sabato 12 settembre 2015

Le invasioni barbariche

Questo post è dedicato alla temibile invasione che l’Europa sta subendo da alcuni mesi a questa parte e della quale non si riesce a vedere la fine.
I governi parlano di migrazione, ma il termine non è corretto: le migrazioni si fanno verso i territori scarsamente popolati, dove vi è necessità di forza lavoro.
L’Europa invece è già satura sia di persone che di occupazione (per non parlare dell’enorme pressione ambientale), e quindi si deve parlare di invasione. Un’invasione che l’Europa, anche per motivi ideologici, pare incapace di affrontare.
Quelli che seguono sono alcuni pareri sparsi che ho trovato sul web; seguirà breve poscritto. LUMEN
 
 
EDWARD LUTTWAK (da un’intervista al Giorno)
<< Il problema è che l'Italia ha sì la forza per un intervento para-militare, ma non la volontà di farlo: l'Italia ha il Papa. E questo Papa ritiene che si debbano accogliere tutti. Del resto sin dall'inizio ha mandato il segnale sbagliato, quando fece il primo pellegrinaggio a Lampedusa. E invece non si rende conto di collaborare, suppongo involontariamente, a un suicidio epocale, quello dell'Europa cristiana. (…)
Questo Papa farebbe bene a ripassarsi la storia. Vorrei ricordare come finì la civiltà romana. Arrivarono i barbari dal nord. Ora vengono dal sud. Alle invasioni barbariche seguirono cinquecento anni di secoli bui. Ce ne vollero altri trecento perché l'Europa conoscesse un Rinascimento. Nell'Europa attuale non vedo alcuna volontà di sopravvivenza. >>
 
 
PIETRO MELIS (dal suo blog)
<< Il governo [italiano] (…) è corresponsabile di questa continua invasione giocando a scarica-barile: se ne deve occupare l'Europa. NO, maledetti ! Ve ne dovete occupare voi, smettendo di andare a prendere questi invasori vicino alle coste della Libia, con sperpero di mezzi e di danaro. (…) Gli ignoranti o i disonesti dicono che la legge internazionale del mare impone il salvataggio di un natante che si trovi in difficoltà. Ma non aggiungono che questi natanti debbono essere regolari, cioè debbono battere bandiera di uno Stato in cui figurano registrati. Altrimenti sono dei fuori legge, dei pirati, che non hanno diritto ad alcun soccorso.  >>
 
 
FRANCESCO (dal suo blog “Paucitas Nobilitat”)
<< Evidentemente l'Europa ha benessere da buttare, e ambiente ancora da distruggere. Ha soldi da regalare per gli invasori, lavoro da dare ad essi anziché agli autoctoni, e carceri ancora non tanto piene. Ha marciapiedi di città ancora non troppo affollate, e strade ancora non troppo intasate di macchine.
Ha aria ancora non troppo mefitica, e acqua ancora e ancora da condividere, così da darne sempre di meno a ciascuno. Ha tanti spazi da adibire ancora a discariche, e materie prime, tutte quelle che vuole. >>
 
 
MR KEY (commento dal blog “Un pianeta non basta”)
<< Avete idea di cosa significhi "difesa dei confini" ? (…) Servono interventi ? Certo. Ma gli interventi servono già ora e, nel nostro caso, riguardano per prima cosa l'interruzione della fonte di danno più consistente: l'immigrazione. Attenzione, non extracomunitaria, di massa, eccessiva, incontrollata o chissà che altro; no, l'immigrazione in ogni sua manifestazione. >>
 
 
AGENZIA FRONTEX (da un comunicato)
<< I guadagni delle organizzazioni criminali derivanti dal traffico dei migranti - combinato con quello di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale e lavorativo - hanno superato quelli derivanti dal traffico di armi e droga. Probabilmente è il business illegale più redditizio che ci sia al momento.  >>
 
 
ALESSANDRO GILIOLI (dal suo blog “Piovono rane”)
<< Tra i raccoglitori d'uva a giornata, quest'anno è scoppiata una doppia conflittualità: i braccianti italiani contro gli stagionali provenienti dalla Bulgaria e dalla Macedonia (che accettano paghe sotto i 4-5 euro l'ora), ma anche gli stagionali dell'est contro gli immigrati africani che stanno nei centri d'accoglienza: i quali, avendo vitto e alloggio gratuiti, ne accettano pure due e mezzo, di euro all'ora.  >>
 
 
ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA (dal Corriere della Sera)
<< Con quanti migranti deve prepararsi a fare i conti l’Europa ? Decine di migliaia ? Centinaia ? Milioni ? Nessuno può dirlo. >>
 
 
AGOBIT (dal suo blog “Un pianeta non basta”)
<< Dunque non c'è scampo. Non siamo in grado di difenderci, di difendere la nostra Terra, i nostri paesaggi, il nostro suolo verde e incontaminato rimasto. Nessuno è in grado di difendere la natura della penisola. Non siamo in grado forse di difendere la civiltà e la natura dell'Europa intera. Non sono questi che arrivano che spaventano, non sono i barconi, i treni presi d'assalto. (…) 
Quello che spaventa è quello che ancora non si vede, è l'ondata che si sta preparando nella profondità abissale dei continenti in esplosione demografica, è il futuro inimmaginato e inimmaginabile quello che spaventa. Quello che spaventa e la incapacità di percepire le responsabilità, di comprendere l'origine del bene e del male. E' una seconda cacciata dal Paradiso terrestre, cioè dal pianeta Terra, forse quella definitiva.   >>
 
 
POSCRITTO
Tutti i “picchisti” (quorum ego) sono d’accordo sul fatto che la “grande crisi ambientale” deve arrivare, ma hanno opinioni molto diverse sul “come” e, soprattutto, sul “quando”: c’è chi dice fra 10 anni, chi fra 20 anni, chi fra 30.
Spero di sbagliare, ma ho l’impressione che la “grande crisi” stia incominciando proprio ora, con l’invasione dell’Europa.
Come si evolverà questa crisi, non lo può sapere ancora nessuno: probabilmente si tratterà di un inizio lento, che non porterà gravi scossoni ancora per un po’; ma il ballo è incominciato. Che la fortuna ci assista. 
LUMEN
 

50 commenti:

  1. "Spero di sbagliare, ma ho l’impressione che la “grande crisi” stia incominciando proprio ora, con l’invasione dell’Europa."

