venerdì 20 settembre 2019

Punti di vista – 11

PARTITI E MOVIMENTI
Quello che distingue i “movimenti” dai “partiti” non è questa o quella architettura organizzativa, ma il ruolo che svolgono gli uni e gli altri.
I movimenti hanno sempre carattere parziale, o perché rappresentano un particolare soggetto sociale (studenti, operai, donne, minoranze nazionali, ecc.) o perché si formano su una determinata tematica (i diritti civili, il divorzio, la lotta alla mafia, eccetera) e, per definizione, non hanno un progetto politico complessivo e non cercano di arrivare al governo.
Al contrario, i partiti ambiscono a governare il paese, e per questo chiedono al popolo un mandato pieno e generale.
La presentazione alle elezioni politiche è già un passo in questa direzione.
Ci sono casi particolari di partiti-movimento come alcune minoranze nazionali (Sudtiroler Volkspartei, Union Valdotaine, Partito Sardo d’Azione ecc.) o punti di passaggio fra partito e movimento di opinione (ad esempio i Radicali, i Verdi), ma si tratta di casi particolari, in genere di piccole forze politiche, che, nella maggior parte dei casi, o diventano rapidamente partiti veri e propri, o si dissolvono.
ALDO GIANNULI


VEGANI
La mia obiezione principale ai vegani è quindi questa: non si può pensare che l’uccisione di un animale sia una cosa sbagliata.
Non lo si può pensare perché è la legge fondamentale della vita su questo pianeta: ‘mors tua vita mea’.
È vero che gli esseri umani, non tutti purtroppo, considerano la vita umana sacra e da proteggere fino alla sua morte naturale, preferibilmente di vecchiaia, ma questo è diverso dal considerare tutte le vite animali in questo modo.
Il mondo degli animali è complesso e segue leggi diverse da specie a specie, ma io ritengo compatibile con questo mondo accettare che una specie tuteli sé stessa.
GAIA BARACETTI


COMUNITA’
Negli ultimi decenni sono stati in molti a prefigurare una democrazia post-nazionale, una cittadinanza cosmopolita, nella convinzione che ogni riferimento alla nazione fosse diventato obsoleto nel quadro della globalizzazione.
In realtà la crisi economica mondiale iniziata nel 2007/08 ha mutato sensibilmente le cose, favorendo la diffusione — nei ceti medio-bassi più che nelle élites — di paure, ansie, richieste di protezione rivolte anzitutto al proprio Stato-comunità, alla propria nazione intesa in modo elementare come il «noi» del quale facciamo parte per dati linguistici, culturali, geografici, perfino per abitudini alimentari. (…)
La nazione dunque svolge una funzione ancora importante su due fronti.
Da una parte alimenta un senso di solidarietà e vicinanza in società che hanno assicurato un gran numero di diritti e libertà individuali, generando però un rischio di solitudine per cospicue minoranze.
Dall’altra, rende più facilmente abitabile il mondo, radunando i cittadini secondo criteri di prossimità e comunanza, piuttosto che farli vivere in un ipotetico spazio globale, in una specie di immenso ‘loft’ planetario.
GIOVANNI BELARDELLI


INTELLIGENZA
Generalmente si pensa all’intelligenza come ad una dote, un vantaggio, una ricchezza.
Se questo era vero in tempi passati lo è probabilmente molto meno ai giorni nostri. (…) L’intelligenza, come ogni cosa, rappresenta un vantaggio quando è richiesta ed uno svantaggio quando non lo è. (…)
La condizione perenne dell’individuo intelligente è il caos. Da un lato una fame di nuovo, una curiosità inesauribile (molto spesso frustrata), dall’altro un continuo vortice di idee, concetti, significati, interpretazioni, potenzialità, che rende difficile mantenere la concentrazione. (…)
Fin dai tempi dell’illuminismo si è voluto far coincidere l’intelligenza con la razionalità, la capacità di estrarre ordine dal caos, di organizzare un’idea coerente del mondo in grado di spiegare ogni cosa, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande.
Ma la razionalità non è che una delle possibili forme che l’intelligenza assume dietro la propria pressione.
MARCO PIERFRANCESCHI


