martedì 15 agosto 2017

Tengo famiglia

LUMEN – Abbiamo oggi qui con noi, tanto nomini, Papa PIO X, che ringraziamo per la sua cortesia.
PIO X – Pace e bene a tutti.
 
LUMEN - Santità, voi siete passato alla storia, tra le altre cose, anche per il famoso “Giuramento antimodernista” elaborato ed emanato nel 1910 per tenere sotto controllo le elités culturali dell’epoca. 
PIO X – Sì, è vero, e ne sono molto orgoglioso. E’ stato un provvedimento indispensabile, che ci ha dato tante soddisfazioni.
 
LUMEN – Voi sapete però che molti effettuavano il giuramento per compiacenza, ma senza esserne assolutamente convinti ? 
PIO X – Non mi risulta proprio. Sembravano tutti molto consapevoli e coinvolti nella loro decisione.
 
LUMEN – Sembravano, appunto. Ma in cuor loro la pensavano in modo molto diverso ed accettavano il testo ufficiale solo perché non potevano farne a meno. 
PIO X – Ma non è possibile ! Non ci posso credere.
 
LUMEN – Lo immagino. Se volete vi posso riportare il testo alternativo che molte persone recitavano in cuor loro. 
PIO X – Beh sì, sono curioso.
 
LUMEN – Allora cominciate voi con il testo ufficiale ed io vi seguo con l’altro.
 
PIO X - Io N.N. fermamente accetto e credo in tutte e in ciascuna delle verità definite, affermate e dichiarate dal magistero infallibile della Chiesa, soprattutto quei principi dottrinali che contraddicono direttamente gli errori del tempo presente. 
LUMEN – «Io N.N. fermamente credo che sia pericoloso contestare le verità definite, affermate e dichiarate dal magistero della Chiesa, soprattutto in quei principi dottrinali che contraddicono le conquiste del tempo presente.»
 
PIO X - Primo: credo che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza e può anche essere dimostrato con i lumi della ragione naturale nelle opere da lui compiute, cioè nelle creature visibili, come causa dai suoi effetti. 
LUMEN - «Primo: credo che Dio, se anche esiste, non può essere conosciuto con certezza e non può essere dimostrato con i lumi della ragione naturale.»
 
PIO X - Secondo: ammetto e riconosco le prove esteriori della rivelazione, cioè gli interventi divini, e soprattutto i miracoli e le profezie, come segni certissimi dell'origine soprannaturale della religione cristiana, e li ritengo perfettamente adatti a tutti gli uomini di tutti i tempi, compreso quello in cui viviamo. 
LUMEN – «Secondo: non riconosco come valide le prove esteriori della rivelazione, cioè gli interventi divini, i miracoli e le profezie, che ritengo adatti solo agli uomini più ignoranti dei tempi antichi.»
 
PIO X - Terzo: con la stessa fede incrollabile credo che la Chiesa, custode e maestra del verbo rivelato, è stata istituita immediatamente e direttamente da Cristo stesso vero e storico mentre viveva fra noi, e che è stata edificata su Pietro, capo della gerarchia ecclesiastica, e sui suoi successori attraverso i secoli. 
LUMEN - «Terzo: sono consapevole che la Chiesa, custode del verbo rivelato, non è stata istituita direttamente dal Cristo storico, mentre viveva fra noi, e che solo per una finzione appare edificata su Pietro, capo ideale della gerarchia ecclesiastica.»
 
PIO X - Quarto: accolgo sinceramente la dottrina della fede trasmessa a noi dagli apostoli tramite i padri ortodossi, sempre con lo stesso senso e uguale contenuto, e respingo del tutto la, fantasiosa eresia dell'evoluzione dei dogmi da un significato all'altro, diverso da quello che prima la Chiesa professava; condanno similmente ogni errore che pretende sostituire il deposito divino, affidato da Cristo alla Chiesa perché lo custodisse fedelmente, con una ipotesi filosofica o una creazione della coscienza che si è andata lentamente formando mediante sforzi umani e continua a perfezionarsi con un progresso indefinito. 
LUMEN - «Quarto: respingo la dottrina secondo cui la fede è stata trasmessa a noi dai padri apostoli tramite i padri ortodossi, sempre con lo stesso senso e uguale contenuto, essendo evidente l'evoluzione dei dogmi da un significato all'altro, diverso da quello che prima la Chiesa professava.»
 
