mercoledì 25 maggio 2016

Pensierini – XXIII

FIGLI E PREOCCUPAZIONI
Quando incontro degli amici forniti di prole, alla classica domanda: “Come va ?” mi sento rispondere molto spesso: “Abbastanza bene, ma sono preoccupato per mio figlio (mia figlia), a causa di X (inserire un motivo a piacere)”.
Loro sono convinti, in perfetta buona fede, che una volta risolto il problema X finalmente troveranno la pace, ma non è così.
Il fatto è che essere genitore vuol dire preoccuparsi CONTINUAMENTE dei propri figli. E se non è per una cosa, è per l'altra.
I motivi di preoccupazione per un figlio NON MANCANO MAI perché la perfezione non è di questo mondo ed anche una situazione quasi perfetta, per un genitore, sarebbe comunque perfettibile.
Quindi, anche in questo caso (e come sempre), “cui commoda, eius et incommoda”.
LUMEN


CAMBIARE IL MONDO
Il mondo cambia, sicuramente, ma in genere cambia “da solo”, per un assommarsi casuale di eventi scollegati.
Ma è possibile cambiare davvero il mondo mediante azioni volontarie, cioè quelle che la storia chiama “rivoluzioni” ?
Si e no. Anzitutto ci vuole un’utopia, perché, come dice Alessandro Gilioli: << senza utopia non si può progettare nulla, senza utopia non si rovescia il marcio, senza utopia nessun cambiamento reale è possibile. >>
Ma è anche vero che nessuna utopia si realizza mai in sé e come tale: serve solo come punto di riferimento, come direzione verso la quale muoversi.
Quindi l’utopia può cambiare il mondo ? Certamente sì, ma, alla fine, sempre in un modo diverso da come era stato immaginato.
Il caso più classico di eterogenesi dei fini.
LUMEN


CRISI ESISTENZIALE
E’ opinione comune che la domanda più insidiosa che un uomo possa farsi, è quella sul senso ultimo della propria vita, perché è difficile dare una risposta soddisfacente e si rischia di andare in crisi esistenziale.
Probabilmente è vero, ma dietro questa conclusione si cela un curioso paradosso.
Infatti, per arrivare a porsi la domanda di cui sopra, occorre aver già risolto in modo eccellente tutti gli altri problemi della vita quotidiana (salute, famiglia, denaro, lavoro, ecc.), perché altrimenti sarebbero questi ultimi ad occupare i propri pensieri.
Ma chi ha risolto in modo ottimale i problemi della propria vita è sicuramente un privilegiato. Ne discende, per inevitabile conseguenza, che solo chi è privilegiato può andare in crisi esistenziale.
Beh, sono soddisfazioni !
LUMEN


STATO E RELIGIONE
Ma, nella pratica, funziona meglio uno Stato mono-religioso (Cuius regio, eius religio) o uno Stato aperto a tutti i culti possibili ?
Il pluralismo religioso dell'antica Roma era probabilmente l'ideale, però richiedeva, per funzionare, una disponibilità di fondo al politeismo. Ed infatti col cristianesimo funzionò male, trasformando i cristiani prima in perseguitati e poi in persecutori.
Purtroppo oggi il vecchio politeismo è tramontato, e bisogna fare i conti con gli attuali monoteismi assoluti.
Con la conseguenza che uno Stato dedito ad un unico monoteismo può apparire più tranquillo, ma anche terribilmente oppressivo per i non allineati.
Mentre uno Stato dove i monoteismi sono più d'uno, ed in feroce competizione tra loro, si trasforma ben presto in una polveriera.
Proprio una bella scelta.
LUMEN


PATTO SOCIALE
Secondo lo storico e politologo Aldo Giannuli, qualsiasi sistema sociale si regge su una sorta di tacito patto fra governati e governanti.
<< I secondi - dce Giannuli - accettano che i primi abbiano una serie di privilegi e di eseguire le loro prescrizioni a condizione che i privilegi non siano eccessivi e sfacciati e che ci sia un accettabile livello di vita per tutti. Quando si determina una congiuntura per cui le diseguaglianze sociali diventano intollerabili e le condizioni di vita dei ceti bassi crollano per effetto di una guerra o di una crisi economica, parte la crisi di legittimazione del sistema. >> 
E si verifica quella sostituzione delle classi governanti che punteggia il corso della storia.
LUMEN


