sabato 22 settembre 2012

Dawkins vs. God

Il grande scienziato evoluzionista Richard Dawkins ha scritto principalmente di biologia, ma ha scritto anche sulla (contro la) religione.
Ecco un piccolo florilegio delle sue considerazioni più acute e divertenti.
LUMEN



<< [Proviamo ad] immaginare che le creature viventi siano opera di un Artefice divino e tentiamo, applicando la progettazione inversa, di comprendere che cosa l'Artefice abbia voluto massimizzare: qual era la funzione di utilità di Dio ? (…)
Il ghepardo sembra fatto apposta per uccidere la gazzella. I denti, gli artigli, gli occhi, il naso, la muscolatura degli arti, la colonna vertebrale e il cervello di questo predatore sono tutti come potremmo aspettarci, se lo scopo di Dio nel progettarlo fosse stato quello di massimizzare le morti tra le gazzelle.
Ma se applichiamo la progettazione inversa allo studio della gazzella troviamo evidenze ugualmente impressionanti dello scopo diametralmente opposto: la sopravvivenza delle gazzelle e la morte dei ghepardi per fame.
È come se il ghepardo fosse stato progettato da una divinità e la gazzella da una divinità rivale.
In alternativa, se vi è un solo Creatore che ha fatto la tigre e l'agnello, il ghepardo e la gazzella, qual è il Suo gioco?
È un sadico che si diverte ad assistere a spettacoli cruenti ? Cerca di scongiurare la sovrappopolazione tra i mammiferi africani ? Oppure ha interesse a mantenere alta l'audience dei documentari naturalistici (…) ?
Tutte queste supposizioni sono funzioni di utilità del tutto plausibili. All'atto pratico, ovviamente, sono del tutto false.
 

Gli integralisti sanno in che cosa credere e sanno che niente farà mai loro cambiare idea.
La citazione da Kurt Wise (…) è esemplare: « Se tutte le prove dell'universo andassero contro il creazionismo, sarei stato il primo ad ammetterlo, ma sarei rimasto creazionista perché è quello che la Parola di Dio sembra indicare. E qui io devo collocarmi ».
Non si sottolineerà mai abbastanza la differenza tra questa appassionata fedeltà alla Bibbia e l'altrettanto appassionata fedeltà dello scienziato alle prove empiriche. (…).
Mi si permetta di formulare la versione opposta del manifesto di Kurt Wise: «Se tutte le prove dell'universo dimostrassero l'attendibilità del creazionismo, sarei il primo ad ammetterlo e cambierei subito idea».
Stando le cose come stanno, tutte le prove disponibili (e ve n'è in abbondanza) sono a favore dell'evoluzionismo.
 

Che non si possa dimostrare l'inesistenza di Dio è un fatto riconosciuto, se non altro perché non si può dimostrare in maniera incontrovertibile l'inesistenza di niente.
L'importante non è se Dio sia confutabile (non lo è), ma se Dio sia probabile. 
È tutt'altra questione.
 

I “Teisti” di oggi ammettono di essere completamente atei quando si tratta di Baal e del Vello d'Oro, di Thor e Wotan, di Poseidone ed Apollo, di Mithras ed Ammon Ra.
Siamo tutti atei rispetto alla maggior parte degli dei che gli uomini hanno venerato.
Alcuni di noi vanno semplicemente avanti di un dio.


Non esitiamo a dire che un bambino è cristiano o che è musulmano, quando in realtà sono troppo piccoli per comprendere argomenti del genere.
Eppure non ci sogneremmo mai di dire che un bambino è keynesiano o marxista. Con la religione, invece, si fa un'eccezione. >>
 
RICHARD DAWKINS

4 commenti:

  1. A me il libro di Dawkins è piaciuto poco: un librone di quasi 500 pagine in cui ho sottolineato poche cose. Alcune cose sono divertenti, ma mi aspettavo molto di più.
    E adesso leggendo queste "perle" di Dawkins sono di nuovo un po' deluso, anche se sono ragionevoli o giuste.
    Non so se l'ho letto nel suo libro, ma una ragione in più per dubitare di questo famoso Dio è che dovrebbe "simultaneamente" conoscere la posizione e ovviamente il numero di tutti i corpi celesti e all'occorrenza intervenire (per es. con un miracolo, un intervento soprannaturale) per modificare il normale corso degli eventi, annullare cioè le leggi della natura per fare una grazia a qualcuno).

    Ora se le galassie sono - stima attuale - circa cento miliardi e ogni galassia può contenere miliardi di stelle (la Via Lattea ne contiene secondo la Hack 300-400 miliardi) il numero dei pianeti non so quale possa essere, 10 a non so quale potenza.
    Ma Dio, che è onnipotente e onnisciente, conosce queste galassie, stelle e i loro pianeti uno per uno (ammazza che supercomputer!). Insomma deve conoscere anche la posizione di tutte le particelle subatomiche dell'universo. È assurdo.
    Ma i credenti ti dicono che "Dio è in tutto", perciò sa tutto, e conosce appunto ogni particella subatomica personalmente ...