PIO X - Quinto: sono assolutamente convinto e sinceramente dichiaro che la fede non è un cieco sentimento religioso che emerge dall'oscurità del subcosciente per impulso del cuore e inclinazione della volontà moralmente educata, ma un vero assenso dell'intelletto a una verità ricevuta dal di fuori con la predicazione, per il quale, fiduciosi nella sua autorità supremamente verace, noi crediamo tutto quello che il Dio personale, creatore e signore nostro, ha detto, attestato e rivelato. 
LUMEN - «Quinto: sono assolutamente convinto che la fede cattolica è un cieco sentimento religioso che emerge dall’ignoranza e da una volontà malamente educata, per le false verità ricevute con la predicazione.»
 
PIO X - Mi sottometto anche con il dovuto rispetto e di tutto cuore aderisco a tutte le condanne, dichiarazioni e prescrizioni dell'enciclica ‘Pascendi’ e del decreto ‘Lamentabili’, particolarmente circa la cosiddetta storia dei dogmi. 
LUMEN - «Mi sottometto formalmente, per quanto possa servire, a tutte le condanne, dichiarazioni e prescrizioni dell'enciclica ‘Pascendi’ e del decreto ‘Lamentabili’, qualunque cosa dicano, visto che non le ho mai lette.»
 
PIO X - Riprovo altresì l'errore di chi sostiene che la fede proposta dalla Chiesa può essere contraria alla storia, e che i dogmi cattolici, nel senso che oggi viene loro attribuito, sono inconciliabili con le reali origini della religione cristiana. 
LUMEN – «Sono consapevole che la fede proposta dalla Chiesa è contraria alla storia, e che i dogmi cattolici, nel senso che oggi viene loro attribuito, sono inconciliabili con le reali origini della religione cristiana.»
 
PIO X - Disapprovo pure e respingo l'opinione di chi pensa che l'uomo cristiano più istruito si riveste della doppia personalità del credente e dello storico, come se allo storico fosse lecito difendere tesi che contraddicono alla fede del credente o fissare delle premesse dalle quali si conclude che i dogmi sono falsi o dubbi, purché non siano positivamente negati. 
LUMEN - «Respingo l'opinione che l'uomo cristiano più istruito possa rivestirsi della doppia personalità del credente e dello storico, in quanto allo storico deve essere lecito proporre e difendere tesi che contraddicono alla fede del credente.»
 
PIO X - Condanno parimenti quel sistema di giudicare e di interpretare la sacra Scrittura che, disdegnando la tradizione della Chiesa, l'analogia della fede e le norme della Sede apostolica, ricorre al metodo dei razionalisti e con non minore disinvoltura che audacia applica la critica testuale come regola unica e suprema. 
LUMEN - «Apprezzo quel sistema di giudicare e di interpretare la sacra Scrittura che, disdegnando la tradizione della Chiesa, ricorre al metodo dei razionalisti ed applica la critica testuale come regola unica e suprema.»
 
PIO X - Rifiuto inoltre la sentenza di chi ritiene che l'insegnamento di discipline storico-teologiche o chi ne tratta per iscritto deve inizialmente prescindere da ogni idea preconcetta sia sull'origine soprannaturale della tradizione cattolica sia dell'aiuto promesso da Dio per la perenne salvaguardia delle singole verità rivelate, e poi interpretare i testi patristici solo su basi scientifiche, estromettendo ogni autorità religiosa e con la stessa autonomia critica ammessa per l'esame di qualsiasi altro documento profano. 
LUMEN – «Sono convinto che l'insegnamento di discipline storico-teologiche deve prescindere da ogni idea preconcetta della tradizione cattolica, ma interpretare i testi patristici solo su basi scientifiche, estromettendo ogni autorità religiosa, con la stessa autonomia critica ammessa per l'esame di qualsiasi altro documento profano.»
 
PIO X - Mi dichiaro infine del tutto estraneo ad ogni errore dei modernisti, secondo cui nella sacra tradizione non c'è niente di divino o peggio ancora lo ammettono ma in senso panteistico, riducendolo ad un evento puro e semplice analogo a quelli ricorrenti nella storia, per cui gli uomini con il proprio impegno, l'abilità e l'ingegno prolungano nelle età posteriori la scuola inaugurata da Cristo e dagli apostoli. 
LUMEN - «Mi dichiaro del tutto d’accordo con i modernisti, secondo cui nella sacra tradizione non c'è niente di divino.»
 
PIO X - Mantengo pertanto e fino all'ultimo respiro manterrò la fede dei padri nel carisma certo della verità, che è stato, è e sempre sarà nella successione dell'episcopato agli apostoli, non perché si assuma quel che sembra migliore e più consono alla cultura propria e particolare di ogni epoca, ma perché la verità assoluta e immutabile predicata in principio dagli apostoli non sia mai creduta in modo diverso né in altro modo intesa. 
LUMEN - «Mantengo pertanto fede nella forza della verità, assumendo quella che sembra migliore e più consona alla cultura propria e particolare di ogni epoca, perché la verità assoluta ed immutabile predicata in principio dagli apostoli, non potendo essere creduta in modo diverso, è del tutto inaffidabile.»
 