    Stia cominciando o è già cominciata? E direi da un pezzo! La novità, direi assoluta, almeno per me, è che ormai si parla apertamente di abbattere addirittura tutte le frontiere: ciò farebbe schizzare il prodotto mondiale alle stelle (dicono gli economisti che di economia se ne intendono: difatti non furono capaci di prevedere, nemmeno lontamenente, la crisi del 2007 che ancora ci condiziona, paragonabile forse a quella del '29).
    Dunque gli economisti (e con loro i politicastri di tutte le risme, capitalisti e comunisti) sognano, si augurano, auspicano una crescita fantastica che non possiamo nemmeno immaginare. Intanto si aggiornano le previsioni demografiche: letto poco fa che saremo (saranno) 11,2 mld a fine secolo. Fantastico, 11 mld di produttori/consumatori.
    Il piano Kalergi prevede(va) la sostituzione della popolazione autoctona europea con un meticciato di varia origine (africana, asiatica ecc.). Chi si oppone a questo piano, la cui attuazione è ormai sotto gli occhi di tutti, anche dei ciechi, è un razzista e un fascista (dicono il papa e le anime belle - belle, fesse e ricche).
    In Germania qualcuno ha proposto di fare dell'inglese la lingua ufficiale: fantastico, giusto. Tutta l'Europa deve parlare inglese, senza una lingua comune non ci saranno mai gli Stati Uniti d'Europa (che per il momento continua ad essere l'Europa degli Stati Uniti).
    No nations - no borders! Davvero? Poi niente più contante, poi espropriazione di case e beni (con un clic). Mah! Tanto lieto non sono, vedo anzi un po' nero. Che Dio ce la mandi buona! Purtroppo non c'è o se ne impipa di noi.
    Ma insomma! Cos'è questo pessimismo? Petto in fuori, "cara al sol" (cantavano i franchisti - faccia verso il sole!). Io speriamo che me la cavo.
    Però auguri anche a tutti voi.

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  2. Caro Sergio, mi sono convinto che le elites europee spingono su questa invasione perchè sono convinti di averne notevoli vantaggi, senza pagarne alcun prezzo.
    Ed è anche possibile che, nel breve periodo, questo sia vero (nel medio no, pagheranno anche loro).

    In questo caso, davvero non c'è scampo, perchè se le conseguenze negative dell'invasione ricadranno soltanto sui ceti medi e bassi della società, nessun governo farà nulla di concreto per evitarlo (in fondo, a loro che importa ?).

    Non ci resta che il tuo commento finale: "Io speriamo che me la cavo".

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    1. Le linee guida della politica demografica dello stato italiano,
      dall'anno 2000 in avanti, sono delineate in risposta a questo
      breve studio.

      http://www.un.org/esa/population/publications/migration/execs
      um.pdf

      le cui premesse logiche sono fallate.

      In 4 pagine, si mischiano fenomeni demografici (flussi migratori)
      e fenomeni finanziari (spesa pensionistica).arriva a conclusioni
      prive di fondamento, conclusioni che suggeriscono l'urgenza,
      per rendere sostenibile la spesa pensionistica, di incrementare
      la popolazione (italiana, e di altre nazioni) attraverso
      l'immigrazione.

      In realta' la spesa pensionistica e' un fenomeno finanziario, non
      demografico e va affrontata sul piano finanziario, non su quello
      demografico.
      Se la spesa cresce va ampliato il flusso di cassa che la copre,
      flusso che deriva dalla massa salariale.
      Per finanziare le pensioni, non serve piu' gente, servono salari
      migliori.

      Boffi Giovanni Maria
      guruni@bigfoot.com





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  3. Peraltro, lo stesso tipo di invasione, di un popolo che ne scalza un altro dopo essere stato allontanato con le cattive dal luogo abituale di residenza, e delle conseguenze destabilizzanti che produce in tutta un'area, lo vediamo in israele. Israele nasce dall'espulsione violenta degli ebrei dall'europa.
    Molto si potrebbe aggiungere parlando del colonialismo europeo nel mondo.

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    1. Caro Diaz, in effetti la storia è piena di flussi migratori, di tutti i tipi, ma, salvo il caso dell'immigrazione sollecitata per necessità di forza lavoro, nessuno ha mai preteso che i paesi invasi fossero pure consenzienti.

      Il caso di Israele, in ogni caso, è molto particolare, in quanto si tratta del rtiorno ad una terra che, anche se occupato da altri, era quella dei propri avi (ma, come forse saprai, una parte degli ebrei si sarebbe accontentata anche di un territorio altrove).
      Nel caso attuale, invece, non c'è nessuno che stia tornando in un territorio già suo.

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    2. Il punto e' che quando un popolo o una parte di un popolo viene costretto ad andarsene dal posto in cui vive, necessariamente trasloca altrove, dove crea un bel po' di scompiglio.
      Israele e i palestinesi volevano solo essere un piu' che calzante esempio attuale di migrazione a catena. Il fatto che la palestina era la terra degli avi di duemila anni prima e' un evidente pretesto, non e' una ovvieta'... Ma il punto e' che gli ebrei, in europa, sono stati allontanati con la forza: quelli che non l'hanno fatto sono stati sterminati. Si sono trasferiti in palestina, dove gli attuali abitanti a loro volta sono dovuti andare altrove producendo disastri a catena (vedi libano).

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  4. A torto si fa un parallelo tra le moderne invasioni, soprattutto in Europa occidentale, e l'emigrazione italiana ovunque nel mondo. Gli emigranti italiani si presentavano col cappello in mano chiedendo ospitalità e lavoro, ed erano accolti perché servivano ai paesi in cui emigravano. Non pretendevano di essere accolti, non vantavano diritti. In Svizzera senza un posto di lavoro non si otteneva il prolungamento del diritto di soggiorno. Nella crisi petrolifera del '73 la Svizzera perse circa 300'000 posti di lavoro. Agli Italiani restati senza lavoro non rimaneva altro che tornare "a casa", magari dopo dieci o vent'anni di residenza. Non si rinnovava loro il permesso di soggiorno e nemmeno il permesso C tanto ambito dagli stranieri perché dà più diritti e sicurezza. Non tutti i residenti stranieri in Svizzera ambiscono alla naturalizzazione, alla cittadinanza. Io sono sempre cittadino italiano e devo rinnovare ogni cinque anni il permesso di residenza, anche dopo 58 anni di ininterrotto soggiorno in questo paese.
    Sarà pure un diritto umano emigrare, ma bisogna trovare anche un paese disposto ad accoglierti. Un diritto ad immigrare in un paese di propria scelta non esiste (ancora). E penso sia megli così. Nessuno può entrarmi in casa perché è povero, la mia casa è grande e ci sarebbe posto anche per lui e la sua famiglia (e poi anche per i ricongiungimenti familiari).

