venerdì 14 dicembre 2018

A qualcuno piace caldo - 2

Torno a parlare del riscaldamento globale causato dall’uomo, perché il problema diventa sempre più grave con il passare del tempo e, nonostante la buona volontà (quanto meno a parole) di molti Stati, appare sempre più difficile da affrontare e fermare.
I numeri dicono infatti che per la mitigazione del cambiamento climatico potrebbe già essere troppo tardi e che – se non ci riusciamo – diventerà sempre più difficile conservare almeno una parte del benessere raggiunto.
Il pezzo che segue, scritto da Dario Zampieri, è stato pubblicato dal sito Risorse Economia Ambiente.
LUMEN


<< L’8 ottobre 2018 è stato diffuso (…) il rapporto speciale IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) sul Riscaldamento Globale di 1,5°C. (…) Il rapporto deriva dall’esame di oltre 6000 articoli scientifici peer reviewed (verificati dai pari, cioè da altri scienziati) frutto del lavoro di migliaia di scienziati del clima e di revisione da parte dei governi di tutto il mondo.

Un riscaldamento planetario di [soli] 1,5°C rispetto al periodo pre-industriale – oggi siamo a circa +1°C globalmente, ma in alcune aree come l’Italia settentrionale siamo già a oltre il doppio – era stato l’auspicio con cui nel 2015 ben 195 governi avevano concluso il Trattato di Parigi, successivamente rimesso in discussione da alcuni, come il neopresidente del governo degli USA.

Il nuovo rapporto, passato abbastanza inosservato nei media italiani, è in realtà ciò che i giornali stranieri più autorevoli definiscono Last Call, l’Ultima Chiamata. Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiederebbe “rapide e lungimiranti” transizioni in molti settori quali suolo, energia, industria, edilizia, trasporti, e pianificazione urbana. Entro il 2030 le emissioni di anidride carbonica nette globali prodotte dall’attività umana dovrebbero diminuire di circa il 45% rispetto ai livelli del 2010, raggiungendo lo zero intorno al 2050.

Questi cambiamenti senza precedenti però non bastano. Nella seconda metà del secolo l’anidride carbonica già emessa dovrebbe essere rimossa dall’atmosfera, con tecnologie che per ora sono a livello sperimentale. Peccato che secondo alcuni autorevoli scienziati non potranno mai essere applicate alla necessaria scala planetaria.

Il nuovo rapporto dimostra con i numeri che abbiamo appena 12 anni per restare sotto i +1,5°C, altrimenti già dal 2030 entreremo nel target successivo di +2°C o forse più, che avrebbero effetti catastrofici sul pianeta ma soprattutto sulle infrastrutture costruite dall’uomo, cioè su quello che permette la cosiddetta civiltà.

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, in sintesi il problema climatico è questo: estraendo dal sottosuolo gli idrocarburi che si sono formati in molte decine di milioni di anni dalla trasformazione della materia organica intrappolata nei sedimenti e bruciandoli in poche decine di anni, l’umanità ha usato l’atmosfera come una vera e propria discarica, modificandone la composizione chimica. Ad oggi il tenore di anidride carbonica è di circa 410 parti per milione (varia leggermente con le stagioni), un valore che per cause naturali esisteva circa 3,5 milioni di anni fa.

Da misure dirette dell’aria contenuta nelle bolle dei ghiacci polari sappiamo che negli ultimi 800.000 anni il tenore non ha mai superato le 300 parti per milione, anche nei periodi interglaciali più caldi (oggi siamo in periodo interglaciale). Prima dell’era industriale era di circa 280 parti per milione. Il problema è che l’anidride carbonica è il principale gas serra, in grado di trattenere l’energia riflessa dalla Terra verso lo spazio.

Se i cambiamenti climatici sono sempre avvenuti anche prima della comparsa di homo sapiens, la novità è che la velocità con cui sta avvenendo il presente riscaldamento è da 1000 a 10.000 volte più elevata rispetto a quella dei cambiamenti geologici. Inoltre non c’erano sul pianeta 7,5 miliardi di umani con le loro esigenze in termini di consumo di energia, di cibo e di risorse.

Ogni settimana compaiono sulle principali riviste scientifiche mondiali articoli ‘peer reviewed’ che attribuiscono all’uomo la principale causa del presente cambiamento climatico e che mettono in guardia sulle terribili conseguenze che ne possono derivare se non interveniamo subito smettendo di usare i combustibili fossili. Non si può continuare a crescere in un pianeta finito. Bruciando i fossili abbiamo stretto un patto faustiano col diavolo. In cambio di tanta energia a buon mercato stiamo rendendo il pianeta incompatibile con la civiltà.

I numeri dicono che per la mitigazione del cambiamento climatico è oramai troppo tardi, non resta che prepararci all’adattamento ad un clima ostile al presente modello economico. Se vogliamo conservare almeno una parte del benessere raggiunto è necessario modificare il nostro stile di vita, ma subito, perché ogni ritardo nel cambiamento comporterà oneri aggiuntivi negli anni successivi.