PIO X - Mi impegno ad osservare tutto questo fedelmente, integralmente e sinceramente e di custodirlo inviolabilmente senza mai discostarmene né nell'insegnamento né in nessun genere di discorsi o di scritti. 
LUMEN - «Mi impegno ad osservare tutte queste regole pubblicamente, ma non sinceramente, senza mai discostarmene né nell'insegnamento né in nessun genere di discorsi o di scritti, ove possano recarmi danno.»
 
PIO X - Così prometto, così giuro, così mi aiutino Dio e questi santi Vangeli di Dio. LUMEN – «Così prometto a voce, e formalmente giuro, basta che facciamo in fretta, perché tengo famiglia e non posso permettermi di perdere lo stipendio per quattro sciocchezze dottrinali.»
 
PIO X – Oh, cielo ! Ma io non immaginavo una cosa simile ! 
LUMEN – Che volete, santità ? I papi saranno anche infallibili, ma vivono la chiesa dall’interno, in una specie di nicchia dorata, e ci sono un mucchio di cose del mondo esterno che non conoscono.

31 commenti:

  1. Sapevo che Pio X era un gran reazionario, ma non fino a questo punto: non avevo mai letto gli enunciati di questo papa che però mi sembra più cattolico di Bergoglio. Le parole di papa Sarto poteva ancora sottoscriverle l'ultimo vero papa di una certa levatura, Pio XII. Dopo c'è stato il boom economico, il divorzio, la pillola, il '68, la Cinquecento ecc. che hanno distrutto definitivamente la fede in Europa. Wojtyla e Ratzinger erano ancora sartiani e pacelliani , ma quelle parole non le hanno più ripetute (a dir la verità il Nuovo Catechismo sotto la supervisione di Ratzinger confermava ancora la concezione di Pio X e in fondo della bimillenaria tradizione cattolica). Ma ormai sono cose improponibili, per questo Bergoglio si è buttato a sinistra, non ci parla più della vita eterna, ma insiste sull'accoglienza, anche su consiglio di un filosofo americano: la Chiesa [per sopravvivere] deve fare politica.

    Un aneddotto personale. A dieci anni le suore del don Guanella a Genova mi misero le mani addosso e mi ritrovai nella sezione Pio X fondata da un dinamico prete, don Cuneo, di cui noi eravamo i cocchi in quanto predestinati al seminario inferiore di Genova, regnante il bi-trombato cardinale Giuseppe Siri (mancò due volte la tiara, ma aveva un aplomb ammirevole: lo rivedo durante le cerimonie in San Lorenzo, mamma mia che impressione). E ricordo anche il momento della "cannonizzazione" di Pio X trasmessa allora per radio (il mago Zurlì non era ancora entrato in scena).

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    1. Pardon, furone le suore del Santa Marta in cui fui rinchiuso dopo il don Guanella. Il don Guanella non esiste più, il Santa Marta invece c'è ancora ed è diventata una scuola moderna al passo coi tempi.

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  2. Se volete sentire PioX "dal vivo", ecco qua dal minuto 15 in poi una registrazione storica, che necessita di sottotitolazione, perche' evidentemente non conosceva bene l'italiano (ma interessante anche il resto):

    https://www.youtube.com/watch?v=5Iw-GaudomM

    Pio X e' noto per essere stato l'ultimo papa ad aver sostenuto l'opportunita' di tenere quanto piu' possibile nell'ignoranza il popolo, cosi' da mantenerlo incapace di fare il male coscientemente, ovvero mantenerlo "puro" (il male fatto nell'ignoranza e nella buona fede non e' peccato).