    I famosi barbari avanzavano in territori semideserti o deserti e - contrariamente a quanto ci si immagina - erano costituiti da qualche migliaio di persone, al massimo diecimila (Goti, Ostrogoti, Vandali ecc.), mica da centinaia di migliaia o persino milioni di individui. La situazione attuale non è comparabile a quei tempi: stiamo stretti, ci pestiamo i calli, e le risorse non sono infinite.

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    1. "erano costituiti da qualche migliaio di persone, al massimo diecimila (Goti, Ostrogoti, Vandali ecc.), mica da centinaia di migliaia o persino milioni di individui. La situazione attuale non è comparabile a quei tempi: stiamo stretti"

      Rispetto alle risorse, e' comparabile eccome... anche allora stavano stretti rispetto alle risorse, anzi sicuramente piu' di oggi, dato che siamo ancora in espansione. La popolazione umana del mondo ha sempre raggiunto il massimo compatibile con le risorse (ovvero le tecnologie, che nel caso degli umani e' sinonimo) disponibili, assestandosi poi in equilibrio fra nascite e morti fino alla successiva rivoluzione tecnologica. Perlomeno negli ultimi 10.000 anni.

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    2. Piuttosto, e' da notare che il tempo sembra scorrere sempre piu' veloce, qualsiasi cosa che richiedesse un secolo mille anni fa, ora avviene in un anno (compresa la crescita della conoscenza, che e' anch'essa, per il momento, esponenziale).

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    3. Dunque dov'è il problema? Anzi: no problems?! Siamo in espansione e la Terra ci regge eccome, anche le conoscenze aumentano in modo esponenziale.
      Credo che abbiamo una visione diversa delle cose. Comunque io non mi definisco catastrofista o picchista.
      È vero che anche i trecento milioni di esseri umani dei tempi di Cesare stavano anche loro stretti rispetto alle risorse, ma non so se la loro situazione sia comparabile alla nostra, non credo. Certo se chiedi al papa e agli economisti, anche ai politici, diranno tutti che c'è ancora tanto posto e da mangiare per tutti. Kerry ha detto giorni fa, dopo l'invasione dei profughi accolti a braccia aperte in Germania dalla cancelliera e dai Tedeschi (ma non da tutti i Tedeschi): vedremo poi con le risorse idriche ...
      Se ho ben capito per te siamo dei fessi (catastrofisti, picchisti, Verdi da strapazzo). Inutile farsi dei problemi: le cose si aggiusteranno da sole, è sempre stato così, anche se ovviamente a qualcuno andrà storta, delle vittime ci saranno sempre.

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  5. Cari amici, sul concetto dello "stare stretti" avete forse ragione entrambi.

    Certo, l'umanità ha sempre cercato di riempire tutte le nicchie possibili ed anche in passato l'utilizzo del territorio era, rapportato alla tecnologia dell'epoca, sempre al limite. In questo ha ragione Diaz.

    Però ha ragione anche Sergio (ed io la penso come lui) quando sottolinea l'assoluta novità della situazione attuale, in cui i territori debbono già sopportare una densità di popolazione assurda e squilibrata.
    Certo, per il momento, pare che di cibo (e di spazio ?) ce ne sia ancora per tutti, ma per quanto tempo ancora ?

    Almeno in passato, con quelle densità ridicole, si poteva sperare in qualche novità tecnologica che riequilibrasse la situazione, cosa che in effetti prima o poi si verificava.
    Ma oggi, che siamo diventati miliardi, ed abbiamo già riempito ogni nicchia territoriale, anche quelle totalmente inadatte all'uomo, cosa possiamo ancora inventarci ?

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    1. "Almeno in passato, con quelle densità ridicole, si poteva sperare in qualche novità tecnologica che riequilibrasse la situazione"

      No, in passato la situazione veniva riequilibrata dalla scarsita' delle risorse che autolimitavano la popolazione. Quindi se andra' come prevedete voi, saremmo non nella catastrofe, bensi' nella normalita' piu' normale.
      Se invece per qualche miracolo la popolazione dovesse limitarsi per altri motivi (tipo il crollo della natalita' spontaneo tipico dei paesi attualmente piu' evoluti) allora si' sara' successo qualcosa di unico e fuori dalla norma storica.

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  6. Ma sì, certo, nella giungla la popolazione è in rapporto alla disponibilità di risorse (soprattutto il cibo). Dunque se siamo arrivati a passa sette miliardi e siamo ancora vivi e vegeti è tutto nella norma ovvero si vede che le cose non stanno così male come pretendono i catastrofisti. Be', c'è da dire che c'è circa un miliardo di morti di fame o denutriti, più un altro paio di miliardi che campa con due dollari al giorno (con potere d'acquisto più elevato, certo) e poi tanti altri che campano così così (vedi i battaglioni di disoccupati nell'UE che voleva eliminare la disoccupazione entro il 2010). Insomma, proprio a gonfie vele le cose non vanno. La maggior parte vivacchia, anche se il vivacchiare degli europei è meglio della vita dei prìncipi di secoli passati esposti agli spifferi micidiali dei loro castelli.
    Mah, forse riusciremo a vivere o vivacchiare decentemente anche in dieci miliardi grazie all'aumento esponenziale delle conoscenze. Cibo e acqua e carta igienica per tutti, cosa vogliamo di più? Anzi della carta igienica si può fare a meno grazie al closomat che ti sciacqua il culo. Ma ci sarà l'acqua per il closomat? Sì, dice Diaz. Non so, dico io, anzi più no che sì. La prudenza non è mai troppa (dicono i pavidi - e chi se ne frega se mi danno del pavido!).

