sabato 3 maggio 2025

I Diari del Secolo

La storia è piena di documenti falsi, anche importanti, che spesso hanno cambiato il corso degli eventi, perchè la loro falsità è stata riconosciuta solo in seguito.
Tra i falsi storici di impatto maggiore possiamo citare 'La donazione di Costantino', che ha avvantaggiato indebitamente la Chiesa di Roma, oppure 'I protocolli dei Savi di Sion', che ha rafforzato l'odio popolare contro gli Ebrei, ma ve ne sono altri.
Tra i falsi minori, che (per fortuna) non hanno avuto nessun impatto socio-politico, ci sono anche i falsi Diari di Hitler, alla cui vicenda è dedicato questo post.
Il testo, scritto da Stefano Dalla Casa, è tratto dal sito Wired (LINK).
LUMEN


<< L'autore dei [falsi] Diari si chiamava Konrad Kujau, ma non aveva mai cercato di propinare i suoi falsi a un giornale prima dell'arrivo di Gerd Heidemann, reporter della rivista tedesca Stern. Come spiegato da 'Museum oh Hoaxes', Heidemann era collezionista di memorabilia del III Reich, al punto che negli anni '70 si era comprato anche Carin II, barca di Hermann Göring. (...)

Negli anni '80 i debiti costrinsero Heidemann a disfarsi dell'imbarcazione, e per farlo si rivolse alle sue conoscenze. In questo modo venne a sapere da un ex SS, Jakob Tiefenthaeler, che esisteva un facoltoso collezionista in possesso di un oggetto straordinario: un diario del 1935 appartenuto ad Adolf Hitler.

Il nome del collezionista era Fritz Stiefel e gli raccontò che era stato recuperato da i resti di un aereo precipitato nel 1945 vicino a Dresda. L'aereo faceva parte dell'Operazione Serraglio, che doveva evacuare dal bunker di Hitler personale e documenti che non dovevano cadere nelle mani del nemico. Il giornalista fiutò lo scoop, e cercò subito di mettersi in contatto con chi gli aveva venduto il diario, che secondo Steifel possedeva altri 26 diari.

A Stern, la rivista di Heidemann, gli editor inizialmente non erano interessati alla storia che lo aveva tanto entusiasmato, gli dissero esplicitamente di lasciar perdere le sue "pazze storie di nazisti". Ma il giornalista riuscì a guadagnarsi l'appoggio di Thomas Walde, responsabile della sezione storia.

Assieme a lui scavalcò i giornalisti e incontrò direttamente Manfred Fischer della Bertelsmann, proprietaria di 'Gruner+Jahr', editore di Stern. Il manager fu subito convinto del progetto e nel 1981 consegnò 200 mila marchi in contanti per trattare con lo sconosciuto proprietario dei diari, che fino a quel momento aveva rifiutato di entrare in contatto con Heidemann.

Per farlo uscire allo scoperto, a questo punto Heidemann e Walde presero l'iniziativa e tramite l'ex SS fecero sapere al proprietario che erano disposti a comprare per 2 milioni di marchi. Finalmente arrivò il numero di telefono di un misterioso signor Fischer di Stoccarda e cominciarono le trattative.

Il falsario Konrad Kujau a quel punto doveva prendere tempo: aveva creato solo un diario, a metà degli anni '70, e serviva un po' di tempo per produrre quanto reclamato dal giornale. Raccontò che i diari dovevano essere trafugati un po' per volta da suo fratello generale nella Germania dell'Est, che ovviamente rischiava la morte. In questo modo il furbo Kujau ebbe anche modo di alzare la posta. I diari ritrovati non erano più 27, ma più di 60. E il loro costo saliva. Nel 1983 l'impresa era compiuta.

Una volta acquisiti i diari, anche gli scettici editor di Stern ne subirono il fascino. A quel punto erano già stati spesi più di 9 milioni di marchi (equivalenti a circa 7 milioni di euro attuali), i diari dovevano essere autentici. Erano anche stati eseguiti alcuni test basati sulla calligrafia che lo confermavano.

Il problema è che gli esperti avevano confrontato la scrittura dei falsi diari con altri documenti dello stesso falsario, considerati a priori autentici. Inoltre Stern non aveva fatto analizzare diari nella sua interezza, ma solo dei campioni.

