martedì 4 gennaio 2011

Padre Malthus - 2

ALTRE CONSIDERAZIONI DI LUCA PARDI SU THOMAS MALTHUS E LE SUE PREVISIONI DEMOGRAFICHE


<< Malthus aveva torto, lo sanno tutti! Ma questi tutti non sanno esattamente su cosa avesse torto, perché o lo hanno dimenticato o non lo hanno mai letto. Nel nostro ultim numero di 'Overshoot' abbiamo pubblicato un saggio di Marisa Cohen che può aiutare chi lo voglia a documentarsi. Riducendo all'essenziale il messaggio di Malthus si riduce a tre affermazioni e una conclusione:

1) i membri della nostra specie avranno sempre bisogno di mangiare e bere, e
2) ci sarà sempre attrazione sessuale fra di loro.
3) La crescita della popolazione tende a superare la crescita dei mezzi di sostentamento.


Da ciò deriva che siano necessarie politiche che tendano a limitare la fertilità umana onde evitare crisi demografiche determinate dalla triade apocalittica di carestia, pestilenza e guerra.

Il resto del pensiero di Malthus si colloca nel periodo storico in cui si produsse ed è perciò irrilevante nell'attualità.

Chi vuole saperne di più si legga direttamente il saggio sul principio di popolazione, o il saggio di Marisa Cohen o ambedue, o ambedue più altro, per esempio la biografia di Malthus scritta da Patricia James.

Parlare dei meriti di Malthus fa arrabbiare tutti: credenti e non credenti, liberisti e keynesiani, fascisti e comunisti, con tutte le gradazioni intermedie. Tutti hanno buone ragioni, ma non hanno ragione. Le ragioni di questa opposizione sono profonde, come ricordava spesso Luigi De Marchi, e hanno radici nella nostra psiche prima che nella nostra cultura.

E allora noi, che siamo bastian contrari per diletto, che non abbiamo molto interesse a lisciare il gatto per il verso del pelo, che non temiamo anatemi, proviamo a continuare a non sottometterci al tabù demografico.

Cosa ha sbagliato Malthus? Ha forse la modernità "liberato" l'umanità dall'appettito per i cibi e da quello sessuale? Ha la straordinaria crescita dell'economia liberato l'umanità dal bisogno e dalla fame?

La FAO ci dice che oggi 1000 milioni di persone soffrono per la fame. Le diverse retoriche che scendono in campo su questo argomento non hanno mai affrontato il problema alla radice, cioè in modo radicale. Hanno sempre riproposto spiegazioni e ricette superficiali e illogiche che non hanno portato a nulla di buono.

Ogni anno la popolazione aumenta di 75-80 milioni di persone e gli sforzi per nutrire una popolazione crescente e ridurre (o eliminare) la povertà appaiono pie illusioni al servizio di un idea irrealizzabile.

Riuscirà mai l'umanità a prendere in mano il proprio destino? Anche noi ci poniamo la domanda e non siamo sempre ottimisti. Le donne occidentali sono un modello di comunità umana che ha fortemente voluto e imposto alcuni cambiamenti nelle proprie società, al fine di prendere pieno controllo della propria vita, inclusa, ovviamente, la potenza riproduttiva.

Oggi sappiamo che molte altre donne nel mondo vorrebbero seguire questa impresa e non possono aspettare di ripercorrere interamente il cammino dell'occidente per arrivarci. Anche perché il percorso dell'occidente non è ripetibile a piacimento un numero infinito di volte.

Perché in gran parte è un percorso sbagliato. Lo diceva già Ivan Illich più di trenta anni fa. Il passaggio consumista non può ne, fortunatamente, deve (e questo è l'aspetto più positivo) essere un obbligo. La sostenibilità, che non è l'ossimoro dello sviluppo sostenibile, è possibile a patto che un numero crescente di persone cominci a programmarla e viverla a livello globale.

Pensare globalmente è agire globalmente; perché ognuno si renda conto di non potersi rendere indipendente dalle sventure dei poveri del mondo. >>

LUCA PARDI

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