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    1. Niente di strano, Sergio, è la propensione di Diaz alla boutade.

      Non capisce che con l'era industriale, l'uomo ha messo a punto un sistema di sviluppo capace di forzare la capacità di carico globale come mai prima sarebbe potuto accadere. E quindi anche se l'uomo ha sempre avuto la tendenza a prendere tutto il prendibile, ora il "nuovo", ultimo, risvolto è di una gravità epocale.

      Lo scorso anno l'IPCC ha delineato lo scenario di un + 5°C sui livelli preindustriali: "Quindi se andra' come prevedete voi, saremmo non nella catastrofe, bensi' nella normalita' piu' normale" seee, buonanotte, magnifica sciocchezza. Con 5 gradi in più di media, normalità più normale, come no, tutto a posto. Ne bastano di meno per spazzarne via a miliardi.

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    2. << con l'era industriale, l'uomo ha messo a punto un sistema di sviluppo capace di forzare la capacità di carico globale come mai prima sarebbe potuto accadere. >>

      Per l'appunto.
      Ho l'impressione che, se anche nell'antichità la popolazione era sempre al limite della sussistenza, NON lo era l'impronta ecologica.
      La quale - se ho compreso bene il concetto - ha dei parametri fissi, legati al capitale ecologico rinnovabile, e quindi non segue i progressi tecnologici.

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    3. L'impronta ecologica si riferisce all'attuale modo di vita, che ha sole poche decine di anni e fra altrettanti cambiera' di nuovo, specialmente se saremo costretti dalle circostanze. E magari torneremo agli agognati 500 milioni.

      "Ne bastano di meno per spazzarne via a miliardi"

      Si', nella storia di una specie e' normale che succeda di molto peggio, come e' successo pure alla nostra:
      https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_della_catastrofe_di_Toba

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    4. Forse non avete afferrato che e' la catastrofe periodica che e' la normalita', per cui non ha senso chiamarla tale.

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    5. No, l'impronta ecologica si riferisce anche ai passati modi di vita, anche il T-Rex o l'uro indiano ne avevano una propria. Anche passando dal carbonio al silicio - dalla vita naturale a quella artificiale - ci sarebbe comunque un'impronta, non si può pensare di vivere senza pesare sull'ambiente.
      L'unica differenza è il rapporto fra impronta e capacità di carico, come ti diceva Lumen.

      "fra altrettanti cambiera' di nuovo, specialmente se saremo costretti dalle circostanze. E magari torneremo agli agognati 500 milioni"

      Sì, ma come avverrà tutto questo? Ti scandalizzi se dico che
      questo processo dovrebbe essere diretto dall'uomo, non batti ciglio se a svolgerlo sarà la natura. In questo momento cosa ci offre il menu degli ecodisastri? Sentiamo di alluvioni in Giappone e in Utah e di siccità in California, qualcosa anche da noi, ma morti quasi niente. Gli umani sono tignosi, resistentissimi alle avversità, sono come le pulci su un cane. Pensa in che condizioni sarà ridotto l'ecosistema a quel punto.

      "Si', nella storia di una specie e' normale che succeda di molto peggio, come e' successo pure alla nostra"

      Non può essere di peggio rispetto a qualcosa che ancora dovrà accadere, e di certo, anche al netto del carattere teorico, non si partiva da una decina di miliardi di individui. C'è una differenza di proporzioni e, soprattutto, di responsabilità, come ti diceva Sergio.
      A me poi sfugge - sarà un mio limite senz'altro - il nesso fra la periodicità della catastrofe l'insensatezza della definizione. Più catastrofi non significano nessuna catastrofe, è assurdo pensarlo. Comunque il punto rimane quello: non è normale una catastrofe provocata dalla prolificità di un'unica specie.

      Volevo risponderti anche sulla natalità italiana, vedo che Sergio mi ha preceduto. Aggiungo solo una cosetta io. Noi andiamo in overshoot in aprile, abbiamo una EF stellare. Quindi anche se facciamo pochi figli, questo non ci è di nessun conforto. E poi appunto gli immigrati in più che non mancano, per grazia divina.

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    6. "Gli umani sono tignosi, resistentissimi alle avversità, sono come le pulci su un cane."

      Ergo ci vuole un'opera di disinfestazione delle "zecche"?
      Da chi cominciamo?
      IMHO, sono questioni che vanno definite con la ragione e la persuasione, credo che solo cosi' si possano ottenere risultati a lungo termine e valevoli la pena di essere perseguiti.

      Se non sei d'accordo esprimi liberamente la tua opinione, e la tua proposta di soluzione finale, ovviamente.

      ;)

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  7. https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_della_catastrofe_di_Toba

    Letto, non ne sapevo niente. Ma ho capito anche ben poco.
    Eva mitocondriale, Adamo Y-cromosomale? Ma che roba è? Riconosco la mia grande ignoranza. Presto non mi azzarderò ad affermare più niente.

    Forse sarà proprio così che le catastrofi sono la normalità, passiamo di catastrofe in catastrofe di dimensioni inimmaginabili, e frammezzo ci sono dei periodi di ralativa tranquillità. Forse siamo proprio in una fase abbastanza tranquilla che vorremmo prolungare.
    Tuttavia una volta le catastrofi ambientali erano naturali e l'uomo non ne era la causa o senza saperlo. Solo recentemente, molto recentemente ci siamo resi conto che anche noi ci mettiamo del nostro per peggiorare la situazione. Io non mi azzardo a dire che i cambiamenti climatici sono dovuti all'azione dell'uomo, che è colpa nostra se i mari saliranno (letto ieri!) non di qualche centimetro ma di 50 metri se si scioglie l'Antartico. Ma qualche dubbio ce l'ho. Aver bruciato tutto il petrolio accumulatosi in milioni di anni in appena due secoli avrà probabilmente delle conseguenze sulla composizione dei terreni, dell'aria, dell'acqua. Non lo so, non sono un esperto. Ho solo delle sensazioni come tutti (il 99,99% dei viventi non sono esperti). Lo stesso qualcosa vediamo, intuiamo. Il degrado dell'ambiente in cui viviamo è innegabile (o trasferitevi pure nella Terra dei Fuochi).
    Forse potremmo frenare questo degrado o persino arrestarlo. O forse sono solo velleità ridicole.
    Adelante, Pedro, con juicio. Ma niente, sempre e solo crescita, fino a sbattere. Non possiamo fermarci, se non consumi tutto il possibile è crisi, profonda crisi.