La rivista si sentiva comunque pronta a lanciare la bomba, ma non prima di essersi assicurata degli accordi per la loro pubblicazione da parte di altre testate. Si fecero avanti più importanti riviste internazionali, tra cui Newsweek e Sunday Times, rivista della famiglia Times che 15 anni prima per poco non aveva scialacquato una fortuna in diari falsi di Mussolini.

Le riviste vollero sentire il giudizio dei loro esperti. Sia Hugh Trevor-Roper del Sunday Times, storico esperto di nazismo noto anche col titolo Lord Dacre, che lo storico Gerhard Weinberg furono inizialmente persuasi dell'autenticità. Stern, però, aveva mentito loro su un particolare fondamentale per la loro formazione, cioè aveva assicurato di conoscere l'identità della fonte del materiale, e aveva inoltre garantito che erano stati eseguiti approfonditi test forensi.

Sunday Times, all'epoca di proprietà di Rupert Murdoch, alla fine raggiunse un accordo mentre Newsweek decise di coprire la storia basandosi sulle altre pubblicazioni. Il 22 aprile 1983 Stern anticipò l'uscita di un numero speciale, mentre sul Times usciva un pezzo dove il famoso Lord Dacre si dichiarava convinto dell'autenticità del ritrovamento.

Mentre la stampa internazionale si scatenava sulla notizia e Stern e Sunday Times continuavano a preparare il terreno per la pubblicazione dei diari, Trevor-Roper aveva interrogato Heidemann e capì che Stern aveva mentito sull'identificazione certa della fonte.

Veniva a mancare uno dei pilastri su cui si era basato per convincersi dell'autenticità dei diari. Lo storico non nascose i suoi dubbi, e alla conferenza stampa del 25 aprile 1983, in coincidenza con l'inizio della pubblicazione sulle riviste, li condivise col mondo intero.

Come mai allora il Sunday Times, faro del giornalismo investigativo che Lord Dacre dirigeva insieme al Times, solo il giorno prima aveva di nuovo parlato dei diari senza questi dubbi? Perché quando l'editore Rupert Murdoch fu informato della nuova convinzione dello storico dall'editor, che gli chiedeva cosa doveva fare, Murdoch rispose: "Fanculo Dacre. Pubblica"

Dopo la conferenza non era però più possibile scappare dalla realtà. Bisognava far analizzare i diari, questa volta seriamente. Tre diari furono prelevati dalla cassaforte in Svizzera, dove erano custoditi, e distribuiti agli esperti degli Archivi federali tedeschi. Fu subito chiaro che si trattava di falsi, sia perché i materiali erano troppo moderni, sia per via di altri particolari, come evidenti plagi da fonti già pubblicate.

All'inizio Stern, sotto il fuoco incrociato delle testate di tutto il mondo, tentò disperatamente di negare l'evidenza. (...) Ma alla fine la realtà venne accettata per quella che era: tutti i diari erano falsi, plateali. >>

STEFANO DALLA CASA

8 commenti:

  1. Ma che cavolo contenevano quei diari? Notizie sensazionali che avrebbero modificato l'idea che si aveva del personaggio (Hitler) o chissà quali altri segreti, ovviamente sconvolgenti? Probabilmente contenevano le già arcinote farneticazioni del presunto autore, stile Mein Kampf, dunque sciocchezze, idiozie. E si è montato quel po' po' di casino per delle puttanate?! Comunque sono girati soldi e qualcuno ci ha guadagnato. Molti fessi e un furbastro.

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    1. Caro Sergio, hai tutte le ragioni.
      In effetti, al di là della veridicità dei diari, il testo elaborato da Kujau non aveva nessuna particolare rilevanza storica.
      Secondo Wiki: << il contenuto dei diari era assai banale o comunque facilmente riconducibile a fonti bibliografiche già esistenti all'epoca della scrittura dei diari, come ad esempio i 'Discorsi e proclami di Hitler', un'opera di Max Domarus del 1962.
      Il contenuto dei diari era stato in larga parte copiato dai testi dei discorsi pubblici del Führer, con l'aggiunta di commenti "personali". >>

      E comunque, a conferma che le cose curiose trovano sempre il loro avventore " L'ultimo volume dei falsi diari di Hitler è stato acquistato a un'asta a Berlino il 23 aprile 2004 da un anonimo compratore per la cifra di 6.500 euro".

