giovedì 15 maggio 2025

Pensierini - LXXXVI

ECCEDENZE E DISUGUAGLIANZE
Se ho interpretato correttamente il pensiero dell'antropologo David Graeber (così come reperito sul web) la storia economico/sociale della civiltà umana potrebbe essere condensata in questi pochi passaggi:
= ciò che distingue l’animale umano dagli altri animali è l’eccedenza produttiva
= il potere si riduce, in ultima analisi, alla capacità di gestire (ed appropriarsi) delle suddette eccedenze, tramite la forza, i tributi e le manipolazioni ideologiche.
= il tentativo più radicale di porre rimedio alle disuguaglianze è stato quello marxista, che prevedeva che le eccedenze potessero essere amministrate collettivamente, ma è fallito senza speranza.
= un altro modo di raggiungere una forma sostanziale di uguaglianza sarebbe quello di eliminare, alla radice, la possibilità di accumulare eccedenze, ma è una soluzione impraticabile per delle società iper-complesse come le nostre.
La mia personale opinione è che 'tertium non datur', per cui – preso atto del fallimento marxista e dell'impossibilità di rinunciare alle eccedenze - siamo condannati a proseguire sul cammino della disuguaglianza.
E tutti coloro che non la sopportano dovranno farsene una ragione.
LUMEN


IL LAVORO RENDE LIBERI
Mi scuso per il titolo, che richiama i tristi anni del nazismo e dei lager (dove campeggiava la famigerata scritta 'Arbeit macht frei'), ma il concetto mi interessa molto, perchè lo trovo più centrato che provocatorio.
Aristotele infatti diceva: “Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero”; ed il godimento del tempo libero può essere considerato il vero scopo della vita.
Mi sembra quindi un concetto fondamentale, al quale io aggiungo: i soldi in più (cioè quelli che avanzano dopo aver provveduto alle cose necessarie) non devono servire per comprare oggetti inutili, ma solo per far fare a qualcun altro (pagando) le cose che noi non sappiamo o vogliamo fare.
La vera libertà, in fondo, è questa; e (per chi non è ricco di famiglia) può venire solo dal guadagno del proprio lavoro.
LUMEN


LOGICA IMPERIALE
Secondo Uriel Fanelli “Un impero non sta in piedi per quanto e' potente, ma per quanto e' redditizio per coloro su cui impera”.
Così, per esempio (secondo Fanelli) i paesi europei hanno accettato di buon grado l'invadenza USA perche', in cambio di una certa sottomissione, avevano accesso alla “american way of life” , cioe' a pace e prosperita',
Allo stesso modo, gli imperatori romani avevano numerosissimi patti di affiliazione con re locali e tribu' varie, che davano a loro (o meglio alle loro elites) alcuni vantaggi materiali.
Ovviamente, conclude Fanelli “nel momento in cui il patto si rompe l'impero inizia a disgregarsi”. Anche se poi, aggiungo io, i vertici dell'impero se ne rendono conto quando è troppo tardi.
LUMEN


ALFABETO UNICO
Nel mondo esistono tantissime lingue diverse, con tanti alfabeti e ideogrammi diversi, ed è utopistico pensare di poter mai arrivare ad una lingua unica, anche per rispetto delle rispettive culture che hanno una storia secolare (se non millenaria).
Però dovrebbe essere possibile avere, quanto meno, un alfabeto unico, per capirsi meglio, come succede, con ottimi risultati, nella matematica, dove i numeri ed i simboli sono uguali per tutti e, se non sbaglio, anche in molte branche della scienza (soprattutto chimica e fisica).
Ed avere magari un unico verso di scrittura (da sinistra a destra, oppure da destra a sinistra) che sia uguale per tutti.
Ma temo che anche questo resterà un sogno irrealizzabile.
LUMEN


DECISIONISMO POLITICO
Secondo alcuni commentatori, il secondo mandato di Trump alla Casa Bianca (quello attuale) avrebbe dato una svolta alla struttura di potere delle elites americane, ed occidentali in senso lato.
Il suo travolgente decisionismo politico, infatti, starebbe ad indicare che, dopo tanti decenni, le elites della politica istituzionale stanno riprendendo il sopravvento sulle elites economico-industriali.
L'ipotesi è senza dubbio intrigante; io però continuo a non crederci, perchè, salvo i casi delle dittature ereditarie o fortemente ideologiche, io metto le elites economiche SEMPRE al di sopra della politica.
I motivi sono diversi, ma il principale è che i politici vanno e vengono (in democrazia anche in tempi brevi), mentre i grandi capitalisti, data la loro struttura famigliare, restano.
E, nell'esercizio del potere, i tempi lunghi sono una garanzia di forza e di conservazione come poche altre.
LUMEN

12 commenti:

  1. NOTA - Ripropongo l'ultimo Post con i Pensierini, che era stato cancellato per errore.

    RispondiElimina
  2. Due stati non sono favorevoli alla vita (che è ordine, ma anche mutamento): il caos e l'ordine perfetto. Sì, anche un ordine perfetto è innaturale, esclude infatti mutamento, sviluppo, progresso. I fanatici dell'uguaglianza assoluta non se ne rendono conto. Se fossimo tutti perfettamente uguali ben difficilmente cambierebbe qualcosa. La pretesa di eliminare ogni disuguaglianza è assurda. In medio stat virtus, un po' di disuguaglianza fa bene, ci fa progredire. Che noia poi l'ordine perfetto. Ma Dio non si annoia? Sarà per questo che ha creato questo immenso casino, per divertirsi un po'?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Sergio, hai detto bene.
      Approfitto dell'occasione per riportare tre simpatici aforismi che ho trovato sul web:

