martedì 25 luglio 2023

I Prolifici e gli Asceti – 2

Si concludono qui le considerazioni di Luigi De Marchi sulle diverse risposte culturali dell'uomo ai problemi della sessualità e della procreazione (seconda e ultima parte).
LUMEN

<< In “Fuga dalla libertà” Erich Fromm, sviluppando le famose osservazioni di Max Weber sui rapporti intercorrenti tra l'etica protestante e la nascita del capitalismo, mette persuasivamente a fuoco i nessi anche più stretti che legano l'attivismo economico del capitalismo nascente con la teoria calvinista della Grazia.

Da un lato, [vi è] la costante incertezza di ciascuno circa la propria ammissione o meno alla grazia divina (e quindi, alla salvezza dell'anima), dall'altro il riconoscimento del successo economico come segnale non sicuro, ma indicativo della benevolenza divina, spinsero intere generazioni di calvinisti ad accumulare ricchezze, senza mai goderle, attraverso una vita interamente dedita al lavoro e all'investimento produttivo.

Anche se Fromm (...) non sembra rendersene conto, questa preoccupazione ossessiva per la Grazia e i suoi segni terreni è chiaramente collegata allo shock esistenziale e alla relativa difesa religiosa. La Grazia, infatti, era la condizione necessaria e sufficiente alla salvezza ultraterrena, sicché averla o non averla equivaleva alla vita o alla morte dell'anima o, ancor peggio, alla gioia eterna o all'eterno tormento.

Non c'è da stupirsi, quindi, se tanti protestanti si dedicarono a un attivismo economico frenetico. Del resto, nel mondo cattolico già da tempo era in corso un fenomeno psicologicamente molto simile ed economicamente molto vistoso, anche se articolato in modo diverso.

Fin dal XIV secolo, cioè fin da quell'autunno del Medioevo in cui, come si è rilevato in altra parte di questo libro, l'angoscia della dannazione giunse in tutto il mondo cristiano a livelli parossistici, si sviluppò nel mondo cattolico un regime testamentario nuovo che destinava alla chiesa e alle opere pie parti cospicue del patrimonio del testatore, in cambio di una garanzia ecclesiastica di vita eterna.

Scrive Philippe Ariès: “Il testamento è un contratto d'assicurazione concluso tra il testatore e la Chiesa, vicaria di Dio. Un contratto dal duplice scopo: innanzi tutto un “passaporto per il cielo”, secondo l'espressione di Jacques Le Goff, oppure una polizza d'eternità i cui premi erano pagati in moneta temporale: i lasciti pii; ma anche un lasciapassare sulla terra per il godimento, così legittimato, del bene acquisito durante la vita (e i premi di questa garanzia erano, questa volta, pagati in moneta spirituale: messe, preghiere, atti di carità).”

Nel quadro di quel regime testamentario, che si protrasse sostanzialmente invariato fino al XVIII secolo (e con variazioni minori fino ai nostri giorni), oltrechè grazie al commercio delle indulgenze che assunse notoriamente dimensioni sempre più massicce fino alla Controriforma, la Chiesa, le opere pie e gli ordini religiosi incamerarono immensi patrimoni che costituirono e costituiscono la base del loro formidabile potere economico.

Tanto l'attivismo produttivo del capitalismo protestante, quanto l'accumulazione fondiaria e immobiliare (finalizzata alla rendita o all'assistenza) che prevalse nel mondo cattolico attraverso i lasciti testamentari e il commercio delle indulgenze furono fenomeni economici di cui è difficile esagerare l'importanza nelle rispettive aree d'incidenza.

Beninteso si trattò di fenomeni molto diversi. Ma questa diversità riguarda solo l'impatto che essi ebbero sullo sviluppo economico locale e mondiale, e non i meccanismi di elaborazione delle tensioni psichiche di fondo. L'attivismo economico protestante fu ovviamente un fenomeno molto più importante nelle sue implicazioni produttive e culturali e, soprattutto, più capace di autonomizzarsi dalle sue matrici strettamente religiose.

