mercoledì 25 ottobre 2017

Abbasso la squola - (2)

Torno a parlare dei problemi della scuola, perché il continuo degrado di quella italiana è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. 
Quali le cause ? Si tratta solo dell’incapacità dei nostri governanti o vi è dell’altro ? 
Quelle che seguono sono alcune considerazioni sull’argomento di Alberto Bagnai e di due lettori del suo blog. 
LUMEN
 

<< [Appare] evidente la volontà dei nostri governi, da quello dove si distinse Luigi Berlinguer in giù, di distruggere il nostro sistema di istruzione. 
I nostri politici si lamentano, con lacrime di coccodrillo, del fatto che i nostri giovani migliori sono costretti ad andare all'estero, ecc. 
A parte che chi li costringe sono loro, i politici, con le loro scelte dissennate, (…) il punto è che fra un po' giovani migliori non ce ne saranno più: un anno di istruzione superiore in meno, niente compiti a casa, presidi sceriffo e precariato diffuso, programmi infestati dalla propaganda (si inizia studiando l'identità europea!) e scritti dai pedagoghi dell'OCSE (…). 
Questa è una aggressione coordinata e continuativa a un modello che funzionava, perché insegnava a pensare, e perché portava i nostri studiosi in posizioni di eccellenza non solo scientifica, ma anche accademica in tutto il mondo. 
Perché la sinistra vuole distruggere la nostra cultura ? (…) 
Per gli stessi motivi per i quali è passata da una giusta, vibrante difesa dell'indipendenza nazionale, a una squallida, gesuitica subalternità a potenze straniere. 
Essere indipendenti significa in primo luogo pensare con la propria testa: e per poterlo fare, occorre essere avviati all'uso di quello strumento critico che il capitalismo massimamente teme: “il libro senza figure”. >> 
ALBERTO BAGNAI
 

<< Oggi su Amazon ho letto un commento di uno studente universitario, tale Rob, che recensiva un testo di storia che ha acquistato, indicatogli come testo di studio dal proprio professore. 
E leggendo ho capito. Ho finalmente capito l'insistenza di Alberto Bagnai sui " libri senza figure". 
Lo studente nella sua recensione ha assegnato un giudizio pessimo al testo d'esame soprattutto perché «E' quasi assente un qualsiasi tipo di aiuto mnemonico(riassunti, schemi, linee del tempo, esercizi)e le cartine sono poche e in toni di grigio (!)» (…). 
E ha ribadito che tale libro «come manuale è decisamente sconsigliabile (opinione condivisa da tutti gli studenti universitari con cui mi è capitato di parlarne)», ma che «il libro non è pensato come manuale, ma per come testo per lettori interessati alla materia» (…). 
Capite?! Non si tratta di un testo idoneo allo studio, dato che è scritto per lettori "interessati"!
Questi poveri ragazzi sono talmente abituati ai libri scolastici odierni, pieni zeppi di premasticati "aiuti mnemonici", che si abituano alla presenza di tali "aiuti". 
E senza tali "aiuti" fanno fatica ad approcciare un libro "senza figure".
Arrivano a considerare tali aggiunte un supporto INDISPENSABILE al "proprio" pensiero, non accorgendosi che di "proprio" nella loro testa rischia di non esserci più nulla.
Non si rendono conto di aver studiato per anni su riassunti, schemi, mappe, ecc. elaborati da altre teste, non dalla propria. 
Infatti i riassunti, gli schemi, le mappe concettuali già a disposizione, oltre ad effettuare una selezione del materiale secondo i criteri di chi li crea, inibiscono la capacità di ragionare con la propria testa, proprio perché esternalizzano il pensiero, e quindi dispensano dallo scegliere ciò che è importante ricordare e collegare. 
Senza individuare autonomamente i concetti chiave, senza evidenziare da sé le relazioni che li legano, e quindi senza produrre in proprio i supporti alla memorizzazione (ed alla comprensione), il pensiero critico, semplicemente, non c'è. >> 
(COMMENTO)
 

<< Nei secoli passati, la classe lavoratrice ha lottato, faticato, sudato, ..., è morta, per dare ai propri figli la possibilità di istruirsi e di scegliere il proprio percorso di vita. 
Oggi, quella stessa classe lavoratrice lotta solo per una cosa: essere promossi e avere il titolo. Faticando il meno possibile. 
Su Facebook ci sono gruppi come "Basta compiti" (fondato da un preside scolastico!). 
Molti plaudono alla riduzione di un anno scolastico alle Superiori, cioè, praticamente alla fortissima riduzione di un servizio pubblico (offerto alle classi più deboli, perché chi può pagare, la scuola buona - e non la "buona scuola" - ce l'ha). 
Se si legge di un professore punito perché ha rimproverato un alunno per un comportamento gravemente scorretto o perché ha messo voti «troppo bassi», tutti sono lì a gioire. 
L'importante è colpire l'insegnante, cioè la scuola, cioè l'istruzione. In fondo, a scuola ci si deve andare per divertirsi. 
Io ho avuto una preside che ci rimproverava continuamente - urlando e sbraitando - perché usavamo i libri di testo! 
Niente più lezioni! I ragazzi devono divertirsi! Lezioni capovolte, brainstorming, ecc. E così via.
Insomma, anche in questo campo la classe dominante sta vincendo. E questo sta avvenendo con il supporto ed il consenso dei lavoratori. 
Così, come avviene per l'eurismo, il jobs act, ecc. 
Ogni volta che si toglie un diritto, politici, media, tv, ecc., riescono a far passare la cosa come un miglioramento, un regalo. E i lavoratori purtroppo ci cascano. >> 
(COMMENTO)