STATO GENEROSO
Il nostro Paese, nei lunghi anni che vanno dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a una decina d’anni fa, è vissuto con un double standard.
La classe colta, se pure senza rinunziare a nessuno dei suoi privilegi, si è ammantata dei massimi ideali della sinistra, mentre la classe inferiore ha mirato al sodo ed ha creduto di potere sfruttare uno Stato che si dichiarava in dovere di essere generoso.
Per questo chiedeva sempre più vantaggi.
Col risultato che, finché c’è stato grasso da eliminare, la democrazia si è retta senza grandi scossoni, malgrado il contrasto fra Democrazia Cristiana e Partito Comunista.
La prima che faceva finta di essere cristiana e il secondo che faceva finta di essere comunista.
Ma quando infine il debito pubblico è divenuto tale che bastava una mossa sbagliata in più e sarebbe stata la catastrofe, quando non si è potuto spendere più di quanto lo Stato incassava (ché anzi lo Stato era costretto a spendere meno di quanto incassava, perché una buona parte delle sue risorse se ne andava per pagare gli interessi sull’enorme debito pubblico accumulato) è cominciata la vera scontentezza popolare.
GIANNI PARDO

20 commenti:

  1. Direi che l'evoluzione del Movimento 5 Stelle rappresenti una eccellente dimostrazione della teoria di Aldo Giannuli.
    Hanno inizioato come movimento (anti-sistema) e come movimento sono cresciuti.
    Poi però sono entrati in Parlamento, sono arrivati al Governo, e quindi... sono diventati un partito come tutti gli altri.
    A futura memoria (per quel che vale).

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  2. Mah, i movimenti sono animati da idealismo e altruismo. Ma appena si cresce di numero occorre organizzarsi, diventare concreti, con quel che segue (gerarchie, obiettivi ecc.). Vedi i francescani che in brevissimo tempo si diffusero in tutta Europa: erano animati dalle migliori intenzioni, vedevano nell'imitazione di Cristo la salvezza già su questa terra. Ma poi dovettero organizzarsi e fu la fine: lo stesso S. Francesco si vide messo in margine, praticamente esautorato, anche se i confratelli ne sfruttavano l'immagine. L'entusiasmo dei movimenti nascenti non può protrarsi a lungo (su questo Alberoni ha scritto cose apprezzabili).

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    1. Persino i francescani !
      Non si salva proprio nessuno.

      Immagino invece che i Gesuiti (sempre importanti, ma oggi particolarmente famosi per via del Papa), siano già nati con caratteristiche di struttura e di gerarchia ben precise.

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  3. Critica di Gaia

    Caro Lumen, come sai io sono un mezzo vegetariano. Gaia ci ha fatto sapere che non macella le sue bestie, alla bisogna ci pensa qualcun altro. E qui cade l'asino. Quasi nessuno o comunque non molti oggi avrebbero il coraggio di uccidere, scuoiare, preparsi insomma la tanto agognata fettina. I mattatoi sono luoghi orrendi, non per nulla sono costruiti fuori città per non urtare la sensibilità dei cittadini carnivori. Che delegano il triste lavoro ai "professionisti", i macellai. Diciamo che sono dei vigliacchi, i mandanti degli eccidi. Immagino le ironie di Lorenzo su quanto ho scritto.
    Lorenzo è uno con le palle, mica un sentimentale, penso che non ci penserebbe un attimo a procurarsi il cibo con le sue mani, se necessario
    (e non lo criticherei, almeno ha il coraggio).
    Ma c'è un ma. L'uomo primitivo e cacciatore e alla disperata ricerca di cibo non aveva le nostre ubbie, cacciava, uccideva, mangiava e sopravviveva. Ma oggi non abbiamo più la necessità di mangiare carne (sì sì, d'accordo, anche noi abbiamo bisogno della vitamina B12). Ormai molti esseri umani hanno comunque sviluppato una particolare sensibilità verso gli animali, riconosciuti come esseri senzienti, che provano gioia e dolore, più o meno gli stessi nostri sentimenti. E quindi il nostro rapporto, di tantissima gente, è mutato e sta mutando, e io lo trovo bello. Niente di più triste e squallido di esseri umani, dotati di anima immortale, che maltrattano, talvolta per capriccio, i poveri animali. Che sai bene come vivono nei grandi allevamenti, imbottiti di antibiotici (che poi assumiamo anche noi mangiando la loro carne).
    Perché mangiamo ancora carne allora? Perché ci piace, per la gola, non per necessità. Su questo ha scritto cose che direi definitive già Plutarco duemila anni fa ("Del mangiare carne"). E Leonardo, non proprio uno sciocco, diceva che un giorno uccidere un animale sarebbe stato assimilato a un omicidio.
    Insomma, vorrei spezzare una lancia per quella che i carnivori chiamano una moda, appunto il vegeterianesimo. Tra i carnivori più spietati ci trovi i cristiani: alcuni affermano perfino che il vegetarianesimo è espressione di
    ateismo, vedi Camillo Langone.
    Il "mors tua vita mea" di Gaia è veramente fuori luogo.