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  2. Si è parlato a lungo anche di un ipotetico carteggio Mussolini - Churchill, scritto negli anni di Salò, probabilmente inesistente. È lecito domandarsi la ragione di tanto interesse. Qualcuno potrebbe infatti, legittimamente, domandarsi: perché mai pubblicare e acquistare scritti di personaggi di cui già si sa tutto? Il punto è questo: di Hitler e Mussolini si sa poco. Si conoscono solo il dato biografico e l'operato politico. In una parola: niente. Ma quali siano le motivazioni profonde che hanno portato milioni di persone a credere in loro, questo non è dato saperlo. Anzi in Italia si è cercato di falsificare il dato storico nel tentativo di autoassolvere l'Italia e gli italiani che del fascismo sarebbero stati vittime e non protagonisti. L'interpretazione adottata dalla società italiana è stata quella crociana del fascismo-malattia. E come è noto, chi è colpito da un male, colpe non ne ha. E per quanto storici accreditati come Pavone o Filippi abbiano fornito interpretazioni più credibili, quella crociana si è imposta. Ma chi erano dunque davvero Mussolini o Hitler? Saperlo significherebbe portare alla luce scomode verità sulle quali ogni ritrovamento potrebbe fare luce.

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    1. Caro Agostino, e molto difficile che un leader non rispecchi, per buona parte, le caratteristiche del suo popolo.
      A maggior ragione se la guida è durata per molti anni ed è cessata solo a causa di eventi traumatici.

      Quanto ai due personaggi sopra citati, per quel (poco) che ho letto, ho l'impressione che H. sia sempre stato un sociopatico, mentre M. lo è diventato solo in seguito, vittima del proprio potere.

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  3. RELIQUIE E DIARI.

    Se si sommassero tutti i chiodi millantati come quelli usati per la croce di cristo, si potrebbe aprire una ferramenta. Con tutte le sindoni millantate come sopra, una grande merceria, con i sacri graal un ingrosso casalinghi....

    Onde ragion per cui, alla luce di quanto sopra ipotizzato, nessun diario di personaggi importanti verrà mai trovato. Ovvero verranno trovati , fabbricati dei falsi ché chi riceve l'investitura da capataz deve stare molto attento a non rivelare alcunché di compromettente, pena la vita.

    Lenin, Hitler, Mussolini, vuote camere d'aria, furono scelti, pompati e destinati al ruolo di primarie marionette durante la loro permanenza in Svizzera* dove si trovavano chi in esilio, chi al gabbio eccetera. Dietro e davanti a costoro le solite elites, che ognuno identifica a piacere. Considerazioni personali.

    * La Svizzera contende ai sacri palazzi vaticani il primato di luogo deputato ai conciliaboli di potenti, alle congiure, alla stesura di piani più o meno a lungo termine afferenti alla conduzione del gregge umano. Ciò che programmano si avvererà. Sempre.

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    1. Credo che la Svizzera, come 'patria' delle elites (soprattutto a livello bancario) sia sempre stata superiore a tutti, anche al Vaticano.
      Non per nulla, anche durante la 2' guerra mondiale, non ha mai rischiato di essere invasa da nessuno.
      Era troppo importante avere una zona franca nel cuore dell'Europa.
      (Forse Sergio, che conosce la Svizzera molto meglio di me, lo può confermare.)

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  4. In fatto di diari misteriosi non c'è che l'imbarazzo della scelta: quelli di Hitler, di Mussolini e di Jack lo squartatore, tutti fasulli, realizzati da gente che aveva capito che poteva far soldi...
    La Svizzera è stata la patria del sistema bancario, anche se si parla tanto degli ebrei e dei Rotschild i veri banchieri moderni sono stati i calvinisti (leggere "l'etica del protestantesimo e lo spirito del capitalismo" di Max Weber) Del resto, anche se tutti parlano di loro come "ebrei" i Rockefeller sono calvinisti, ugonotti scappati dalla Francia per fuggire alle persecuzioni.

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    1. Resta da chiedersi se è stato il calvinismo a creare il capitalismo o viceversa.
      La religione da spesso l'impressione di determinare i cambi di paradigma, ma in genere si limita a seguirli.

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