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    1. "Ma che roba è"

      Da pochi anni e' possibile fare studi accurati sul DNA, in modi che sono del tutto sconosciuti ai piu', in quanto richiedono infarinatura statistico-matematica che e' del tutto controintuitiva per i deterministi-scientisti da XVIII secolo. Pare sia possibile, facendo analisi statistiche sulla variabilita' del genoma all'interno di una specie, conoscendo il tasso di mutazione nel tempo di certi marcatori, ricostruire a ritroso la storia dell'origine della specie stessa dal pool genetico originario. Per quanto riguarda l'essere umano, contrariamente all'opinione dei razzisti politici, la nostra specie e' una delle specie piu' povere geneticamente, nel senso che gli esseri umani, colore della pelle e fisionomia del viso a parte a cui siamo molto sensibili dato che dobbiamo riconoscerci l'un l'altro, sono MOLTO piu' simili fra di loro di quasi tutte le altre specie, che presentano molta piu' varieta' genetica interna.

      COme gia' detto, lo scopo della riproduzione sessuata secondo le recenti conoscenze non e' solo quello di accelerare l''evoluzione attraverso la selezione sessuale, e' anche quello di custodire il genoma della specie, in tutte le sue variazioni, non in un solo individuo, cosa che sarebbe piuttosto rischiosa per la specie, ma nell'intera specie stessa. Nel "pool genetico", a scopo cautelativo di eventuale necessita' di variazione... Lo stesso fanno le altre specie, e fa la vita sulla terra nel suo complesso (abbiamo il 98 per cento del dna in comune con lo scimpanze', ma anche il 70 per cento in comune col sedano, e funzioniamo tutti, nel regno animale e vegetale, a DNA, la chimica di base e' uguale per tutti gli esseri viventi sulla terra, siamo fatti tutti con gli stessi mattoncini, sequenze di triplette di DNA e proteine a loro volta fatte di soli 20 aminoacidi ognuno codificato da una tripletta di DNA).

      La cosa impressionante non e' la catastrofe di Toba che e' del tutto ipotetica, e' che appena 70.000 anni fa, nulla dal punto di vista del tempo geologico e poco piu' di nulla dal punto di vista del tempo biologico, per un motivo o per l'altro siamo stati molto vicini all'estinzione, solo pochi individui sono sopravvissuti, e da quelli e' originata la specie attuale, molto povera geneticamente proprio perche' derivante da quel "collo di bottiglia" genetico, da quel pool di DNA molto ristretto, risalente a SOLI 70.000 anni fa.

      La quantita' di tumori che ci affligge potrebbe essere dovuta anche a questo.

      Per quanto riguarda il resto, avrai capito che il sottoscritto, non meno di te, detesta visceralmente l'affollamento, e riesce, anzi preferisce, restare per giorni o mesi senza contatti con i propri simili (il che pero' bisogna dire e' anomalo, la specie umana e' quella che assomiglia di piu', dal punto di vista sociale, alla canina, e fra i mammiferi superiori, siamo gli unici che si avviicinano sempre di piu' all'organizzazione sociale degli insetti, le api o le termiti. Abbiamo, come specie, una socialita' esagerata e morbosa, siamo ossessionati, mimeticamente o contro-mimeticamente, da cio' che fa il nostro vicino.

      Per quanto riguarda l'uomo come cancro del pianeta, sono anch'io della stessa, suppongo, vostra opinione, se non peggiore, solo che realisticamente credo sia inutile affrontare la questione minacciando catastrofi e apocalissi: se non altro perche', se non avvengono come previsto, e prevederle e' un atto di totale presunzione antiscientifica, si rischia di essere presi, ragionevolmente, a pernacchie.
      ...

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    2. Il che non e' utile alla causa.

      Combustibli fossili bruciati? Ma il problema fondamentale del ciclo del carbonio e' che il carbonio tende a sedimentare nel fondo degli oceani e nelle rocce carbonatiche, sparire dall'atmosfera, e rendere impossibile la vita basata sulla fotosintesi come la conosciamo, se non avvenisse ogni tanto una terribile eruzione vulcanica, tipo quella di Toba, che rimette il CO2 in circolo: ogni tanto qualcuno scrive un articolo su "effettorisorse" sull'argomento, solo che e' talmente accecato dalla sua ipotesi, che ne ricava conclusioni opposte a cio' che le sue premesse impongono...

      E per finire, per quanto riguarda l'anti-papismo, dal punto di vista demografico, ricordo che il paese che ospita il papa e il vaticano e' quello, al mondo e nella storia, col piu' basso tasso di fertilita' in assoluto... Se dovessimo essere conseguenti, dovremmo augurarci, ai fini della decrescita demografica, che il papa abbia sempre piu' successo nella sua predicazione...

      Con quanto detto sopra non voglio esprimere granitiche convinzioni, che non ho, voglio solo instillare il dubbio (metodico) nella speranza con questo di evitare, almeno a noi, di aggiungere cantonate alle cantonate, presunzione a presunzione, fideismi a fideismi, tipo quelli che gia' hanno creato la situazione, per noi quanto meno spiacevole, attuale.

      Ovviamente un qualsiasi vero esperto delle materie sfiorate sopra puo' aggiungere e correggere molto a codeste chiacchere da blog, e magari lo facesse.

      :)

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    3. Ho letto con interesse le tue lezioni (tali sono per me) che però afferro solo in parte (io vengo da «lettere»). Ma tu da «dove» vieni? Intendo studi, preparazione.
      Io vivo isolatissimo, un po' per le circostanze, un po' perché sono un orso, asociale. Come già detto non posseggo lo smartphone, ormai considerato una protesi insostituibile dell'uomo moderno, né ho mai avuto un cellulare, non per snobismo ma perché non ne ho effettivamente bisogno. Comprerò il cellulare quando saranno sparite tutte le cabine telefoniche. Ma credo di aver telefonato l'ultima volta da una cabina cinque o forse anche dieci anni fa ... Mi basta perciò il fisso. Il computer ho dovuto comprarlo per forza per il lavoro che facevo (traduttore) e devo dire che mi piace. L'email è molto pratico, quasi insostituibile ormai (penso che i carteggi cartacei scompariranno, come i telegrammi e gli espressi, o saranno carissimi). Anche l'e-banking è pratico. Ma di più non ho bisogno (alla mia veneranda età poi ...). Detesto Facebook, non ho mai "cinguettato" (twitter). Credo di essere antimoderno.