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  3. Sono andato a leggermi la voce Enciclica su Wikipedia. Impressionante il numero delle encicliche solo dal 1740 ad oggi:
    Benedetto XIV (papa Lambertini, il papa colto e corrispondente di Voltaire) 31, Pio IX 42, Leone XIII addirittura 86, Pio X pure lui non scherza. Poche, anzi pochissime le encicliche degli ultimi tre papi: si vede che il genere ha ormai esaurito la sua funzione, non tira più. Chissà se c'è qualcuno che se le è lette tutte, almeno dal 1740 in poi, non per masochismo ma per una tesi di laurea (poveretto). Di non poche encicliche si conoscono i suggestivi titoli: Mirari vos (Gregorio XVI), Rerum novarum (Leone XIII), Pascendi Dominici Gregis (Pio X) ecc. Ce n'è pure una in italiano contro la massoneria (Napolitano sorriderà: altri tempi), poi la famosa Mit brennender Sorge di Pio XI contro il nazismo (Con bruciante preoccupazione).
    Cosa resta di tutto questo, a chi interessano (a parte gli studiosi, gli storici), cosa è ancora fruibile umanamente parlando? Probabilmene ben poco o niente. E lo diciamo senza averle naturalmente lette, estrapolando dalle poche cose che abbiamo sentito e letto, anche in questa "intervista" al buon parroco di campagna Giuseppe Sarto, divenuto suo malgrado (si dice) papa.
    Lo stesso, caro Lumen, ho scaricato dal sito vaticano la Pascendi e le darò almeno un'occhiata (è un testo molto lungo). Sicuramente è un testo surreale e magari proprio per questo se non altro divertente. Ma dicono gli esperti che si deve "contestualizzare" per capire e apprezzare certe cose apparentemente fuori del mondo. Certo che se devi contestualizzare tutto buona notte, non se ne esce più. Invece cose vecchie di duemila anni sono - o almeno ci appaiono - immediatamente fruibili, comprensibili e anche utili (per es. certi classici latini).

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    1. << Ma dicono gli esperti che si deve "contestualizzare" per capire e apprezzare certe cose apparentemente fuori del mondo. >>

      Caro Sergio, certo che bisogna contestualizzare.
      Non si possono capire gli eventi storici (e culturali, artistici, religiosi, ecc.) senza contestualizzare.
      Il guaio è che lor signori hanno sempre affermato il contrario: noi abbiamo la verità vera, eterna ed assoluta; non può mai esserci nulla da modificare.

      Poi ovviamente attualizzavano anche loro, eccome se attualizzavano, ma solo quando proprio non potevano più farne a meno, e cercando di far credere - furbescamente - che nulla cambiava.
      Dei veri maestri, in questo.

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    2. Hanno eliminato il limbo, dell'inferno non osano più parlare perché se ne vergognano, stanno mettendo la sordina persino alla Trinità perché non ebrei e islam non sono d'accordo, non la capiscono e non l'accettano (un Dio trifronte?). Pio X mai sarebbe sceso a compromessi sulla comunione ai divorziati, se un cattolico l'avrebbe proposta (ma all'epoca non ci arrivava nemmeno Fogazzaro) sarebbe stato scomunicato. Hanno demonizzato per due millenni la sessualità, adesso sdoganano anche la sodomia nonostante esplicite condanne nei libri sacri (VT - Sodoma e Gomorra insegna - e S. Paolo nel NT).

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    3. ... perché ebrei e islam ...

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  4. Caro Lumen,

    sai cosa? Tu sei "ancora" cattolico, come il sottoscritto del resto. Altrimenti non ci proporresti le elucubrazioni di Pio X sulle quali ironizzi. È che una volta cattolici si resta cattolici, non c'è niente da fare. Naturalmente non lo siamo più come da ragazzi, però ci hanno marchiato. La cosa ci scoccia un po', per questo siamo sempre almeno un tantino anticlericali, a corrente alternata. Qualcuno riesce ad emanciparsi completamente, a cambiare pelle - e non ci pensa più. Invece noi continuiamo a rodere ...

    Il parroco di campagna, che aveva comunque già assunto il titolo di "Patriarca di Venezia", una volta papa sfoderò gli artigli e fece la faccia feroce contro i modernisti, tra cui anche sacerdoti come il povero Ernesto Buonaiuti. Ho letto da qualche parte che Pio X fece spiare i governanti italiani per verificare la loro pratica dei sacramenti ...
    Da bambino la "delegata diocesana" del cardinale Siri che veniva ogni tanto a trovarci salutava con un "Sia lodato Gesù Cristo" e noi rispondevamo: Sempre sia lodato.
    A proposito. Il mio più grande successo teatrale lo debbo a uno sketch provato e riprovato cento volte con la delegata diocesana. Interpretavo Pio X ed ero vestito da papa, alla fine impartivo pure la benedizione. Un successone, se ne venne giù il teatro dagli applausi. Purtroppo in seguito non ho bissato quel successo ... Avevo pure una foto che purtroppo un parente mi ha fregato.

