Il post di oggi riporta le considerazioni del movimento progressista 'Fronte del Dissenso' (pubblicate dal sito di Sollevazione - LINK), sul problema dell'immigrazione eccessiva in Italia.
Come si vede, non è necessario essere dei biechi reazionari 'di destra' per rendersi conto del tragico problema sociale che ci attende.
LUMEN
<< Ci sono problemi sociali che possono trovare soluzione senza sovvertire il sistema sociale che li ha prodotti. Altri, data la loro natura e dimensione, possono invece avere soluzione soltanto con la fuoriuscita dal sistema che li ha generati.
Il fenomeno delle migrazioni, degli esodi di massa, dello sradicamento di intere popolazioni, siccome connaturato al sistema capitalistico, non può trovare una soluzione definitiva nel suo seno.
La peculiarità del capitalismo è che gli esseri umani sono considerati una merce, forza-lavoro, manuale o intellettuale, la cui essenziale funzione è valorizzare il capitale. (…) È una legge inesorabile quella per cui la forza lavoro debba spostarsi dove il capitale chiama.
Più è grande la calamita del capitale più forte la sua capacità d’attrazione e ampio il suo raggio di cattura e saccheggio. Il capitale è un vampiro che si sposta ovunque trovi migliori opportunità, la dove ci siano umani a cui poter succhiare sangue per metterlo a valore e trarne profitto, ovunque possa depredare risorse naturali per alimentare la sua vorace macchina produttiva.
Più intenso e veloce il ciclo di “crescita” economica, tanto maggiori sono il disordine e il livello di entropia sistemica, e tanto più massicci saranno i fenomeni migratori.
Nel contesto della ultima globalizzazione capitalistica, segnata dal più radicale libero-scambismo e dal più prodigioso sviluppo delle sue forze produttive, il fenomeno delle migrazioni è diventato una piaga di dimensioni globali: intra e trans-continentale, tra le diverse nazioni, interno alle nazioni.
Possono mutare o addirittura invertirsi, a seconda dei movimenti e delle delocalizzazioni del capitale, le direzioni dei flussi, non il loro carattere sistemico. D’altra parte, come la forza-lavoro è destinata a inseguire il capitale, vale anche il movimento in direzione opposta, ciò accade ove il trasferimento e la delocalizzazione del capitale si presenti più agevole e prometta migliori risultati.
L’emigrazione non è dunque un fenomeno naturale bensì storico-sociale. In natura non esistono il giusto e l’ingiusto, il buono e il cattivo, e per questo non ha valore esprimere giudizi etico-morali o politici; i fenomeni sociali non solo meritano ma esigono che siano sottoposti alla valutazione etico-politica.
Ogni umana comunità, tra gli altri fattori, si fonda sulla dualità oppositiva tra ciò che è bene per la società e la singola persona e ciò che non lo è, tra condotte giuste e condotte sbagliate e nocive, di qui le leggi e le relative prescrizioni, dunque le sanzioni nei casi di trasgressione.
Così come sarebbe aberrante confondere la facoltà di muoversi e spostarsi liberamente con la condanna al confino o all’esilio, così è inaccettabile, come fa la retorica globalista, scambiare il diritto alla libera circolazione con gli attuali esodi di massa causati dalle ingiustizie e dalle storture abissali che il capitalismo più cresce più produce.
Emigrare per sfuggire alla miseria, abbandonare la propria comunità, la propria famiglia, il proprio Paese, non è esercitare un diritto di libertà, è una condanna all’esilio, una deportazione camuffata. A maggior ragione non saranno pertanto tollerate organizzazioni che pratichino il trasferimento programmato di migranti con la scusa di prestare soccorso in mare.
Non dimentichiamo né l’amara sentenza di Hegel, quella per cui la storia è simile ad un mattatoio “in cui sono state condotte al sacrificio la fortuna dei popoli, la sapienza degli stati e la virtù degli individui”, e con lui non possiamo non chiederci “a vantaggio di chi, e di qual finalità ultima siano stati compiuti così enormi sacrifici”.
Sappiamo che gli indiscutibili progressi conosciuti dall’umanità si sono realizzati a costo di privazioni e sofferenze indicibili per i popoli e gli oppressi. Questo dato di fatto non può tuttavia essere utilizzato come alibi per giustificare che la storia continui ad essere il banco di un macellaio. (...)