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    1. << Tra i carnivori più spietati ci trovi i cristiani >>

      Senza dubbio.
      A leggere la Bibbia (ma leggerla davvero, anche nelle parti meno famose) viene da pensare ad un trattato di macelleria.
      Pare che il famoso YAHWEH pretendesse dal suo popolo, TUTTI I GIORNI, un sacrificio di animali sgozzati.

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  4. Comunità

    In un'ottica laico-liberale e "neo-illuminista" il senso di Comunità (peraltro generalmente esaltato in maniera piuttosto sospetta tanto dalle Destre sociali quanto dalle Sinistre exneopost-comuniste) può/deve essere garantito NON dallo Stato nazionale di matrice idealistico-romantica ottocentesca bensì dalle comunità locali & regionali, più piccole e più vicine ai singoli individui e alle quali casomai andrebbe concessa una maggiore autonomia decisionale (di tipo federale). Senza contare che, come già detto altre volte, numerosi problemi contemporanei (dai cambiamenti climatici alle migrazioni di massa) NON possono (più) essere seriamente affrontati dai vari Stati nazionali bensì soltanto a livello transnazionale, continentale e (nei limiti del possibile) globale. E di fronte all'attuale mainstream sovranista si può sempre rispondere (come recentemente affermato da un ormai attempato ma ancora molto lucido esponente della c.d. Prima Repubblica) che oggi "i veri sovranisti siamo noi europeisti"... Saluti

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  5. Replica del famigerato Lorenzo al tuo discorso

    "I “problemi contemporanei” sono una balla.
    Il clima cambia anche senza che noi facciamo nulla. Non è che nell’era glaciale i nostri avi avessero industrie inquinanti o chissà cosa. La vita sulla terra muore e rinasce, ci sono stati eventi catastrofici ricorrenti che hanno spazzato via la maggior parte delle specie.
    Un modo sensato per dire la stessa cosa sarebbe che quando tu ti lavi i denti non ha senso lasciare il rubinetto aperto perché consumi acqua potabile per niente, la sprechi. Non è questione di “moriremo tutti” ma di OTTIMIZZAZIONE. Una automobile che fa 30km con un litro invece che 10km è MIGLIORE perché evidentemente le varie parti meccaniche sono studiate meglio, sono maggiormente ottimizzate. Usare cose fatte male, che funzionano male, sprecare beni, sperperare soldi, non è una cosa intelligente, viceversa, OTTIMIZZARE le macchine, i processi, fare scelte migliori, è intelligente.

    Le “migrazioni” sono semplicemente un’arma biologica che ci viene tirata contro per ridurci all’impotenza e realizzare il famoso “meticciato” di Scalfari (v. colonna destra).

    Ora, i “problemi contemporanei” nel contesto del brano che hai citato sono solo una scusa per affermare la necessità di cancellare i Popoli, lo strato sopra delle Nazioni e lo strato sopra degli Stati. L’artificio retorico de “noi europeisti” incontra la medesima manfrina, perché anche la “Europa” non può “seriamente” affrontare i “problemi contemporanei” che si devono affrontare a livello “globale”. Quindi il passo successivo è cancellare l’Unione Europea come “super-Stato” e imporre il “Governo Mondiale” e il “popolo unico” (ancora, Scalfari).

    Poi, se io dico che i “problemi” sono causati dagli stessi che ti propongono la soluzione, dico insieme una cosa ovvia e una cosa che non si può dire, perché sarebbe “complottismo”.

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    1. Poscritto di Lorenzo

      "Poi tu lo sai cosa posso dire di chi scrive quelle cose. O ci è o ci fa. Ovvero, è un idiota che ripete come un automa gli slogan del “mondialismo” oppure è uno che aspira ad essere funzionario delle Elite Apolidi, fare carriera sulla distruzione del Mondo Di Prima e sulla edificazione del Mondo Nuovo, conscio delle implicazioni e conseguenze, quindi è un criminale privo di scrupoli."

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  6. @ Claude

    Penso che sarebbe ora di esprimere compiutamente il proprio punto di vista, in modo semplice e chiaro (per il mio gusto sei o fai troppo il filosofo, naturalmente non ci puoi fare niente: sei uno di "lettere e filosofia", una persona dunque colta che si esprime in un certo modo che però per la "gente comune" (fra cui mi ci metto anch'io) è un po' ostico.