      Il basso livello di natalità in Italia (record mondiale) non è dovuto alla presenza del papa che fa quello che può per restare a galla. E complice i media, specie la RAI, ha ancora una certa visibilità (ma soprattutto in Italia, forse anche in Polonia, zero in Svizzera). È un calo da benessere e pillola contro cui la Chiesa può ben poco. "Non volete figli? E allora beccatevi gli immigrati!" A queste battute è ridotta la Chiesa.

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    4. Perché non è una cosa seria. Io mi sono iscritto una volta perché volevo vedere un album di foto di mia nipote, ma ho annullato l'iscrizione dopo 48 ore. Una cosa demenziale questo Facebook centinaia di milioni, sembra anche un miliardo di stronzi che si parlano addosso, comunicano le più grandi stronzate ad altri stronzi che non hanno niente da fare ma che con Facebook si sentono meno soli perché hanno cento e anche duecento amici! Ma si può? Cento amici? Ma non è possibile averne nemmeno dieci, nemmeno cinque! Sono contatti superficiali e stupidi. Puoi dialogare, quel che si dice dialogare, con UNA persona soltanto, al massimo due o tre (e siamo già con tre a una riunione di massa in cui tutti gridano per farsi sentire). Da circa tre anni dialogo con Massimo: con - credo - reciproco interesse e piacere e persino profitto forse. Certo un Massimo soltanto non è il massimo (absit iniuria), ma almeno si dialoga davvero (e non è che siamo d'accordo su tutto, anche se uno diceva che si può dialogare soltanto con uno che la pensa come te, più o meno - gli altri vogliono imporsi, convertirti, umiliarti).

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    5. @sergio

      Condivido piu' o meno tutto, con l'aggravante che io coi computer ci lavorerei... Non ho particolare preparazione, cerco sempre, e cerco di capire e ragionare, applicando la logica per quanto mi e' possibile e imparando e ricordando dall'esperienza. A suo tempo, in gioventu', ero interessato all'epistemologia, ho letto popper, lakatos, feyerabend, quine, ma anche le opere dei grandi fisici, matematici, biologi, naturalisti che hanno fatto la storia della scienza, e che sono stati spesso grandi filosofi. Ho una biblioteca di parecchie migliaia di volumi, fatti su col tempo. Per questo quando leggo certe cose, magari di attuali luminari della "scienza ambientale" o della "scienza economica" con tanto di blog, mi cadono i coglioni...

      Non se se sia un sintomo di rincoglionimento dovuto all'eta', ma ho l'impressione, almeno a girare internet, che la media del livello culturale e intellettivo piu' recente, sia in deciso peggioramento. Ulteriore peggioramento...

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    6. Caro Sergio, credo che alla fine tutto si riduca sempre e solo al modo in cui tu decidi di farne uso.
      Io ho 30 "amici", e già così devo sembrare asociale, visti i numeri medi che indicavi; mi tengo regolarmente in contatto con 4/5 persone, non di più, e con loro non parlo certo di ecologia. Non so se siano contatti superficiali, è un modo di restare in contatto.
      Detto questo, nessuno può invadere il tuo spazio e mandarti ciarpame contro la tua volontà e puoi iscriverti in pagine o gruppi di tuo interesse (alcuni meritano). Non sei obbligato ad accettare nessuno come amico, puoi anche distinguere fra gli amici "veri", da cui vuoi ricevere aggiornamenti, dagli altri che puoi lasciare lì a bagnomaria (questi ultimi non mi danno così nessun fastidio).
      Di recente ho seguito una breve discussione fra Maria Luisa Cohen e Jacopo Simonetta su questa invasione in corso; in mezzo c erano anche altri commenti di altre persone, magari anche sciocchi, ma non i loro.
      Con questo non voglio dire che hai torto, qua non è questione di ragione o torto, ognuno fa bene a regolarsi come crede. Però è un mezzo di grandi potenzialità, tutto sta a come lo si gestisce.

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    7. Caro Francesco, questa tua risposta mi piace. Mi confermi anche che in fondo si può dialogare, discutere, restare in contatto con poche pochissime persone. Non puoi parlare e piacere a tutti. Le battute, i mi piace/non mi piace, sono cose ridicole, superficiali. Sollecitano solo altre battute. Ma vedo che la cosa è universalmente apprezzata, gli iscritti a Facebook sono intorno al miliardo. La mia - breve - esperienza è stata però fallimentare. Non escludo tuttavia quello che dici: "è un mezzo di grandi potenzialità, tutto sta a come lo si gestisce". Sì, potrebbe essere utile. Tuttavia manca qualcosa d'importante: la fisicità. Lo diceva anche la Magli: bisogna incontrarsi, vedersi per fare qualcosa insieme, se no è appunto tutto virtuale, astratto. Non parliamo poi dei rischi a cui sembra che gli iscritti si espongano stupidamente mettendosi letteralmente a nudo.

      P.S. Mannaggia, non sono riuscito a intavolare un discorso che fosse un discorso con questa benedetta Maria Luisa Cohen che vive a Losanna e mi ha pure invitato più volte ad andare a trovarla. Ma sono ormai troppo vecchio per viaggiare (sto dall'altra parte della Svizzera).

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  8. @ Sergio

    Ricordo che, in un post precedente, avevamo discusso di un libro di Piero Angela dal titolo emblematico: "Perchè dobbiamo fare più figli".
    Il concetto di base era che se i figli non li facevamo noi, ci arrivavano da fuori, soitto forma di immigrati (appunto).

    Ma, dico io, è proprio necessario cadere sempre dalla padella nella brace ?
    E fare meno figli e restarsene tranquilli no ?
    Non è una opzione valida ?
    Ma voi credete veramente che - come ci raccontano per tenerci tranquilli - saranno gli immigrati a salvare le nostre pensioni ?
    In una società satura come la nostra, con i giovani disperati che non trovano lavoro ?
    Io non ci credo proprio .