4 commenti:

  1. Mah! La scuola serve davvero, è un diritto (all'istruzione)? Io non ho dei bei ricordi della scuola (anni Cinquanta e inizio Sessanta).
    Tutti dovevamo andare a scuola che era anche tanta noia, persino terrore (dell'interrogazione in classe). Tanti insegnanti noiosi, severi ma poco o non più motivati dopo una vita da insegnanti. C'erano è vero anche insegnanti bravi di cui serbo un grato ricordo, ma nel complesso! Oggi poi coi mezzi didattici a disposizione si potrebbe anche fare a meno di andare a scuola che serve forse più che altro per socializzare, stare insieme. E condividevo piuttosto l'idea di Ivan Illich della necessità di "descolarizzare" la società. Sembra invece che la scuola abbia ancora una funzione d'indottrinamento (a dir la verità l'ha sempre avuta, anche la scuola "seria" anni Cinquanta - il senso del dovere, la patria, la fatica, l'autorità ecc.).
    Non credo, non penso che tagliare gli studi di un anno sia un fatto gravissimo, persino fatale. Se negli altri anni si lavora bene, s'impara qualcosa, non è un anno in meno quello tagliato,
    ma forse è guadagnato per fare cose più sensate.

    Libri con figure: a me piacciono. I libri scolastici di una volta, senza figure, erano anche tristi. Si diceva che una persona intelligente non aveva bisogno del libro illustrato. Ma è anche per questo che forse non abbiamo amato certe materie. Io ancora oggi sono sorpreso, ammirato e lieto di scoprire tante bellissime opere che non avevo mai visto. Le illustrazioni - le figure - non aiutano soltanto, sono forse anche necessarie, un supporto da non disprezzare affatto.

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  2. << Le illustrazioni - le figure - non aiutano soltanto, sono forse anche necessarie, un supporto da non disprezzare affatto. >>

    Questo è vero, non lo nego.
    Oltretutto le figure ed i prespetti stimolano la c.d. memoria visiva, che ha un'importanza notevole nella conservazione dei ricordi e quindi, nel caso di specie, delle nozioni.
    Però, non si puà negare che finiscano per ridurre la capacità di rielaborare in modo autonomo i concetti appresi.
    Si tratta, in sostanza, di una specie di "pappa fatta", con tutti i pro ed i contro che questo comporta.

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    1. "Però, non si puà negare che finiscano per ridurre la capacità di rielaborare in modo autonomo i concetti appresi."

      Io invece lo negherei proprio, non vedo il nesso. Esiste una rielaborazione visiva che non e' certo meno potente di quella verbale, anzi! E nelle scienze matematiche, fisiche e naturali e' f o n d a m e n t a l e.

      "Si tratta, in sostanza, di una specie di "pappa fatta""

      Perche' il testo invece? La lingua serve apposta per mentire da ben prima delle "figure". Poi che chi eccelle nel mentire nel testo si opponga alle figure, e' normale, e umano. Ognuno magnifica la propria merce. Per confermare cio' che dice Sergio sopra, la scuola moderna, anzi la scuola tout court, visto che prima non esisteva, e' nata apposta per indottrinare e inquadrare il ligio cittadino, contemporaneamente inducendolo alla competizione con i suoi simili per il raggiungimento di obiettivi sempre piu' in alto: la "crescita" attraverso la competizione... da questo punto di vista il massimo lo raggiungono oggi le scuole americane, con la loro spietata competitivita', in cui si arriva al punto di adottare apertamente il ranking (la classifica) invece del voto, per cui i peggiori della classe vengono comunque respinti, anche fossero tutti dei geni (come nella vita civile di quel paese, del resto). Nelle grandi universita' si impasticcano piu' di un eroinomane all'ultimo stadio, per arrivare primi.

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    2. << Perche' il testo invece? La lingua serve apposta per mentire da ben prima delle "figure". >>

      Mah, può essere.
      Io ricordo però che la Chiesa cattolica decise scientemente - riuscendoci per molto tempo - di scoraggiare in massimo grado la LETTURA da parte dei fedeli dei libri sacri (tutti senza figure, guarda un po').
      I quali fedeli dovevano invece accontentarsi o delle voci del pulpito (con i loro brani accuratamente scelti) o delle tantissime immagini che colpivano i loro occhi in tutti i luoghi sacri o anche solo pubblici.

      Certo, questa scelta ci ha dato i capolavori della pittura che tutti conosciamo, ma la scelta ideologica (la pura immagine in luogo di un testo da approfondire) era evidente, così come le sue motivazioni.

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