Un Post di Agobit sul difficile futuro del
nostro paese, stretto nella morsa tra incremento demografico e
distruzione del territorio - dal blog “Un
pianeta non basta”. Lumen
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Ciò che minaccia l’Italia non sono le alluvioni e nemmeno i terremoti,
che ci sono sempre stati. Ciò che sta distruggendo
in maniera definitiva il Bel Paese è la demografia. Dall’ultimo
rapporto Istat (gennaio 2012) si apprende infatti che la popolazione dei
residenti in Italia è arrivata a quasi 61 milioni (60 milioni 851 mila
al primo gennaio). Ogni anno arrivano tra i 400
e i 500 mila stranieri a risiedere in Italia.
La curva della popolazione in Italia è tornata così a impennarsi dopo la relativa stasi degli anni (’80-’90).
Con
questi tassi rischiamo di arrivare in pochi anni ai 70 milioni di
abitanti. Questo accade in un paese che 100 anni fa
aveva 30 milioni di abitanti: uno spaventoso boom demografico. Non
stiamo parlando di un contenitore e un contenuto, come molti imbecilli
fanno finta di credere. E’ noto il loro ritornello: c’è posto per tutti,
ci sono tanti spazi ancora liberi, c’è bisogno
di giovani ecc. ecc.
Aumento della densità demografica significa una serie certa di conseguenze:
- CONSUMO DI TERRITORIO VERDE E CEMENTIFICAZIONE
- NECESSITA’ ABITATIVE CON NUOVE COSTRUZIONI E INFRASTRUTTURE
- AUMENTO DI STRUTTURE VIARIE, MOBILITA’, CONSUMI
- NECESSITA’ DI INTENSIFICARE PRODUZIONI AGRICOLE CON USO DI PRODOTTI CHIMICI
- NECESSITA’ DI ASSICURARE POSTI DI LAVORO INDOTTI (NUOVI IMPIANTI, NUOVE ATTIVITA’, ALTRI PRODOTTI, ALTRI INQUINANTI…)
- ULTERIORI POLLUZIONI, RIFIUTI, DISCARICHE, USO SOSTANZE CHIMICHE, EMISSIONI GAS SERRA, CONSUMO DI ACQUE, SCARICHI TOSSICI
ECC.
Del
resto è quello che è avvenuto negli ultimi anni e che sta avvenendo
ogni giorno sotto i nostri occhi. Lo fotografa un
rapporto-dossier del Fai e del WWF sul consumo del suolo, intitolato
“Terra Rubata”, presentato a Milano. Vi si delinea un’Italia erosa dalle
lobby del cemento e del mattone che la fagocitano al ritmo di 75 ettari
al giorno.
Tesori
naturalistici, terreni agricoli che non saranno più restituiti
all’ambiente e alla collettività. Si stima nel rapporto
che nei prossimi 20 anni la superficie occupata dalle aree urbane
crescerà di circa 600mila ettari, pari a una conversione urbana di 75
ettari al giorno, come un quadrato di 6400 kmq.
Nel
dossier si sostiene che, negli ultimi 50 anni, l’area urbana in Italia
si sia moltiplicata di 3,5 volte ed è aumentata,
dagli anni ‘50 ai primi anni del 2000, di quasi 600mila ettari. In
particolare, in 50 anni persino quei Comuni che si sono svuotati con
l’emigrazione sono cresciuti di oltre 800 mq. per ogni abitante perso.
I
progetti delle grandi infrastrutture, invece, mettono a rischio 84 aree
protette, 192 siti di interesse comunitario e 64
international bird area. «Il risultato: il 70% dei Comuni è interessato
da frane che, tra il 1950 e il 2009, hanno provocato 6439 vittime».
Tutto
questo non si può arrestare in presenza di un aumento costante annuale
della popolazione italiana al ritmo annuale di
circa trecentomila-quattrocentomila abitanti. Le persone hanno bisogno
di case, di infrastrutture, di lavoro. Le imprese non possono chiudere,
ormai l’industria della cementificazione è una delle principali in
Italia.
Di fronte a tutto ciò nessuno si preoccupa che nel nostro paese ogni giorno sparisce la campagna, gli alberi, l’acqua pulita, il cielo azzurro, gli animali, i paesaggi, le valli, le coste e i mari trasparenti. Certo, per qualcuno queste cose non valgono niente .
Di fronte a tutto ciò nessuno si preoccupa che nel nostro paese ogni giorno sparisce la campagna, gli alberi, l’acqua pulita, il cielo azzurro, gli animali, i paesaggi, le valli, le coste e i mari trasparenti. Certo, per qualcuno queste cose non valgono niente .
L’Italia è un paese disgraziato, pieno di prefiche che piangono sui pochi giovani, sulle poche nascite. Evidentemente sessantuno
milioni di umani sono ancora pochi. Chiedono altra devastazione, la scomparsa del Bel Paese. >>
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