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  5. Siccome qui si parla di Pio X potrà interessare sapere chi fossero e cosa volessero i modernisti condannati dal papa:

    " ... sedicenti “vescovi” e “cardinali” che gli [Bergoglio] gravitano intorno e che lavorano, con Bergoglio stesso, per la costituzione di una religione universale, come alcuni di essi già sostengono pubblicamente (v. falso ecumenismo, cf. Mortalium Animos, Pio XI).

    Per i meno avvezzi alla materia, si deve ricordare che il modernismo (clicca qui), “dottrina” che tali soggetti insegnano al posto del cattolicesimo, è “sintesi di tutte le eresie” (cf. Pascendi Dominici Gregis, san Pio X), perché vorrebbe, con precise tattiche indottrinanti, fra filosofeggiamenti, raggiri demagogici e sofismi assortiti (cf. Humani Generis, Pio XII), sostituire nelle cattedre l’insegnamento della vera dottrina cattolica con un simulacro più appetibile all’uomo contemporaneo, fraccomodo e tuttologo (cf. verificare le condanne presenti nel Sillabo e nella Quanta Cura, Pio IX). Come? Rimaneggiando, con abili “lavori di sartoria”, il dogma in chiave moderna e funzionale ai “confort della carne”, con punte di relativismo e di illogicità che farebbero impallidire anche un eretico mediamente acculturato (v. Immutabilità del dogma; cf. Dei Filius, Pio IX)."

    (dal sito cattolico Radio Spada)

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    1. Postilla

      Fraccomodo? Non avevo mai sentito questa parola. Su Wikipedia trovo:

      "FRACCOMODO (frac-co-mo-do; pron. frakkòmodo ) agg. : letteralmente : molto più che comodo; di persona che risparmia ogni gesto e ogni movimento inutile; però, a differenza di quelle persone che non vogliono fare un cazzo, il fraccomodo svolge diverse attività nella sua vita quotidiana ma con estrema calma e con una grande economia del movimento."

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    2. Sulla scia di "petaloso" alcuni hanno proposto alla Crusca di accogliere fraccomodo nel lessico della lingua italiana. Non conosco gli esiti di questa proposta. E che fine ha fatto petaloso? Petaloso fu l'invenzione di un ragazzino subito raccolta e diffusa in mondovisione dall'insegnante e da altri scemi.

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    3. Cercando lumi su radio spada, vedo sulla voce:
      https://it.wikipedia.org/wiki/Cattolici_tradizionalisti
      che i lefevriani (che credo siano stati anche interdetti e abbiano rischiato la scomunica) si richiamano proprio a PIO X, cosi' come altri che rifiutano le aperture del concilio vaticano II.
      Comunque ragazzi, il mondo e' pieno di pazzi fissati in vario grado e misura, ci sono persino quelli delle "scie chimiche" (io ne conosco personalmente, sono proprio dei casi psichiatrici, paranoici che si limitano alle parole senza passare ai fatti, quindi _relativamente_ non pericolosi).
      Questo grande cervello che ci ritroviamo, con le sue capacita' di spaziare ovunque immaginando di tutto, e' un'arma a doppio taglio.
      Se non erro circa il 10 per cento della popolazione ha il meccanismo della comprensione del rapporto causa-effetto inceppato a livelli da vera e propria paranoia mentale maniacale e psichiatrica, solo che per la maggior parte di questi casi non si traduce in pericolo grave e diretto per la societa'. Ci sono stati anche grandi uomini che erano pazzi in questo senso, e la cui paranoia magari ha spinto per caso a comportamenti che poi sono stati considerati eroici, grandi, o disastrosi.
      Eppoi chissa', puo' darsi che questo tentativo di porre al centro una tradizione immobile e indiscutibile sia proprio un tentativo di fissare dei paletti in modo da sfuggire all'insania mentale dettata dalla paura di un mondo visto come assurdo, incomprensibile e ostile, col solo risultato di sprofondarne comunque, seppure dal lato opposto.

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    4. Proprio ieri, sull'introduzione a un libro di lettere di Feynman, leggevo:

      "Il prezzo da pagare, per chi rifiuta le facili risposte e il puntello dell'autorita', e' la disponibilita' a tollerare l'ambiguita' e ad accettare la propria ignoranza. Questo non turbava Feynman: "Posso vivere nel dubbio e nell'incertezza. Penso sia molto piu' interessante vivere senza sapere che avere delle risposte che potrebbero essere sbagliate".
      Una volta defini' la scienza come la fede nell'ignoranza degli esperti."