Tuttavia l’adattamento non è una passeggiata, richiede risorse nonché scelte politiche precise e purtroppo dolorose, perché non esistono alternative all’uso dei fossili che permettano di mantenere il tenore di consumi attuale e che tutti auspicano invece di aumentare. Dalla pubblicazione del rapporto al Club di Roma “I Limiti dello sviluppo”, nel 1972, che si sta rivelando terribilmente esatto nelle previsioni, sappiamo razionalmente cosa bisogna fare. Ma non possiamo farlo ! >>

DARIO ZAMPIERI

9 commenti:

  1. L'articolo è inutile, certo, perchè contro il dominio economico dei fossili non c'è rimedio.
    Ma chi l'ha detto che si debbono pubblicare solo i post utili ?
    Per la mia mentalità (e per l'impostazione di questo blog) basta che siano interessanti.

    (P.S. - se l'espressione "persona ragionevole" era riferita a me, ti ringrazio. Per il seguito, invece, transeat: ognuno è responsabile delle proprie metafore).

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    1. Ma il COSA FARE non è difficile da individuare: si tratta semplicemente (semplicemnte ????) di dimezzare la popolazione mondiale.
      Se non lo si vuole, o non lo si può fare, non c'è nessuna vera alternativa.
      Ma qui, ovviamente, mi fermo, perchè non so se ridere o se piangere.

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  2. 'azz Lumen: sei folle, irragionevole, irrazionale e l'hai dimostrato. Il sor Lorenzo poteva aggiungere anche criminale visto che vuoi eliminare miliardi di persone. O ti auguri che la natura o una guerra nucleare riducano l'umanità di qualche miliardo. Non ti facevo così cattivo e crudele: forse dovrei toglierti il saluto. A proposito di proposte tanto auspicate da Lorenzo dai catastrofisti di professione: io sto aspettando sempre che faccia lui qualche proposta ragionevole, razionale, comprensibile, attuabile. Ma sembra che sia inutile perché siamo tutti scemi e vittime del lavaggio del cervello fattoci dalle Elite Apolidi Mondialiste che hanno studiato un piano a tavolino per abbrutirci e fregarci. Se non c'è più niente da fare piantamola lì, fiato e tempo sprecati, compreso questo messaggio. Ah, mi viene in mente una proposta che Lorenzo ha pur fatto: ci vuole la rivoluzione! Questa sì che è una proposta, anzi l'unica. Ma gli italioti e gli europei ormai abbrutiti dal piano criminale delle Elite Apolidi Mondialiste come possono fare la rivoluzione, smidollati e smartophonati come sono? O forse chissà la rivoluzione scoppia davvero nonostante tutto. È quel che sogna anche Toni Negri, sempre convinto comunista. Le masse di diseredati ci faranno vedere i sorci verdi, già li vediamo all'opera anche in Italia, è solo l'inizio. Come diceva Mao? "C'è una grande confusione sotto il cielo: buon indizio". Difatti si è visto.
    Una mia modesta proposta sarebbe di chiudere tutti i blog, bloccare Internet, non leggere più i giornali. Per disintossicarsi. E leggere qualche libro e cercare poi qualcuno con cui parlarne senza dargli subito dello scemo se non condivide in tutto e per tutto le tue idee. Oltretutto poi se lo tratti male quello scappa.
    Perché la gente apre un blog? Io non ho mai avuto questa idea. Trovo Facebook demenziale, infantile, ridicolo, anche le altre forme di comunicazione moderna, che so, Twitter o altro. È mai possibile che un presidente degli Stati Uniti e mannaggia anche Salvini stiano continuamente a cinguettare? Per forza devi dire delle scemenze ogni tanto che minano la tua autorevolezza. Sembra che anche papa Ratzinger sia stato tentato dalla rete, ma ha smesso subito. Segno d'intelligenza, direi (o forse la sua timidezza l'ha bloccato). Più parli a vanvera, più è alta la possibilità di dire cose banali o anche sceme. Anche Bergoglio dovrebbe capirla. Un'autorità agisce con discrezione. Non passa giorno che anche Mattarella non dica la sua. Forse il presenzialismo è una mania degli Italiani. Qui da noi i politici nessuno li caga e non li senti nemmeno (una fortuna che questi Svizzeri non abbiano nemmeno un presidente della repubblica).
    Allora Lumen, chiudiamo qui il discorso in pubblico - e lo continuiamo magari in privato?




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  3. Lorenzo, mi pare ormai evidente che abbiamo opinioni diverse, anche inconciliabili, su molte cose.
    Quindi, direi di seguire l’ottimo consiglio di Sergio e di finirla qui.

    Tu ovviamente sei libero, se ti fa piacere, di continuare a visitare il mio blog ed anche di commentare.
    Ma io mi riterrò altrettanto libero di non replicare.