      = Tutti gli uomini nascono uguali, però è l’ultima volta in cui lo sono. (Abraham Lincoln)

      = Ognuno è impastato nella stessa pasta, ma non cotto nello stesso forno. (Proverbio Yiddish)

      = Come credere nell’uguaglianza quando persino gli angeli hanno le loro gerarchie. (Fabrizio Caramagna)

      Elimina
  3. Eccedenze e disuguaglianze

    Dal punto di vista filosofico-politico, sulla scia delle riflessioni del grande Karl R. Popper si può tranquillamente affermare che Libertà ed Uguaglianza costituiscono entrambe due esigenze (umane) fondamentali ma la L. e' più importante e quindi va maggiormente promossa/tutelata perché senza di essa anche un ragionevole/ragionato tasso di U. e' semplicemente IMPOSSIBILE. Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, la libertà viene senza dubbio prima dell'uguaglianza materiale.
      Va rispettata però l'uguaglianza formale di fronte alla legge, perché senza il principio di legalità anche la libertà diventa vulnerabile..

      Elimina
    2. Infatti l'uguaglianza formale davanti alla Legge è generalmente compresa nel (suddetto) ragionevole tasso di U.

      Elimina
    3. Purtroppo, chi pretende l'uguaglianza a tutti i costi, non si limita a questo livello.

      Elimina
  4. Decisionismo politico

    La sensazione netta è che con l'insediamento della 2a Amministrazione trumpiana si assista alla piena SALDATURA tra Elite politica ed Elites economico-finanziarie e tecnologiche statunitensi: una saldatura che rafforza entrambe (un po' come quella classica tra Potere politico e Potere religioso-confessionale): con buona pace di chi ha creduto alla "narrativa" (peraltro abilmente propagandata a livello mass-mediatico) della rigorosa difesa/rilancio degli interessi delle Classi meno abbienti da parte del Tycoon... Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo con la tua analisi.
      Può darsi che, all'interno delle elites economiche americane, vi possano essere dei contrasti e delle divergenze, per cui le decisioni delle varie amministrazioni (Trump piuttosto che Biden) possano privilegiare ora una parte, ora l'altra.
      Ma il ruolo ancillare della politica non è cambiato.

      Elimina
  5. A proposito del mio sogno di un alfabeto unico mondiale, mi sono accorto che qualcosa di simile esiste già, con riferimento alla fonetica.

    Ecco cosa ho trovato sul web:
    << L’International Phonetic Alphabet fu ideato nel 1888 a Parigi da undici linguisti dell’International Phonetic Association, con l’obiettivo di semplificare l’apprendimento della pronuncia delle lingue straniere. Questo fu possibile creando un alfabeto ex novo comune, dato da un insieme di simboli – per lo più latini e greci – e segni diacritici che consentivano di rappresentare i suoni di tutte le lingue conosciute. Essendo la pronuncia di una lingua sempre in via di mutamento per pressioni interne – della lingua stessa – ma soprattutto derivanti dall’incontro con termini stranieri, l’IPA è sottoposto a continue revisioni e aggiornamenti.

    L’IPA ha un carattere per ogni suono. Le lingue possono essere rappresentate con decine e decine di diversi sistemi di scrittura, dagli abjad consonantici ai kana giapponesi. Molto spesso, però, una singola lettera può essere pronunciata in modalità totalmente differenti. Prendiamo due parole per la “C”: cane, ciao. L’IPA, riconducendo ogni singolo suono ad un simbolo, diventa quindi essenziale per riuscire a capire quale pronuncia dare ad una parola. In IPA la “C” di cane verrà traslitterata in [k], quella di ciao [ʧ].

    Inoltre è un sistema di scrittura univoco. Tutte le lingue possono essere rappresentate tramite l’utilizzo dell’IPA. Un testo redatto in alfabeto fonetico può essere letto in modo perfetto da parlanti di altre lingue. Molto probabilmente non ne capiranno il senso, ma è già un primo passo.

    I simboli dell’IPA sono presi dall’alfabeto latino (quello che utilizziamo in italiano) e dall’alfabeto greco. Alcuni di questi simboli, invece, sono una modifica dei caratteri latini mentre altri sono stati creati ex novo. >>

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il filosofo, giurista e matematico Leibniz teorizzo' a fine Seicento una "characteristica universalis" e un "calculus ratiocinator" che SU BASE LOGICO-SIMBOLICA avrebbero potuto/dovuto svolgere una funzione similare a quella di un Alfabeto unicersalefavorendo il dialogo e la comprensione reciproci. Tale progetto non ebbe grande successo in quanto tale ma favori' cmq la nascita della moderna Logica matematica e (in parte) dell'odierna Informatica. Saluti

      Elimina
    2. Se non fosse che le lingue sono una cosa strana, che vivono di vita propria e sfuggono a qualsiasi catalogazione (che non sia solo ex post), l'idea più intelligente l'aveva avuta Ludwik Zamenhof con il suo Esperanto.
      Ma, com'era facile prevedere, l'esperimento non ebbe successo.

      Elimina