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    5. @ Sergio

      Una considerazione molto acuta di Giordano Bruno Guerri sulle difficoltà della Chiesa di Pio X di fronte al modernismo, che condannavano con forza, ma da cui erano inevitabilmente travolti:

      << Quel clero, ormai, non era più all'altezza
      del suo compito.
      Se, fino al Settecento, la Chiesa aveva quasi
      avuto il monopolio della cultura, e il parroco era spesso l'unica persona capace di leggere in un paese, ora la situazione si era rovesciata.
      Il parroco non era quasi mai all'altezza culturale del medico, del sindaco, del bibliotecario, degli insegnanti: la sua educazione antillumista, antiscientista, antimodernista lo aveva
      lasciato in un mondo che non esisteva più. >>

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    6. @ Diaz

      Molto bella la frase di Feynman, un fisico tra i più grandi del novecento.
      Si parva licet, potrei quasi farla mia.

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    7. "la sua educazione antillumista, antiscientista, antimodernista lo aveva
      lasciato in un mondo che non esisteva più"

      L'ironia della faccenda e' che oggi le stesse parole si possono dire di molti che credono di essere l'avanguardia illuminista, scientista e modernista del sapere, e ultimo baluardo contro la fine del mondo, che quanto immensamente lontani sono dal pensare che "la scienza si puo' considerare come la fede nell'ignoranza degli esperti (feynman)"

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  6. Elegante esempio di 'doppia verità': teoria/pratica la cui responsabilità non può essere addossata al solo Averroè... Ad es., a causa del prevalere della Controriforma cattolica il grande G.Galilei dovette compiere formale abiura dal Copernicanesimo (con il medesimo spirito con cui gli adepti del Modernismo prestarono giuramento antimodernista, almeno secondo la lettura offerta nel post...) e negli Stati italiani il Pensiero scientifico, tranne luminose ma sparute eccezioni, finì in soffitta per quasi due secoli, ossia fino a Galvani e a Volta! Del resto, quest'ultimo attentato terroristico in terra spagnola costituisce l'ennesima testimonianza di quanto "efficace" possa essere l'indottrinamento ideologico-politico-religioso...

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  7. << negli Stati italiani il Pensiero scientifico, tranne luminose ma sparute eccezioni, finì in soffitta per quasi due secoli >>

    E le conseguenze, a mio avviso, si avvertono ancora oggi.
    D'altra parte, il pensiero religioso ti da già il punto di arrivo e tutte le risposte: non c'è motivo di spremere il cervello per cervare (faticosamente) cose nuove.

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  8. "Le conseguenze (...) si avvertono ancora oggi"

    Senza dubbio: basti pensare alle recenti polemiche sulle vaccinazioni o al proliferare di oroscopi, maghi e cartomanti...

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  9. "Voi sapete però che molti effettuavano il giuramento per compiacenza, ma senza esserne assolutamente convinti?"
    "Non mi risulta proprio. Sembravano tutti molto consapevoli"

    Sinceramente credo che non gliene fregasse proprio nulla della "convinzione", cio' che gli importava era la sottomissione (cosa peraltro che mi sembra dichiarata piuttosto esplicitamente in varie parti della formula del giuramento - fra l'altro il significato letterale di islam se non erro e' proprio "sottomissione", ma lo stesso piegarsi, fin nelle inezie, e' sempre piu' richiesto anche in ogni stato laico moderno organizzato, tanto da portare ad una sostanziale convergenza di ogni forma di potere).

    Questo giuramento quindi era una pura e semplice prova di sottomissione al potere degli "ufficiali" e "sottufficiali" di questo esercito, che per chi sta in alto e' il problema numero 1, specie nella complessa e stratificata societa' dell'era moderna, quella in cui viviamo, che era gia' sviluppata ai tempi di PIO X.

    Fra l'altro, all'aumentare vertiginoso della complessita' dei giorni nostri, stiamo vivendo un periodo dello stesso genere, di sottolineatura della necessita' di piegarsi all'arroganza del potere fin nelle inezia, che e' lo stesso una prova di ubbidiente sottomissione (l'accentuato giustizialismo del potere alternativo proposto dal grillismo ne' e' un sintomo, e un simbolo), solo che non e' piu' la chiesa al comando, e' la struttura istituzionale e burocratica della democrazia, che i demagoghi definiscono "popolo".

    E' interessante questo video sull'ipotesi di quale sia la struttura sottostante di ogni forma di potere organizzato:
    https://www.youtube.com/watch?v=rStL7niR7gs
    (ha i sottotitoli in italiano)

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  10. << Sinceramente credo che non gliene fregasse proprio nulla della "convinzione", cio' che gli importava era la sottomissione >>

    Lo penso anche io.
    Ed infatti il mio tentativo di satira è più goliardico che corrosivo.
    D'altra parte, il testo del giuramento mi sembrava così "perfetto" nella sua funzione di sottomissione formale, che non ho saputo resistere all'idea della doppia lettura.

