mercoledì 5 ottobre 2016

L’altro Gesù – 2

Il Gesù alternativo di Baigent, Leigh e Lincoln, così come ricostruito nel famoso e controverso saggio “Il Santo Graal”. (Seconda parte). Lumen


La moglie di Gesù

<< Se Gesù era sposato, nei Vangeli c'è qualche indicazione circa l'identità di sua moglie ? A un primo esame sembrerebbe che vi siano due possibili candidate: le due donne che, oltre a sua madre, sono ricordate più volte nei Vangeli come appartenenti alla cerchia di Gesù.

La prima è la Maddalena o più esattamente Maria del villaggio di Migdal, o Magdala, in Galilea. In tutti i quattro Vangeli il ruolo di questa donna è stranamente ambiguo, e ha tutta l'aria di essere stato volutamente oscurato. Nelle versioni di Marco e Matteo, la Maddalena viene menzionata per nome solo verso la fine. Compare in Giudea, al momento della Crocifissione, e figura tra i seguaci di Gesù. Nel Vangelo di Luca, invece, appare relativamente presto nel magistero di Gesù, quando questi sta ancora predicando in Galilea; quindi, sembra che lo accompagni dalla Galilea alla Giudea, o che almeno si sposti da una provincia all'altra come fa Gesù.

Già questo indica che la Maddalena doveva essere sposata con qualcuno. Nella Palestina dei tempi di Gesù sarebbe stato impensabile che una donna non sposata viaggiasse senza accompagnatori ufficiali, e soprattutto che viaggiasse insieme a un capo religioso e ai suoi seguaci. Diverse tradizioni sembrano consapevoli di questa situazione potenzialmente imbarazzante. Perciò a volte viene detto che la Maddalena era la moglie di uno dei discepoli di Gesù. Se era così, però, il suo speciale rapporto con Gesù li avrebbe esposti entrambi a sospetti o persino ad accuse di adulterio.

Nonostante la tradizione popolare, nessuno dei Vangeli dice che la Maddalena sia una prostituta. Quando viene menzionata per la prima volta nel Vangelo di Luca, è presentata come una donna « dalla quale erano usciti sette demoni ». In genere si presume che questa frase alluda a un esorcismo compiuto da Gesù, e sottintenda che la Maddalena era stata vittima di una « possessione diabolica ». Ma la frase può riferirsi anche a una specie di conversione o d'iniziazione rituale. Il culto di Ishtar o Astarte - la Dea Madre e « Regina del Cielo » - comportava ad esempio un'iniziazione in sette fasi. (…)

Nel capitolo precedente a quello dove parla della Maddalena, Luca allude a una donna che unse Gesù. Nel Vangelo di Marco c'è una simile unzione a opera di una donna innominata. Né Luca né Marco identificano esplicitamente questa donna con la Maddalena. Ma Luca riferisce che si trattava di una « donna caduta », una « peccatrice ». I commentatori hanno desunto che la Maddalena, poiché da lei erano usciti sette diavoli, dovesse essere stata una peccatrice.

Di conseguenza la donna che unge Gesù e la Maddalena finirono per venire identificate come una sola persona. In effetti, può darsi che fosse vero. Se la Maddalena era associata a un culto pagano, questo avrebbe sicuramente fatto di lei una « peccatrice » non soltanto agli occhi di Luca, ma anche di autori più tardi.

Se la Maddalena era una « peccatrice », era anche, evidentemente, ben più della « comune prostituta » della tradizione popolare. Appare chiaro che fosse benestante o ricca. Luca riferisce, ad esempio, che tra le sue amiche figurava la moglie di un alto funzionario della corte di Erode, e che le due donne, insieme ad altre, aiutavano finanziariamente Gesù e i suoi discepoli.

Anche la donna che unse Gesù era benestante; il Vangelo di Marco parla con insistenza della preziosità dell'unguento di nardo con cui fu compiuto il rito. L'episodio dell'unzione di Gesù sembrerebbe avere un'importanza notevole. Altrimenti, perché sarebbe sottolineato dai Vangeli? Dato il rilievo che gli viene accordato, sembra trattarsi di ben più di un gesto impulsivo e spontaneo.