Mentre la tradizione testamentaria cattolica è andata progressivamente affievolendosi col declino delle certezze religiose, l'attivismo economico e produttivo è dilagato in tutto il mondo moderno ben oltre i limiti storici e geografici del rigorismo protestante, talché D.H. Lawrence poteva osservare negli anni '20 che “il lavoro è lo stupefacente più diffuso della nostra epoca”.

Il motivo del fenomeno è evidente: indipendentemente dai dettami religiosi o teologici, l'ansia provoca facilmente reazioni motorie ripetitive e frenetiche, che hanno la funzione di sostituire, nell'uomo, la reazione fisiologica di fuga e di smaltire le energie connesse alla secrezione adrenalinica. È per questo che la persona in stato di ansia cammina nervosamente avanti e indietro, tamburella ossessivamente le dita sul tavolo o agita ritmicamente una gamba.

L'attivismo lavorativo può essere una forma solo più elaborata che consente non solo una scarica motoria, ma una efficace distrazione psichica dal pensiero ansiogeno.

Quale che sia stata comunque, nel mondo cattolico e in quello protestante, l'elaborazione culturale ed economica delle tensioni di fondo, queste tensioni furono e restano esattamente le stesse nell'una e nell'altra area culturale. Si trattò sempre essenzialmente di angosce di dannazione scatenate dal rigorismo cattolico o dalla teoria protestante della Grazia. (...)

Insomma, una psicologia consapevole dello shock esistenziale e delle sue complesse formazioni reattive può aiutarci a capire non solo i grandi movimenti religiosi e politici, ma anche i fenomeni demografici ed economici apparentemente più estranei alla problematica esistenziale.

In campo demografico, in particolare, essa può essere molto utile per comprendere le motivazioni profonde e spesso inconsce che stanno alla radice delle resistenze e razionalizzazioni religiose, politiche o comportamentali che si sono tenacemente opposte in ogni tempo e in ogni paese al controllo delle nascite, così ovviamente necessario per la sopravvivenza e il progresso dell'umanità.

Per esempio, possiamo ora capire meglio perché il problema dell'esplosione demografica sia oggi così drammatico e, al tempo stesso, così trascurato: i millenarismi religiosi e politici di stampo cattolico, fascista, islamista e leninista-marxista non solo hanno contribuito a scatenare quell'esplosione contrastando ogni espressione non procreativa della sessualità, ma hanno anche impedito, con le loro promesse miracolistiche e la loro demagogia anti-malthusiana, ogni contromisura denatalista.

La coalizione di questi millenarismi ha già condannato a morte per fame diecine di milioni di sventurati e altre centinaia di milioni ne condannerà entro la fine del secolo [il libro è del 1984 - NdL]. >>

LUIGI DE MARCHI

7 commenti:

  1. COMMENTO di SERGIO

    "La coalizione di questi millenarismi ha già condannato a morte per fame decine di milioni di sventurati e altre centinaia di milioni ne condannerà entro la fine del secolo.”