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  11. << fra l'altro il significato letterale di islam se non erro e' proprio "sottomissione" >>

    Esattamente, ma qui mi sembra che le elites religiose facciano molto più sul serio: nel senso che chiedono ai fedeli (ed in genere ottengono) una sottomissione totale e convinta.
    Per cui ho l'impressione che l'eventuale doppia morale (a cui siamo abituati noi), se scoperta, verrebbe punita molto duramente.

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    1. Esattamente come nella russia sovietica del socialismo scientifico, en passant, anche li' si pretendeva, eventualmente attraverso la rieducazione coatta, la piena adesione convinta.

      Ricordo vagamente, ma potrebbe trattarsi di un falso ricordo, che qualche gerarca nazista a norimberga (al processo) deve aver provato a difendersi dall'accusa di sterminio dei dissenzienti dicendo che sarebbe stato molto meno umano cercare di privarli delle loro convinzioni spogliandoli cosi' della loro personalita' (potrei sbagliare sulla sede della dichiarazione, norimberga, ma il succo del ricordo deve essere giusto).
      Nonostante il metodo nazista di risoluzione alternativa del problema sia stato alquanto drastico e per niente condivisibile, e' rimarchevole questa umana preoccupazione nel gerarca... :)

      Se non sbaglio, comunque, tu stesso hai piu' volte espresso la speranza che il progresso della psicologia scientifica potrebbe por fine al crimine attraverso la rieducazione e l'influenza, ma adesso sai perche' mi sono permesso di esprimere scetticismo, anzi totale disaccordo, visti i precedenti, su tale speranza e opportunita'. Ti dissi che il compito di uno stato liberale modeno e' di punire il crimine, ma non di prevenirlo facendo in modo che sia impossibile compierlo, anche se non fino al punto di agire sulla personalita' dei potenziali criminali (cioe' tutti): per il banale motivo che fare in modo che sia impossibile compiere crimini implica la soppressione di ogni liberta', cosa che appare sempre piu' evidente nei fatti visto che in questa strada siamo gia' abbondantemente, e _stupidamente_, inoltrati.

      L'occasione di questo articolo e' buona per chiarire meglio questa importante faccenda.

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    2. Ma dimenticavo che voi ce l'avete col libero arbitrio per aver orecchiato da qualche parte che il mondo ubbidisce alle leggi meccanico-deterministiche della fisica settecentesca, per cui ogni considerazione su questo punto e' inutile e insensata.

      A nulla e' servito cercare di spiegare che
      1 - la fisica ha abbandonato il determinismo come principio assoluto da ormai un secolo;
      2 - anche se il mondo fosse deterministico, e' talmente complesso che, ai nostri occhi, e' come se non lo fosse.

      In ogni caso, se vige il determinismo, tutto e' predeterminato, ogni cosa e ogni suo contrario, purche' accada. Come linea guida pratica, non mi pare molto utile... serve solo da autogiustificazione per ogni propria azione, rendendo fra l'altro cosi' impossibile proprio cio' che si vorrebbe ottenere, la modificazione del comportamento futuro come insegnamento all'apprendimento dal passato, se tutto e' gia' segnato.

      Un nonsense completo, comunque lo si consideri.

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    3. C'e' un, almeno secondo me gustosissimo, libretto di kurt Vonnegut, Cronosisma, che tratta dell'argomento "libero arbitrio", in cui immagina che l'intera umanita' sia costretta a ripetere un intero decennio, essendo pero' conscia di farlo. Divertentissimo. E' anche un po' la sua autobiografia. Lo trovate in rete, in una ottima traduzione ("se non e' bello questo, cosa lo e'?")

      Vonnegut e' questo qui, potrebbe anche esservi simpatico (cito da una fonte trovata a caso, questa https://www.letterestrane.it/index.php/libri/27-kurt-vonnegut-la-colazione-dei-campioni):