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    1. Forse l'aspetto più tragicomico della questione è che anzichè attivarsi per (cercare di) ridurre il tasso di natalità nei Paesi che continuano ad averlo strabordante, generalmente si fa di tutto per (cercare di) rialzarlo in quelle aree del Pianeta che finalmente & faticosamente lo hanno ridotto a livelli ragionevoli ossia ecologicamente/economico-socialmente sostenibili...

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    2. Esattamente.
      Ci comportiamo come se fossimo una di quelle specie di animali a rischio di estinzione, perchè ridotta a poche centinaia di esemplari.
      Invece veleggiamo beati ed incoscienti verso il settimo miliardo.
      Che tristezza !

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    3. "ridurre il tasso di natalità nei Paesi che continuano ad averlo strabordante"

      Di questo dobbiamo ringraziare soprattutto i "grandi scienziati economici" dell'ultima generazione, annoverabili fra le peggiori maledizioni dell'umanita', che sragionano solo in termini quantitativi e di pil.

      E' il trionfo completo del materialismo economicistico marxista, anche a destra.

      In realta', e' dagli anni '60- '70 del secolo scorso che si prefigurava esattamente la sitauzione migratoria che si sta cominciando a verificare oggi: e' ben noto che gli unici a fare pressioni a livello mondiale per prevenire il fenomeno, sono stati gli Usa. TUTTI gli altri, chi per motivi religiosi, chi per motivi di prevalenza politico-economica, (vedi cina e urss a sinistra, e gli altri a destra) erano assolutamente contrari in sede di organismi internazionali.

      A fare la differenza, pero', e' stata solo la scoperta degli anticoncezionali, come dice sergio sopra: prima, per la donna, e per la collettivita', era inevitabile avere la vita condizionata da una maternita' incontrollabile. Non e' da escludere che la chiesa, tuttora, esalti la prolificita', perche' era un fenomeno naturalmente incontenibile e in verita' molto meno entusiasmante di quanto si dovesse ammettere...

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    4. Un'altra ineffabile "perla" sempre più diffusa in questo periodo è che, mentre da una parte si lamenta (a buon diritto!) un tasso di disoccupazione & di esclusione sociale italiano/europeo che malgrado reiterati sforzi sostanzialmente continua a restare troppo elevato, dall'altra si afferma che quanto prima "miracolosamente" non solo si riuscirà ad assicurare occupazione dignitosa & integrazione sociale ai sempre più numerosi migranti arrivati o in arrivo ma addirittura che questi ultimi costituiscono le "risorse" indispensabili per far finalmente ripartire l'economia italiana/europea stessa... Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da sganasciarsi dalle risate!

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    5. Caro Caludio, credo che si arriverà in breve tempo ad una guerra tra poveri (stanziali versus immigrati) quale non abbiamo mai visto da queste parti, che lascerà parecchi cadaveri (non solo metaforici) sul terreno.

      L'Italia, pur con tutti i suoi difetti, è sempre stato un posto abbastanza tranquillo per la vita quotidiana, con una discreta pace sociale (salvo periodi eccezionali).
      Temo che arriveremo a perdere anche questo.

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    6. "Ci comportiamo come se fossimo una di quelle specie di animali a rischio di estinzione, perchè ridotta a poche centinaia di esemplari."


      La vita e' un fenomeno del tutto precario, effettivamente, che potrebbe essere davvero raro nell'universo. Come diceva Fermi, che pur era un genio medio, se la vita, e l'intelligenza (si fa per dire), e' cosi' diffusa, dove sono tutti? Perche' non si fanno sentire?

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    7. Questa mi delude di Fermi (sarà che era come dici tu un genio "medio"). Le distanze sono enormi, al momento attuale insuperabili, già all'interno della nostra galassia. Non abbiamo le prove di intelligenza extra-terrestre, ma le probabilità sono elevate, direi anzi altissime che esistano (300-400 miliardi di stelle nella Via Lattea). Zichichi invece essendo cattolico arriva ad affermare che siamo soli nell'intero universo (cosa che persino la Chiesa non si azzarda più a dire con quella storia che ha alle spalle). È chiaro che se non fossimo soli la storia della redenzione sarebbe un po' strana, a meno che Gesù non visitasse anche altri sistemi solari e vi ripetesse lo spettacolo della crocifissione e resurrezione. Una cosa da ridere. Sì, non è detto che altre creature abbiano commesso il peccato originale rendendo necessaria la redenzione.
      Per quanto precaria sia la vita io non credo che siamo soli, non solo nell'universo ma anche nella nostra galassia. Magari dall'altra parte la storia si ripete un po' diversa, Napoleone vince a Waterloo ...

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    8. Sul c.d. paradosso di Fermi (che seocndo me era poco più di una battuta), ho letto tempo fa un libro piuttosto divertente, che passava in rassegna tutte le spiegazioni possibili (ed anche quelle impossibili).

      Il libro - scritto da un certo Webb Stephen - si intitola per l'appunto "Se l'universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti?", con sottotiolo "Cinquanta soluzioni al paradosso di Fermi e al problema della vita extraterrestre".
      Niente di eccezionale, ma se vi capita sotto mano non vi annoierete.

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    9. Intendevo la blogosfera...
      Ri-scherzo... :)

      "che secondo me era poco più di una battuta"

      pero' mica tanto, se si applica il concetto di infinita' per corroborare certe ipotesi, bisogna avere l'onesta' di applicare lo stesso concetto anche quando le falsifica, e il paradosso in questo senso funziona eccome. Spesso usiamo la logica emozionalmente, magari correttamente, pero' applicandola solo finche' conviene, senza accorgercene. Spessissimo. I blog di economia (e le teorie economiche in genere) sono paradigmatici in proposito. Certo che piu' ci guardiamo in giro (nell'universo) piu' ci accorgiamo di essere soli, finora. Fino a poche decine di anni fa, per dire, era comune convinzione che su marte ci fosse vita se non intelligente quasi. Poi, andandoci, abbiamo scoperto che in un pianeta dove perfino la temperatura e' cosi' bassa che persino la co2 condensa in ghiaccio, e dove i raggi ultravioletti sterilizzano tutto, non e' cosi' semplice, pur esendo molto vicino ad un altro (la terra) dove la vita ribolle per cui schizzi ogni tanto arrivano...