    Allora vediamo d'intenderci su sovranismo, europeismo, mondialismo, populismo ecc. Io non do del fascionazista o fascioleghista o populista a nessuno. Ormai per certa gente, soprattutto di sinistra, chi dissente è un fascista o populista.
    Vediamo un po' anche certi termini abusati come sovranismo che sarebbe sinonimo di nazionalismo o magari anche patriottismo (quest'ultimo termine è scomparso, chi si dice patriota dev'essere scemo). Io non vedo in Europa nessun acceso nazionalismo o sovranismo che dir si voglia. Nessun paese ha mire aggressive ed espansioniste, l'unica guerra lecita è quella commerciale, ma pure questa soggetta a regole.
    I due cessi (sic) del Foglio - Ferrara e Cerasa, il nuovo direttore - hanno coniato per Salvini il termine Truce, il Truce è Salvini per antonomasia.
    E la sua Lega è espressione di "estremismo nazionalistico". Ma quale estremismo, siamo invasi dai negri (sì, dico negri) e c'è chi nega questa realtà. Una mia vecchia amica si è dichiarata "cittadina del mondo" e mi ha dato anche lei del razzista. Questa è scema, ho tagliato i ponti con lei.
    Chi si dichiara cittadino del mondo è un pazzo - qui ha ragione Lorenzo.
    Io non lo sono, visto che non parlo il russo, il giapponese, il cinese, l'arabo
    e nemmeno il finlandese e l'ungherese. La lingua è forse il più forte legame identitario. Ah, a proposito anche gli identitari sono fascisti e razzisti per i sinistri. Qualsiasi forma di discriminazione dev'essere estirpata, siamo tutti uguali. Ah sì? E com'è che le elite comuniste sono "più uguali" degli altri? Sono i furbastri di Lorenzo che pasteggiano con aragoste e caviale mentre i poveracci continuano a mangiare pantegane arrosto.

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  7. Ovviamente il famigerato Lorenzo non ha alcunché da spartire con una moderna ed equilibrata cultura laico-liberale (e penso che ne vada fiero), per la quale qualsivoglia (possibile e inevitabilmente parziale) risposta agli attuali e seri problemi economico-politico-sociali, demografici ed ecologici locali, nazionali e globali NON può in alcun modo fondarsi sul (ritorno al) totem dello Stato nazionale "a sovranità assoluta" (cfr. il Leviatano hobbesiano) , come lo si è conosciuto nel mondo occidentale negli ultimi secoli, motore primo delle due disastrose Guerre mondiali e non a caso definito da Nietzsche (ingiustamente spesso considerato proto-nazista) "il gelido mostro", bensì può/deve essere cercata in particolare sul terreno di un pragmatico e robusto doppio FEDERALISMO (interno ed esterno/continentale) costruito attorno al principio di Sussidiarietà ovvero ad una ragionata gerarchia di livelli amministrativi e politico-decisionali nessuno dei quali (arbitrariamente e misticamente) assolutizzato: altrimenti non se ne esce, anzi (vedasi il caso del Regno Unito, che con la Brexit 'no-deal' dogmaticamente perseguita è ormai sostanzialmente e tristemente avviato all'auto-disintegrazione)...
    Naturalmente ho dovuto sintetizzare molto, spero di essere stato sufficientemente chiaro... Saluti

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  8. "... con la Brexit 'no-deal' dogmaticamente perseguita è ormai sostanzialmente e tristemente avviato all'auto-disintegrazione)...