      "Presidente onorario (dopo Asimov) del Partito Umanista si batte per un approccio scientifico disincantato e dialettico alla vita ed all'umanità, lasciando aperte le porte all'imprevisto e senza fuggire la tristezza e la morte, ma accogliendole con una certa sarcastica allegria, come fatti naturali, esortando più che altro a non infliggercene reciprocamente.
      Libertario, a volte si esprime con un certo rispetto per certe correnti socialiste, come a dire che una minima quantità di stato debba essere quella fatta dai cittadini con le proprie mani e che impedisca a chi perda il controllo di accumulare troppo, di togliere agli altri, di produrre dolore ed ingiustizia; uno stato la cui stupidità sia sotto il controllo del cittadino la cui stupidità sia sotto il controllo dello stato.
      È la stupidità il vero antagonista dell'opera narrativa di Vonnegut: quell'ostinata negazione della propria intelligenza che l'uomo sfoggia nei momenti peggiori della sua storia, quello scomodo contrappeso che rischia ogni volta di rendere ogni fantastica nuova scoperta vana, ogni meravigliosa invenzione un'arma, ogni avventura una guerra; Vonnegut si batte contro la stupidità e lo fa raccontando in forma di fiaba la banalità del male, l'assurdità di gettare bombe sulle case, di mandare generazioni di ragazzi ad ammazzarsi tra di loro, di costruire un mondo sempre più stretto ed inabitabile, di fabbricare macchine che ci annientino. Lo fa sempre con ironia; per Vonnegut la rivoluzione è un atto di ironia."

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  12. << voi ce l'avete col libero arbitrio per aver orecchiato da qualche parte che il mondo ubbidisce alle leggi meccanico-deterministiche della fisica settecentesca >>

    Caro Diaz, credo che tu stia facendo un po' di confusione.

    Certamente, la meccanica quantistica ha distrutto il determinismo newtoniano, e quindi l'universo a orologeria di Laplace.
    Ma l'indeterminazione quantistica, secondo me, non ha nulla a che vedere col libero arbitrio, di cui non può rappresentare il fondamento.
    L'universo quantistico non è un esempio di libertà, ma solo di casualità irregolare ed imprevedibile, che diventa regolare e prevedibile (come nella meccanica classica) per una sorta di compensazione statistica.

    Il libero arbitrio, invece, è una sensazione soggettiva, una delle tante (utili) finzioni della nostra mente cosciente, che - ex post - rielabora, e da un senso, a comportamenti già avvenuti, e che dipendono da meccanismi fisiologici di tipo istintivo.

    Chiedo scusa per le evenutali imprecisioni terminologiche, avendo conoscenze inadeguate sia di fisica che di chimica.

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    1. Secondo me resta il fatto che sia si supponga il libero arbitrio, sia lo si neghi, si cade nel nonsenso. E' un argomento per discutere il quale, per qualche motivo non ancora chiaro, non siamo attrezzati. In tal caso consiglierei di sospendere i giudizi, ed evitare posizioni, necessariamente, dogmatiche. Gli studi sulla mente sono a uno stadio che dire primitivo, coi loro esperimenti-giocattolo, e' dire poco.

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    2. Mi prendi un attimo in contropiede, ma credo che liberta' e caos, liberta' e caso, creativita' e indeterminismo, non solo nell'uomo ma nello stesso dipanarsi storico dei processi naturali, siano correlati, anzi addirittura siano modi diversi di dire la stessa cosa.
      Negarlo, almeno per ora, e' piu' un programma politico legato a speranze e desideri inconfessati, che un fatto scientifico universalmente accettato. Non ne sappiamo nulla, al momento.

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    3. << Mi prendi un attimo in contropiede >>

      Ne sono lieto.
      In genere sei tu, con le tue osservazioni, che prendi in contropiede me... ;-)

      D'altra parte il mio "nick-name" sta proprio ad indicare il piccolo lume della ragione con il quale cerco, faticosamente, di capire ogni giorno qualcosa di più.

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  13. Rig.do al classico problema del 'libero arbitrio', ritengo che l'indeterminismo legato alla meccanica quantistica e relativo (com'è noto) al micro-mondo delle particelle subatomiche NON sia fondamentalmente in contraddizione con una visione solidamente deterministica relativa a macro-entità complesse come gli esseri viventi (ovv.te 'homo sapiens' compreso)! Naturalmente ciò NON significa che il comportamento degli individui e (a maggior ragione) quello delle società animali/umane possa essere pienamente prevedibile tramite algoritmi poichè sottoposto a un numero di variabili pressochè incalcolabile...

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    1. Sono d'accordo.

      Mi pare (se ho capito bene ciò che ho letto) che il comportamente irregolare ed imprevedibile delle singole particelle si evidenzi solo ai livelli più microscopici (spazio di Plank), mentre salendo a dimensioni più elevate entri in gioco una sorta di compensazione statistica (tra le varie particelle), che consente agli oggetti comuni di comportarsi in modo prevedibile, secondo i principi tradizionali del determinismo.

      E quello che fa impazzire gli scienziati, attualmente, è proprio questo salto concettuale: il fatto che passando dal microscopico all'ordinario, sembrano cambiare le leggi stesse della fisica.

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