    Ma proprio ieri l’ONU ha detto di voler eradicare la fame nel mondo entro … il 2030! Sì, proprio entro il 2030, cioè domani. Oggi sono circa 700-800 milioni i denutriti o affamati, altri se ne aggiungeranno prima di quella data. Io alle promesse dell’ONU stento a crederci, ma non escluderei in assoluto che si possa disinnescare la bomba della fame in tempi relativamente stretti, non proprio entro il 2030. Ma i popoli e gli Stati della Terra dovranno darsi da fare, non dovranno contare sul grano di Ucraina, Russia, Canada. È mai possibile che l’Egitto e altri Stati debbano dipendere dalla produzione ucraina? Un ritorno all’autarchia non è possibile e nemmeno auspicabile, ma tutti gli Stati dovrebbero essere in grado di produrre cibo a sufficienza per la propria gente o non dipendere in modo eccessivo da altri Stati. La Svizzera (quasi 9 milioni di abitanti) è autosufficiente al 50%, troppo poco secondo me (è passata dai 4,5 milioni di abitanti del dopoguerra ai 9 attuali grazie anche o soprattutto all’immigrazione). L’interdipendenza degli Stati è un dato di fatto, ma la produzione di cibo non dovrebbe dipendere da cause accidentali come adesso per la guerra in Ucraina. Fra parentesi, l’Africa è immensa e ricchissima, gli africani potrebbero benissimo cavarsela da soli, almeno produrre il necessario per vivere o non morire di fame (e allo scopo potrebbe servire anche la pianificazione familiare: entro qualche decennio la Nigeria avrà più abitanti dell’intera UE, qualcosa come 700 milioni - l’UE ne ha attualmente circa 500 mln ed è in fase demografica calante per la denatalità tanto deprecata da papa, vescovi, economisti, politici (Draghi, Meloni compresi) e cialtroni vari (per es. Giuliano Ferrara, cinofilo senza figli che si lamenta della denatalità).

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    1. << l’ONU ha detto di voler eradicare la fame nel mondo entro … il 2030! >>

      Ovviamente non ci riuscirà.
      Non perchè il termine sia troppo vicino, ma perchè il meccanismo della povertà è gestibile solo con il controllo della popolazione, dato che se aumentano le risorse disponibili, aumenta subito anche la popolazione.
      E quindi si creano, automaticamente, dei nuovi poveri, in una rincorsa senza fine.
      E' una legge di natura che vale per qualsiasi specie vivente: la popolazione cresce in proporzione alle risorse disponibili, più una quota extra destinata alla mortalità precoce, per predazione o per fame.

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    2. COMMENTO di SERGIO

      Fao e “Fame zero”: le parole dei leader

      I temi sono tanti e parecchi, ma il coro unanime dichiara ufficialmente come l’anno 2030 sia quello entro cui raggiungere il fantomatico obiettivo della “Fame zero” su cui la Fao, almeno a parole, insiste molto. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ne parla in modo schietto così: “Ciascuno possa godere dei propri diritti e non sia costretto ad emigrare vivendo in pace e con dignità”, aggiungendo che “dobbiamo creare un modello di cooperazione non predatorio con i Paesi africani per garantire loro la possibilità di vivere delle loro risorse. L’Italia è uno dei Paesi più vicini all’Africa, che non è un continente povero ma è pieno di risorse, la metà di quelle mondiali”.
      Il Primato Nazionale, 29 luglio 2023

      E brava la fascistella della Garbatella, hip hip urrà! (Sergio)

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  2. Fanatismi ideologico-politico-religiosi: parzialmente divergenti nelle modalità operative, sostanzialmente omogenei negli obiettivi di fondo. Tout se tient!

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    1. Vero.
      Resta da chiedersi se questa convergenza 'de facto' sia casuale o voluta.
      Forse un poco delle due cose, visto che tutti i fanatismi sono gestiti da gente che ama il potere, e quindi - all'atto pratico - con le stesse esigenze.

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  3. Ci sono prolifici e prolifici, asceti ed asceti.
    I prolifici assennati, mettono al mondo un solo figlio, salvaguardando il pianeta, come si usa dire adesso...

    Gli asceti tra virgolette, come il turpe Padre Pio, si circondano di pie donne, di fallofere, invasate, tutte dalla mutanda facile, e magari riempiono di illegittimi gli orfanotrofi eccetera eccetera. Gli esperti, gli studiosi, parlano sempre per sommi capi. Al di là dei trattati.....

    I casi son più delle leggi.

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    1. << I prolifici assennati, mettono al mondo un solo figlio, salvaguardando il pianeta >>

      Questo è vero, e non sarebbe neppure una grande rinuncia.
      Ma quante sono le persone davvero assennate sul pianeta ?
      Come diceva Antonio nel Giulio Cesare di Shakespeare (il famoso elogio funebre): "O senno, tu sei fuggito tra gli animali bruti e gli uomini hanno perduto la ragione".

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