Sembra un rito meticolosamente preordinato. Si deve ricordare che l'unzione era la prerogativa tradizionale dei re: e del « legittimo Messia », che significa « l'unto ». Ne consegue che Gesù diviene un Messia autentico in virtù dell'unzione. E la donna che lo consacra in questo ruolo augusto difficilmente può avere un'importanza trascurabile.

In ogni caso, è evidente che la Maddalena, prima della fine del magistero di Gesù, era divenuta una figura immensamente significativa. Nei tre Vangeli Sinottici il suo nome apre l'elenco delle donne che seguirono Gesù, come il nome di Simon Pietro apre l'elenco dei discepoli. E naturalmente, fu la prima a trovare la tomba vuota dopo la Crocifissione. Tra tutti i suoi seguaci, fu la Maddalena che Gesù prescelse per rivelare la propria Resurrezione.

In tutti i Vangeli, Gesù tratta la Maddalena in modo unico, preferenziale. È possibile che questo trattamento possa aver suscitato la gelosia di altri discepoli. Sembra piuttosto evidente che la tradizione successiva si adoperò per colorare in nero i precedenti della Maddalena, se non addirittura il suo nome. La trasformazione in prostituta può essere la reazione esagerata di seguaci vendicativi, decisi a macchiare la reputazione di una donna il cui legame con Gesù era più stretto del loro, e quindi ispirava un'invidia molto umana. (…)

Quale che sia la posizione della Maddalena nei Vangeli, non è la sola candidata possibile al ruolo di moglie di Gesù. Ce n'è un'altra, che ha una parte di spicco nel Quarto Vangelo, e che può essere identificata come Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro.

Maria e i suoi familiari appaiono chiaramente in stretti rapporti con Gesù. Si tratta di gente ricca: hanno una casa, in un sobborgo elegante di Gerusalemme, abbastanza grande per ospitare Gesù e tutto il suo seguito. E c'è di più: l'episodio di Lazzaro rivela che la casa comprende una tomba privata: un lusso eccezionale ai tempi di Gesù, un segno non soltanto di opulenza, ma, anche di una posizione sociale elevata. Nella Gerusalemme biblica, come in ogni città moderna, i terreni costavano carissimi; e ben pochi potevano permettersi il lusso di una tomba privata.

Quando, nel Quarto Vangelo, Lazzaro si ammala, Gesù ha lasciato Betania da qualche giorno e si trova in riva al Giordano insieme ai discepoli. Quando viene informato dell'accaduto, indugia per due giorni - una reazione piuttosto curiosa - e quindi torna a Betania, dove Lazzaro giace nella tomba. Gesù si avvicina e Marta gli va incontro e grida: « Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! » (Giovanni 11:21). (…)

L'episodio è significativo perché Marta, quando va incontro a Gesù, è sola. Ci si aspetterebbe che sua sorella Maria vada con lei. Invece Maria sta seduta in casa, e non esce fino a quando Gesù le ordina esplicitamente di farlo. (…) Perché non accompagna Marta, perché non si precipita incontro a Gesù che ritorna? C'è una sola spiegazione ovvia. Secondo i dettami della legge ebraica di quel tempo, una donna che « sedeva in Shiveh [in lutto] » non poteva uscire di casa se non per ordine espresso del marito. In questo episodio il comportamento di Gesù e di Maria di Betania corrisponde in modo esatto al comportamento tradizionale di un Ebreo e di sua moglie.

C'è un altro indizio a favore di un possibile matrimonio tra Gesù e Maria di Befania. Appare (…) nel Vangelo di Luca: “Mentre erano in cammino, [Gesù] entrò in un villaggio e una donna di nome Marta lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti disse: « Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti ».

Ma Gesù le rispose: « Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta » (Luca 10: 38-42). A giudicare dalle parole di Marta, sembra evidente che Gesù eserciti su Maria una sorta di autorità. Ancora più importante, tuttavia, è la risposta di Gesù. In qualunque altro contesto, non si esiterebbe a interpretarla come un'allusione a un matrimonio. E comunque attesta chiaramente che Maria di Betania era una discepola ardente quanto la Maddalena.

Vi sono buone ragioni per identificare la Maddalena con la donna che unge Gesù. È possibile, ci chiedemmo, che fosse identificabile anche con Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta? È possibile che queste donne, presentate nei Vangeli in tre contesti diversi, siano in realtà un'unica persona? La Chiesa medievale certamente le vedeva così, non diversamente dalla tradizione popolare. Oggi, molti studiosi biblici sono d'accordo.

