Tre brevi approfondimenti sul tema dell'energia, un elemento fondamentale che condizona tutta la nostra vita, sia economica che politica.
LUMEN
ENERGIA AMERICANA
Il peggioramento delle condizioni economiche per gli americani medi è iniziato negli anni ’70, quando si è esaurito il boom del dopoguerra.
La produzione petrolifera statunitense ha raggiunto il picco nel 1970 e il paese è diventato molto rapidamente il più grande importatore di petrolio. Le importazioni di petrolio statunitense sono aumentate di 5 volte entro il 1977 e di 7,5 volte entro il 2006.
Pagare aziende straniere per il petrolio drena la ricchezza interna, aumenta i deficit commerciali e riduce il capitale disponibile per gli investimenti nelle industrie locali, rallentando la crescita economica. (...)
La vittoria di Trump riflette l’insoddisfazione degli elettori nei confronti di un sistema che sta raggiungendo i limiti della crescita, sintomo di realtà economiche più profonde.
Nate Hagens descrive il “carbon pulse” come un breve, straordinario capitolo della storia umana, quando l’estrazione di combustibili fossili, in particolare del petrolio, ha guidato un’espansione economica senza precedenti.
Tale impulso ha alimentato l’industrializzazione, le infrastrutture moderne e il progresso tecnologico, elevando gli standard di vita in tutto il mondo.
Quell’era sta finendo. Il futuro economico non riguarda la crescita infinita, ma la gestione del declino.
La nuova amministrazione Trump non l’ha capito, e nemmeno il pubblico americano. “Making America Great Again” è una fantasia, un rifiuto di riconoscere la storia degli ultimi 50 anni. Finge che le sfide da affrontare non siano il risultato di limiti strutturali, bensì di cattive politiche e di un governo strabordante.
È più facile vendere nostalgia che affrontare dure verità di un mondo in cui la crescita non è più garantita.
IGOR GIUSSANI (dal sito Apocalottimismo)
RINNOVABILI DA TESTARE
Le energie rinnovabili, quel miracolo tecnologico che dovrebbe salvarci dal collasso climatico, soffrono dello stesso problema di qualsiasi sistema giovane: sono testate ma non mature. (…) La differenza tra “funziona in teoria” e “funziona nella realtà” si misura in decenni di prove ed errori.
Le centrali a combustibili fossili hanno avuto un secolo per affinarsi, per capire come comportarsi quando tutto va storto. Le rinnovabili no. Sono adolescenti brillanti ma inesperti a cui stiamo affidando le chiavi di casa.
Prendiamo il caso del fotovoltaico. Sì, sappiamo produrre pannelli efficienti. Ma sappiamo davvero cosa succede quando una tempesta di sabbia copre metà dei pannelli di un'intera regione mentre la domanda energetica raggiunge il picco? O quando il ghiaccio si accumula sulle pale eoliche in contemporanea a un'ondata di freddo che fa impennare i consumi?
La verità è che stiamo facendo un enorme esperimento collettivo. Abbiamo sostituito sistemi prevedibili, anche se inquinanti, con una rete fragile che dipende da variabili incontrollabili.
E lo abbiamo fatto senza avere un vero 'piano B', senza aver accumulato quell'esperienza che solo il tempo può dare. (…)
Il blackout in Spagna [dello scorso Aprile] è stato un assaggio di quello che potrebbe accadere su scala più ampia. Un campanello d'allarme che nessuno vuole sentire.
Perché ammettere il problema significherebbe rallentare la transizione, e questo è politicamente inaccettabile.
Così continueremo, testardamente, a correre verso il futuro con un sistema energetico acerbo, sperando che la legge di Murphy non ci presenti il conto al momento sbagliato.
URIEL FANELLI (dal suo Blog personale)
CASA DOLCE CASA
Agli occhi di molta gente l'edilizia è un settore “povero” e poco tecnologico. In realtà proprio sugli immobili si sta giocando una partita fondamentale per il miglioramento o no dell'ambiente: un edificio d'inverno disperde all'esterno una parte del calore prodotto dall'impianto di riscaldamento, mentre d'estate il calore esterno si propaga al suo interno.
L’energia consumata nell’edilizia residenziale per riscaldare e condizionare gli ambienti e per l’acqua calda sanitaria rappresenta circa il 30% dei consumi energetici nazionali, e il 25% delle emissioni totali nazionali di anidride carbonica.
Per cui case meno impattanti da un punto di vista energetico, cioè isolate meglio termicamente, consentirebbero di contenere questi numeri a valori molto inferiori: mediamente sul 100% di energia finale consumato in casa, soltanto il 2% serve all'illuminazione, il 5% per cucina e elettrodomestici, mentre ben il 15% viene impiegato per il rifornimento di acqua calda e il 78% per il riscaldamento; se poi nell'immobile esiste un impianto di raffrescamento/condizionamento estivo, questo aggiunge il 25% in più di consumi energetici.
Questi numeri dimostrano come edifici più termicamente performanti migliorino l'ambiente e la situazione finanziaria delle famiglie, come pure la bilancia commerciale del nostro Paese, vista la pochezza di energia prodotta con fonti rinnovabili e la nostra cronica dipendenza energetica dall'estero.
E' noto come i picchi dei consumi di elettricità assumono valori allarmanti durante le ondate di caldo estive ed è quindi proprio il settore abitativo a tirare la corda.
Mediamente un edificio in Italia ha un consumo energetico annuo di 300 Kw al metro quadro. E' possibile quasi dimezzare questo valore sull'esistente, mentre esistono nuove costruzioni che hanno valori di un decimo rispetto alla media. (…) Quindi migliorare si può.
ALDO PIOMBINO (dal blog Scienze-e-dintorni)