Occorre contrastare il fenomeno delle migrazioni caotiche e forzate di massa non solo per ragioni etico-morali, ma politiche e sociali: esso infatti, mentre impoverisce e depreda i paesi ed i popoli che producono l’esodo, generano nei paesi che lo subiscono guasti crescenti: aumento delle povertà, forme di sfruttamento neo-schiavistiche che concausano l’erosione di salari e diritti per i lavoratori tutti, marginalità sociale, tribalizzazione conflittuale su basi etno-linguistiche e/o religiose.
Come Giano la tradizione ideologica capitalista ha due facce, quelle del nazionalismo e quella del cosmopolitismo (che certa sinistra transgenica scambia con l’internazionalismo). Così come contestiamo entrambi respingiamo con la medesima fermezza le due loro specifiche ramificazioni: la xenofobia razzista e la xenofilia caritatevole.
Se è inammissibile respingere a priori l’immigrazione in base all’idea reazionaria della difesa “purezza etnica” e/o di una concezione mistica della patria, altrettanto sbagliata è la posizione dell’accoglienza indiscriminata, universale, senza regole: ciò che avviene infatti in nome del rifiuto delle sovranità statuali e della cancellazione delle identità nazionali e culturali, ovvero l’ideologia che il massimo progresso sarebbe il melting pot.
Tra le opposte utopie del “respingimento” e della “accoglienza” indiscriminata c’è lo spazio dell’azione articolata per frenare, regolamentare, quindi governare i flussi migratori, non solo in entrata ma pure in uscita visti i gravi danni che produce al Paese ed al suo futuro il fenomeno dell’emigrazione di giovani italiani all’estero.
Governare un fenomeno richiede la capacità di sapere con esattezza quali siano i bisogni della società sul medio lungo periodo, richiede un calcolo quanto più preciso delle risorse pubbliche e private disponibili, richiede che l’economia sia programmata e non lasciata in balia delle cieche leggi di mercato, richiede quindi farla finita col neoliberismo.
Tutte azioni che implicano uno Stato che non sia subordinato ma sovraordinato rispetto alla sfera economica, un governo effettivamente sovrano che metta al primo posto il bene comune, che quindi protegga la nazione dalle scorrerie delle multinazionali, che attivi un processo di sganciamento dalla globalizzazione e l’uscita dall’Unione Europea. >>
FRONTE DEL DISSENSO
Nel seguito del testo, il Fronte del Dissenso avanza alcune proposte politiche, tra le quali:
RispondiElimina- La creazione di un Ministero dell'Immigrazione
- La pianificazione formale dei flussi di entrata per i migranti regolari
- L'istituzione di Visti temporanei, finalizzati unicamente al reperimento di un posto di lavoro.
Non mi sembrano cattive idee.
Sicuramente condivisibili le proposte del Fronte del Dissenso ma occorre qualche chiarimento importante.
RispondiEliminaBisogna in primis distinguere immigrazione regolare e irregolare. I "migranti irregolari" sono i clandestini oppure coloro che, essendo scaduto il permesso di soggiorno, non possono rimanere sul territorio. "Regolari" sono invece coloro che per legge hanno il "diritto d'asilo".
La parola "accoglienza" è importante ma come tutte le parole (ad esempio "libertà") ha dei limiti. Accettare la presenza di clandestini che finiscono per essere sfruttati dal caporalato nella raccolta di pomodori e mandati a vivere in baraccopoli, non è accoglienza. È sfruttamento.
C'è poi il problema dei CPR (Centri per il Riconoscimento e il Rimpatrio). Inutile prendersela con il nuovo centro in Albania quando in Italia ce ne sono dieci, da sempre mal gestiti, dove le condizioni igieniche sono orribili al punto che si sono verificati casi di suicidio.
Purtroppo la sinistra, di cui ho sempre ho condiviso i valori, non è in grado di distinguere il piano degli ideali da quello della realtà. E quando i fatti sembrano contraddire gli ideali semplicemente si negano, non esistono. È un errore logico perché ogni cittadino vive a contatto con la realtà, e degli ideali può fare anche a meno. Si pensa che contrastare l'immigrazione irregolare sia venir meno all'ideale dell'accoglienza. Ma non è così, non c'è antitesi, perché accogliere significa assicurare una vita dignitosa agli esseri umani.
Mi viene in mente il Leopardi del "Dialogo tra la Natura e un islandese". Non può definirsi ospitale il facoltoso amico che ci invita nella sua villa sul mare e poi ci alloggia a pane e acqua in una cella umida e fredda.
Caro Agostino, ti ringrazio per il tuo intervento, che condivido in larga parte.