Vi sono abbondanti indizi che confermano questa conclusione. I Vangeli di Matteo, Marco e Giovanni, ad esempio, dicono tutti che la Maddalena era presente alla Crocifissione. Nessuno, invece, cita Maria di Betania. Ma se Maria di Betania era una discepola devota, la sua assenza sembrerebbe a dir poco strana. È credibile che lei, per non parlare di suo fratello Lazzaro, non assistesse al momento culminale della vita di Gesù?

L'omissione sarebbe inspiegabile e reprensibile, a meno che fosse presente e venisse citata dai Vangeli sotto il nome di Maddalena. Se la Maddalena e Maria di Betania sono la stessa persona, allora la seconda non figura più come assente alla Crocifissione. (…)

Il Quarto Vangelo identifica con Maria di Betania la donna che unge Gesù. Anzi, l'autore del Quarto Vangelo è molto esplicito: “Era allora malato un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso d'olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato” (Giovanni 11:1-2).

E di nuovo, nel capitolo successivo: “Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento” (Giovanni 12: 1-3).

È dunque chiaro che Maria di Betania e la donna che cosparge d'unguento Gesù sono la stessa donna. Se non è altrettanto chiaro, è certo probabile che questa donna sia anche la Maddalena. Se Gesù era veramente sposato, a quanto sembra c'è una sola candidata al ruolo di sua moglie: una donna che apparve più volte nei Vangeli sotto nomi diversi. >>

BAIGENT, LEIGH E LINCOLN

23 commenti:

  1. Letto con un certo interesse, ma non troppo. Su che cosa almanacchiamo! Mah, sì, sembra possibile o plausibile che Maria e Maddalena siano la stessa persona. E che questa persona fosse in una relazione particolare con Gesù (moglie o amica/amante). Gesù era un forte bevitore - bisogna festeggiare quando c'è da festeggiare (o con Santa Teresa d'Avila: se è il momento della pernice, pernice sia - cioè non mortifichiamoci inutilmente, godiamo anche dei piacieri della vita), e se beveva magari dopo seguiva ... l'orgia (se è il momento dell'orgia, orgia sia). Be', questi sono discorsi blasfemi ovviamente, in altri tempi ci avrebbero fatti arrosto.
    Ma se Gesù era vero Dio e vero uomo, doveva avere impulsi sessuali, erezioni, polluzioni. Insomma produceva spermatozoi dai quali poteva nascere un piccolo Gesù o tanti piccoli Gesù. E via sproloquiando e bestemmiando.
    Ci vorrebbe ora un Ravasi per ridimensionarci e sputtanarci, farci capire che siamo proprio uomini piccini piccini, ignoranti, miserabili.
    Lui infatti è un pozzo di scienza e sa replicare in modo convincente proprio a tutte le obiezioni che gli anticristi come noi possano immaginare. Chissà, magari Gesù era un androgino, né carne né pesce.
    Caro Lumen, trovo comunque singolare che ti occupi di queste faccende. Dice Gesù: lasciate che i morti seppelliscano i morti. Variazione: lasciate che i cristiani facciano i cristiani. Ce ne ne importa! Basta che non rompano. Il fatto è che rompono (ancora, vedi Bergoglio).

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  2. << Caro Lumen, trovo comunque singolare che ti occupi di queste faccende >>

    Caro Sergio, trovo queste faccende estremamente rilassanti, nel senso che si tratta di argomenti che non sono veri problemi - come quelli, assai seri, che tocchiamo a volte negli altri post: energia, ambiente, demografia, politica, ecc. - ma di un semplice divertissment intellettuale.
    E ogni tanto ci vuole.

    Qualunque cosa si pensi sul Gesù sposato e sull'ipotetica moglie, se ne può discutere con serenità, come se fosse un hobby.
    Tanto oggi, con la deriva buonista e generalista presa dal cristianesimo, non fa più nessuna differenza.
    E per fortuna: non ho nessuna propensione a finire sul rogo :-)

    Ovviamente, come siano andate le cose davvero non lo sappiamo e non lo sapremo mai, ma pazienza (io comunque, nel mio piccolo, sto con Luigi Cascioli; vedi i vari post sull'argomento).