POVERTA’ E CONSUMO
Un certo buonismo ambientale, condanna a priori i più ricchi e indica i più poveri come modello da seguire, ma le cose non sono così semplici.
Dice Madeline Weld (esperta di demografia) << Coloro che negano che la sovrappopolazione sia un problema, dicono che i poveri non consumano molto. Eppure i poveri non vogliono nient'altro che consumare di più, come provato da India e Cina. Chi può biasimarli? >>
Ed aggiunge: << (in realtà) un numero crescente di persone disperatamente povere ha un grande impatto: tagliano le foreste per coltivare cibo, drenano fiumi, esauriscono falde acquifere e pescano e cacciano in eccesso nelle loro aree locali. >> 
Ecco perchè la crescita della popolazione mondiale è sempre un dramma.
LUMEN

20 commenti:

  1. Tanti begli argomenti oggi che invogliano a commentare. I figli, bell'argomento. Una volta si diceva donne e motori, gioie e dolori.
    Certo i figli, tanti figli, sono stati fonte di grandi preoccupazioni. Ciò però riempie la vita, distrae (dalle crisi esistenziali - vedi sotto - filosofiche e religiose che al confronto di quelle reali sono davvero pseudocrisi). È un fatto comunque che il prendersi cura di qualcuno e anche di qualcosa dà un po' di senso alla nostra vita (sentendoci responsabili ci sentiamo anche importanti). Però si può capire anche Montanelli che diceva: oggi non sai chi ti metti in casa con un figlio (magari un terrorista). Il declino o inverno o gelo demografico in Italia e in occidente in genere si è accentuato con il benessere del secondo dopoguerra. Siamo ormai decadenti come gli antichi Romani spazzati via dai barbari.

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  2. "Ne discende, per inevitabile conseguenza, che solo chi è privilegiato può andare in crisi esistenziale."

    È un fatto che i poveracci sono meno inclini al suicidio (hanno altro a cui pensare, appunto come mettere insieme pranzo e cena e tanti altri fastidi). Sembra però che in Cina si suicidi tanta povera gente. Ovviamente anche da noi la disperazione per le condizioni di vita può indurre al suicidio anche i non privilegiati.
    Comunque è vero che le crisi esistenziali e religiose sono piuttosto il privilegio delle classi abbienti, come osservava già Leopardi: i poveri, che dovevano lavorare per i benestanti, compreso lui, non soffrivano del taedium vitae.

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  3. Politeismo versus monoteismo? Il politeismo dei Romani era innocuo folklore. I soldati importavano deità come souvenir dalle loro campagne militari, per es. Mitra che ha rivaleggiato a lungo con il cristianesimo (invece di cristiani potevano diventari mitriani). Si direbbe che i Romani considerassero le nuove deità o religioni come un arricchimento. Le cose sono cambiate radicalmente con il diffondersi dei tre monoteismi profondamente intolleranti e aggressivi (meno quello ebraico che non fa proselitismo ma resta comunque appartato e impenetrabile). Oggi va di moda il dialogo tra le religioni, ma religioni che dialogano non sono più religioni, solo folklore. Ben venga comunque il folklore, basta che non ci scanniamo più per delle ubbìe. Ma non vedo un gran futuro né per i monoteismi che per i politeismi.

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  4. << Il politeismo dei Romani era innocuo folklore >>

    Tu dici ?
    Io non ho mai approfondito molto l'argomento, ma ho sempre avuto l'impressione che la religione per i romani dell'epoca fossa una faccenda abbastanza seria ed importante.
    Il fatto è che loro erano veramente e sinceramente politeisti (non era solo un calcolo politico) e questo li aiutava a sdrammatizzare la presenza, fianco a fianco, di tante diverse divinità.