EliminaL'accoglienza 'a prescindere' è una pessima scelta per tutti.
Vorrei aggiungere che il c.d. diritto di asilo, giuridicamente intoccabile perchè previsto sia dalla Costituzione che dai trattati internazionali (sottoscritti dal nostro Paese con le migliori intenzioni), finisce oggi per essere una sorta di Cavallo di Troia, a causa della sua interpretazione sempre più estensiva.
Ed aumenta notevolmente i nostri flussi migratori 'regolari', che dovrebbero essere, invece, molto più controllati.
Massimo, il Diritto d'Asilo non t più passibile di interpretazioni estensive perché è disciplinato dal DL251/2007 in attuazione della Direttiva Europea n.2004/83/CE. Interpretazioni estensive sono invece quelle relative ai rimpatri perché la definizione dei paesi sicuri e non sicuri è allo stato attuale alquanto confusa.
EliminaTi ringrazio per la precisazione e ti chiedo se i due concetti (diritto di asilo e paese sicuro) sono comunque collegati.
EliminaPirtroppo non ho ho mai approfondito questo campo del diritto.
Sono collegati in parte. L'assurdo è: se un immigrato non ha diritto a rimanere sul territorio ma non è rimpatriabile, cosa fa? Rimane vita natural durante in un CPR?
EliminaBella domanda.
EliminaEppure uno Stato non può subire passivamente certe situazioni.
Forse il concetto di 'Paese sicuro' andrebbe rivisto o almeno contestualizzato.
A proposito di demografia ed immigrazione (anche se un po' off topic), vorrei riportare due interessanti considerazioni che ho trovato oggi sul sito di Apocalottimismo.
RispondiEliminaUna, di carattere generale, di Isaac Asimov secondo il quale "democrazia, dignità umana, convenienza e decenza non possono sopravvivere alla sovrappopolazione".
Ed una, più specifica, di Igor Giussani, relativa allo Stato di Israele.
"Quando nel 1993 vennero siglati gli accordi di pace di Oslo tra il premier israeliano Yitzhak Rabin e il capo dell’OLP Yasser Arafat, le rispettive popolazioni erano quasi la metà delle attuali.
L’escalation demografica ha rafforzato l’importanza strategica della colonia agricola della Cisgiordania, dove il numero di insediamenti ebraici è aumentato in parallelo con la popolazione israeliana, con inevitabile recrudescenza di oppressione e crudeltà sui locali.
Come reazione, a partire dalla Seconda Intifada e dall’ascesa degli islamisti di Hamas, anche la resistenza palestinese ha iniziato a usare strategie più violente e volte a colpire civili.
Questo processo esterno a Israele si è ripercosso inevitabilmente all’interno, favorendo l’emergere di un aggressivo nazionalismo antiarabo e di demagoghi opportunisti abili ad approfittare di una popolazione sempre più confusa, impaurita e incattivita."
Questo è esattamente quello che il sionismo (da non identificare con la popolazione israeliana) desiderava: fare emergere nel paese un nazionalismo antiarabo. È infatti dimostrato che la nascita di Hamas è stata finanziata proprio dal governo israeliano per ostacolare il governo moderato di Abu Mazen.
EliminaIsraele ha evidentemente perso il senso della misura.
EliminaE, come dicevano gli antichi romani "Quos Deus perdere vult, dementat prius."
Il bradipo continua a brucare le tenere foglioline mentre e' per tre quarti nelle fauci del giaguaro. Parimenti noi continuiamo a discettare ignorando la tragica realtà sociale non che ci attende, come dice Lumen, ma che è oramai tragica realtà. Senza sconfinare nel complottismo, sembra roba programmata da lungi ***, un merticciamento generalizzato, sotto la regia di credenze o religioni opprimenti. Che ognuno si raccomandi, se crede, al proprio dio, ché negli uomini non vi è evidentemente ragione di porre fiducia o speranza.
RispondiElimina*** vedi le teorie del Kalergi.
Guarda che il meticciamento, cioè l'incrocio etnico, è una cosa molto positiva.
EliminaLa tragedia sta nell'eccesso di popolazione per territorio e nell'inserimento a freddo di culture diverse, senza sufficiente integrazione, né economica né sociale.
I musulmani ci odiano visceralmente, nessuna ulteriore moina di noi padroni di casa, credo potrà distogliere le loro limitate menti e coscienze dall'insano disegno di eliminare un infedele via l'altro. Se Geova oppure altro decise di stanziarli in un determinato quadrante terrestre fu cosa buona e giusta, e forse non fatta a caso. Anche la religione islamica si attaglia benissimo alle loro costumanze rozze e crudeli.