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  3. Caro Lumen,

    come vedi Gesù e la Maddalena non interessano molto il vasto pubblico di questo blog. Poi è fin troppo facile fare dell'ironia sulle incongruenze e scemenze dei vangeli. Però una volta fare dell'ironia su queste cose, o anche solo spostare una virgola, costava caro, persino la testa. Proprio come oggi nell'islam a cui i coglioni comunisti nostrani, in genere atei o agnostici, hanno spalancato le porte (ma forse c'è una arrière-pensée nel loro agire: io penso che l'importazione di questa mortifera religone sia in fondo ben vista a Bruxelles: un po' di sano terrore ci vuole per tenere a bada la canaglia, popolino e lavoratori).
    Eppure guarda un po' cosa si è costruito su quel "nulla storico" dei vangeli: teologia, filosofia, splendide cattedrali, opere d'arte stupende. Persino dall'errore può nascere il bello, vedi i templi greci (i cristiani ridono di Giove e Giunone, ma certi "fatti" dei vangeli non sono meno sollazzevoli).

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    1. << Eppure guarda un po' cosa si è costruito su quel "nulla storico" dei vangeli: teologia, filosofia, splendide cattedrali, opere d'arte stupende >>

      E' vero, verissimo.
      Ma non credo che l'amor di dio fosse l'unica molla per gli artefici di cotanti capolavori.
      Ci aggiungerei la convenienza economica di lavorare per committenti di notevole ricchezza (alla faccia del pauperismo francescano) e quella intellettuale di stare dalla parte dei più forti (alla faccia dell'umità evangelica).
      Con quei presupposti, per la Chiesa, non era difficile attirare le menti migliori di ogni epoca, e gli altissimi risultati ne sono stati una inevitabile conseguenza.

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    2. "i coglioni comunisti nostrani, in genere atei o agnostici"

      Non penso proprio: il comunismo era ed e' quanto di piu' simile ad una religione, tant'e' che io vedo nel terrorismo islamico giovanile attuale qualcosa di molto simile al terrorismo rosso dei nostri anni '70, con cui fra l'altro condivide pure lo "youth bulge", l'indottrinamento dei "cattivi maestri", il "o con noi comunisti o contro di noi fra i fascisti", eccetera.

      Ma occhio che cosi' come il comunismo, come tutte le religioni, ha la pretesa di rappresentare la verita' di ogni tempo e ogni spazio, cosi' lo stesso atteggiamento e' presente nei millenaristi dell'energia e del clima attuali, che infatti sono _sempre_ arruolati fra gli orfani di qualche fede assolutistica, comunista o cattolica, del passato, e mai fra gli scettici.

      Sono gli scettici (detti anche spregiativamente "negazionisti"), con la loro carica dissacrante, che sono annoverati fra i peggiori nemici, piuttosto infatti che gli islamici, sebbene i piu' radicali.

      Un po' di questo atteggiamento lo tradisce anche Lumen quando dice che: "si tratta di argomenti che non sono veri problemi - come quelli, assai seri, che tocchiamo a volte negli altri post: energia, ambiente, demografia, politica, ecc. ".

      La differenza non e' nell'enumerazione di quali argomenti siano seri e degni di essere trattati e quali no, quali siano definibili problemi e quali no, la differenza e' fra il dirlo e il non dirlo affatto.

      Scagli la prima pietra...

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    3. Caro Diaz, sono d'accordissimo che molti movimenti ideologici sono, di fatto, delle religioni, e come tali intrise di fideismo irrazionale, ma non sempre lo scetticismo è l'approccio più corretto.

      Diciamo che un pizzico di scetticiemo è necessario ed aiuta a non cadere nel fideismo, ma ignorare i problemi gravi, limitandosi a smontarne i presupposti, mi sembra un modo un po' troppo comodo di evitare di affrontarli.

      Io vengo spesso accusato, da parenti e amici, di essere cinico su molte cose, ed è vero.
      Ma non riesco ad esserlo su tutto.

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    4. "ignorare i problemi gravi"

      Non credo, i "problemi gravi" cui ci riferiamo sono ipotetici e supposti, ed e' per questo che ne discutiamo, non sono attuali, ne' reali.

      Forse saranno problemi in futuro, e forse saranno gravi. Se non ci sbagliamo.