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    1. Il fatto stesso d' «importare» senza problemi (o quasi) divinità e e religioni esotiche fa supporre che queste ultime non creavano (grossi) problemi. Naturalmente i Romani avevano le loro proprie credenze e rituali ma non avevano probabilmente l'ossessione tipica dei monoteismi di essere in possesso dell'unica verità. Anche nella Roma antica la religione aveva una sua importante funzione, ma penso che ancora più importante fosse il diritto. Se le nuove credenze importate non minacciavano l'ordine pubblico potevano benissimo essere tollerate, anzi rendevano l'urbe più cosmopolita e variopinta, un "arricchimento" dunque (parola ormai abusata oggi: la diversità intesa comunque come arricchimento). I cristiani invece cominciarono a minare l'ordine costituito pretendendo di essere al di sopra dell'imperatore. Normale e logica la reazione dell'imperatore. Ricordiamo comunque che le vittime cristiane non furono milioni o centinaia di migliaia e nemmeno migliaia di migliaia. Eduard Gibbon ne contò in tutto circa 250 (duecentocinquanta), numero non eccessivo mi sembra in tre o quattro secoli. E le dieci persecuzioni sono una balla cristiana. Certo Gibbon era di parte, non cattolico, ma da parte cristiana si è esagerato parecchio. Neanche Nerone fu quel demonio descritto, al contrario (era persino un beniamino della plebe).

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    2. Il fascismo tento' di introdurre, a coronamento del secolo dei nazionalismi europei, non la religione di Stato, bensi' la religione dello Stato, e si ispiro' per questo a Roma antica. Infatti ando' in netto contrasto con il vaticano, che in accordo con quello che dici non ammetteva che l'autorita' secolare potesse non tanto sovrastare, ma anche solo governare alla pari con quella spirituale.
      (vedi "le religioni della politica" di Emilio Gentile, se non ricordo male, per quanto riguarda la religione dello Stato e della Nazione, e qualsiasi storia del fascismo per il resto.

      I nostri stessi democristiani, da bravi cristiani-cattolici, fra cui lo stesso Aldo Moro, mettevano lo Stato in secondo ordine rispetto alla "coscienza individuale" e alle ragioni della morale, ci sono diverse testimonianze in tal senso. La cosa venne fuori in particolare ai tempi del rapimento di moro da parte delle BR, con lo scontro fra il "partito della trattativa" e quello della supremazia dello Stato. Cossiga, ministro dell'interno se non ricordo male, ci fece i capelli bianchi in poche settimane.

      Su Nerone ha scritto un bel libro in tal senso il solito Massimo Fini.

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    3. @ Sergio

      << Ricordiamo comunque che le vittime cristiane non furono milioni o centinaia di migliaia e nemmeno migliaia di migliaia. >>

      Giusto.
      Senza contare che poi, appena preso il manico del potere, i cristiani si sono subito rifatti con gli interessi.
      Ah, questi monoteismi esclusivi...

      @ Diaz

      << I nostri stessi democristiani, da bravi cristiani-cattolici, (...) mettevano lo Stato in secondo ordine rispetto (...) alle ragioni della morale >>

      E la cosa non deve stupire.
      Nessun vero 'credente' può mai mettere la fedeltà verso lo Stato al di sopra della fedeltà verso il proprio Dio e la propria Chiesa.
      Ed infatti, per lunghi anni, i cattolici si erano auto-esclusi dalla politica e dall'elettorato attivo e passivo.
      Poi, alla fine emersero altri interessi, e le cose cambiarono; ma certi problemi di coscienza sono rimasti, eccome.

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    4. Approfitto per ripetere che secondo me personalmente, la concezione di legge divina del cristianesimo e' interamente prelevata, di peso, dal concetto di Legge Romana, come "oggetto sociale" trascendente il singolo individuo ma immanente all'intera societa' romana. Ricordiamo che la Chiesa Romana Apostolica non fa altro che ripetere fino alla nausea che la Chiesa e' la comunita' dei credenti. Ma la Legge Romana cos'altro era se non la ipostatizzazione del costume romano? Piu' esplicito di cosi'...
      In questa ottica, la continuita', e interscambiabilita', fra Stato Moderno e Chiesa e' assoluta, percio' abbiamo poco da deridere l'Islam per la sua incapacita' di distinguere fra le due istituzioni, fra Stato e Chiesa.