EliminaP.s. "gli uomini si dividono in buoni e
Dicevo gli uomini si dividono in buoni e cattivi. Gli arabi in cattivi e pessimi"
EliminaW.Churchill
Mah, io su queste cose seguo la scuola Cipolliana (dall'economista Carlo Maria Cipolla), e ritengo quindi che tutte le principali caratteristiche umane (comprese la stupidità, la cattiveria, il fanatismo, ecc.) siano ampiamente distribuite fra tutti i gruppi umani.
EliminaCome espresso nel commento di A.Roncallo, per quel che può valere condivido senz'altro la tesi di fondo dell'articolo (i fenomeni migratori DEVONO essere governati e regolati in maniera equilibrata!) ma con le segg. precisazioni NON esattamente marginali:
RispondiElimina1) qs Fronte del Dissenso ripete il consueto refrain anti-capitalista e anti-occidentale senza preoccuparsi minimamente del fatto che le alternative economico-politiche storicamente finora proposte/realizzate (a cominciare dal Socialismo reale...) NON hanno funzionato affatto;
2) l'articolo inoltre tace completamente sul grave problema della crescita demografica afro-asiatica e della conseguente lotta per le già scarse risorse disponibili in loco;
3) anche il FdS sfortunatamente NON comprende che fenomeni epocali come le attuali migrazioni di massa o il climate change possono essere razionalmente governati soltanto a livello trans-nazionale e possibilmente federale (quindi dalle ns
parti sostanzialmente tramite una UE casomai da rafforzare adeguatamente anziché da picconare ulteriormente).
Saluti (Scusate la franchezza)
Caro Claude, certamente quelli del F.d.D. vedono il problema dell'immigrazione dal loro punto di vista politico, che non è il mio.
EliminaQuello che volevo sottolineare, con questo post, è che il problema dell'immigrazione incontrollata è talmente grave, da poter essere evidenziato anche 'da sinistra', cosa non sempre evidente.
Inoltre, non hanno torto quando evidenziano che l'attuale lassismo nella gestione deli flussi migratori è legato a precise esigenze di carattere economico, che interessano più le elites capitaliste che la gente comune.
Ogni religione è cultura, tranne l'islam. Senza il rispetto per la donna non può esserci cultura.
RispondiEliminaC.Levy Strauss
Temo che Levy-Strauss sia stato un po' impreciso: qualunque sistema di regole sociali è cultura.
EliminaInoltre gli islamici non sono gli unici.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaLa frase "Ogni religione è cultura, tranne l'Islam" non è una dichiarazione di Claude Lévi-Strauss. Lévi-Strauss, pur essendo un sostenitore dell'universalità della cultura e delle sue strutture fondamentali, riconosceva la diversità delle espressioni culturali, incluse le religioni. Vorrei dire: io collaboro volentieri a questo blog a condizione di non leggere messaggi con tendenze razziste e discriminatorie che offendono la dignità degli esseri umani.
RispondiEliminaNon è neanche mia la frase, vale a dire di Mauro Bartoli. Chi la scrisse?
RispondiEliminaSe lei vivesse in una periferia degradata ormai regno dei maranza magrebini, forse cambierebbe idea. Non sentirà più frasi "razziste,"
Senza rancore, un saluto a Lumen
Mauro Bartoli
Resta da vedere se le critiche all'Islam siano qualificabili come razzismo in senso proprio.
RispondiEliminaCredo che dipenda dal significato che vogliamo dare alle parole.
Nel frattempo in Francia l'integrazione prosegue alla grande.
RispondiEliminahttps://www.lastampa.it/esteri/2025/07/19/news/francia_limoges_scontri_polizia-15238481/
Limoges, incappucciati e armati attaccano la polizia. Notte di scontri e violenze
Il gruppo armato ha bloccato la strada: automobilisti presi a sassate, un’auto rubata e poi incendiata
L'immigrazione di massa non ha portato, nel 99,9 %dei casi, menti brillanti o futuri premi Nobel, ma semplici consumatori. Il PIL cresce solo così, aumentando i consumi. Le élite finanziarie europee, vedendo che il tasso di natalità delle società europee stava diminuendo anno dopo anno (e continua a farlo), hanno spinto per l'immigrazione. Ma letteralmente da un giorno all'altro!
