sabato 8 dicembre 2018

Il genio di Darwin – 11

(Dal libro “Perché non possiamo non dirci darwinisti” di Edoardo Boncinelli” – Undicesima ed ultima parte. Lumen)


<< Qualcuno potrebbe argomentare che anche la vita nel suo complesso (…) è un “habitus vivendi”, che va avanti sorretto, ma non determinato dalle informazioni genetiche ed è un impromptu che si rinnova ogni giorno: come dire un'improvvisazione programmata. Ci sono però delle differenze.

Lo stupore che coglie chi osserva la messa in scena della vita a partire dall'informazione genetica ha un certo numero di gradi, molto diversi fra di loro. Che un virus riesca a far fare alla cellula che lo ospita — sia essa batterica, vegetale o animale — quello a cui mira non desta una grande sorpresa: c'è un rapporto diretto fra le poche ma precise istruzioni genetiche portate dal virus e quello che accade alla cellula ospite dopo l'infezione da parte del virus.

Anche per un batterio il rapporto fra le sue istruzioni genetiche e la sua «vita» non si presenta così difficile da concepire. Via via che si sale la cosiddetta scala evolutiva le cose si complicano un po', ma ciò avviene per gradi, così che non c'è ragione di ipotizzare alcuna discontinuità nelle possibili spiegazioni.

Il segreto degli esseri viventi, che li differenzia da ogni oggetto inanimato ma anche da ogni altro processo o sistema dinamico, come un uragano o un'eruzione vulcanica, risiede nel fatto che in ciascuna delle loro cellule è contenuto un genoma, vale a dire una raccolta di istruzioni biologiche che ispirano e talvolta controllano le loro attività.

Ogni essere vivente possiede una doppia realtà, il suo corpo e il suo genoma. Una roccia è una roccia. Un organismo è un organismo più il suo genoma, in cui risiede l'identità di ogni particolare organismo, ma è chiaro che le istruzioni in esso contenute devono essere lette e applicate. Questo è il compito delle strutture biologiche, costituite prevalentemente di proteine, presenti nell'organismo stesso.

Occorre quindi un genoma in congiunzione con le strutture cellulari, come dire un libretto di istruzioni e qualcosa che lo legga, lo interpreti e lo attualizzi.

Anche le strutture cellulari sono state prodotte sulla scorta delle istruzioni di un genoma, appartenente allo stesso organismo o a quello che lo ha preceduto — anche il lettore è quindi figlio del libretto di istruzioni — ma le scale temporali sulle quali è scandita la loro vita sono diverse, molto diverse.

Le strutture cellulari nascono e scompaiono nel giro di ore o di giorni e «vedono» il genoma da cui derivano e che poi contribuiscono a interpretare come incredibilmente stabile e quasi eterno. Noi sappiamo che anche il genoma cambia nel tempo, cioè evolve, ma per far questo impiega decine e centinaia di migliaia di anni. Rispetto agli organismi delle varie generazioni è sostanzialmente eterno.

Forse tutta la vita sta in questo gioco di relazioni fra entità storiche di almeno due tipi diversi: il genoma che cambia solo molto lentamente e le strutture cellulari che hanno al contrario una vita effimera. Nessuna di queste due entità potrebbe esistere senza l'altra.

Dentro gli organismi sono presenti insomma i prodotti di due storie, parallele ma non indipendenti, che trasmettono continuità diverse e che si dipanano su scale temporali molto differenti. Da ciò deriva l'impressione di stabilità nella variazione, che è un po' la cifra del vivente. >>

EDOARDO BONCINELLI

2 commenti:

  1. Questa, come detto, è l'ultima puntata del mio (breve) estratto.
    Le 10 puntate precedenti sono state pubblicate una al mese, a partire da febbraio.
    Colgo nuovamente l'occasione per consigliare a tutti la lettura dell'intero libro.

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  2. << mi sembra ovvio che la vita PRECEDE il DNA. Le prime forme di vita non potevano essere cosi complesse >>

    Questo è abbastanza ovvio, anche se le indagini (meglio le ipotesi) su come è iniziata la vita sono abbastanza speculative.

    Per chi fosse interessato all'argomento, consiglio un testo piuttosto interessante di Paul Davies, che, pur essendo un fisico, si è approcciato all'argomento con eccellenti risultati.
    Il libro si intitola "Da dove viene la vita" e - a parte le mie riserve personali sull'autore - è molto ben scritto, chiaro ed approfondito.

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