      Attualmente, cioe' nella contemporaneita', abbiamo semplicemente sostituito la Chiesa romana con lo Stato, cosi' come a suo tempo, la Chiesa ha sostituito lo Stato romano: la sostanza resta sempre la stessa. QUando i religiosi dicono che idolatrare lo Stato e' blasfemo, hanno ragione, ma raccontano solo meta' della verita' storica, la loro verita'. I Romani (antichi) dicevano esattamente la stesso, guardando la stessa moneta dall'altra faccia, con pari legittimita'.

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    5. Veramente interessante. Ida Magli, che ha scritto un libro su Gesù ("Gesù di Nazaret"), apprezzato persino dai gesuiti, avanza l'ipotesi che Gesù sia stato influenzato dai Romani che attribuivano un valore assoluto alla "parola". Il suo "il vostro dire sia sì sì, no no" potrebbe essere di ascendenza romana.
      Indubbiamente assistiamo oggi a un arretramento della Chiesa nel mondo occidentale, anche in Italia, in cui un presidente del consiglio ex democristiano e cattolico afferma di aver giurato sulla Costituzione e non sul vangelo. Mai un Aldo Moro avrebbe osato tanto. Renzi ha voluto smarcarsi da una Chiesa ormai quasi superflua o con un potere residuale. Ci resta dunque lo Stato che sta diventando sempre più invasivo, né più né meno che nell'islam. Ci detta ormai anche le norme igieniche e alimentari, fumare è ormai un crimine. Per la Chiesa, così anche nel Nuovo catechismo di marca ratzingheriana, noi apparteniamo col battesimo interamente a lei. Lo Stato ormai dice, e anche apertamente, la stessa cosa. Persino le nostre interiora vuole (donazione degli organi promossa anche nelle scuole medie, un dovere sociale). Non possiamo sfuggirgli. D'altronde l'individuo non può sopravvivere da solo.

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    6. E d'altronde neppure la societa' puo' sopravvivere da sola, senza gli individui.

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    7. @ Diaz

      << E d'altronde neppure la societa' puo' sopravvivere da sola, senza gli individui. >>

      Questa è proprio bella !


      @ Sergio

      << Lo Stato ormai (...) persino le nostre interiora vuole (donazione degli organi). >>

      E questa, invece, pure.

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    8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. C'entra di striscio con molti degli argomenti qui discussi, date un'occhiata a questo mi pare bravissimo divulgatore, Alessandro Barbero:

    https://www.youtube.com/watch?v=mi5Nc0JGXzs

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  6. Il primo brano meriterebbe di essere tradotto in inglese e nei principali idiomi locali e diffuso "a pioggia" in quei Paesi (dall'Afghanistan alla Nigeria) che implacabilmente continuano ad avere tassi di natalità sproporzionati rispetto alle risorse ambientali ed economico-sociali ragionevolmente a disposizione; per l'ultimo brano occorrerebbe fare la stessa cosa verso le "anime belle" cattoliche, islamiche, patriottarde, ex-neo-post-marxiste ed eco-fondamentaliste che riversano sempre & comunque tutte le colpe dell'attuale difficile situazione sul mondo occidentale, sulla globalizzazione & sul 'neo-liberismo'...

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    1. Caro Claudio, Ti ringrazio.
      Il fatto è che il ruolo di genitori fa scattare nelle persone dei meccanismi mentali talmente forti, da far passare in secondo piano (o addirittura ignorare) tutte le controindicazioni che si potrebbero elencare a livello razionale.
      Eh, il piccolo gene egoista, quando ci si mette, è davvero molto potente.

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    2. Proprio prima, pedalando per tornare a casa, pensavo che se persino un'orsa diventa cattivissima se gli minacci i cuccioli, figuriamoci una donna...

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    3. Mi e' venuto in mente vedendo due stupende giovani ragazze che passeggiavano (come ce ne sono tante, qui dalle mie parti ormai sono tutte truccate come supermodel gia' a 15 anni), e preveggendo il loro futuro (e quello dei ganzi inizialmente entusiasti della conquista).

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    4. In effetti a quell'età (e anche un poco oltre), fanno tanta tenerezza.
      Sono disposte a tutto, pur di conquistare l'uomo che le renderà infelici.

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    5. A loro volta faranno di tutto per renderlo infelice. Ma non sara' colpa di nessuno di loro tutti, sara' colpa del "gene egoista".

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    6. Sì, sì, è proprio lui ! :-)

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