RispondiEliminaAltrimenti non si spiega perché il nostro paese fino alla fine degli anni '90 era contrario all'immigrazione selvaggia e incontrollata e poi è diventata pro-immigrazione. O ci siamo dimenticati del governo Prodi che permise un blocco navale degli albanesi, arrivando persino a speronare le imbarcazioni? Ora quella stessa sinistra grida di accogliere sempre più immigrati. Un blocco navale ora poi sarebbe fantascienza. Eppure sono passati solo 25 anni, non 250. Ma ripeto, non è una coincidenza, è stato "pianificato". Perché era l'unico modo per aumentare il PIL, incentivare più debito e dare un altro calcio al barattolo. E ogni mese che passa, c'è qualcuno del nostro governo, o qualche istituto di statistica, che ci fa la morale dicendoci che abbiamo bisogno di più migranti perché "loro" ci pagheranno le pensioni, "loro" manterranno a galla il sistema e così via. Ma sono bugie.
ISTAT e INPS ci fanno sapere che mancheranno al 2030 ben 3 milioni di lavoratori (https://tg24.sky.it/economia/2025/05/23/lavoratori-2040-calo-sud-spopolamento) e 5 milioni al 2040 (https://www.ilsole24ore.com/art/denatalita-shock-5-milioni-lavoratori-meno-2040-AHI0DPhB)
Ho personalmente fatto i calcoli della demografia dell'Italia. Tra 10 anni mancheranno effettivamente circa 3 milioni di lavoratori, nel 2040 circa 5,5. Mi trovo questa discrepanza di 500.000 persone al 2040 ma poi leggo che è stato approvato il decreto flussi che, guarda la combinazione, farà entrare proprio 500.000 "lavoratori" nei prossimi anni (https://www.corriere.it/economia/lavoro/25_giugno_30/decreto-flussi-via-libera-ai-nuovi-ingressi-500-mila-migranti-regolari-nel-prossimo-triennio-93d23204-0471-47b9-ac71-34646c3f1xlk.shtml).
Quindi ricapitoliamo.
Hanno avuto il coraggio di dire che mancheranno 3 milioni al 2030. Poi 5 milioni al 2040. Avranno il coraggio di dire il numero del 2045 che sarà pari a 8 milioni di lavoratori? Accanto all' ovvietà che già prima di quella data il Paese sarà nel baratro del fallimento socio-economico totale?
Qualcuno mi spiega come una nazione può sopravvivere con questa piramide demografica invertita? Possono provare ad aumentare il limite di età pensionabile, e sicuramente lo faranno, ma il quadro generale delle cose non cambierà molto.
Credo davvero che ora la corsa sia davvero finita. E al problema demografico si aggiunge quello energetico. Ma l'esaurimento dell'energia fossile a basso costo non è qualcosa su cui si può votare in parlamento.
Credo che sarà necessario un controllo massiccio delle masse delle nazioni europee per gestire i milioni di poveri che si materializzeranno in un futuro non troppo lontano...e la guerra che continuano a dare per imminente al 2030 penso sia un'ottima occasione per istaurare un società militarizzata.
E ripeto, "loro" sanno. In basso un video dell'Aspen Institute che parla del picco della popolazione mondiale, e di quello che è già avvenuto o è vicinissimo ormai per molte delle nazioni occidentali.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=KfxnfnH_how&ab_channel=TheAspenInstitute
L'Aspen institute, quello stesso think tank americano che "ha puntato" su Giorgia Meloni (https://formiche.net/2021/02/meloni-lamericana-se-la-leader-di-fdi-entra-nellaspen-institute/) e gli ha "concesso" (essendo noi una colonia dell'impero) di diventare premier, sul suo sito YT pubblica un video il cui titolo non lascia molte interpretazioni.
Loro sanno! Anzi lo hanno sempre saputo quanto sarebbe durata più o meno la festa. O ci siamo forse dimenticati di chi finanziò la modellazione del World3 dell' MIT nel 1972?
I problemi evidenziati da Gian con la consueta chiarezza sono purtroppo irresolvibil, perche:
RispondiElimina= Per sostenere il ciclo economico occorrono sempre più consumatori e per mantenere il sistema pensionistico occorre una piramide demografica con molti giovani.
= Ma per tutelare l'ambiente e le risorse del territorio, cose necessarie anche per una buona economia, servono meno abitanti ((molti di meno).
Il Club di Roma aveva dato l'allarme molti anni fa, ma è stato debitamente ignorato, quando non addirittura sbeffeggiato.
Ora è tardi.
Purtroppo hai centrato un punto fondamentale Lumen: ormai è tardi.