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  2. Caro Sergio,
    dei tanti libri cho ho letto sull'argomento, il testo di Dawkins è quello che mi è piaciuto di più, ma io sono un grandissimo ammiratore di Richard Dawkins, per cui, forse, non sono imparziale.
    Comunque devi ammettere che le considerazioni sull'artefice divino che crea (incoerentemente) sia il ghepardo che la gazzella sono divertenti.

    Così come è irresistibile l'argomento, da Te citato, del Dio onnisciente che dovrebbe conoscere, una per una, tutte le infinite particelle dell'universo e tutti i loro movimenti, presenti, passati e futuri: un'idea a metà tra l'assurdo ed il ridicolo.

    Un'idea che, oltretutto, fa venire in mente il povero (ma affascinante) "demone di Laplace" di newtoniana memoria, spazzato via definitivamente dalla indeterminazione quantistica.

    E poi (altra considerazione di Dawkins che non ho citato in questo post) spiegare una cosa complessa come l'universo con un'altra ancora più complessa, come dovrebbe inevitabilmente essere Dio, non serve a nulla.

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    1. Caro Lumen,

      aggiungo un'osservazione a proposito di Dio, con il sostegno di un grande teologo cattolico, Eugen Drewermann, che adesso è uscito dalla Chiesa (ma io lo considero grande non come teologo - la teologia non m'interessa - ma come psicologo, è infatti anche psicoterapeuta).

      Dice dunque Drewermann che è assurdo credere che Dio (in cui lui dice di credere) possa modificare le leggi della natura come avviene coi miracoli. Una volta creato il mondo il mondo non può che proseguire la sua corsa nel rispetto delle leggi naturali.
      Avremmo dunque un Dio "puro spettatore" di tutto questo casino che ha messo in moto lui. Veramente un gran sadico. La "soluzione" di questo paradosso (Diò è somma bontà e sadico) sta o starebbe nel peccato originale: è l'uomo all'origine del male non avendo rispettato l'ordine di Dio (non mangiare il frutto dell'albero della scienza - identificato col melo solo nel V. secolo dopo Cristo!).

      Che dire poi della Divina Provvidenza? Dio tollera il male - è chiaro che non può intervenire ogni milionesimo di secondo per modificare le leggi della natura - ma fa in modo che anche il male risulti per finire un ... bene. Il tradimento di Giuda (personaggio letterario e mai esistito, fra parentesi) era necessario perché si realizzasse il piano di salvezza escogitato da Dio Padre: far massacrare il figlio per redimere l'umanità - perché solo il sacrificio di Dio poteva cancellare la colpa dell'uomo.
      Ma se la Divina Provvidenza "fa in modo" che anche il male sia utile per la realizzazione del piano divino (che nessuno conosce) non è un barare al gioco, non rispettare la libertà dell'uomo? Perché per fare in modo che anche il male risulti alla fine un bene deve intervenire in qualche modo e indirizzare i comportamenti dell'uomo limitandone la libertà.

      Nella "Colonna infame" Manzoni, il cattolicissimo Manzoni, meditando sul comportamento infame dei giudici che mandarono a morte i cosiddetti untori (e che morte!) pur non essendoci le prove provate della loro colpevolezza, afferma: "La mente è confrontata con due enormità: negare la Provvidenza o bestemmiarla!" A volte i cattolici ci vanno molto vicini alla verità, come Dante nel V. canto dell'Inferno (quello di Paolo e Francesca). Il fatto che due che si sono amati - e sono insieme anche all'inferno - debbano essere condannati per l'eternità è una tale enormità che Dante ... sviene! ("E caddi come corpo morto cade"). Ma anche nel Paradiso Dante è ... geniale. Dice all'angelo: Ma perché questi che sono nati in India sono esclusi dal paradiso, che colpa ne hanno di non essere nati a Firenze? E di nuovo Dante si cava d'impaccio con escamotage ammirevole. Risponde l'angelo: "Vuolsi così colà dove si puote, e più non dimandare." Non capisci? Lascia perdere, è meglio!


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  3. << Dice dunque Drewermann che è assurdo credere che Dio (in cui lui dice di credere) possa modificare le leggi della natura come avviene coi miracoli. Una volta creato il mondo il mondo non può che proseguire la sua corsa nel rispetto delle leggi naturali. >>

    Caro Sergio,
    quello che dice Drewermann è ragionevole, ma i credenti, in genere, NON sono ragionevoli, altrimenti sarebbero atei (o, quanto meno, agnostici).

    A mio avviso, quello che si aspetta da Dio la massa dei credenti è proprio questo: la capacità che Dio ha (e loro invece non hanno) di violare a Suo piacimento tutte le leggi della fisica che desidera.
    In fondo le leggi le ha fatte Lui, per cui, perchè mai dovrebbe esserne limitato ?

    In tal modo l'onnipotente potrà assecondare le richieste del credente di turno, il quale, pregando l'altissimo, si limiterà a chiedere cose molto terrene (amore, salute, lavoro, denaro, ecc.).

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