc. ecc.

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    1. Credo che il problema stia nella commistione moderna tra scienza e potere.
      Siccome a volte il Potere, per i suoi scopi, può distorcere le verità scientifiche, finisce che molta gente non si fida piu di nessuno.
      Il che, purtroppo, è un errore enorme.

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  6. Riflessione indubbiamente fondata, peraltro il Potere (politico religioso economico mass-mediatico ecc.) a volte decide di fomentare nella pubblica opinione una profonda avversione al metodo e ai risultati pratici della Scienza solleticando e poi abilmente cavalcando le tendenze più emotive ed irrazionali della popolazione (ovvero ciò che E.De Martino denominava Pensiero magico). Saluti

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    1. Ipotesi interessante, la tua.
      In effetti il Potere può, di volta in volta, secondo i tempi e la propria convenienza, utilizzare la scienza per i propri fini, oppure combatterla utilizzando il 'pensiero magico'.
      In entrambi i casi il virtuale monopolio dell'informazione gli consente di ottenere un buon risultato.

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  7. RERUM NOVARUM
    "Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non sa quel che trova"
    Forse questo assioma è stato fatto proprio dal nuovo leone Vaticano che, a differenza del suo predecessore felino, sembra voler ritornare indietro alle cerimonie di qualche decennio fa a cominciare dell'abbigliamento, sconfessando gli auspici di chi sperava che un papa americano si sarebbe vestito in clergyman anziché in bianco unito come un gelataio.
    Temo fine delle novità, segnatamente in tutti gli aspetti del viver singolo e comunitario, posto I sacerdoti di ogni religione influenzano usi e costumi oltreché stringere vieppiu' la catena al collo degli scenziati , sovente cani scodinzolanti che leggono testi e teorie preconfezionate. E non da loro...

    Purtroppo credo che a noi, nel volgere di pochi decenni, toccherà il tappeto e le litanie per Hallah il misericordioso, tempi duri per agnostici ed ateisti i quali tutto sommato, sono stati così ortodossi e talebani nelle loro teorie da aver necessità di un dio diverso, leggasi scienza, casualità eccetera.

    Sulle cose nuove tout court concordo con Lumen in linea di massima.

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    1. Eppure, quante cose inutili compriamo solo perchè sono 'nuove'.

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