      Pure sulla terra, dove le condizioni sono favorevoli, la vita e' rimasta per miliardi di anni, una frazione considerevole dell'eta' stimata dell'intero universo, allo stadio monocellulare o poco piu'.

      Fare ipotesi in proposito e' un azzardo.

      Senza scomodare zichichi e religioni varie, la vita intelligente sulla terra potrebbe anche essere una eccezionalita' destinata a durare un battito di ciglia geologico.

      Da cio' ognuno, a seconda delle sue inclinazioni emotive cioe' religiose, puo' trarre la conclusione che sia necessario fare di tutto per preservarla, oppure che tanto valga abbandonare subito la partita e vivere alla giornata, data l'impossibilita' di vincerla.

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    10. << la vita intelligente sulla terra potrebbe anche essere una eccezionalita' destinata a durare un battito di ciglia geologico. >>

      Possibilissimo.
      Ma questo potrebbe valere anche la vita in sè, come ci insegna il c.d. principio antropico..

      Copio e incollo dal wiki : << Il principio antropico vuole sottolineare che noi viviamo in un universo che di fatto permette l'esistenza della vita come noi la conosciamo.
      Ad esempio se una o più delle costanti fisiche fondamentali avessero avuto un valore differente alla nascita dell'universo, allora non si sarebbero formate le stelle, né le galassie, né i pianeti e la vita come la conosciamo non sarebbe stata possibile. >>
      E la forchetta dei valori possibili, a quanto pare, sarebbe molto stretta.

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  9. @ Diaz

    Grazie per precisazioni in materia di genetica umana.

    Comunque, ci sono antropologi che sostengono (camminando sul filo sottile dell'accusa di razzismo) che l'evoluzione genetica della specie umana è continuata anche nelle ultime decine di millenni (diciamo post Toba), creando una variabilità geografica che non sarebbe solo culturale.

    Se ti va di confrontarti con un testo provocatorio (ma interessante) ti segnalo il libro "Una scomoda eredità" di Nicholas Wade.

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  10. @ Francesco

    Ti ringrazio per i chiarimenti in materia di Impronta Ecologica, che confermano la mia interpretazione.
    E' sorprendente che un concetto così importante, che dovrebbe costituire la base di ogni ragionamento a livello governativo e decisionale, sia invece così poco conosciuto dal grande pubblico.
    Ma forse non è un caso, perchè - per le elites attuali - sarebbe soltanto d'impicciio.

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    1. Così poco conosciuto non direi, penso che tanti sappiano ormai cosa s'intenda per I E. Comunque non tutti considerano questo criterio di valutazione valido. I cattolici per es. dicono che è una "barzelletta".
      Si può anche capire perché: l' I E significa in ultima analisi stabilizzazione della popolazione o persino calo demografico. E questa è una cosa che i cattolici non possono accettare, sia i "cattolici conigli" (Bergoglio dixit) che la Chiesa e Bergoglio stesso nonostante le sue apparenti aperture (ai divorziati, ai gay ecc.).
      Stabilizzazione o calo demografico significano sganciamento della sessualità dalla procreazione, in pratica sesso è gogo! E se tutti fottono chi va più in chiesa a recitare il rosario o le litanie o a frequentare le barbosissime cerimonie della Chiesa. Che vorrebbe predicatori più brillanti, più accattivanti - ma la gente preferirà sempre più una bella scopata a noiose funzioni. E pensare che negli Anni Cinquanta portavano ancora in processione la Madonna Pellegrina e andavano in estasi se una Madonna piangeva. Io ho vissuto in diretta il pianto della Madonna di Siracusa - guarda su Wikipedia che schifo di chiesa le hanno eretto.

      Però attenzione, non assolutizziamo l'I E. A me, da non esperto, sembra un buon criterio (il che è un'opinione e non una verità incontrovertibile). Prendo atto però che anche i massimi governanti del pianeta inclinano a prenderlo in considerazione, quindi non è strampalato o idiota come pensano i cattolici conigli e ... Giuliano Ferrara (che piange sui mancanti 500 milioni di Cinesi abortiti, lui che ha solo scopato e non ha nemmeno un figlio, nonostante la mogliera sia cattolica).

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    2. "Giuliano Ferrara (lui che ha solo scopato e non ha nemmeno un figlio, nonostante la mogliera sia cattolica)."

      E' proprio per questo, ci scommetterei.

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  11. << Giuliano Ferrara (che piange sui mancanti 500 milioni di Cinesi abortiti) >>

    Poverino.
    E quei cattivoni dei governanti cinesi non lo hanno neppure ascoltato !
    .

    RispondiElimina
  12. @ Lumen delle ore 8:18 di gio, 16 settembre:

    "Invece veleggiamo beati ed incoscienti verso il settimo miliardo."

    Ma che c... dici, dove vivi (scusa)? Pochi minuti fa eravamo:

    7,367,627,114

    Altro che sette miliardi!

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  13. << Pochi minuti fa eravamo: 7,367,627,114 >>

    Povero me, che gaffe !
    Questo succede a scrivere senza controllare...
    Adesso, per punizione, mi toccherà contarli uno per uno... :-)

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    1. E adesso siamo a quota 7,367,670,672 !!!

      Dopo alcune ore soltanto! Abbondiamo, abbondiamo, direbbe Totò ...

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    2. E pensa che basterebbe un istante per tornare a zero... la vita e' quanto di piu' precario.

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  14. OT

    "Sempre connessi, siamo prigionieri del presente."

    Mica male.

    (Televideo RAI del 17/9/2015 p. 165)

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    1. Dal web: << La nostra esperienza del tempo è divisa tra presente, passato e futuro. Ma cosa rende il presente diverso da passato e futuro? E quanto “dura” il presente? (...)
      Sappiamo che all’interno di un intervallo di qualche centinaio di millisecondi le diverse informazioni in arrivo dall’esterno vengono integrate dal nostro cervello in un unico percetto, alla base di quello che chiamiamo il nostro “presente soggettivo”. (...)
      La finestra temporale necessaria per la ricostruzione dell’unitarietà non solo delle immagini statiche ma anche delle esperienze (...) va dai due ai tre secondi. >>

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