EliminaAgire sulla demografia ora è impossibile anche con un'immigrazione sostenuta. Quella che serve è un'invasione a questo punto. Auspicare però di far arrivare, un 10/15 milioni di africani per tenere a galla il sistema, almeno sul lato demografico, ci impone seriamente di chiederci che ne sarà poi degli "italiani", intesi come quel popolo che è rimasto sostanzialmente più o meno inalterato per 2 millenni e proveniente da culture elleniche ed etrusche confluite poi in quella latina.
Perché se alla maggioranza degli addormentati italiani va bene questo scenario di diventare minoranza del territorio italico nel giro di 2 altre generazioni solo per continuare ad avere altri due spicci per andare a farsi la vacanza low-cost e pubblicare su Instagram la foto della pasta e fagioli gourmet, beh allora avanti tutta.
Questa fase comunque si può assimilare ad una quiete prima della tempesta. Siamo tutti sul Titanic a brindare, tanto continuano a servire lo champagne. Ma la nave inizia ad imbarcare acqua.
Poi all' improvviso inizieremo a sentire le urla, i pianti di disperazione e infine giungerà il caos quando si raggiungerà il punto di rottura.
Viviamo in una finzione, che poi è assimilabile a quello che successe in Unione Sovietica.
C'è il libro di un antropologo russo intitolato "Tutto fu per sempre finché non lo fu più".
Ha coniato un concetto fondamentale per comprendere gli stili di vita intrappolati in sistemi morenti: l'ipernormalizzazione.
Cioè più o meno i cittadini sovietici sapevano o intuivano che il sistema sovietico non funzionava più.
Era diventata una finzione assurda. Eppure tutti continuavano ad agire come se nulla fosse.
Non perché ci credessero, ma perché non si riusciva a immaginare che prima o poi tutto sarebbe finito.
Il crollo del sistema, sebbene fosse visibile in molteplici segni, veniva vissuto come qualcosa di impensabile, inconcepibile, inimmaginabile.
Eppure accadde...
Ormai per me la verità è diventa troppo ovvia e innegabile.
Rendersi conto della nostra situazione è una delle rotture psicologiche più profonde che una persona possa sperimentare. Perdere la propria "normalità" significa che le storie/idee in cui credevi crollano e le sensazioni di sicurezza che avevi svaniscono.
All'inizio è devastante. Sembra un brutto sogno. Come se tutta la tua vita fosse stata una menzogna. Ma in questa presa di coscienza c'è uno strano tipo di libertà. Perché ora, con le illusioni sparite, si può iniziare a vedere il mondo per come è veramente.
Per me è come se fossi intrappolato in un mondo finto in cui tutti fingono, ma fingere diventa sempre più insopportabile.
Che poi non puoi manco parlare di questi argomenti altrimenti vieni visto come strano o peggio ancora come pazzo catastrofista.
Ti siedi con amici o familiari e li ascolti lamentarsi del lavoro, del traffico, del prezzo della benzina o della spesa. Parlano di qualche banale programma televisivo da cui sono dipendenti o della loro prossima vacanza.
Io me ne sto lì seduto, annuisco educatamente, ma dentro di me penso: "niente di tutto questo ha senso". Perché non ce l'ha. Vorrei solo urlare "Stiamo davvero ancora perdendo tempo con queste str.....te?", per poi mollare tutto e andarmene in cima a una montagna lontano da tutti questi addormentati.
E mi inizia a salire il disgusto, la rabbia, almeno per me. Risposte penso sensate a una specie in ipnosi collettiva che corre verso l'autodistruzione.
Ognuno di noi ha una scelta: svegliarsi o sprofondare nell'illusione.
Io ho già fatto la scelta, sono fuori dall'ipnosi, ed è una liberazione.
Caro Gian, capisco il tuo sconforto, perchè noi gente comune, anche se consapevoli, possiamo fare ben poco, pur vivendo formalmente in una democrazia.
EliminaMa credo che anche a livello politico le cose non stiano molto meglio.
Qualcuno ha detto che i problemi demografici, che sono di difficilissima gestione, possono essere affrontati solo da una dittatura (vedi figlio unico cinese), perchè le democrazie, con i loro pesi e contrappesi ed i conseguenti veti incrociati, sono troppo inefficienti.
Ma è necessario che vengano prese le decisioni giuste ed è ben noto che le dittature prendono molto spesso le decisioni sbagliate, senza neppure la capacità di emendarsi che offre la democrazia.
Ed inoltre: chi di noi vorrebbe vivere sotto una dittatura ?