      Attualmente il mondo, nonostante tutto, pur navigando a vista come ha sempre fatto e spero continuera' a fare, non e' mai stato tanto bene.

      Il piagnisteo dei millenaristi occidentali ipernutriti, superviziati, virtualizzati e terrorizzati dalla vita, e' infantile, e' di bambocci mai o mal cresciuti, e per il momento e' esso, con le sue richieste sempre piu' frequenti e pressanti di sicurezza e stabilita' infinita e mai sufficiente, che degrada l'esperienza esistenziale di ognuno di noi.

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    5. Debbo darti ragione (mannaggia!). Scrive lo svedese Lagercrantz: "L'individuo e la società vivono sempre sul bordo della catastrofe." Possono cascarci dentro, ma in genere o spesso la sfangano. Dunque chi vuol esser lieto sia ... Lagercrantz aggiunge però anche: "Per il mondo a cui appartengo non ho speranze" (catastrofista). Ma aggiunge anche: "Tuttavia non vivo nella disperazione" (bravo, salvataggio in corner).

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    6. Nota bibliografica.
      Olof Lagercrantz ha scritto un libro sulla Divina commedia ("Scrivere come Dio") che mi ha spiegato Dante meglio di tanti famosi dantisti. Ci voleva uno svedese ...

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    7. Comunque io farei ancora una distinzione tra problemi su cui possiamo intervenire (personalmente, dico) e problemi su cui non possiamo fare nulla di concreto.
      Per i secondi probabilmente avete ragione voi, le discussioni sono sterili e servono solo ad angosciarsi.
      Ma sui primi, discutere e riflettere mi sembra addirittura doveroso.

      E la differenza risiede, grosso modo, nel livello di localismo della questione: se il problema è mondiale, ovviamente, non posso fare nulla, ma se interessa il mio quartiere magari qualcosa posso fare.

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    8. "problemi su cui non possiamo fare nulla di concreto"

      A me quelli che preoccupano di piu' sono proprio i problemi su cui possiamo fare qualcosa di concreto, lo facciamo, e quasi sempre e' sbagliato (cosi' non restiamo mai a corto di nuovi problemi, che fortuna!).

      Secondo me quasi tutti, se non tutti i problemi da cui siamo circondati, derivano da "soluzioni concrete" sbagliate, o inutili, di problemi precedenti.

      La nostra intera vita consiste in questo, e poco o nulla d'altro: crearci nuovi problemi pensando di risolverne altri.

      Molto meglio passare il tempo a discutere del sesso degli angeli e della verginita' della madonna, se non fosse che siamo riusciti a trasformare anche quelle fatue discussioni in "problemi concreti", molto concreti.

      "se il problema è mondiale, ovviamente, non posso fare nulla, ma se interessa il mio quartiere magari qualcosa posso fare"

      Sostituisci "quartiere" con "condominio" e vedrai l'affermazione sotto un aspetto che potra' sembrarti sulle prime stupefacente, e poi molto meno attraente.

      Come disse gia' una volta Sergio, "vorwarts kameraden".

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    9. << La nostra intera vita consiste in questo, e poco o nulla d'altro: crearci nuovi problemi pensando di risolverne altri. >>

      Ma no, dai !
      Sei sempre il solito nichilista esagerato. ;-)

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    10. Be' esiste anche il riposo notturno.
      Cosi' vado meglio?

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    11. Pero', durante il riposto notturno, ci prepariamo per la creazione dei nuovi problemi del giorno dopo...

      Ho avuto una ricaduta, pardon.

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    12. O magari ci viene in mente una buona soluzione ad un problema del giorno prima.
      A me, a volte succede proprio questo (ma ovviamente si tratta di problemi personali o al massimo famigliari).
      In effetti, già quando saliamo al livello di Condominio la capacità di problem solving vacilla.

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  4. << il vasto pubblico di questo blog >>

    Non per vantarmi, ma sto sopra persino al grande Manzoni, il quale, come da lui stesso riferito, era fermo a 25 lettori.
    (eh, eh, eh...)

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    1. Ma io i tuoi 26 lettori non li vedo e non li sento ...

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    2. Comunque ci sono (o almeno dovrebbero... ;-)).

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    3. Comunque sempre meglio pochi ma buoni ...

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    4. Giusto.
      Sempre e comunque, meglio pochi ma buoni.
      La folla non fa per me...

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