    Né io né Lumen condividiamo quanto scrivi. Io sono stato lieto della Brexit e non credo affatto che l'Inghilterra si sia autodistrutta.
    L'Unione Europea ovvero gli Stati Uniti d'Europa dovevano essere il punto finale di una normale e lenta evoluzione, una confederazione di Stati, un po' sul modello dei cantoni svizzeri che erano e sono in parte ancora stati autonomi (la Confederazione fu fondata nel 1848). Ma per rendere irreversibile il processo che doveva approdare agli Stati Uniti d'Europa (decisi fra l'altro senza interpellare i popoli) si è cominciato dal tetto, con l'euro e la libera circolazione. I risultati si vedono, non son esaltanti. Per conto mio sarebbe meglio tornare alla CEE (comunità economica europea). E come potrebbe allora concorrere questa CEE con i pesi massimi della scena mondiale,
    Stati Uniti, Cina, India, magari presto anche l'Africa? Non saprei.
    Il governo mondiale me lo immaginavo fin da ragazzo, mi sembrava una cosa logica se si voleva la pace universale (la pace eterna di Kant era comunque una pace armata, gli Stati conservavano i propri eserciti). Adelante Pedro, con juicio. Si è voluto fare troppo in fretta, Draghi che dice "l'euro è irreversibile".
    Hanno consultato e spiegato alla gente i vantaggi di una tale stretta unione? Quanto agli ideali, lasciamo perdere. Juncker insiste che grazie all'UE abbiamo goduto di settant'anni di pace, mai un periodo così lungo di pace in Europa. Io penso che i popoli europei fossero ormai vaccinati contro la guerra dopo i due disastri mondiali. Poi la pace è stata assicurata e garantita dalle atomiche americane, dalla presenza degli USA in Europa. Germania e Italia sono ancora oggi occupate dagli USA, come pure il Giappone, la Corea del Sud. Gli Americani dove arrivano non se ne vanno più, non riescono manco a sganciarsi dall'Afghanistan, solo dal Vietnam furono obbligati a scappare a gambe levate (soprattutto per l'opposizione interna).

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    1. << Si è voluto fare troppo in fretta, Draghi che dice "l'euro è irreversibile".
      Hanno consultato e spiegato alla gente i vantaggi di una tale stretta unione? >>

      Caro Sergio, hanno fatto tutto in fretta proprio per non dover spiegare le cose e mettere la gente di fronte al fatto compiuto.
      Contando sul fatto che poi, col passare del tempo, l'euro sarebbe diventato sempre più irreversibile (almeno nella percezione comune).

      Uscirne non è impossibile, ma ci vorrebbe una volontà politica molto forte e determinata, che oggi non c'è.
      E tanto basta ai manovratori della UE per stare tranquilli.

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  9. "Nè io nè Lumen (...) si sia autodistrutta"

    Premesso che il Regno Unito oltre all'Inghilterra comprende Galles, Scozia e Ulster, l'auto-disintegrazione appare la logica conseguenza di un Referendum convocato in maniera frettolosa ed incauta, vissuto su una Campagna referendaria (reportages giornalistici alla mano) largamente taroccata ed eterodiretta (a proposito di sovranismo...), vinto dai brexiters per un'incollatura e il cui sciagurato esito finale è stato perseguito in maniera via via sempre più retorica e tetragona in nome del Popolo, ovvero di un'entità mistico-metafisica che in realtà NON esiste (in realtà infatti esistono soltanto i cittadini-individui in carne ed ossa)... Saluti

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  10. Cari amici,
    confermo senz'altro la mia simpatia per la Brexit, che vedo come una presa d'atto, da parte dei britannici, delle difficoltà (forse insormontabili) di costruire una UE veramente funzionante ed al tempo stesso rispettosa delle singole democrazie che ne fanno parte.
    Troppe cose, a livello di UE, vengono decise con sistemi NON democratici e questo non può essere fonte di apprezzamento da parte mia.

    E' vero che il referendum sulla Brexit è stato vinto per pochissimi voti, ma il fatto che il governo abbia insistito per la sua applicazione - nonstante tutti gli ostacoli - mi sembra una forma di rispetto per la volontà popolare.
    La democrazia in Inghilterra ha una storia molto lunga e gloriosa, e la differenza si vede tutta.

    Concludo anticipando che il prossimo post sarà proprio dedicato alla UE ed alla sua struttura politica ed istituzionale.

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  11. Breve aggiornamento:

    ieri la Corte suprema britannica ha dichiarato INCOSTITUZIONALE la sospensione del Parlamento imposta "motu proprio" dall'attuale Primo ministro, notoriamente implacabile fautore della Brexit "hard": basterà a salvare la gloriosa Gran Bretagna (terra di Locke e Newton, di Darwin e Russell) dall'imminente disastro economico-politico-sociale? Ne dubitiamo, tuttavia il segnale mi sembra tutt'altro che trascurabile...

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  12. In effetti quello che sta succedendo con la Brexit mi ha sorpreso non poco, soprattutto per la nazione in cui sta avvenendo.
    Avevo sempre considerato i britannici gente flemmatica, ma pragmatica, e con un grande rispetto per la cortesia formale.
    Invece assistiamo ad un braccio di ferro terribile, senza esclusione di colpi.
    Forse sono cambiati anche loro.