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  4. @ Sergio

    Caro Sergio, mi sa che anche le rivoluzioni non sono più quelle di una volta. :-)
    C'è il rischio di ritrovarsi semplicemente con una nuova elite che sostituisce quella vecchia.
    Tanto rumore per nulla...

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  5. Premesso che l'Art. mi sembra non solo interessante ma forse anche utile, l'affermazione secondo cui "per la mitigazione del cambiamento climatico è ormai troppo tardi" appare un po' troppo drastica e fatalista: la maggior parte degli 'addetti ai lavori' (climatologi, meteorologi, ambientalisti seri, ecc.) tendenzialmente insiste SIA sull'importanza dell'adattamento al cambiamento climatico SIA su quella della mitigazione.
    Ottimo il richiamo finale al Rapporto 1972 su 'I limiti dello sviluppo', tuttora spesso ingiustamente ridicolizzato se non demonizzato.
    Saluti & Auguri (ne abbiamo bisogno...)

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    1. Non so dirti se è ormai troppo tardi o se c'è ancora speranza.
      Trattandosi di previsioni su eventi mai avvenuti prima nella storia dell'umanità, credo che non lo sappia nessuno,
      Penso che l'incognita maggiore non sia tanto sugli eventi che ci aspettano (o che aspettano i nostri figli) ma sulla loro intensità e, soprattutto, sui tempi.
      Ma la nostra è una specie ricca di ingegno e di inventiva e un po' di ottimismo, forse, ce lo possiamo ancora permettere.

      Ti ringrazio per gli auguri, che ricambio con molto piacere ed estendo a tutti gli amici del blog.
      Se mi passi la battuta, sono un de-natalista convinto, ma non anche un anti-Natalista (consumismo escluso).

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  6. Purtroppo anche la nuova edizione aggiornata de "I limiti dello sviluppo" (2004) porta lo stesso titolo della prima che è una traduzione sbagliata dell'originale, Limits to growth, dunque limiti della crescita. Nessuno può infatti negare l'opportunità e anche la necessità di uno sviluppo, altrimenti saremmo ancora all'età della pietra. Il problema è la crescita - economica e demografica. Economisti, politici, religiosi et al. non vedono alternative alla crescita economica e considerano stupidi o folli quelli che invitano non solo ad una decrescita felice, ma almeno a un ripensamento, a una pausa di riflessione, invece di questa "corsa verso il nulla" (titolo dell'ultimpa pubblicazione di Sartori. un libretto in cui riassume le sue posizioni molto pessimistiche sulle nostre sorti, come dice il titolo stesso).
    Insomma, sviluppo sì, crescita chissà. Si dice che se tutti gli attuali 8 miliardi circa di esseri umani adottassero lo stile di vita degli Americani o anche degli Europei (ricordo comunque che in Europa, anche nell'ottava potenza economica del pianeta che è l'Italia, c'è disoccupazione, povertà e miseria) avremmo bisogno di due o tre Terre. Non lo dico io, lo dicono gli esperti (o certi esperti che a me sembrano onesti e affidabili). Questi esperti sono smentiti da altri esperti che parlano dei cambiamenti climatici come di "bufala del secolo". A chi credere? C'è qualche motivo di credere ai primi, chi parla di bufala del secolo vuole assolutamente il BAU, vede addirittura la fine del mondo nell'arresto della crescita economica e demografica (lo stesso Draghi ha recentemente affermato la necessità di una crescita demografica per sostenere quella economica).
    La Cina ex comunista è diventata o sta per diventare la prima potenza economica del mondo coi suoi attuali 1,3 miliardi di consumatori. È ipotizzabile che India e Africa seguiranno a ruota, ormai tutti vogliono vivere bene o meglio, all'occdentale, e non solo non possiamo impedirglielo, ma non possiamo nemmeno criticarli per questo. I limiti a questa follia ovvero alla corsa verso il nulla dipendono attualmente dai problemi energetici (che Agobit si augura - per il bene dell'umanità! - di risolvere con la fusione nucleare). Fra parentesi, non dimentichiamo l'acqua, che alcuni chiamano l'oro blu, più preziosa del petrolio.
    Mi è sembrato di capire che questo discorsetto che invita alla cautela sia una manifestazione di "antiumanesimo" per Lorenzo.

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    1. << Purtroppo anche la nuova edizione aggiornata de "I limiti dello sviluppo" (2004) porta lo stesso titolo della prima che è una traduzione sbagliata dell'originale, Limits to growth, dunque limiti della crescita. >>

      La cosa strana è che si tratta di un errore abbastanza gratuito, in quanto in inglese esiste un termine ben preciso per indicare lo sviluppo, che è 'development'.
      Per cui tradurre 'growth' con una parola diversa da crescita non è giustificato da nulla.
      Ma ormai il titolo italiano è questo e non c'è più niente da fare.

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