    Sono proprio curioso di vedere come andrà a finire, perchè - alla fine - potrebbe anche saltare tutto (con grande gongolamento della UE).

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  13. La cosa buffa è che il referendum, vinto chiaramente e non al fotofinish come insinua Claude (il 52% è chiaro, in democrazia il potere a tempo è assegnato a chi vince con il 50% + 1), era puramente consultivo e il parlamento avrebbe potuto non tenerne conto. Il referendum propositivo svizzero modifica invece addirittua la costituzione! Comunque il parlamento si è inchinato - almeno formalmente - al popolo e ha dato via al Brexit. L'UE però non ci sta a vedersi sfuggire uno dei quattro o cinque contribuenti netti dell'UE (Germania, Gran Bretagna, Olanda, Francia, Italia - gli altri sono tutti morti di fame). L'UE vuole rendere ardua l'uscita alla Gran Bretagna, anche per dissuadere altri (ma l'Italexit potrebbe lo stesso verificarsi in caso di bancarotta dell'Italia, e con la bancarotta dell'Italia l'UE salta).

    Scrive Claude:
    " basterà a salvare la gloriosa Gran Bretagna (terra di Locke e Newton, di Darwin e Russell) dall'imminente disastro economico-politico-sociale?"

    Scusa, ma come lo sai che la Gran Bretagna andrà incontro a un disastro economico-politico-sociale? O magari te lo auguri per poter dire: lo sapevo, l'avevo detto?
    L'Europa confederata mi va benissimo, ma questa EU è una colossale stronzata. Abbiamo italiani che ripetono: "Ce lo chiede l'Europa", per far passare abomini come l'utero in affitto, lo sdoganamento della sodomia, l'accoglienza di milioni di negri ecc.

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  14. "Come lo sai che la GB andrà incontro a un disastro economico-politico-sociale?"

    Lo hanno detto e ridetto (con particolare riferimento all'uscita No-deal, proprio quella perseguita con cocciutaggine dall'attuale Premier) pressoché tutti gli economisti, giornalisti e studiosi del settore abituati a ragionare in maniera laica e "scientifica" anzichè in modo aprioristico-dogmatico e ideologico.
    Inoltre: mai sentito parlare del Rapporto Yellowhammer, artatamente tenuto nascosto al popolo-bue dall'attuale Governo (a proposito di Elite VS. Popolo):

    https://www.tio.ch/dal-mondo/politica/1391169/brexit-rapporto-shock-sul-no-deal

    Signori, c'è materia su cui meditare a lungo... Saluti

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  15. Cari amici,
    ovviamente non ho idea di come andranno le cose a livello economico, visto che sono un semplice profano.
    Penso però che i politici britannici pro-brexit siano senz'altro a conoscenza degli studi effettuati e se continuano per la loro strada ne avranno calcolato i pro e i contro, sapendo benissimo che - in caso di eventuale disastro - darebbero sicuramente addio alla propria poltrona.

    In ogni caso, credo che la motivazione principale della brexit non sia economica, ma politica, e consista nella piena riappropriazione della propria sovranità, cosa che invece, con la attuale UE, può considerarsi persa per sempre (Italia docet).

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  16. Anch'io (da super-profano) credo che la motivazione primaria della Brexit, pervicacemente perseguita con modalità "Muoia Sansone con tutti i Filistei!", non sia economica ma politica e soprattutto IDEOLOGICA, idealistico-romantica, direi quasi metafisico-teologica e cmq. marcatamente IRRAZIONALE, ma (sfortunatamente per l'U.K.) nel complesso, complicato e ampiamente interdipendente Mondo contemporaneo "la piena riappropriazione della propria sovranità" rappresenta (se va bene) una pia illusione ma molto più probab.te un pericolosissimo esercizio di auto-lesionismo, a tutto danno dei rispettivi Cittadini in carne, ossa e sangue e a tutto beneficio di quelle grandi Aree geopolitiche (inutile fare nomi) inevitabilmente ostili ad una UE davvero forte e coesa, tuttora bloccata dallo strapotere dei vari Stati nazionali...
    Perchè non si riesce a/vuole comprendere che oggi risulta necessaria la coesistenza di MOLTEPLICI LIVELLI di SOVRANITA': (quantomeno) da quello locale-regionale a quello statuale a quello continentale???
    Ora però la smetto di "predicare nel deserto", non prima di avere cmq. ringraziato Lumen x avere ospitato i piccoli commenti del sottoscritto in chiara contro-tendenza rispetto alla 'linea editoriale' del Blog su questi temi... Saluti

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